Creato da domusidee il 30/03/2007
Il blog curato dall'associazione Domus Idee che racconta quello che succede nella città normanna (Mileto) e nelle sue frazioni (Paravati - Comparni - San Giovanni e il rione Calabrò). La citta di Mileto si trova in provincia di Vibo Valentia in Calabria. (Si raccomanda una risoluzione minima di 1024 x 768)
 
 

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Diocesi, Condoleo replica a Sammarco

Post n°75 pubblicato il 22 Settembre 2007 da domusidee
 
Foto di domusidee

   La polemica scaturita dalle dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Vibo Valentia, Franco Sammarco, nel corso della prima visita ufficiale del nuovo vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea alla città capoluogo di provincia (leggi qui) sembra trovare il suo punto di chiusura nella presa di posizione, a tratti ironica, del sindaco di Mileto, Rocco Condoleo. In una intervista alla stampa, infatti, il primo cittadino miletese ha voluto stigmatizzare quanto accaduto ponendo, allo stesso tempo, paletti precisi e replicando con decisione al suo collega vibonese sempre con l'obiettivo dichiarato di  evitare spunti polemici. Come si ricorderà, Sammarco in quell'occasione parlò di un recupero per Vibo delle sue «antiche prerogative di città sede residenziale oltre che titolare» di diocesi (leggi qui), pur ritrattando successivamente quanto affermato affidandosi al quotidiano Calabria Ora (l'unica fra le tre testate della carta stampata a non aver riportato le originarie affermazioni del sindaco). Viceversa, mentre la Gazzetta del Sud dopo aver pubblicato il resoconto della giornata sabato 15 settembre non ha più seguito la vicenda, l'unica testata ad aver approfondito la querelle è stata Il Quotidiano della Calabria dove, mercoledì scorso, è stata pubblicata l'intervista che segue in cui Condoleo rimarca la centralità di Mileto e del suo essere sede diocesana.

   «Il sindaco Sammarco - ha esordito Condoleo - inizialmente ha fatto delle affermazioni che mettevano in discussione il primato di Mileto quale sede episcopale, apprezziamo, però, che in seguito abbia corretto e precisato i suoi intendimenti» (leggi qui).  

   Sindaco, di tanto in tanto si sente riparlare del trasferimento della diocesi o del cambio di denominazione...
   «E’ un fatto che non rappresenta una novità ma che non è suffragato né dalla storia, perché dovrebbe sapere il sindaco che la prima diocesi di rito latino è stata Mileto mentre Vibona era di rito greco-ortodosso, né dalla geografia delle diocesi, infatti Vibona era cosa ben diversa da Vibo Valentia».

   Sammarco ha comunque fatto riferimenti precisi...
 
«Non è vero che ogni capoluogo è sede di diocesi perché ci sono province che non sono sedi diocesane come Enna, Sondrio, Varese, Lecco e altre, quindi questo non è un criterio ritenuto determinante dalla Chiesa. Inoltre, dire che Vibo Valentia è la città più grande è in primo luogo una mancanza di rispetto nei confronti della Chiesa. L’episcopio non è un esercizio commerciale che risponde a regole di mercato spostandosi dove c’è più gente. Siamo cattolici e riteniamo che le volontà del Signore si realizzano sulla terra tramite personalità insigni come Ildebrando di Soana (papa Gregorio VII), che istituì la diocesi di Mileto per volontà del Signore. La storia non è affidata al caso ma a grandi personalità».

   Il sindaco del capoluogo, in seguito, ha precisato che intendeva chiedere maggiore attenzione per Vibo Valentia.
   «Questa è una mancanza di rispetto nei confronti del vescovo Cortese che ha prestato grande attenzione a Vibo Valentia, se facciamo un’analisi forse è stato più presente a Vibo che non a Mileto, quindi il capoluogo è stato sempre al centro dell’attenzione, poi ritengo che questo “conflitto” non deve riguardare il mondo civile e politico ma la Chiesa come monsignor Renzo ha spiegato nella sua omelia in cattedrale, del resto quei termini sede residenziale e sede titolare sono tecnici e sicuramente qualcuno li ha suggeriti. So che ci sono sacerdoti che vogliono offendere le tradizioni di questo territorio e addirittura propongono che la messa per i defunti che si tiene da sempre al cimitero di Mileto venga trasferita al cimitero di Vibo perché ci sono più persone, ma ripeto non è una regola commerciale, la chiesa basa la sua forza sul rispetto delle tradizioni».

  Si ha quasi la sensazione che Vibo Valentia, in quanto capoluogo di provincia, debba divenire centro di tutto...
  
«Vibo Valentia non può pensare che essendo provincia deve avere tutto come nel gioco delle carte dei bambini che chi ha l’asso prende tutto. Qui non è così, questo tipo di fare politica, questo accentramento selvaggio ha impoverito il territorio, dovrebbero dire al vescovo che negli ultimi 10 anni questo territorio ha perso 10 mila unità. Qui la politica deve lavorare, il fatto che ci siano 10 mila studenti che ogni giorno giungono a Vibo e solo poche centinaia che vanno a Mileto, Pizzo o Nicotera non è un fatto positivo, perché questa mancanza di distribuzione delle ricchezze, delle risorse e della cultura sul territorio ha rilegato questa provincia all’ultimo posto in Italia. Per qualcuno Vibo Valentia non è “caput provinciae” ma “caput mundi”. La Chiesa sa dove deve intervenire non c’è bisogno che la sede sia Vibo, Tropea o Mileto, è chiaro, però, che Mileto vuole conservare questo primato perché da mille anni è capitale di religione e di fede».

   Nei giorni scorsi è stata annunciata a Mileto la costituzione di un comitato (leggi qui) che ha chiesto un incontro al vescovo, che ne pensa?
  
«Questo modo disordinato con cui si sta muovendo questa città secondo me è un modo sbagliato, sono forme di protagonismo personale che devono essere frenate, l’amministrazione non è stata interessata da questo comitato e questo non fa altro che manifestare che questo è un paese diviso, questa divisione rende debole Mileto, quando si parla di un interesse generale bisogna parlare un linguaggio unico e sono le istituzioni che rappresentano la comunità che devono farsi portavoce di queste situazioni e non un comitato di cui non si conoscono neanche i soci».

  Un pensiero rivolto al vescovo Luigi Renzo.
  
«Da parte nostra siamo molto vicini a monsignor Renzo, comprendiamo il disagio che ha avuto per una richiesta così a bruciapelo che sicuramente non si aspettava, e comprendiamo anche che sono cose che non dipendono né da lui né dall’amministrazione ma dipendono da organismi diversi, dobbiamo solo cercare di dare al nostro vescovo serenità e tranquillità per poter operare nel migliore dei modi. Ritenendo monsignor Renzo un dono del Signore e quindi una personalità grande ci rimettiamo completamente nel sue mani e alla sua saggezza riconoscendogli la capacità di interpretare la storia e la volontà superiore nella maniera più autentica. Non facciamo nessuna forma di protesta sconsiderata e nulla, anzi faremo di tutto per mettere a proprio agio il nostro vescovo».

 
 
 
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