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Decalogo per sopravvivere a lavoro

Post n°60 pubblicato il 03 Settembre 2007 da acquaeanice
 

Ci sono giorni che ti senti a pezzi, che parte delle tue certezze vengono scardinate, che improvvisamente quello che hai fatto, cose importanti per le quali hai lottato e dedicato tutta te stessa, vengono spazzate via con un colpo di spugna e senza neanche tanti ringraziamenti, sto parlando di lavoro, per fortuna, non di tragedie del destino che comunque la vita riserva a tutti, ma sul lavoro non è così, pubblico o privato che sia, i meccanismi interni non funzionano, noi ci illudiamo che ci possa essere un riconoscimento di quello che facciamo, di poter essere utili e di avere un ruolo nella azienda dove lavoriamo e poi in qualche riunione di 5 minuti i nostri grandi manager scardinano anni di lavoro, minano la tua professionalità e dignità di persona.



Questo non succede solo a me che lo sto vivendo ora, e sto cercando di raccogliere i pezzi, di cambiare priorità di vita, di farmi una ragione del cambiamento di attività che mi hanno chiesto di fare nella mia azienda, questo succede a molti, che lavorando tanto e chiedendo poco o niente sperano che l'azienda dove lavorano magicamente si accorga e si ricordi di loro

Di ch si accorge e che cosa paradossalmente premia di solito una azienda?

Si accorge di chi passa più tempo a brigare e screditare il lavoro dei colleghi e con grande abilità vende invece quel tanto fumo che scimmiotta copiando gli altri, si accorge di chi si lamenta sempre, ha problemi, chiede continuamente aumenti e lavora meno del collega che passa meno tempo in questa attività e di più a lavorare e produrre, si accorge dei raccomandati, quelli non mancano mai e sono i primi della lista negli avanzamenti di carriera e promozioni, il trucco è mettere sotto di loro il coglione che lavora senza protestare tanto e permette all'incompetente raccomandato di bearsi e raccogliere i frutti del lavoro di quello che dovrebbe essere al suo posto

Non scriverei questo se oltre a capitare ora a me, questa situazione non fosse capitata a tante persone che conosco che lavorano in aziende diverse e raccontano esattamente gli stessi perversi meccanismi

Cosa fare per "salvare la pelle" dopo essere cascati nella trappola di questa gestione, essere stati feriti a morte da certe decisioni?

Provo a stilare un decalogo per me stessa ma anche per chi si trovasse nelle stesse condizioni

1. Il capo ti telefona a tutte le ore del giorno e della sera e anche durante i fine settimana?
Colpa tua che tieni sempre accesso il cellulare, il cellulare va acceso durante l'orario di lavoro e va spento appena esci dall'ufficio

2. Il capo ti prospetta un demansionamento perchè c'è da "impegnare" nulla facenti o incompetenti che qualcuno dall'alto ha deciso che devono prendere la tua attività?
Cerca di uscire il prima possibile dalla sofferenza che questa situazione ti provoca, pensando che chi ha preso questa decisione lo sta facendo per convenienze sue, lotte di potere, sue opportunità di crescita che richiedono il tuo "sacrificio" e se ne strafrega della tua sofferenza personale e professionale

3. Il capo pensa che nonostante il demansionamento tu lavorerari come e più di prima? Se lo fai meriti il trattamento di cui sopra, trovati motivo di interesse e forte gratificazione fuori dall'orario di lavoro, se lavori per vivere e non hai alternative a portata di mano, riuscirai solo così a superare il brutto momento che stai vivendo e non concederai più tutto te stesso a un lavoro che non ti riconosce e premia per quello che fai

E ora veniamo al capitolo donne, noi donne siamo le prime a cadere in questa trappola della super produttività al lavoro, perchè in strutture gerarchicamente create dagli uomini e molto più adatte a conservare le loro strutture di potere, siamo chiamate sempre a lavorare più e meglio dei colleghi uomini per dimostrare che valiamo quanto loro pur essendo mediamente meno retribuite di loro, noi donne ancora abbiamo bisogno che nostro "padre" il nostro "capo" chiunque abbia una posizione garchicamente più elevata della nostra, ci dica brava hai lavorato bene e spesso questo ci basta per fare ancora di più senza avere un riconoscimento concreto del nostro lavoro e dei nostri risultati, noi donne siamo spesso le artefici della nostra sofferenza professionale perchè non ci ribelliamo a questi meccanismi.



Donne che lavorate, in qualunque settore siate, ricordatevi di far valere quello che producete almeno come gli uomini, trovare una parità di trattamento a questo punto dipende solo da noi.



Che la forza sia con voi!

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Commenti al Post:
Kastania
Kastania il 05/09/07 alle 18:28 via WEB
Ciao, sono tornata!:****
 
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"Mi abbandonai a quell'incantesimo fino a quando la brezza dell'alba lambì i vetri della finestra e i miei occhi affaticati si posarono sull'ultima pagina. Solo allora mi sdraiai sul letto, il libro appoggiato sul petto, e ascoltai i suoni della città addormentata posarsi sui tetti screziati di porpora. Il sonno e la stanchezza bussavano alla porta, ma io resistetti. Non volevo abbandonare la magia di quella storia né, per il momento, dire addio ai suoi protagonisti. Un giorno sentii dire a un cliente della libreria che poche cose impressionano un lettore quanto il primo libro capace di toccargli il cuore. L'eco di parole che crediamo dimenticate ci accompagna per tutta la vita ed erige nella nostra memoria un palazzo al quale - non importa quanti altri libri leggeremo, quante cose apprenderemo o dimenticheremo - prima o poi faremo ritorno"
 
 
 
 

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