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Elrond lands :dove il mito e la fiaba, la realtà e la fantasia si incontrano al crocicchio del vento

 

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Il Fabbro dei Sogni II°(Parte B)

Post n°116 pubblicato il 06 Gennaio 2017 da Marvelius
 

 

(Post "Il Fabbro dei Sogni II°",

scisso in tre parti: A-B-C che segue

il post precedente "Il Fabbro dei Sogni I°")


PARTE B

Le bugie si erano dischiuse come
boccioli di rose amare, le labbra di
lei fino ad allora fragili e vere si
erano aperte di svelando storie che
mai avrebbe voluto udire.
Tutto s'era dissolto nell'aria cupa
della Notte.
Le cime degli alberi si erano scosse e
la tempesta era giunta d'un tratto,
senza preavviso, senza essere scorta
in lontananza e come un tuono che
spacca il buio si era palesata d'un
tratto cogliendolo allo scoperto .
Il suo sguardo nel ricordare era ora
una maschera di ghiaccio, il volto
contorto di una sofferenza mai
immaginata scavava solchi che
sarebbero rimasti vivi per sempre.
Finanche una lacrima si sporse oltre
le ciglia e rimase li a annacquare le
pupille come una tempesta sull'orlo
di un lago chiuso da bastioni di
roccia bianca.


" Come è potuto accadere "
disse tra le labbra, ma fu solo un
sussurro, un leggero alito di vento
scaldato dal petto, un refolo di respiro
che morì sulle labbra cosi come era nato.
Poi una voce alle sue spalle schiuse la
roccia che lo sigillava nel mondo dei
ricordi, giunse diamantina a fendere le
lastre di ghiaccio che lo avvolgevano e
penetrarono come un eco nella sua
mente riportandolo indietro
"Mio Lord "
Furono le sole parole che lei riuscì a
pronunciare. Un vento caldo scese dai
monti e scosse planando sulle acque,
un fremito lieve le agitò increspandole,
piccole onde si disegnarono sulla loro
superficie e si infransero sulle rive
opposte come un flusso costante di
pensieri molesti.
Si girò lentamente come richiamato
da un suono familiare, una voce amica
che avrebbe riconosciuto fra mille e
mille simili alla sua .
"Lilith"
Esclamò con un velo di riluttanza
"Cosa ci fa qui, come mi hai ritrovato?"

E lei, come su una barchetta  tratta a riva

nel mezzo di una burrasca rispose   
"Ti ho cercato, dopo essere fuggita, come
sempre ho fatto, ho capito che scappare
non risolve nulla, non ripara i torti
fatti, non lenisce il dolore e il rimpianto "
"Sei venuta a dirmi che ti dispiace? Che
il tempo che ha accompagnato la nostra
storia e che ha subìto l'oltraggio della
farsa può essere ripagato da un ultimo
tardivo atto di rimorso?"

Le parole di lui erano piene di risentimento,

scorticato dalla rabbia ma piene d' amarezza

che lo accompagnava come un ombra.
"Non c'è mai stata farsa tra di noi
mio Lord, io ti ho rispettato e amato
come mai ho amato altri".
"Tu sai cosa vuol dire amare Lilith?
"Io so che dentro di me mai c'è
stato un sentimento tanto grande e
forte, so che dal primo giorno ho
provato qualcosa che cresceva in
mezzo al petto come una marea
inarrestabile, e so quanti errori ho
commesso ...
Oh tanti, molti ... ma nessuno per farti
del male, nessuno per deluderti come ora
so che ho fatto."

Piegò il capo sospirando e la voce già
era rotta dal dolore e l'imbarazzo, poi
si fece coraggio e continuò

 

"Tante sono state le mie bugie e molte le
menzogne che ho tenuto dentro di me in
attesa di confessarti chi ero realmente"

" Errori, bugie, mezze verità ... tu
chiami amore una simile torre costruita
sull'argilla? Chiami affetto la pula
che entra negli occhi confondendo la
vista, l'eco stonato delle falsità che
hanno corrotto le mie orecchie,
melliflue parole hai usato
dipingendo immagini ed evocando
un futuro che sapevi già spento e
senza vita e ora invochi su una
bilancia il metro di una giustezza
barattata col vile gioco della falsità "

"Non invoco il tuo perdono ... come
potresti darmi un simile dono che
non merito, come potrei pretenderlo,
ma il mio desiderio più grande in
questo tempo che ci ha visti su rive
infrante, lontani come il cielo e la
terra è stato quello di affrontare la
mia viltà e tornare da te per spiegarti
ogni cosa, ogni mio gesto e parola,
non per redimermi ma per subire
tutto il peso delle mie azioni l'ingrata
torre che ho costruito giorno per
giorno sull'errore ma giuro che non
vi è stato momento che io non abbia
avuto il pensiero di fermare tutto
questo e dirti ogni verità ma
man mano che l'amore e la paura
di perderti cresceva essa bloccava
il mio coraggio di agire.
Non credevo che ti avrei amato
tanto, all'inizio pensavo fossi come
tutti quelli che hanno incrociato la
mia vita, uomini attratti dalla mia
bellezza, da un corpo fatto di carne
senza vederne lo spirito, l'anima
oltre gli occhi rubati al mare .
Finchè un giorno sei comparso tu,
diverso da tutti coloro che mi avevano
sfiorato guardando un involucro,
desiderandolo senza mai
guardare la sua profondità e di
cui io mi sono sempre allontanata.
Mai e poi mai avrei immaginato che
in mezzo a tanto grigiume e tanta
banalità, ci fosse un fiore, Tu!
Ma l'ho capito nel tempo e ormai le
bugie te le avevo dette, certo avrei
potuto confessarti la verità, almeno
nel momento in cui mi sono accorta
di amarti in modo così profondo.
Ma ricordi cosa ti dissi una volta ?
Se si inizia con le bugie, diventa
complicato trovare il momento
giusto in cui ritrattare tutto e
scoprirsi per ciò che si è davvero."

"Lo hai fatto quando tutto era ormai
perduto, quando la lama del coltello
già serrava la tua gola e il respiro
annaspava nel trovare anche solo
un filo d'aria.
C'erano troppe cose che non andavano
troppi perché senza risposte eppure i
sensi di colpa li hai voluti dare a me,
i torti di una fiducia che sembrava
cedere sotto i colpi dei dubbi che pur
erano fondati ti irritavano, la
gelosia e la possessione che mai avrebbe

dovuto sfiorarti ti ha roso come un tarlo
consuma il legno, eppure la mia onestà
era limpida come acqua di fonte, la mia
fiducia in te era solida, la mia lealtà
granitica come il quarzo nel cuore
di una montagna.
Mi hai ripagato coi dubbi, con timori
senza fondamento, con bugie e liti
costruite sui tuoi sensi di colpa ?"

Lilith si mise a piangere, un pianto
profondo, vero, che le toglieva il respiro.


Entrò nell'acqua e vi si immerse
sprofondando oltre le ginocchia mentre i suoi
occhi si arrossavano come punti da un ago.
Le lacrime erano grandi come chicchi di
melograno e le rigavano il viso,
scivolavano sulla sua pelle liscia come
biglie su un panno di seta e ne inzuppavano

la veste.
Mise le mani sul viso coprendo i suoi
occhi ma i singulti non cessarono,
anzi sembrò flettere sotto il peso della
colpa e di un rimpianto che la lacerava
fino al centro del petto.

(segue sotto la parte C)

MARVELIUS

 
 
 
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