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Marvelius

Elrond lands :dove il mito e la fiaba, la realtà e la fantasia si incontrano al crocicchio del vento

 

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For Lady ...

Post n°90 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da Marvelius
 

"Dicevano che eri  una donna dura come pietra

che non si scalfisce, che eri come la cima di una

montagna che non si può scalare , come la profondità

del mare che non si può scrutare .Dicevano che il vento

ti scombinava i capelli ma non riusciva a trattenerti,

che la pioggia ti rendeva difficile il passo ma non riusciva

a  fermarti e che il sole ti bruciava la pelle ma non riusciva

ad accenderti l'anima...

Io ti ho sconfitto una, cento, mille volte. Sono stato come

uno scalpello per la tua corazza e ho sostato sulla tua cima

infiggendo il vessillo sul bianco manto, ho nuotato nei tuoi

abissi e mi sono sciolto nelle tue lacrime come pioggia e 

nella pioggia ti ho trascinato via con me, ti ho rapito nel mio

soffio tra stanze d'argento e scaldato nelle fornaci del mio

petto come mantici di carboni nel cuore caldo della terra.

E poi? Cosa è rimasto dei tuoi capricci rotti sotto l'onda del

mio seguitare, cosa è rimasto della tua vanità e dei tuoi

dubbi fragili come il cristallo, infranti contro i bastioni delle

mie certezze?"

Disse queste parole fissando il suo sguardo nel suo stando

seduto sulle gambe sotto un albero di mango e quando lei le

venne incontro chiuse gli occhi, quando li riapri lei era ferma

davanti a lui come un faro in mezzo alla tempesta.

Si sedette sulle ginocchia appoggiando il capo sulla sua spalla

e gli chiese di stringerla forte, era una donna formidabile,

tenace,  ma era soprattutto una donna fragile, chiusa in una

torredi solitudine.

Lui le carezzo il capo ma troppo era il tempo trascorso,

troppi giorni erano rotolati oltre i dirupi del perdono e la

polvere che aveva  adombrato i loro momenti di felicità si

era ormai depositata su di loro come un manto lacero

e consunto, come spento era il fuoco di lui che

aveva arso nei giorni in cui aveva ammainato le vele nelle

acque agitate della sua isola che ora chinava il capo sopra le

sue larghe spalle.

Con voce gentile come una piccola fiammella lei cercò

di parlargli ed era finalmente sincera, senza alibi e senza ombre

da difendere o in cui serrarsi, spoglia come un virgulto di loto,

e cosi emise le sue note come un sibilo tra le rosse e

perfette labbra

"Non vi è giorno che non torni in me quel sogno d'amore

svanito nella brezza del mare, mischiato come fumo in un

notturno sfacelo.

Da allora  ho serrato il mio cuore con nere catene, l'ho

chiuso in cardini dorati tra  pozzi d'oblio e pregato il vento

che disperdesse ogni traccia  del suo calore.

A Dio in ginocchio ho sussurrato parole  di fuoco affinché 

sui miei occhi stenda l'aspro sudario dell'oblio

perché non viva mai più le pene di un commiato cosi

eterno e profondo, un lacero straccio di una  fine che

divide i corpi e spalanca un abisso di mancanze.

Raccolgo i miei pensieri come oggetti serviti al mio frugale

desco, li sigillo negli anfratti della mia anima al riparo della

luce e di un calore che non scalda e mi perdo nei miei passi

che non hanno più  una meta."

Lui non si mosse , come una solida quercia che sfida la sferza della

pioggia e i venti furiosi era rimasto ad ascoltare. Sentì l'impeto del

passato come un turbine che sorge dal profondo ma si artiglio alle

radici della sua forza come uno scoglio che si erge solitario sotto

i colpi dell'onda, così non cedette.

 E quando senti che il flusso del ricordo riaffiorava con più

prepotenza e le parole si impastavano del lievito del suo

pensierole rivesti di velo d'argento e le rispose


"Le tue parole sono oggi echi di un vento lontano, la pioggia

ha già lavato i marmi delle nostre dimenticanze e le lacrime

che scendono dal tuo viso sono fredde come il ghiaccio che

alberga dentro queste mie stanze. Il mio cammino ho

ripreso da tempo su strade nuove tra prati seminati a

primule e nasturzi.

Sarò servo, condottiero o un buon teatrante, un ladro di

storie o un  galante gentiluomo , chiunque sarò sul

proscenio di questo mondo e mai dimenticherò che uomo

non sono ma un eterno pensiero  sulle rive di un fiume .

I miei giorni con te sono appassiti come le siepi al di la

del bosco, come nembi hanno traversato il cielo e come

nubi cariche di pioggia hanno lasciato un segno nel solco

dei  miei rossi campi ."

Sentì le braccia di lei stringerlo forte ma non cedette, respirò con

calma il profumo dei suoi neri capelli, accolse la spinta dei suoi

seni sul suo petto ma senza turbarsi senza più desiderio, poi

riprese a parlare come un fiume che non si può arrestare.

"Hai sciolto il provese del mio naviglio lasciandolo alla

corrente del mare, reciso il canapo che legava i  giunchi

mossidal vento tra le acque calme ... per cosa?

Un gioco di egemonie, un capriccio che solidifica la

certezza di un bastare a se stessi?

Tutto ci ha condotto alla sconfitta, entrambi, come due

pugili stanchi che crollano a terra senza più rialzarsi.

Eppure non sono mancati i sorrisi che allietavano le

stanze e le parole gentili che gonfiavano le tende col

vento della passione, non sono mancati i momenti che

ci spogliavano dalle corazze buttando le armi sull'erba

verde dei campi , ma troppo solida è la  rinuncia  al proprio

inebriante dominio che ci confina sulle torri della superbia."

