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Elrond lands :dove il mito e la fiaba, la realtà e la fantasia si incontrano al crocicchio del vento

 

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Il Fabbro dei Sogni II ( parte A)

Post n°117 pubblicato il 06 Gennaio 2017 da Marvelius
 

 

(Post "Il Fabbro dei Sogni II° ",scisso 

in tre parti: A-B-C, e che segue il post

precedente " Il Fabbro dei Sogni I°)

 

PARTE A

E il Fabbro dei sogni si sedette a

pensare sul tavolo della speranza,

con le mani impastò lieviti di cuore

e sale di lacrime, segnò i sentieri

di un incontro che sembrava

impossibile realizzare e si

commosse leggendo l'animo ferito

di quell' uomo e quello disperato

della donna. Poi alitò sulla speranza

e lascio che il vento del mattino

la conducesse lontano, la dove

tutto può essere e ogni cosa può

accadere se lo spirito della verità

si condensa nella volontà di tornare

a essere vento di passione e di

unione perfetta.

 

Un lieve borbottio d'acqua rendeva

quei momenti come tratti dal silenzio,

rotti dallo stallo di una natura rigogliosa

ma stanca di rumori, così quelle piccole

cascatelle tra i bordi e le anse del

fiume parlavano alle pietre su cui

scivolavano eterne.

Lui se ne stava seduto sulle gambe a

guardare la corrente perdersi lungo

il greto del fiume, il gorgoglio lo

incuriosiva e gli destava una curiosità

infantile, quella che cattura gli occhi

oltre il flusso per immergersi in esso

in cerca di tesori e di misteri .

Così, lentamente, lo sguardo si perse

oltre le linfe, si incuneò nei greppi tra

piccole bordure di muschio e licheni

fino a gemere nell'acqua fredda

tra le profondità del torrente.

Nel preciso momento in cui ogni cosa

sembrò smarrirsi, in quelle profondità

oscure ogni rumore si spense e tutto

divenne ovattato.

La memoria vagò nel limbo della

mente scavò nei cassetti dei suoi armadi,

si infilò dentro a ogni cubicolo tenuto

gelosamente al riparo dai dubbi, dal

rimorso e dal rimpianto.

Un freddo bruciante lo percorse lungo

la schiena come un brivido urticante,

fino a quando una luce sembrò

attenderlo oltre il lungo corridoio

che stava percorrendo.

Così il ricordo di lei si fece chiaro,

prima un alone indistinto poi pian

piano tutto si schiarì, i contorni

presero forma distaccandosi dal nero

caliginoso delle ombre, e il volto di lei

gli apparve come l'aveva lasciato

molto tempo prima.

Si mostrò con la sua fluente coda di

un rosso sfolgorante, lei la sciolse

con le dita dal piccolo cerchietto di

stoffa che ne richiudeva i lunghi e lisci

capelli facendoli ricadere sul petto e

lungo la schiena.

 

Era magnifico il viso suo, un ovale ben

disegnato su cui la bocca perfetta si

plasmava su bianchi denti .

Il labbro superiore si arricciava

leggermente in una piega sensuale

che nelle foto creava una leggera

ombra, lui sorrise nel ricordare la

stessa battuta che le ripeteva sempre

nel guardarle

"Sembra che hai i baffetti lassù Lilith"

e lei sempre a caderci nella

provocazione gli rispondeva

imbronciando la voce e,

con un irritazione che andava via

spegnendosi, a ripetere che non era

vero,e in effetti la sua era una bocca

così perfetta che lui mai ne aveva

potuto sigillarne i contorni con le

dita, le labbra e gli occhi in una

finitudine umana ma gli appariva

come il lascito di una dea, come del

resto tutto di lei sembrava richiamare

una natura divina.

"Non ho i baffetti, non li ho mai avuti, ma che dici"

Lui se ne stava un pò in silenzio a

ridacchiare sotto i suoi di baffi fino a

quando ritornava a prenderla in giro

in un gioco che piaceva a entrambi

" Non sono troppo lunghi i tuoi capelli?

Sei alta ok ma fino alle fossette della

schiena non ti sembrano un po' troppo

da ragazzina Lily "

"Uffa ma la smetti, sempre a darmi

addosso, prima i baffetti proprio a me

che non ho peli da nessuna parte ok?"

e arrossiva un po' nel dirlo, quasi

fosse un adolescente, ma in fondo

tra di loro vi era ben più che una

manciata di anni .

