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Messaggi del 22/02/2013

 

Petrarca, ecco come č visto dalla classe

Post n°11 pubblicato il 22 Febbraio 2013 da matteo.redigolo
 
Foto di matteo.redigolo

I giovani incontrano Petrarca

Ho presentato Petrarca ai giovani ed è successo questo…

I GIOVANI INCONTRANO PETRARCA
Patchwork
3^A I.T.I.S. Volterra (San Donà di Piave- Ve)

Petrarca è, un tipo, strano. Ha tutto ma non ha niente. E’ uno di quei ragazzi fortunati a essere nati in una famiglia abbiente. Suo padre è notaio, lui spreca anni di vita a studiare la materia giuridica, per poi buttare tutto all’ aria.

Si vuole sempre complicare la vita, dato che ora per vivere deve fare qualcosa e diventa prete.I preti di solito sono dediti alla loro vocazione e seguono nella loro carriera ecclesiastica il cammino del Signore, no, lui diventa padre di due figli. Ha due i figli da una donna che non ha mai amato. Il suo amore è tutto per Laura, come Dante si innamora di Beatrice lui si innamora di questa dama. Cioè ,proprio vuole darsi la zappa sui piedi, rovinarsi la vita! Uno può dire… ma se è un amore non ricambiato lui si arrende e non sta male per lei, NO, lui è perso per lei, perde tempo a vaneggiare, come si può percepire nella poesia : “ la vita fugge e non s’ arresta un ora”.
Per Petrarca il tempo è brevissimo e corre, corre, ci passa davanti agli occhi senza che noi ce ne accorgiamo: “Il tempo fugge e non s’arresta un’ora” è appunto il titolo di uno dei tanti sonetti del Canzoniere in cui tratta questo tema. Questa sua interpretazione del tempo mi ha colpito non tanto per la sua visione pessimista della morte che incombe su di noi, esseri mortali, quanto per la modernità delle sue affermazioni. Sempre più, infatti, vediamo il nostro mondo diventare più frenetico e rapido, il tempo non basta mai per fare ciò che vogliamo, ne vorremmo sempre di più, ma quando ci rendiamo conto che non è possibile, diventiamo sempre più frettolosi.
Sicuramente al tempo di Petrarca la vita aveva un ritmo più lento rispetto al nostro, ma forse Petrarca ( ed è questo che mi ha sorpreso di più) ha in qualche modo previsto il futuro dell’umanità?. Petrarca incita noi tutti a sfruttare ogni occasione che  la vita ci pone dinnanzi, perchè potremmo non avere un’altra chance, com’è successo a lui. Invita inoltre a non sprecare il tempo dedicandosi a cose futili. Personalmente solo ora riesco a percepire veramente il passaggio del tempo, e mi rendo conto che è molto veloce. Reputo vere, moderne e bellissime le idee che il poeta ha espresso su questa tematica, mi hanno aiutato a riflettere.
Gli aspetti che, a mio parere, rendono interessanti le sue opere sono inoltre la sua modernità, trattando argomenti ancora attuali che citerò a breve. Egli era infatti in costante contrasto tra il suo inconscio (identificato come “uomo interiore”) e la sua ragione (chiamata uomo “esteriore”), questa distinzione verrebbe definita oggi come il conflitto tra mente e cuore (o anima). Questa inquietudine lo portava spesso alla solitudine, vista da lui come una sorta di riparo contro le chiacchiere della gente. Il poeta infatti alterna periodi di viaggi e vita mondana a momenti di vera e propria esternazione dal mondo, preferendo passare del tempo in mezzo alla natura, richiamando il concetto di animismo ovvero “natura antropomorfizzata”, attribuendo ad ogni fenomeno della natura un significato. Nonostante la visione pessimistica che aveva nei confronti della vita, l’autore nell’opera intitolata “Voi ch’ascoltate in rime sparse” invita il lettore a godersi e vivere davvero ogni istante di vita, a differenza sua che ha sprecato molto tempo a vaneggiare. Credo che Petrarca mi rispecchi molto, in quanto sono sempre in conflitto tra i pensieri e i sentimenti, ma alla fine la vita non è altro che questo, un viaggio alla ricerca di noi stessi.
Risulta simile allo stato d’animo dei giovani d’oggi, resi deboli e insicuri dal mondo odierno e nonostante la libertà sono omologati , come guidati da un’autoritas.
Ma tornando a Laura…Gli occhi di Laura sono i fari del suo porto, che quando muore si spengono, lasciandolo  vagabondare, perso per l’ oceano, senza ritrovare la strada per il porto della sua vita smarrita.
Sono tanti i giorni persi a vaneggiare per lei, undici anni.
L’ unica cosa giusta che, secondo me, ha fatto è stato chiedere la misericordia del Signore. Sì, perché quel dono che si chiama vita lui non l’ ha mai sfruttato, anzi vuole buttarla via , varie volte ha provato a togliersi la vita ,ma non lo fa per pietà di se stesso. Mi fa pena, tanta pena, anche il fatto di stare coi morti è qualcosa di sconcertante ora come ora, è l’ unico modo per lui di provare piacere, leggendo la vita di quelli che lui prende come modello.
