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Mondo Jazz

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batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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« OH, MY GODDJANGO »

FAZIL SAY

Post n°3857 pubblicato il 23 Gennaio 2015 da pierrde

Fazil Say è un musicista per molti versi assai interessante. Quarantacinque anni il 15 gennaio, turco, pianista e compositore, suona con la New York Philharmonic, la Filarmonica di Israele, l'Orchestra Sinfonica di Baltimora, la Filarmonica della BBC, l'Orchestre National de France, laFilarmonica di San Pietroburgo.

È ospite regolare del Festival di Lucerna, del Klavierfestival Ruhr, del Rheingau Musikfestival, dei festival di Verbier, Bonn e Salisburgo. Ha tenuto recital nelle più importanti sale da concerto tra le quali il Concertgebouw di Amsterdam, la Philharmonie di Berlino, la Suntory Hall di Tokyo. Ha collaborato con Yuri Bashmet, Shlomo Mintz e Akiko Suwanai e nel 2004 è stato in tournée mondiale con Maxim Vengerov.

La passione per il jazz lo ha portato a fondare il Worldjazz Quartet, con il quale ha suonato a Saint-Denis, Montpellier, Montreux, Istanbul. Al di là del su eclettismo musicale Fazil ha anche un turbolento rapporto con il suo paese e la sua religione: basti ricordare le condanne subite nella Turchia di Erdogan per blasfemia.

Una parola che evoca inquisizioni e crociate, ma che racconta una storia realmente accaduta nel settembre del 2013, allorquando il pianista, ateo dichiarato e su posizioni politiche decisamente progressiste, ha ritwittato ironicamente delle frasi del grande poeta persiano del XII secolo Omar Khayyam: il risultato è stata una condanna a 10 mesi, condonata a patto che il nostro mantenga una buona condotta nei prossimi anni.

In parte per lo stesso articolo del codice penale era stato condannato nel 2006 lo scrittore Orham Pamuk per aver denunciato il genocidio degli armeni. Ai primi di ottobre è uscito un album, Fazil Say plays Say, dove raggruppate insieme per la prima volta, si possono ascoltare le composizioni per pianoforte solo che Fazil ha composto ed eseguito in scena in tutto il mondo: Black Earth, Paganini Jazz, Alla Turca Jazz, ecc ..

Queste piccole miniature sono diventate un marchio di fabbrica e contraddistinguono un pianista che è alla ricerca di un linguaggio musicale unico.

"The program which you are going to hear is composed of pieces that I have performed in concert throughout my life. They are literally "music of a pianist at the piano". You will discover numerous melodies from both Turkey and Anatolia.

In my youth I also enjoyed making jazz arrangements of the great classics and I have included a few of these transcriptions on this album. Over the years I have consistently included these compositions in my concerts, sometimes as an encore, variating and adapting them.

Those who have been following me will surely recognize most of these works. I have always admired a citation of Tarkovski that says "If the artist exists it is because the world is not perfect". An attempt to describe in music one's life... And here you have a few humble examples".

 
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