Creato da mjkacat il 24/05/2005

Eighties

Psicoanalisi Filosofia Teologia

 

 

Non dividere il si dal no

Post n°222 pubblicato il 27 Ottobre 2008 da mjkacat

Ora, cominciamo dall'inizio.
Magari, per capire bene dovreste leggere  da pagina 81 a pagina 83 questo
libro

http://books.google.it/books?id=n0IiN0f6dwgC&pg=PA33&lpg=PA33&dq=ren%C3%A9+girard+umberto+galimberti&source=bl&ots=p4ZgkBtqg2&sig=p6Bl-o_tMEJEk1VNnHngMrLi6Zs&hl=it&sa=X&oi=book_result&resnum=3&ct=result#PPA81,M1

Vedrete che per confutare René Girard si serve di un libro di Vincenzo
Vitiello, condito, come fà sempre, con cospicue dosi di "condimento"
nietzschiano per sottolineare il suo personale "dogma" che "Dio è morto"
Ora, a parte il fatto che tra René Girard e Vincenzo Vitiello, come
prestigio internazionale, c'è un'abisso.
E anche questo vorrà pur dire qualcosa !
Ma a parte questo uno poi diventa curioso di sapere qualcosa di questo
Vitiello.
Ecco che, grazie a questa meraviglia per chi lo usa opportunamente, che è il
computer, uno "naviga" un po' qua e un po' là e se ne fa un'idea in poche
ore.
Ecco allora che si può leggere una bella intervista dove si viene a sapere
che per quanto riguarda la "morte di Dio", tal Vitiello, arriva poi a
conclusioni ben più moderate.
Conclusioni espresse in un suo altro libro che lascia ben più spazio di
quello che potrebbe far pensare l'esclusiva lettura di ciò che dice
Galimberti, sfruttandolo ai suoi fini.
Questo altro libro di Vitiello, "Non dividere il si dal no" viene spiegato
dallo stesso autore in questi termini:

"Religione significa innanzitutto rispetto di Dio. Significa non piegare Dio
ai bisogni dell'uomo, questo credo sia il pericolo di una posizione del
genere. Cristianesimo senza redenzione è una posizione estremamente
difficile, perché guai se questo cristianesimo pronunziasse con certezza
contro la Resurrezione. Noi non possiamo affermare né la Resurrezione né
l'altro
dalla Resurrezione. Ecco che significa non dividere il sì dal no."
http://www.emsf.rai.it/radio/trasmissioni.asp?d=75

Che è una spiegazione ben diversa; ben  più comprensibile ed accettabile !!

Tutto ciò per ribadire come si possa manipolare disonestamente qualunque
cosa pur di far emergere quelle che son solo opinioni ma che vengono sempre
spacciate come verità rivelate da questo modello di professionista della
disonestà, e non sempre e solo intellettuale.
http://www.lavocedifiore.org/SPIP/breve.php3?id_breve=237

 
 
 
 
 

Politically correct, addio !

Post n°220 pubblicato il 25 Ottobre 2008 da mjkacat

Posto questo interessantissimo articolo dove, con linguaggio facilmente
comprensibile, si può leggere un'ottima sintesi del pensiero di René Girard

http://mondodomani.org/dialegesthai/sb02.htm

A titolo introduttivo riporto alcune frasi tratte dalla copertina del suo
"La violenza e il sacro" :

"Del sacro si può dire che esso è innanzitutto ciò che domina l'uomo tanto
più agevolmente quanto più l'uomo si crede capace di dominarlo"

"La tendenza a cancellare il sacro, a eliminarlo interamente, prepara il
ritorno surrettizio del sacro, in forma non più trascendente bensì
immanente, nella forma della violenza e del sapere della violenza."

Al fine di sottolineare poi l'intreccio tra "desiderio" e "sacro" volevo far
notare che ben DUE dei dieci comandamenti abbiano a che fare con detto
"desiderio"
"Non desiderare le cose d'altri"
"Non desiderare la donna d'altri"
Ma questo è solo un'inciso personale.

Ben più interessante è invece questo incontro tra René Girard e Gianni
Vattimo dove si confrontano le diverse posizioni.
Ho trovato di particolare interesse due cose
La prima è la critica che Girard fa all'antropologia di non cogliere
l'universale che le accomuna ma solo il "particolare" delle culture che le
separa.
La seconda è la nuova lettura della violenza non come scontro conseguente ad
idee diverse, culture diverse, ma la COMPETIZIONE insita in ogni uomo.

