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Tutte queste storie sono state scritte su singola richiesta di chi passa da queste parti. Contattami e chiedi. Costa una frase che ti descrive, delle parole che appartengono al momento che stai vivendo, un sorriso, la voglia di giocare.
Soul Food Café
Post n°136 pubblicato il 01 Marzo 2010 da max_6_66
Tag: Laylah L’uomo nero canta. Boom boom boom boom I'm gonna shoot you right down, Right offa your feet Take you home with me, Put you in my house Boom boom boom boom A-haw haw haw haw Hmmm hmmm hmmm hmmm Hmmm hmmm hmmm hmmm Donne che si cibano di uomini, uomini che si cibano di donne. Donne che tendono la loro tela e aspettano, uomini che vanno al mercato e comprano tutto quello che desiderano. L’uomo nero canta al mercato, sul marciapiede un bar promette di nutrire la nostra anima. Lungo lo stesso marciapiede porte socchiuse dietro alle quali potrebbe esserci anche una trappola, un buco nel terreno dove si rischia di precipitare fino al centro della terra. I love to see you strut, Up and down the floor When you talking to me, That baby talk I like it like that Whoa, yeah! Talk that talk, walk that walk Qualcuno balla, molti ridono, tutti fumano. Solo una delle porte non nasconde la propria trappola. La donna la tiene aperta in modo che si possa vederla bene un passo dall’inizio del corridoio. La trappola non è verticale, non sarà la forza di gravità che ti farà precipitare verso il basso, è orizzontale e ti farà precipitare verso la stanza dove quel corridoio ha termine. Special sales, discount, Soul Food Café. When she walk that walk, And talk that talk, And whisper in my ear, Tell me that you love me I love that talk When you talk like that, E la mia anima è affamata. Talmente affamata che si illude di trovare nutrimento attraverso ciò che momentaneamente sazia il corpo. La donna ha in mano dello sciroppo d’acero, se ne lascia cadere sul palmo della mano. Mi gira la testa, tutti fumano, impossibile capire che non l’userà per addolcire il suo corpo ma per cibarsi di me. L’uomo nero suona, il mio corpo non può far a meno di muoversi, e le mie gambe iniziano a camminare da sole. Verso di lei, verso lo sguardo di lei, il suo sciroppo d’acero. Un ragazzo corre lungo il marciapiede, corre attirato dall’odore dolciastro, ho fatto appena pochi passi e lui è già davanti alla porta. Lei si distrae da me, legge dentro i suoi occhi innocenti, lo spinge via da se dicendogli che non è ancora arrivata la sua ora. E sufficiente per scuotermi dal canto di sirena, il torpore mi abbandona, devio il percorso dei miei passi. Ho guidato per tutta la notte. Ho bisogno di un caffè. Soul Food Café. You knocks me out, Right off of my feet Hoo hoo hoo Talk that talk, and walk that walk Oh, yeah! Sul cornicione del palazzo due avvoltoi osservano. Attendono quel che resterà di noi.
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