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Falsi miti su Mussolini

Post n°962 pubblicato il 20 Giugno 2015 da massimo.maneggio

Nonostante la storia ha dimostrato che il fascismo é stato il periodo piú vergognoso e sanguinario di questo Paese, molti coglioni contemporanei vivono nel mito del Duce. Iniziamo allora a sfatare qualche mito.
Mito: Molti nemici molto onore.
Realtà: Tentó la fuga travestito da soldato tedesco come il più vile dei vili.
Mito: I fascisti non hanno mai rubato:
Realtà: Mussolini non fa in tempo a prendere il potere che la corruzione già dilaga. Un sistema corrotto scoperto già da Giacomo Matteotti: denuncia traffici di tangenti per l’apertura di nuovi casinò, speculazioni edilizie, di ferrovie, di armi. Affari in cui è coinvolto il futuro Duce attraverso suo fratello Arnaldo. 
Matteotti lo scopre ma il 10 giugno 1924 viene rapito da una squadraccia fascista e ucciso. Messo a tacere il deputato socialista, di questa corruzione dilagante gli italiani non devono, non possono assolutamente più sapere. Speculazioni, truffe, arricchimenti improvvisi, carriere strepitose e inspiegabili: gerarchi, generali, la figlia Edda e il genero Galeazzo Ciano e Mussolini stesso! Nessuno rimane immune. 
Mito: Devi ringraziare il Duce se esiste la pensione: 
Realtà: In Italia la previdenza sociale nasce nel 1898 con la fondazione della "Cassa nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai", un’assicurazione volontaria integrata da un contributo di incoraggiamento dello Stato e dal contributo anch'esso libero degli imprenditori. Mussolini aveva in quella data l’età di 15 anni. 
Mito: La cassa integrazione è stata pensata e creata dal Duce per aiutare i lavoratori di aziende senza lavoro:
Realtà: La cassa integrazione guadagni (CIG) è un ammortizzatore sociale per sostenere i lavoratori delle aziende in difficoltà economica. Nasce nell'immediato dopoguerra per sostenere i lavoratori dipendenti da aziende che durante la guerra furono colpite dalla crisi e non erano in grado di riprendere normalmente l’attività. Quindi la cassa integrazione nasce per rimediare ai danni causati dal fascismo e della guerra che ha distrutto il Paese. 
Mito: Ai tempi del Duce eravamo tutti più ricchi:
Realtà: Mussolini permise agli industriali e agli agrari di aumentare in modo consistente i loro profitti, a scapito degli operai. Infatti fece approvare il loro contenimento dei salari.
Nel 1938, dopo 15 anni di suo operato, la situazione economica dell’italiano medio era pessima, il suo reddito era circa un terzo di quello di un omologo francese.
Mito: “quando c’era lui i treni arrivavano in orario”.
Realtà: non è vero. Come spiega un articolo dell'Indipendent e fonti dell'epoca, si tratterebbe infatti di un mito derivante dalla propaganda durante il Ventennio.
La puntualità dei treni era infatti per la propaganda fascista il simbolo del ritorno all'ordine nel paese ma, in realtà, è solo grazie alla censura sistematica delle notizie riguardanti incidenti e disservizi ferroviari.
Mito: grazie al Duce la disoccupazione non esisteva:
Realtà: non vi era un reale stato di benessere dell’economia ma in realtà l’Italia stava preparando l’entrata in guerra e tutte le industrie (e l’artigianato) che direttamente o indirettamente fornivano l’esercito lavoravano a pieno regime. Senza contare le masse arruolate nell'esercito per poi essere usate come carne da macello per i sogni di gloria del duce. Ovviamente sia i datori di lavoro che gli operai dovevano avere la tessera fascista.
Mito: Mussolini non aumentò le tasse.
Realtà: a parte i primi anni non è vero che le tasse non furono aumentate, un po’ alla volta nuove tasse colpirono gli italiani e la lira che aveva rafforzato nei primi anni venne svalutata più volte per poter tirare avanti. In parole povere davanti alle difficoltà il governo prese di volta in volta decisioni diverse e logicamente variavano anche di molto in base al momento storico. Non si può dire “Mussolini non aumentò le tasse”. 
Mito: Il Duce è stato l'unico uomo di governo che abbia veramente amato questa nazione.
Realtà: «Mi serve qualche migliaio di morti per sedermi al tavolo delle trattative.» enunciò il Duce il 26 maggio 1940 e così fu, visto che nella disastrosa “campagna di Russia”, solo per compiacere Adolf Hitler con una presenza italiana del tutto male equipaggiata e fornita nelle sue operazioni di guerra, persero la vita ufficialmente 114’520 militari sui 230’000 inviati al fronte. 
Amava a tal punto il popolo Italiano che:
Imprigionava chi non era fascista, abbassato i salari, portato il Paese al collasso economico, instaurato leggi razziali.


Brucia Babilonia

 
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