Due nozioni, queste, che sovvertono completamente le basi del "politicall
correct" e del relativismo.
Forse per questo che Vattimo fugge, con la sciocca ragione di perdere il
treno,....cosa del resto, che ha già perso da tempi immemorabili !!!

http://video.google.it/videosearch?q=ren%C3%A9+girard+gianni+vattimo&hl=it&emb=0&aq=f#

PS...il video comincia in inglese, ma ben presto passa all'italiano.

http://it.wikipedia.org/wiki/Politicamente_corretto

 
 
 

Psicoanalisi di Gadamer

Post n°219 pubblicato il 24 Ottobre 2008 da mjkacat

Io adoro Gadamer, e vabbè.
Ciò non toglie che veda dietro il suo "dialogare" una "fondazione", si fà
per dire visto che proprio non si pone il problema della "fondazione", ma
diciamo comunque una "fondazione debole"

Trovo però che Gadamer, come del resto tutti gl'altri come lui e anche più
modestamente come noi, SENZA ACCORGERSENE, in realtà, sono fondati su un "a
priori" che sfugge tanto è macroscopico, paradossalmente.
Cioè, questo "a priori" è che sono fondati "naturaliter cristiano" sulla
loro AUTOREALIZZAZIONE innegabile.
Qualcuno oserebbe pensare forse che Gadamer è una persona "irrealizzata",
forse ?!
Credo proprio di no.
Ma questo non vale solo per Gadamer.
Vale anche per Nietzsche, Freud, e chi più ne ha più ne metta.
Vale per ognuno di noi, insomma.
Poi, gadamerianamente, potremo anche discutere chi lo è di più o meglio.
Ma che TUTTI cerchiamo, inconsapevolmente, l'autorealizzazione è innegabile
quanto NATURALE.
O no !?
In fondo cosa sono i "balordi" se non coloro che vi hanno rinunciato ?!
Rispetto a che cosa li riteniamo "balordi", altrimenti ?

 
 
 

Quelli che...

Post n°218 pubblicato il 23 Ottobre 2008 da mjkacat

Umberto Galimberti,  nel suo "L'ospite inquietante" propone ai giovani, stante
l'inconfutabile oramai "morte di Dio", lascia pur dire a lui, di guardare e
prendere esempio dai fiori e li invita a sbocciare (phronesis) seppur
inutilmente, ma solo perchè "belli" in sè.

Praticamente la proposta è l'"ETERNO RITORNO DEL VEGETALE" !!

Poi dicono che son stupidi a drogarsi, con cotanti maestri !!
Ma ROOOTFLll.......

http://it.youtube.com/watch?aq=f&emb=0&eurl=http%3A%2F%2Fvideo.google.it%2Fvideosearch%3Fq%3Dquelli+che+jannacci&v=Oi4x4g9cYSw

 
 
 

"Meglio gl'ultimi dei primi"...

Post n°217 pubblicato il 23 Ottobre 2008 da mjkacat

....forse perchè gl'"ultimi" sono ben più CONSCI del loro "fallimento
esistenziale" dei primi che "se la raccontano" e non potranno mai
raggiungere "il fondo" del proprio desiderio, quindi del "senso",
INCONSAPEVOLI come sono, che l'uomo non è capace di darselo da solo.

 
 
 

Sinceramente

Post n°216 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da mjkacat

La filosofia se la racconta in mille modi che la felicità è inseparabile
dall'eticità
Non ho mai provato un piacere che non fosse ulteriormente elevabile con la
droga.
Solo un piacere ancor più alto può giustificarne la rinuncia; ma non
qualcosa di umano, che se fosse solo per quello tanto varrebbe non
rinunciarvi.
Solo la percezione di un appagamento "Assoluto" del desiderio che inibisce
"scorciatoie" lo può.
Nient'altro.

 
 
 

Desideranti

Post n°215 pubblicato il 20 Ottobre 2008 da mjkacat

La casa dell'essere è la nostra casa.
Questo dice l'"intelletto che desidera".

Solo nella tensione a ritrovarne la strada
stà un'"esistenza autentica".
Questo dice il "desiderio che ragiona".

Noi siamo desiderio
Il desiderio ci precede.
Questo dice la psicoanalisi.

Punto

 
 
 

Etica dei falliti

Post n°214 pubblicato il 18 Ottobre 2008 da mjkacat

Ogni uomo, minimamente onesto intellettualmente, non può negare di sentirsi
spinto verso una qualche forma di autorealizzazione.

Si potrà discutere quale sia la forma migliore di detta autorealizzazione
ma, certo è che a nessuno piace considerarsi un "balordo", stante questa
definizione infamante per chiunque.

Gli stessi fautori del "relativismo" si sentirebbero ben poco soddisfatti se
venissero definiti essi stessi dei "balordi", prova questa, già di per sè,
della "relatività" di detto illusorio "relativismo"

Se Vattimo, Cacciari, Galimberti dovessero elemosinare per strada invece di
incassare i pingui "diritti d'autore" dei propri libri inneggianti al nulla,
forse dovrebbero ammettere che il nulla poi non li riguarda veramente.

Viceversa quei poveri fessi che si consolano del loro fallimento
esistenziale, stante l'inconsistenza del tutto tanto ben remunerata in chi
ne scrive, non si accorgono del bluff di cui sono vittime.

Certa gioventù figli di questi "cattivi maestri" mi fanno pensare ad
un'albero che si convincesse che non val la pena far frutti.
Quando poi, ormai troppo tardi, s'accorgerà che altri invece, sordi alle
lusinghe di quelle fin troppo facili sirene, produrranno e raccoglieranno,
loro non resteranno altro che legna da ardere e che il loro "eterno ritorno"
termina già qui.

