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Mondo Jazz

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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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« IL TRIO DI JARRETT IN IT...DUE TASTI DI TROPPO »

AMBRIA UNO E DUE: LE SERATE CONCLUSIVE

Post n°2339 pubblicato il 28 Luglio 2012 da pierrde

La quarta edizione del festival valtellinese è giunta alle quattro serate clou dell'intera rassegna. Iniziata in coincidenza con la più blasonata Umbria Jazz e proseguita sempre in coincidenza con il festival di Clusone, praticamente mi ero perso tutta la prima parte ed i concerti conseguenti.

Ambria è il nome di una località montana dove il festival storicamente fa tappa il sabato conclusivo con concerto, lettura di poesie dialettali e, non poteva mancare, polentata per tutti. Questo per inciso va detto per comprendere lo spirito del festival, a metà tra la festa di paese e la rassegna musicale in un clima di amicizia e di conoscenza. Ovvio che in un simile quadro la musica jazz non sia la sola rappresentata, anche se certamente occupa lo spazio maggiore e con le proposte qualitativamente più importanti.

Ecco spiegata la presenza di musiche popolari, di lotta e rivendicazione sociale ma anche di montagna. A completare il quadro va detto che le differenti serate si svolgono in locations sempre diverse e sempre affascinanti. Purtroppo tutte piuttosto lontane da me, che di conseguenza mi sono trovato a dover operare una selezione piuttosto ardua.

I concerti sono tutti gratuiti, fatto che se ha favorito una più che consolante affluenza di pubblico ha evidenziato anche i classici risvolti negativi, dal rumore di fondo al vagolare distratto dei molti. Per la natura popolare e paesana degli eventi era piuttosto evidente che gli appassionati, merce rara in Valtellina, erano netta minoranza: buffo vedere gli sguardi di circostanza alle spiegazioni della cantante sui temi di Horace Silver, Rachel Gould o Kenny Wheeler, perfetti sconosciuti ai più e già piuttosto provati per via del buffet vinicolo offerto

( corde sensibili dalle mie parti ...).

Molto divertenti anche le dissertazioni spericolate in tema musicale di politici e rappresentanti locali: speriamo che la loro materia non la conoscano come il jazz se no stiamo freschi. Finite le note di colore passiamo alla musica.

La prima serata la definirei interlocutoria: un gruppo locale rinforzato da Tito Mangialajo Rantzer al contrabbasso ha aperto dignitosamente la strada a Lingue di Fuoco, un progetto che vedeva la batteria di Cristiano Calcagnile, la voce di Monica Demuru e solo due dei quattro chitarristi annunciati nel programma: Gabrio Baldacci e Lorenzo Corti.

Un set che ha affastellato brani dalla provenienza disomogenea (Da Nilla Pizza a Bjork passando da Patty e Bessie Smith, Joni Mitchell, Maria Carta....) trattati e assimilati ed infine restituiti in una veste omogenea ma che, proprio per questo, ha appiattito ogni differenza in un gioco tra psichedelia e rock che alla lunga ho trovato piuttosto piatto e discutibile al di là dell'indubbio valore dei singoli musicisti.

Ascoltare la ninna nanna Antoneddu di Maria Carta in versione rock progressive mi ha ricordato che la strada del ritorno era lunga e la decisione quindi inevitabile.

La seconda serata si apre finalmente con un grande protagonista, Gianluca Petrella, che non tradisce affatto le aspettative e si produce in un solo vibrante e ispirato per più di un'ora in uno scenario fiabesco, Castel Grumello al tramonto, tra vigne e paesaggi montani. Come al solito il ricorso all'elettronica è una risorsa  indispensabile per la fantasia del trombonista pugliese che si raddoppia, semina basi ritmiche, inventa echi con il delay, si produce in una divertente e raffinata versione di Over The Rainbow e incalza il pubblico passando tra le file con il suo trombone incandescente.

Dopo tanta grazia decido che nessun'altra musica può competere e mi ritiro largamente soddisfatto senza ascoltare il secondo gruppo locale (spero non me ne vogliano, ma già li ho ascoltati altre volte in concerto).

Ambria Jazz è diventata un punto di riferimento culturale molto importante in Valtellina. Ad onore del vero la concorrenza non è certo spietata, ma il lavoro e la passione di Giovanni Busetto e di tutta la sua squadra meritano l'elogio incondizionato di tutti gli appassionati.

Sabato sera all'insegna di Tuba Libre, il gruppo di Petrella. A domani per le cronache. 

 

 
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