Poi la voce divenne più tagliente ma senza rancore solo per

farsi filo di lama e penetrare la dove avrebbe fatto più male

"Hai avuto di fronte un avversario troppo duro da spezzare,

troppo forte da piegare e alla fine il peso del tuo orgoglio ti

ha fatto vacillare. Troppo impastata la tua lingua di te, dei

tuoi principi validi per uno sconosciuto ma inutili e vuoti

per me, scolpiti nel quarzo di un fortilizio di foglie."

Lei staccò il capo dal rifugio della sua spalla e con un impeto

di rabbia urlò

"Volevo proteggerti ... volevo proteggermi .... volevo solo

riportarti da me" 

disse singhiozzando perdendo il viso nelle sue mani mentre

le lacrime scorrevano tra le dita gocciolando sul marmo.

 

 

Per amore? Hai sempre fatto le cose per amore?...No

l'amore è altro e neanche io so spiegarti cos'è, ma so che

non'è una guerriglia se non per il piacere di un rimando,

la schermaglia che prelude  alla passione ritrovata nelle

voglie e tenuta sotto le ceneri tra i carboni dell'attesa,

uno sciogliersi nell' abbraccio che tutto sovrasta,

nei baci che ogni parola disperde, nei corpi

intrecciati come cordame, che mischia ogni goccia di

pioggia con la terra che la sposa nel suo solco ."

Si fermò giusto il tempo per riannodare i fili di un

pensiero che andava sfumando mentre le note di una

musica si librava nell'aria seminando di tristezza ogni cosa.

Quando la vide piangere e singhiozzare capì che avrebbe

dovuto chiudere quel cerchio e consegnare il passato allo

scrigno delle sue vite vissute, stipare il dolore dentro un

forziere per non riaprirlo mai più, cosi riprese il suo parlare

con la freddezza di una lama di ghiaccio.

"L'amore non'è un gioco estenuante di ripicche, il

sostituirci ad ogni scoscio di pioggia, come statuine su una

scacchiera di alabastro, ad ogni refolo d'aria che si infila

sotto la porta dei nostri spazi spogli ...  l'amore è altro .

Eppure nel rosso fulgore del tuo  sangue ho nuotato

come gocce di un fiume che sgorga dalle rocce.

Nel suo calore ho galleggiato come un naviglio tra le onde

della malasorte e nel sapore dolce e amaro delle sue sponde

ho sposato le mie linfe  immortali di un Capovolto Signore.

Eppure ti ho amata nel tempo in cui fosti oltraggiata, le tue

pietre ho trasportato nell'ora in cui fosti sola e madre

di un pensiero che infiammava i confini della ragione.

Croci hai rossato nel buio tra le  ombre che ghermiscono un

immortalità non  desiderata ma tra le promesse di un

viscerale amore sei evaporata, come le  fiamme estinte

di un rogo lontano.

Così, smarrita la via, ho lasciato le mie biglie sulle tue

rive senza più spuma a dissetarle, ho steso un velo sui

tuoi occhi per non vederne il risentimento, ho lasciato un

bacio sulle tue labbra per sigillare ogni parola trasportata

dal vento sulle mie vele affinché potessero portarmi

lontano dalla tua isola di solitudine.

Ora svanito è il    sudario che avvolge  i legni del mio

naviglio, scure onde dal sapore salmastro che scuotevano

i suoi fianchi come scudisci fumanti. Le ombre dei miei

pensieri riposano nelle frescure di queste oscurità, mi

parlano di te con la pace trasudata dal tempo, dei tuoi

passi raminghi tra l'erba alta della  brughiera mentre

dalla scogliera s'ode la risacca schiumare sui massi.

Sto tornando  la dove tutto ebbe inizio, tra i caldi meriggi

dell'estate, rossi tramonti che incendiavano il cielo e le

cime dei monti , sabbie morbide e bianche in cui correre

scalzi senza più tracce delle tue piccole orme.

Capitano di un pugno di uomini, navarca di un veliero

orfano di una flotta perduta nel cuore dell'oceano,

avvolto nel mio scuro mantello tra fibule d'argento ritorno

al mare che sa cullare i miei pensieri, tra i ricordi che

scuciono i fili della carne dove intingo le cuspidi e gli aghi

dei tuoi rimpianti  per farne fiori d'acqua da abbandonare

alla sua corrente ..."

Lei si alzò dal suo giaciglio e fu come se tutte le porte del suo

palazzo si chiudessero davanti a lei una dopo l'altra. Rimase

in piedi a fissarlo ma senza odio ne rabbia , solo un incredulità

che ondeggiava su una fune tra il baratro della rassegnazione

e il ciglio della speranza, poi raccolse le sue ultime forze e

gli disse

"Mi stai consegnando all'oblio  Gabriel ... io ancora ti ..."

"Non dirlo" la interruppe lui."Non dire quella parola ... e

comunque l'oblio non esiste, esiste il ricordo , la vivrai tu

ùcon le cose belle e brutte che ti porterai dietro. Non ti

cancellerò perché non potrei farlo ma questo presente

già corre indietro su quelle terre . Ora vai, se stata la mia 

lady, forse l'unica e questo è già un bel ricordo da

serbare per entrambi."

Ora anche lui si era alzato e la guardava senza emozioni,

il volto duro ma senza rabbia,  gli si avvicinò appena per 

stendere un braccio e  accarezzarle  la guancia con una

mano poi si volse indietro e si incamminò sulla via dei

canneti, qua e la ciuffi di asfodeli e iris dalle bianche

camme,il sole che indorava i campi e rossava le

spighe di granomentre un filo di bruma aveva già preso

a inghiottirlo.

Marvelius

 
 
 
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