Se poi pensiamo solamente che la filosofia precedente a quest'ultima è stata
il marxismo che si basava su di un presupposto assolutamente assurdo
scientificamente, e che cioè l'uomo nasce buono, c'è da chiedersi di che
Ragione cianciano i filosofi quando parlano.
Ma , soprattutto, perchè prima di parlare dell'uomo non lo studiano ?

O è forse che studiar troppo da "Caporali" si disimpara a vivere da uomini
pienamente ?   ;)

http://www.youtube.com/watch?v=fLM__TzWO8E&eurl=http://video.google.it/videosearch?hl=it&q=siamo%20uomini%20o%20caporali%20tot%C3%B2&gbv=2&ie=UTF-

 
 
 

Il carabiniere "debole"

Post n°213 pubblicato il 16 Ottobre 2008 da mjkacat

"Appuntato, mi chiami l'ascensore "

"Certo,SignorCapitano.....
.ASCENSOOOOOOOREEEEEeeeeeeee..."

"Ma, Appuntato, cos'è,..cretino !?!"

"Ma Signor Capitano, è Lei che è ignorante.
 Io "interpreto soggettivamente", mi consenta.
 Vorrebbe  Lei affermare che c'è
 una interpretazione  univoca, Universale, forse ?!?

O non vorrà, forse, passare da una proposizione
indicativa a quella prospettiva, spero ?!

O ancor peggio Lei vorrebbe forse incarnare
il mio Super-io e conculcare il mio legittimo
desiderio libidico di esprimermi creativamente ?

Non voglio poi pensare che Lei cerchi in questo
modo di perpetuare lo sfruttamento del lavoro,
vero !!?

"Appuntatoooooooo........!?! "

"SI, Signor Capitano "

"MAVAFFAN....!!"

 
 
 

Bulli & biciclette

Post n°212 pubblicato il 14 Ottobre 2008 da mjkacat

Il modo molto "europeo" di mettere
al primo posto quel malinteso senso di uguagliaza che vede solo
"discriminazioni" ha come conseguenza la perdità parallelamente  e
contemporaneamente, del senso della REALTA'..

Ne deriva che questa modalità, già di per sè patologica che nasce dall'ansia
post-sessantottina di "uguaglianza", primato dei "diritti" , "NO alle
discriminazioni" eccetera eccetera,  che ha portato ad abolire, per un
malinteso senso democratico, le differenze. si sia poi sviluppato ulteriormente negl'anni ottanta con il"relativismo", alias "interpretazione", alias "pensiero debole", alias dell'alias,  il "Polyticall correct"

Oggi, però, cominciamo a trovarci a pagare le conseguenze di quel modo
demenziale di ragionare.
Il sistema educativo è al collasso.
Famigliare o scolastico che sia.
I giovani sono in grandissima parte degli ANALFABETI sia da un punto di
vista cognitivo che affettivo.
Il "bambinocentrismo" ha prodotto figli "feticci"; adorati, giustificati,
coccolati e mai puniti per l'abolozione del concetto di AUTORITA' confuso
demenzialmente con quello di "autoritarismo" e, all'apice di questa perversa
piramide osserviamo ora il fenomeno del BULLISMO e quell'altro fenomeno
complementare,
diverso solo per "quantità" degli "ULTRAS" che solo pochi giorni fà hanno
infangato l'immagine dell'Italia.

Si pensa di risolvere il problema con..."Lippi diventa attore contro tutti i
razzismi "
Il c.t. della Nazionale ha accettato, riferiscono i quotidiani,  di girare
per Moni Ovadia in un dvd da
distribuire nelle scuole. Tra i testimonial anche Jovanotti e gli attori
Albanese e Nicoletta Braschi"


 Peccato che i nostri problemi derivino, ben più che dal
razzismo, dalla incapacità della comunità europea di vedere qualcosa oltre
al NO ALLE DISCRIMINAZIONI senza uno straccio di PROGETTO EDUCATIVO che vada
oltre alla "cultura" intesa nel senso di quella del rock, Jovannotti,
cinematografica, Albanese-Braschi, o calcistica, Lippi & company.
Fino a che la CULTURA sarà solo le "culture", ovvio che domini il PIU' FORTE
nella fattispecie dell'immagine, variante moderna di quella "forza" che
sempre sostituisce e sostituirà la Cultura con la "C" maiuscola.
Vi piace tanto il "relativismo"?
E allora pedalate !!  ;)




 
 
 

"désir"

Post n°211 pubblicato il 10 Ottobre 2008 da mjkacat

"Varrà infine la pena di spendere una parola sul più profondo dei problemi
che per essenza ineriscono al LIMITE DEL LINGUAGGIO.  Non ho che un
sentimento oscuro di quel fenomeno che ha già giocato un ruolo importante in
altri ambiti della ricerca - penso soprattutto alla psicoanalisi.  E' la
coscienza che ogni parlante, in ogni istante in cui cerca la parola giusta,
ed è la parola che raggiunge l'altro, abbia al contempo la coscienza di non
averla colta in pieno.  Un voler dire, un'intendere, sfiorandolo appena, va
sempre al di la di quel che realmente, nella lingua, raggiunge l'altro.
UN'ESIGENZA INAPPAGATA DELLA PAROLA GIUSTA: ecco cosa costituisce forse la
vera vita e la vera essenza del linguaggio.  Qui emerge un nesso stretto tra
l'inappagabilità di questa esigenza, di questo "désir" (Lacan), e il fatto
che la nostra esistenza umana scorre via nel tempo e dinanzi alla morte"
GADAMER- "Linguaggio" Ed Laterza 2005