"E ora la storia dei capelli lunghi ...

a me piacciono come sono, fatteli

piacere anche a te, tanto so che li

adori, sciolti, a treccia, raccolti o

stretti sotto un cappellino ... tu ami

tutto di me e non puoi nasconderlo "

Eh si lei era proprio così, con un

carattere deciso e suscettibile, si

accendeva subito e quando lo faceva

a lui bastava poco per renderla ancora

più vulnerabile al suo arco che

scoccava frecce incendiarie sulla

sua stizzosa permalosità

"Stai bruciando Lilith, o meglio dovrei

chiamarti neurina, non ti accorgi che

alzi quella tua voce calda che riscalda i

tuoi neuroni e acceca l'amore che porti

per me ... lo rendi incandescente, cosi

rovente che mi bruceresti senza

nemmeno accorgerti che lo stai facendo"

Queste parole l'infiammavano di una

rabbia dolce, quella che si strugge nella

schermaglia tra innamorati, che cercano

la guerra per avere la pace, che il più

delle volte dal vivo si conduce tra le

lenzuola di un letto come su un campo

di battaglia, in notti lunghe che

lasciano senza forze, col cuore calmo

e la mente appagata, libera di vagare

oltre le consistenze terrene.

Lui sapeva come farla spegnere e

riaccendere di passione ma anche lui

aveva il suo carattere indomito e guai

a stuzzicarlo se non si avevano armi

altrettanto buone nel tenere una

discussione, lavorare di

cesello con l'ironia o a spegnere i

fuochi della sua personalità sempre

armata di una spada fiammeggiante

e lei ...


beh lei aveva quasi tutte queste

qualità, le doti giuste per

un uomo come lui e poi ne possedeva

una che era stato difficile trovare

per molto tempo in altre donne.

(clicca sul video sottoper continuare

ad ascoltare la musica)

Aveva il dono di una concupiscente

passione, la grazia di una dolcezza

senza fine, le fiamme di una

libidine che lo plasmavano rendendolo

pazzo di lei.

Ricordò molto di quella donna,

gli occhi trasparenti rapiti al mare,

la voce calda e sensuale, quelle note

rauche a volte che lo facevano vibrare,

e la risata smorzata quasi rotta a volte

dalla sincerità di ciò che la colpiva.

Era sicuro del suo amore, del trasporto

nato poco per volta, della sincerità con

cui lei era stata capace di avvolgerlo .

Eppure non era stato un rapporto facile,

sin dall'inizio si erano subito affrontati

guardinghi, la differenza di età li aveva

confinati su rive opposte, lui l'aveva

respinta con una malcelata indifferenza

e lei a disagio per un avversione tanto

immotivata se n'era andata compunta.

Ma erano fatti l'uno per l'altra e quel

seme che era stato gettato nel loro limo

era via via attecchito in un richiamo

che li avrebbe fatti ritrovare per sempre.

Si erano legati con un filo che lui aveva

riavvolto pian piano mentre

lei si era lasciata andare alla sua

deriva consapevole che avrebbe perso

tutto pur di affidare la sua anima a

quell'uomo che aveva saputo

allontanarla tanto quanto aveva saputo

circondarla di attenzioni e carezze .

Erano stati onesti in tutto quel tempo,

onesti e leali come due colombe nel

volare lungo quel tratto d'orizzonte.

Avevano attraversato difficoltà,

gelosie, incomprensione ed equivoci

che li avevano portati spesso a

interrompere il sentiero che li stava

conducendo ad altezze vertiginose.

Erano scesi negli inferi, navigato su

acque torbide e scure, viaggiato su

percorsi impervi e nuotato in acque

gelide e profonde, ma sempre erano

tornati in superficie, guadato fiumi

burrascosi, approdando su rive

candide e in acque calde e ferme.

Sempre oltre le anse di sentieri

tortuosi avevano ritrovato la strada

dritta e illuminata dal sole o dalla

luna splendente per tornare a baciarsi.

Sempre era tornato il sole e il vento

li accompagnava gonfiando le vele

del loro meraviglioso naviglio.

Ma il giorno della sconfitta era

giunto anche per loro, il nero mantello

della disillusione era calato sul loro

tempo che, breve, aveva cessato d'un

tratto di scorrere come le nubi su un

firmamento di stelle.

Il giorno dell'inganno era calato dal

nord gelando tutte le acque, piegando

gli steli dei fiori appena sbocciati.

MARVELIUS

(segue sotto parte B)

 

 
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