Amava stare in solitudine, voleva isolarsi e camminare dove non c’era mai stata minima traccia delle persone: ” gli occhi porto per fuggire intenti ove vestigio uman la rena stampi” (solo e pensoso i più deserti campi).
Mi ha colpito molto questo aspetto della vita di Petrarca perchè andava in certi versi in contraddizione con se stesso e non riesco a capire come abbia fatto a stare meglio con i morti.
Parla nelle sue opere dei sentimenti e dell’aspetto interiore dell’individuo e, proprio per questo, viene considerato “moderno”, più vicino a noi.
A mio parere, anche se la sua opera si distingue completamente da quella dei suoi contemporanei, Petrarca non può però essere considerato un poeta che tratta argomenti moderni; in questi giorni si parla soprattutto di aspetto esteriore, di “moda”, di cambiare se stessi per sentirsi accettati ed è proprio per questo che sostengo la mia tesi.
Ache se di lui mi piace il fatto di leggere non per dovere, ma per piacere, cercando di emulare gli autori con il fine di migliorarsi, infatti nell’Epistola a Giovanni Colonna “Stare con i morti” sostiene: “Desidero intrattenermi con i nostri maggiori”, continua: ”Molti certo si stupirebbero perché tanto io mi compiaccia a stare con i morti piuttosto che con i vivi”.Da questo punto di vista Petrarca è un esempio da seguire, nonostante il suo strano carattere.Ancor oggi però molti non conoscono o capiscono la sua poetica tormentata, la gente dovrebbe fare come Petrarca, leggere con piacere i libri degli antenati.
Le sue opere lo hanno portato all’ ottenimento della prestigiosa corona d’alloro.
In particolare il sonetto che mi ha colpito, è stato ” Fiamma dal ciel su le tue Treccie piova”, tratto dal Canzoniere,  è una delle poche poesie dedicate all’ argomento politico-morale, anzichè all’amore.  In codesta opera il poeta considera uno scandalo il trasferimento della sede papale ad Avignone (Francia), dove il papa resterà per 70 (1303-1377), ed esprime la sua deplerovezza sulla corruzione della Chiesa,rappresentandola come una prostituta, cioè alla mercè di chi paga.
Vorrei dire inoltre che mi ha colpito il suo pensiero di pace e libertà perché nonostante sia vissuto in un periodo in cui la mentalità era chiusa e le guerre erano all’ordine del giorno, lui esortava a fare del bene, vedi la Canzone “Italia mia”.
Si destreggia abilmente tra le fazioni politiche, per ottenere la sua amata pace.
Con le sue opere, inoltre, Petrarca mi ha dato l’impressone di essere un precursore della psicologia moderna.
Leggendo i testi e le poesie del poeta di Arezzo sono riuscito a convincermi che egli avesse una mentalità moderna, che andasse controcorrente ai pensieri della gente dell’epoca e, soprattutto, all’auctoritas.
Vive in modo anticonformista ad esempio praticando l’ “otium” letterario. Questo lo metteva in difficoltà nei confronti della società medioevale che era omologata ad un modo di pensare standardizzato. Secondo me è questo che caratterizza la bellezza e la curiosità che i suoi testi producono nel lettore.
Nonostante tutto, Inquietudine, solitudine, tristezza, depressione sono gli aggettivi con cui descriverei la sua vita.
Petrarca si sofferma spesso a parlare della sua depressione dovuta al rimorso per ciò che avrebbe voluto fare, ma non ha fatto. Vede la sua vita che ogni giorno si avvicina al termine e la sua mente che si interroga sul perchè non ha fatto nulla, senza rendersi conto che facendosi queste domande sta solo buttando ancora tempo. Ognuno di noi pensa, immagina, fantastica con la mente e poi arriva il momento del:”perchè al posto di perdere tempo così non ho agito?” E non ci diamo una risposta e continuiamo a fantasticare. Tutto questo non ci fa rendere conto di ciò che abbiamo intorno, delle possibilità che ogni giorno abbiamo per realizzare ciò che immaginiamo, di diventare ciò che vogliamo, e di quanto possa essere semplice raggiungere grandi risultati con meno della fatica di quella che noi facciamo per immaginare. Ma Petrarca purtroppo, come anche ognuno di noi, essendo infelice, e credendo che sia ormai troppo tardi, cerca di rallegrarsi immaginando e ricade sempre nello stesso tranello da lui stesso desiderato e creato. L’Epistola a Giovanni Colonna spiega questo fenoneno , qui l’autore parla di come la sua vita è soltanto formata da sogni, e lui non riesce più a svegliarsi.
A un’ altra cosa però devo rendergli merito, al fatto che non molla mai, si accascia su se stesso sì, ma non molla mai e poi mai!Sono più le cose negative che positive che mi colpiscono di lui, ma se è tanto famoso, se è stato incoronato al Campidoglio a Roma, se ha ricevuto la corona d’ alloro, vuol dire che tutte le altre persone ,a differenza di me, hanno imparato a sopportarlo e a trovare qualcosa di incredibile e originale in lui e nelle sue opere.
La storia insegna ma forse l’ uomo non sempre comprende la lezione.

 

 
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