Si dice che Dio è una costruzione della mente umana che lo desidera eccetera
eccetera...quasi che il "desiderio" fosse qualcosa di ben conosciuto,
definito e appurato quando è esattamente il contrario, cioè è la cosa più
misteriosa della psiche.
Freud ne coglie la genesi nell'"Edipo", smentito poi dalla Melanie Klein che
lo cogli fin dal "Pre-Edipo" anche se il più geniale è forse Lacan che
proprio non ne coglie nessuna genesi e lo lascia nel mistero come
"Significante" e basta, dal quale lo toglie probabilmente Karl Rahner
rivelando quella che è forse la realtà ultima e che cioè noi "siam
figli di un desiderio che ci precede" per cui siam qui.
Il desiderio di Dio nei nostri confronti, quell'Amore, cioè, che ci precede,
perchè, il desiderio, in ultima istanza, è sempre e solo il desiderio di
essere amati, dalla prima all'ultima delle creature....vero Niko, che fai le
fusa e non "sublimi" un bel niente !?!!  ;)

 
 
 

Dio fa visita a Sigmund Freud

Post n°210 pubblicato il 04 Ottobre 2008 da mjkacat

" Il visitatore " , Ferro e Rossi Stuart insieme per Freud

-----------------------------------------------------------------

"Il visitatore", Ferro e Rossi Stuart insieme per Freud Una coppia inconsueta
per l'incontro tra Sigmund Freud e un personaggio misterioso. Turi Ferro,
mostro sacro del teatro italiano, e Kim Rossi Stuart, uno degli attori piu'
amati dal pubblico femminile, sono i protagonisti de "Il visitatore",
scritto dal giovane autore Eric - Emmanuel Schmitt, in scena da stasera (ore
21) al 23 febbraio al Carcano, diretto da Antonio Calenda, con Sabina
Vannucchi e Sergio Tardioli. La storia e' semplice: Freud, poco prima di
lasciare Vienna occupata dai nazisti (siamo nel 1938) riceve la visita di
uno sconosciuto, con il quale intraprende una conversazione sui grandi temi
che da sempre assillano l'uomo: la vita e la morte, l'esistenza di Dio... -
Con una carriera come la sua, Ferro, interpretare "Il visitatore" e' una
scommessa. "Si', ma e' proprio la sperimentazione che tiene vivo l'interesse
per il teatro, e io non scelgo in base alla convenienza. E' molto
importante, inoltre, accogliere proposte che coinvolgano i giovani, sul
palcoscenico e tra il pubblico". - Che cosa significa, Rossi Stuart,
recitare con un grande attore come Turi Ferro? "E' fondamentale cercare di
capire la tradizione del teatro e del cinema italiano. Mi sembra che ci sia
un vuoto tra la mia generazione e quella dei nostri padri, cosi' diventa
ancora piu' essenziale confrontarsi con le radici". - E Turi Ferro che ne
dice? "Kim dimostra coraggio nel rinunciare a occasioni cinematografiche
allettanti per dedicarsi a parti piu' impegnative. Se manca una cultura
teatrale nei giovani non e' soltanto colpa loro, ma anche dei piu' anziani e
delle istituzioni: i politici, ad esempio, non spendono molte parole sul
capostipite di ogni forma di spettacolo, il teatro appunto". Qual e' la
virtu' che piu' di tutte Rossi Stuart vorrebbe assorbire da Turi Ferro? "Non
sono a caccia di qualcosa di specifico, pero' mi piacerebbe sperimentare la
sua capacita' recitativa di grande accentratore, perche' io, al contario,
sulla scena tendo a scomparire. Ma forse anche questo e' un modo di far
emergere la forza dell'attore".

Speroni Matteo
(4 febbraio 1997) - Corriere della Sera

!°)

http://it.youtube.com/watch?v=Czvi57XDMaA



2°)
http://it.youtube.com/watch?v=7aZESyut11k&NR=1



3°)
http://it.youtube.com/watch?v=1_uY3bnAPoo&feature=related

4°)
http://it.youtube.com/watch?v=opXD4HTiT4Q&feature=related

5°)

http://it.youtube.com/watch?v=uPXIYYe_F3Y&feature=related

6°)

http://it.youtube.com/watch?v=lcVDN1rq5N0&feature=related

7°)

http://it.youtube.com/watch?v=gg2qd0oKxc8&feature=related


 8°)
http://it.youtube.com/watch?v=jWI2pauhkSI&feature=related


 
 
 

L'eterno ritorno...del campionato di calcio !

Post n°209 pubblicato il 01 Ottobre 2008 da mjkacat

Riosservando Nietzche senza idolatria pare di vedere l'esaltazione del
calciatore.
Che cos'è, in fondo, quell'esaltazione del guerriero vitale, forte, sano,
ebbro di vittoria a scapito dell'"ebreo" antivitale, mite, ascetico se non,
nella trasposizione odierna, il calciatore e le sue dee veline ?
E il "ritorno alla terra" se non quello del campo di calcio ?
E l'"eterno ritorno" dell'eguale se non la monotona ripetizione del
campionato di calcio stesso,  coi suoi rituali ?
E il "leone" che si prende il "diritto" di "valori nuovi" se non l'ultras
delle tifoserie dell'omonima "fossa" ?

