Domus Idee - Mileto

Sammarco aggiusta il tiro sulla Diocesi

   Dopo il polverone suscitato dalle affermazioni fatte in occasione della visita del vescovo Luigi Renzo alla città (leggi qui) il sindaco di Vibo Valentia, Franco Sammarco, nei giorni seguenti ha precisato che quanto da lui affermato sarebbe stato frainteso. Il primo cittadino vibonese, infatti, ha chiarito di non aver chiesto il trasferimento della diocesi a Vibo, quanto piuttosto di aver lanciato al vescovo Renzo il messaggio di «dare più centralità alla città capoluogo e un'attenzione particolare perché Vibo è il centro più attivo, il punto di riferimento di una comunità che gravita intorno alla provincia». La precisazione appare senza dubbio opportuna anche se più che una precisazione da l'impressione che il sindaco abbia deciso di fare un passo indietro rispetto a quanto dichiarato in precedenza, probabilmente, con la volontà di evitare il sorgere di una polemica che potrebbe avere indesiderate conseguenze politiche compresa una spaccatura fra il capoluogo e tre dei centri più importanti del territorio provinciale quali Mileto, Tropea o Nicotera. Resta il fatto che un movimento, fino a qualche tempo fa sotterraneo, teso a sollecitare delle modifiche in seno agli equilibri diocesani ha ripreso vigore. E' bene rimarcare (anche grazie a riscontri audio) che le dichiarazioni inequivocabili del sindaco Sammarco lasciano chiaramente intendere la richiesta per la città capoluogo di un ritorno ai privilegi derivanti dall’essere sede episcopale. In virtù di quelle dichiarazioni a Mileto, sede residenziale del vescovo, si è costituito un comitato civico "a difesa della diocesi" (leggi qui). Nel corso della visita a Vibo del 14 settembre (leggi qui) Sammarco aveva affermato, sorprendendo anche i consiglieri comunali presenti in aula, che «come ogni città capoluogo che ha il suo vescovo anche questa città vorrebbe e dovrebbe recuperare le sue antiche prerogative di sede residenziale e non solo titolare come è attualmente», affermazioni a cui si aggiunse l’augurio «che la presenza autorevole del vescovo nella città capoluogo favorisca un proficuo lavoro pastorale ed aiuti ad infondere a tutti quel forte magistero di cui la comunità ha bisogno». Parole inequivocabili la cui giusta veridicità è stata riscontrata con i file audio della giornata che non lasciano spazio a molte interpretazioni, tra l’altro lo stesso vescovo Renzo le ha intese nell’unico senso in cui potevano essere intese ossia spostare la residenza episcopale a Vibo. Infatti il presule nella sua moderata e serena replica ha affermato che «la geografia delle diocesi non dipende dal vescovo, posso comprendere, visto che Vibo è diventata sede di provincia, che questa risonanza maggiore possa avere un riconoscimento anche sotto questo aspetto, ma non dipende da me, c’è una commissione pontificia che sta, mi pare di aver capito, operando in questo senso e quindi noi dovremo attenerci a quello che deciderà, ma credo che è già reale questa simbiosi tra Vibo e Mileto indipendentemente dal fatto che Vibo nel nome della diocesi non figuri».

(Fonte Il Quotidiano della Calabria)