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Mondo Jazz

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TOP TEN PER CHI NE CAPISCE UN PIFFERO

Post n°2267 pubblicato il 23 Maggio 2012 da pierrde

Quali album scegliereste per avvicinare al jazz persone completamente digiune di qualsiasi nozione musicale ?

A chiederselo è Sean O'Connell del Los Angeles Weekly, che, a dire il vero, pone la questione in maniera più pepata: 

I dieci top jazz album per persone che non sanno un piffero (mia versione addomesticata) di jazz.

Ovviamente ogni appassionato potrebbe stilare un proprio elenco e sicuramente i risultati sarebbero diversissimi e ben poco omogenei.

Mi accontento quindi di elencare gli album secondo O'Connell, con un unico appunto che riguarda la presenza di Ambrose Akinmusire, unico contemporaneo vivente tra tanti giganti. Vera gloria o infatuazione del giornalista ?

 

1) Dizzy Gillespie

At Newport (1957)

2) Wes Montgomery w/ Wynton Kelly trio

Smokin' at the Half Note (1965)

3) Thelonious Monk/John Coltrane

Thelonious Monk with John Coltrane (1957)

4) Miles Davis

A Tribute to Jack Johnson (1971)

5) Duke Ellington/Charles Mingus/Max Roach

Money Jungle (1963)

6) Jaco Pastorius

Jaco Pastorius (1976)

7) Ambrose Akinmusire

When the Heart Emerges Glistening (2009)

8) Ray Bryant

Alone with the Blues (1958)

9) Art Blakey's Jazz Messengers

Free For All (1964)

10) Sarah Vaughan

Live at Mr. Kelly's (1957)

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 23/05/12 alle 23:21 via WEB
lasciamo da parte per il momento il mistero di Ambrose Akinmusire, miracolosamente nominato per non ben chiari motivi. i dischi per iniziare al jazz non debbono per forza essere i capolavori assoluti della storia del jazz, però scegliere Jack Johnson che è uno dei dischi più editati e rimaneggiati del Davis elettrico è un po' strano. e far conoscere Ellington come pianista senza la sua orchestra, anche se benissimo accompagnato, è curioso. non capisco il criterio della scelta: se si dovevano scegliere dei dischi gradevoli che attirassero i neofiti, trovo strano che manchino Silver, Mulligan, Peterson e sopratutto Armstrong. se si voleva dare invece un panorama delle diverse facce del jazz, siamo ancora messi peggio. forse si voleva solo far parlare di sé...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Luca Conti il 24/05/12 alle 08:28 via WEB
Invece io trovo che quella di Davis sia una delle scelte più azzeccate in questa stramba lista. "Jack Johnson" resta, tra gli album di Miles, uno dei dischi più accessibili a chi di jazz sa poco o niente. Cosa importa se è un disco largamente costruito in studio? Quel che conta è l'opera finita, a mio parere, non il procedimento utilizzato per realizzarla. LC
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 24/05/12 alle 12:50 via WEB
se doveva essere una scelta per il Miles elettrico non sarebbe stato meglio In a silent way (anch'esso molto editato ma molto più compatto)? O Bitches Breew. O se si voleva puntare a qualcosa di più facile, Under arrest...
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 24/05/12 alle 13:20 via WEB
Jack Johnson è un disco della madonna e non ha molto da invidiare agli altri citati del periodo elettrico. Miles suona con energia la tromba e grande fuoco creativo, forse del periodo è il disco più "energico". In "In a silent way" il taglia e cuci di Macero non mi pare da meno di quello di Jack Johnson e per certi versi è anche più discutibile anche se meno grezzo, pur nell'apparenza di maggior compattezza, in realtà dettata forse più dalla scelta di Macero di far risultare al pubblico un disco ancora prossimo al jazz, procurando artificiosamente una struttura tema-improvvisazioni- ripetizione del tema finale (mi riferisco in particolare alla prima facciata del LP) non so quanto condivisa da Miles, in quanto, se senti poi il cofanetto pubblicato decenni dopo, ti rendi conto che Davis aveva abbandonato quel tipo di concezione strutturale tipica dell'hard bop. L'impressione è che Macero volesse attutire in modo più graduale il cambiamento stilistico di Davis, forse giudicato troppo traumatico, col rischio di perdere gli affezionati jazzofili e non di guadagnarne in ambito rock. Chissà. Bitches Brew è tutto meno che facilmente accessibile, se l'intento della lista era quello, e You're under arrest per me è alla fine un disco molto più datato pur essendo più recente e tutt'altra cosa rispetto all'indicazione precisata, nel senso che è in effetti più di facile approccio, ma siamo già prossimi al pop più che al jazz e come disco non è all'altezza comunque degli altri citati in termini musicali assoluti.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 24/05/12 alle 14:15 via WEB
le sessioni integrali di Jack Johnson contengono pezzi notevoli. l'editing fatto da Macero (yesternow e Right off) è un gran calderone dove convive di tutto. anche musica registrata in precedenza. che il risultato sa notevole, sono d'accordo, che però non sia per nulla tipico nelle modalità con cui il jazz prende forma, mi sembra assodato. Un disco così anomalo nella sua realizzazione, seppur molto interessante, non mi sembra quello più giusto per rappresentare il jazz ai neofiti.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Luca Conti il 24/05/12 alle 15:43 via WEB
Ripeto, non credo che le modalità di realizzazione di un'opera d'arte debbano rientrare nella sua fruizione estetica. Allora, per limitarsi al jazz, certi brani di Lennie Tristano in cui il pianista improvvisava su sezioni ritmiche estratte di peso da altri dischi dovrebbero essere valutati come poco aderenti al "vero jazz" (che non si sa qual è). L'assolo di Kenny Drew su "Blue Train" di Coltrane, per dire, viene dalla seconda take del brano, non da quella su cui è stato successivamente appiccicato. Quindi non è mai stato eseguito in quel preciso contesto. E allora? L'edizione originale di "Mingus Ah Um," per citare un altro disco, è largamente frutto di tagli praticati in fase di post-produzione (e che Macero fosse nel giusto a voler tagliare, per me, lo dimostra l'edizione - l'unica, purtroppo - attualmente reperibile e che ripropone le versioni integrali dei pezzi).
 
 
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loopdimare il 24/05/12 alle 19:09 via WEB
non ho nessunissima voglia di addentrarmi nell'analisi delle takes e dei taglia e cuci delle varie incisioni. ammetto anche che il risultato finale sia più che buono, ma frutto di un lavoro di editing mostruoso e probabilmente unico nel panorama jazzistico. visto che del Miles elettrico abbiamo una certa varietà di scelta, mi sembrava più "elegante" un'altra scelta. tutto qui.
 
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Luca Conti il 24/05/12 alle 20:28 via WEB
Ma nemmeno io. La mia considerazione iniziale era di tutt'altro ordine, vale a dire che "Jack Johnson" è, nella mia opinione, uno dei dischi davisiani più accessibili per chi proviene, che so, dal rock. E, a differenza di "You're under Arrest," è pure bello.
 
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