E c'è ancora chi crede che tutto ciò sia dovuto alle televisioni di
Berlusconi.
MA PER FAVOOOOREEEEEeeeeeeeeeeee !!!  ;)

 
 
 

L'Ermeneutica non è nichilismo !!

Post n°208 pubblicato il 30 Settembre 2008 da mjkacat

"E sarà bene nel futuro distinguere questi due termini, sia per rendere
pienamente giustizia al contributo di Vattimo, sia per riportare il
dibattito sull'ermeneutica in Italia alla dignità di una discussione
filosofica.  L'ermeneutica non può continuare ad essere accusata di quello
che non ha mai detto.  Una chiarezza in tal senso avrà risvolti positivi
anche per quel confronto che altrove, soprattutto in America, è già in atto
tra filosofia continentale e filosofia analitica.
   Per quanti sforzi si facciano, è impossibile trovare negli scritti di
Gadamer la parola "nichilismo" ( e nelle due o tre ricorrenze ha
un'eccezione negativa )  Ma quel che più importa è che una "ontologia
ermeneutica" costituisce una sorta di  CONTRADICTIO IN ADJECTO dal momento
che l'ermeneutica prende congedo dall'ontologia intesa come il LOGOS che
vuol dire ciò che l'essere è.  Perciò non c'è più quella preoccupazione per
l'essere, né un pensiero per quella VERWINDUNG che Vattimo eredita da
Heidegger.  In questa assenza dell'essere, e della preoccupazione per
l'essere, l'ermeneutica di Gadamer appare vicina alla decostruzione di
Derrida.  Se non si parla dell'essere, tanto meno si parla del nulla.  Il
percorso dell'ermeneutica filosofica è esattamente opposto a quello del
nichilismo e di ogni meontologia: il "mè òn" viene letto seguendo Platone
come "ouk ésti".  Dall'abisso del nulla il non-essere viene recuperato come
essere-altro, ed il passaggio che si compie  è dunque quello DALL'ESSERE
ALL'ALTERITA'.  La mancanza di ogni accento tragico nell'ermeneutica è
un'ulteriore conferma di ciò.  Qui Vattimo avverte il dileguarsi della
drammaticità che segna l'ontologia heideggeriana in una visione troppo
"irenica" della storia e del linguaggio.  Ma l'ermeneutica si lascia alle
spalle la negatività di un limite che è nulla e silenzio, perchè si rivolge
all'oltre dell'altro.  E' insieme nella consapevolezza del limite  e
nell'istanza dell'oltre che si può scorgere la "attitudine religiosa"
dell'ermeneutica che Gadamer ha sempre compendiato con le note parole di
Kierkegaard: " su ciò che di edificante vi è nel pensare di aver sempre
torto di fronte a Dio"
   Quel che accomuna senza dubbio il pensiero debole all'ermeneutica
filosofica è la rinuncia ad una FONDAZIONE ULTIMA in filosofia.  Ma il modo
in cui questa rinuncia è elaborata mostra di nuovo una differenza evidente
che ha un nome : NIETZSCHE.  Mentre opera una separazione dell'ermeneutica
dalla fenomenologia, Vattimo concede un grande spazio alla filosofia
nietzschiana dell'interpretazione.  Così molti in Italia a proposito
dell'ermeneutica parlano di "filosofia dell'interpretazione".  Ma
L'ERMENEUTICA NON E' UNA FILOSOFIA DELL'INTERPRETAZIONE.  Non si è mai
intesa in tal modo.  E' questo, forse, il fraintendimento più grave che pesa
sulla ricezione italiana dell'ermeneutica.  La questione che Gadamer pone è
quella del VERSTEHEN, del "comprendere" - non dell'interpretare.
E comprendere non è interpretare; piuttosto l'interpretare è un caso-limite
del comprendere (quando c'è "rottura" nell'intesa. ndr)
Nella sostituzione dell'interpretare al comprendere va scorto l'influsso di
Nietzsche (conseguente, per Vattimo e a quelli come lui,  alla necessità del
rinnovamento del marxismo alla fine degl'anni settanta con l'introduzione,
sulla scia della Scuola di Francoforte, di Nietzsche, appunto, e Heidegger.
ndr)
   Tanto Gadamer è vicino a Platone e a Hegel, altrettanto è distante da
Nietzsche ( che per molti versi considera solo la brutta copia di Callicle
ndr ).  Come si può chiarire questa distanza ?
Non si tratta certo di un'avversione, bensì di una motivazione filosofica.
Gadamer vede nel radicalismo ermeneutico di Nietzsche l'altra faccia della
metafisica cartesiana, perchè la verità che non c'è, che non c'è più, è
sempre ancora la verità assoluta del FUNDAMENTUM INCONCUSSUM.  Misurato
all'assoluto di questa verità, tutto il resto apparirà null'altro che
interpretazione, si relativizzerà in una prospettiva.  Stà qui la complicità
tra metafisica e nichilismo che l'ermeneutica non può accettare.  Così come
non accetta la rassegnazione che prende l'assenza di valori assoluti e di
punti fermi come un segno della nostra epoca.  Vedere nella mancanza di una
verità che abbia un fondamento ultimo il venir meno di ogni sostegno è
semmai indice di superbia intellettuale, un'altra forma di volontà di
potenza.
   Se mette in gioco la metafisica e smentisce le pretese della scienza, che
dimentica di essere radicata nella finitezza, non per questo l'ermeneutica
si espone alla vertigine di un prospettivismo in cui tutto è indifferente.
L'ERMENEUTICA FILOSOFICA NON ABDICA ALLA VERITA'.  E non rinuncia ad un
sostegno.  Questo sostegno non è l'altro, nella sua in apprpropriabile
alterità, ma è L'ESSERE CON L'ALTRO. E' questo l'incondizionato della verità
ermeneutica: il punto d'incontro che dischiude ogni volta l'infinito del
dialogo."

Donatella Di Cesare. op.cit.
pagine conclusive 281-83.





 
 
 

Il Simbolo, oltre i limiti del linguaggio

Post n°207 pubblicato il 27 Settembre 2008 da mjkacat

I limiti del linguaggio sono esperibili fenomenologicamente in ciò che è
"prelinguistico", "paralinguistico", "ultralinguistico", dove è già evidente
che questi territori limitrofi si definiscono in base alla loro aspirazione
a diventare linguaggio.  E' l'aspirazione  della LINGUISTICITA', cioè della
virtualità del non ancora detto che attende di compiersi nell'evento
linguistico, ma che è destinato a scontrarsi nei limiti di quest'ultimo.

Anche perchè, rispetto alla verità infinita delle forme del linguaggio,
l'enunciato non è che UNA di queste forme, e per di più DERIVATA e
SECONDARIA.  Lo sa bene Aristotele che distingue tra logos semantico e logos
apofantico.  Tutti i discorsi sono semantici, cioè significano; ma non tutti
sono apofantici, non tutti rispondono all'alternativa vero-falso.
Ad esempio la preghiera non è un discorso apofantico

Infine non va neppure dimenticata quell'altra gigantesca sciocchezza che è
propria di Gianni Vattimo, di travisare, tradendo-traducendo
l'heideggeriano"l'essere, che può essere compreso, è linguaggio" con
"l'essere che può essere compreso è linguaggio", dove, l'eliminazione
arbitraria delle due virgole altera completamente il significato del
discorso e apre la strada al nichilismo e al "debolismo".
Viceversa essere e linguaggio non vanno identificati, così che solo
"l'essere, NEI LIMITI IN CUI può essere compreso, è linguaggio".

Ecco quindi che è spiegata la superiorità del Simbolo e del linguaggio
simbolico che risponde sia ai problemi di "linguisticità", ignora il logos
apofantico e supera le "delimitazioni" del linguaggio stesso verso l'essere
nel suo toccare contemporaneamente la trascendenza che va "oltre" al segno e
l'immanenza del qui ed ora.

Speriamo che questo serva a non dover più ascoltare le solite idiozie su
sacro, sacra-menti e dogmi.

 
 
 

"Causa prima"

Post n°206 pubblicato il 26 Settembre 2008 da mjkacat

In fondo, Big Bang o Dio sono "cause prime" ugualmente distanti che ci
lasciano indifferenti entrambe.

In fondo ognuno di noi, come vera "causa prima" vede solo un'atto di Amore,
quantomeno nella madre che ha scelto di metterci al mondo.

Questa è certamente l'unica "causa prima" che nessuno può negare.

PS...anche Gesù ha avuto bisogno di quell'assenso !!

 
 
 

L'invisibile

Post n°205 pubblicato il 25 Settembre 2008 da mjkacat

Alla RIMOZIONE della "causa prima". guarda caso, si ovvia proprio con un
classico strumento della PSICOANALISI, il SIMBOLO che "getta insieme"
(sin-ballein) TRASCENDENZA (oltre il segno) e IMMANENZA (qui) rendendo così
MATERIALE il SACRO.

Non vi è nessun'altra strada per ovviare a detta RIMOZIONE di Dio, se non
recuperare un linguaggio che  nuovamente ne evidenzi le tracce nascoste,
cioè un linguaggio che sia nuovamente simbolo e rappresentazione.

Via umana di conoscenza attraverso la quale ci si conosce e si impara a
conoscere e riconoscere quell'invisibile che nella contemplazione delle cose
create ci riempe di stupore, meraviglia e bellezza.

La scienza, viceversa, può indagare solo entro le dimensioni di
spazio-tempo-luce, cioè la "materia", in altri termini, ma l'uomo che non
conosce sé stesso, anche se conoscesse il mondo intero non saprebbe che uso
farne per migliorarsi ignorando ciò di cui ha veramente bisogno per la
propria VITA che è cosa ben più sofisticata della semplice NATURA a cui, la
scienza, si rifà..

In fondo poi non è così strano che per parlare dell'invisibile si usino gli
stessi strumenti della psicoanalisi, anche se sarebbe meglio dire che è la
psicoanalisi che usa gli stessi strumenti della Chiesa.
Del resto, a questo punto diventa chiaro l'influenza che il padre di Jung,
pastore protestante, deve aver avuto sul figlio nella comune indagine
sull'invisibile.
Cos'è, del resto l'inconscio se non "un" invisibile ?!
Qualcuno lo ha mai visto ?
E soprattutto, dove stà ?
Sotto, dentro, sopra di noi ?
Basterebbe solo ascoltare René Guenon:per accorgersi quanti collegamenti vi
siano tra psicoanalisi e sacro, cosa, del resto, ormai risaputa e ignota
solo a "chi non vuol sentire"

"Le precisazioni guénoniane sulla dottrina dei simboli si presentavano con
una loro particolare urgenza nella prima metà del XX secolo a causa
soprattutto delle interpretazioni psicanalitiche, particolarmente INSIDIOSE
nel distorcere i simboli delle tradizioni occidentali e orientali, fino al
completo RIBALTAMENTO dei loro significati. La psicologia moderna, con
l'appello al subconscio, riteneva di poter spostare in una zona "infera" la
possibilità di accedere a questi significati. Guénon affronta la questione
ricollocando al vertice della conoscenza un intelletto in grado di andare al
di là del dualismo e di cogliere, intuitivamente, le verità metafisiche che
i simboli, per loro stessa natura, racchiudono e trasmettono. Non al
"super-conscio", dunque, elemento superiore capace di oltrepassare il
dualismo conoscitivo posto dal razionalismo moderno tra conoscente e
conoscibile, ma ad un INFORME "sub-conscio" la moderna psicologia affida la
capacità di entrare in relazione con il divino. Con ciò, evidentemente, si
precludeva la possibilità che i simboli potessero continuare a trasmettere
il loro significato sul piano dell'esistenza umana, introducendo una
discontinuità che avrebbe impedito definitivamente il recupero in senso
tradizionale della civiltà occidentale"..
http://www.massimopacilio.it/guenon/opita20.html

Ma poi, der resto, non si chiamavano forse "divinazioni" le capacità degli
"indovini" e maghi di vedere nel futuro attraverso i sogni le cui
possibilità profetiche son riconosciute anche da Freud che per
"scientificità" chiede solo, giustamente, che siano dichiarate prima ?!
E cosa sono quei "maghi" se non i moderni psicoanalisti ?
Ovvio quindi che la psicoanalisi non possa essere ridotta a scienza nella
misura in cui la scienza è una RIDUZIONE dell'uomo alla natura quando chi
opera quella RIDUZIONE è un'uomo stesso.
Vien da chiedersi con che diritto certi uomini si arrogano tale "ultima
parola" se non una SUPERBIA la cui stratosfericità andrebbe altrimenti
riposta.




 
 
 

Utopia di uno "stato interiore"

Post n°203 pubblicato il 24 Settembre 2008 da mjkacat

Socrate elogia la giustizia che comincia là dove ciascuno vigila su di sé
prima di rivendicare un diritto sugli altri perchè solo chi è in una giusta
armonia con sé, può esserlo con gli altri.

Il merito di Platone sta nell'aver distinto dal produrre tecnico l'agire
politico congiungendolo indissolubilmente con la filosofia come prassi
EDUCATIVA..

Oggi, in un'epoca di pianificazione di un progetto di ordine politico
mondiale suggerito evidentemente da quello economico che considera il mondo
l'oggetto di una produzione scientifica razionale dove l'èthos è solo il
diritto del più forte in una realtà svuotata di ogni valore di verità, solo
la filosofia può preludere a una rinascita della pòlis sviluppando la
disposizione dell'uomo che è un "essere-per-gli-altri".
Poichè solo insegnando e mirando ad EDUCARE al "bene comune" la filosofia è
l'antidoto ad ogni abuso di potere.
Perchè solo diventando la cifra di quella "ulteriorità" di cui il pensiero
della pòlis e nella pòlis non può più fare a meno, diventa la cifra non solo
del pensiero politico, ma del pensiero tout court, del pensiero che non si
arresta, non si chiude, ma si apre continuamente all'oltre.


...parafrasando Gadamer.


http://video.libero.it/app/play/index.html?id=5ed736acbe94e9a1fea4c336a9e69f33&ssonc=1118729523

 
 
 

"E' lo stile che fa l'uomo"

Post n°202 pubblicato il 23 Settembre 2008 da mjkacat

Qella è una citazione di Jacques Lacan

e questo è lo "stile" che piace a me :

"In realtà l'arte, come il gioco, ovvero il gioco dell'arte, incarna
finalità ben più profonde e irrinunciabili per l'uomo di quanto possano
stabilire e comprendere le norme, le finalità e le convinzioni sociali.
(...)
La liberazione prodotta dall'arte consente così di mettere in scena e di
attingere, sempre di nuovo e senza rischio, cioè in un "eccesso" regolato e
innocuo, le radici profonde e "sacre" della vita che permangono al fondo
della vivente umana natura: al di là delle convenzioni o al di là del bene e
del male come opportunamente direbbe Nietzsche.
(...)
Il comico INFRANGE lo schermo delle regole formali e delle norme di
comportamento sociale; (il tragico CONSTATA come questo schermo sia fragile
e inefficente di fronte alla violenza della vita e alla crudele casualità
del destino)
(...)
Questi riferimenti ci consentono di precisare meglio quell'antitesi al
"serio" che il riso incarna.  In sostanza si tratta della "forma" (più
adatta ai topi, ndr), ovvero di quel controllo degli eventi ridotti sotto il
giogo del significato e delle finalità sociali che caratterizza l'umana
civilizzazione; il riso, con la sua sguaiata irruzione, è così un moto
essenzialmente liberatorio dal peso della forma e degli innumerevoli vincoli
delle maschere e delle ipocrisie sociali, nonchè delle norme di rispetto, di
educazione, di decenza, delle regole gerarchiche familiari, sessuali, e
istituzionali, delle leggi e delle convenzioni di ogni ordine e grado.  La
risata che risuona improvvisa butta all'aria tutto il castello di carte con
il quale l'uomo incivilito ha schermato la "natura", cioè gli eventi
emozionali primari nei quali il mondo originariamente si annuncia; e in
questo senso il riso è una ripresa adulta della condizione infantile, ignara
di "controllo".



 
 
 

TAG CLOUD

AREA PERSONALE

 

I MIEI LINK PREFERITI

- Comunione e Liberazione
- Opus Dei
- Legionari di Cristo
- Neuroingegneria
- Zenit
- Olir
- Statoechiese.it
- Filosofia delle religioni
- Contro la leggenda nera
- StoriaLibera
- René Girard in breve
- Decostruzione dell'uomo
- Psicoanalisi del Vangelo
- Girard, Freud, Lacan
- Conversazione con Girard
- La voce... Girard libri 1
- Sito Girard
- Girard e Levinas
- Girard Cacciari
- Post-girardiani
- Articoli su Girard
- Girard Derrida
- Rinascimento cristiano
- Video Girard Vattimo
- Confronto Gerard Vattimo
- Umorismo
- Ideologia, Illuminismo, Totalitarismo
- Decostruzione - Derrida
- Google Libri
- Binswanger - Reciprocità
- Letteratura & Arte
- Filosofia
- Filosofia 2°
- Teologia
- intervista a Gadamer
- Dittatura del relativismo
- Filosofia della religione - Sito
- Simbolo
- Sensibilità - Husserl
- Husserl - Naturale
- Ist.étud.Lévinassiennes
- Metafisica
- Antiamericanismo
- Jean François Revel
- Girard - "Spe salvi"
- Nicolas Gòmez Dàvila
- Aforismi N.G. Dàvila
- www.Caffarra.it
- La dialettica dell'Illuminismo
- L'eclisse della ragione
- Differance Derrida
- 11 Settembre - Girard
- Subdolo "politically correct"
- Stampa su Girard
- Antropologia di Girard
- La società del risentimento
- Max Scheler
- Modernità e postmodernità
- J'accuse di René Girard
- I desideri di Gesù
- Eucaristia & Girard
- Storia della Teologia
- Il luogo e le vie :su Heidegger
- Liturgia
- Liturgia II°
- Liturgia e Immagine
- Immagini e filosofia
- Filosofia in immagini
- Storia della Metafisica
- Dizionario dei Teologi
- J.H Newman
- Ceruti Fornari "Le due paci"
- Ceruti su Morin
- Prospettivismo - Costruttivismo
- Un romanzo theocon
- Psychomedia
- George A. Kelly
- Rivista di Psicologia
- Libro di Mauro Ceruti
- Cognitivismo e non
- Mirjana Dragicevic
- Pagina 1
- Pagina 2
- Pagina 3
- Pagina 4
- Pagina 5
- Pagina 6
- Pagina 7
- Pagina 8
- Pagina 9
- Pagina 10
- Pagina 11
- Pagina 12
- Pagina 13
- Pagina 14
- Pagina 15
- Pagina 16
- Pagina 17
- Pagina 18
- Pagina 19
 

PERSONAL JESUS

 

L'ATTIMO FUGGENTE- LA CULTURA

 

ULTIMI COMMENTI

Un saluto dal 2024
Inviato da: cassetta2
il 19/02/2024 alle 12:41
 
A me ha fatto riflettere questo articolo,ha il medesimo...
Inviato da: Eustachio
il 08/08/2013 alle 19:59
 
PURTROPPO NOTO CHE PARECCHIE PERSONE NUTRONO UNA ...
Inviato da: Da_1a_100
il 02/05/2011 alle 23:48
 
1/4 Il clima culturale che noi respiriamo potrebbe...
Inviato da: Da_1a_100
il 26/12/2010 alle 21:18
 
2/4 Dalla forma pluralistica ed illuministica nasce...
Inviato da: Da_1a_100
il 26/12/2010 alle 21:11
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

ULTIME VISITE AL BLOG

cassetta2Lacky.Rmatilde.darisifrancabaronioSARAGATTINImariaceleste_cosistram2dottorcasadeidodomass1993GiuseppeLivioL2msm3gvfotoceramicabobn56dgroberto82zagreus.zagreus
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

TAG

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
 

RENÉ GIRARD

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963