Un blog creato da nitzu_florian il 11/04/2013

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You can buy me with a coffee...I'm that cheap

Post n°20 pubblicato il 25 Marzo 2014 da nitzu_florian
Foto di nitzu_florian

Verona. Piazza Erbe. Novembre. Domenica.
Un giorno soleggiato. Un giorno d'estate nel mese di Novembre.
Terrazze e il profumo del caffè.
Un Novembre come altri. Un Novembre unico nel suo genere, con le sue foglie danzando nel vento leggero e alberi confortati dal sole.
Eri lì.
Seduta a due tavoli di distanza.
Hai acceso una sigaretta con un gesto quasi aristocratico e poi hai baciato l'aria con il fumo.
Sembravi staccata dalla realtà. Surreale. Rilassata. Le tue labbra bloccate nel caffè. Caldo, nero. Mi facevi lussuria.
Intorno giravano persone, cani, bambini giocando, camerieri affrettati a soddisfare...
Ma io, io non vedevo nulla. Nulla che...te.
Hai catturato il mio tempo. Il mio amore. Il mio senso di partecipazione. Mi sentivo incluso, privilegiato. 
Sorseggiavo ogni tuo gesto, ogni tuo momento. Nel frattempo il mio caffè si raffreddò sotto il naso.

Ho vissuto con te momenti di gioia, intensi e delicati.
Ho vissuto con te il sole e il vento.
Passione.
Mi hai regalato spazio e tempo.
Ci siamo amati follemente. Abbiamo condiviso lo stesso titolo sullo stesso giornale. Abbiamo riso insieme.
Abbiamo fumato la stessa sigaretta.

T'ho amata. Il tempo che ci vuole per un caffè, tu prendendo il mio, io prendendo il tuo. 

 
 
 

Di notte...

Post n°18 pubblicato il 02 Marzo 2014 da nitzu_florian
Foto di nitzu_florian

Nel sogno osai accarezzare il tuo volto, ma la mia mano cascò, esausta. E c'era questa nebbia fredda che mi avvolgeva completamente. Ho pianto disperatamente. Lacrime calde scivolarono lungo le guance e le mani tremanti cercavano nel buio. Ho pianto, ho pianto. Ma tutto intorno era silenzio. Silenzio, nebbia umida, fredda e buia. Niente tradiva la tua presenza nel mio sogno. Oggi però t'ho sentito per un momento, come un'eternità. T'ho accarezzato la mano, t'ho adorata. Ti parlai e ti amai calorosamente per tutte le notti perse nel deserto. E mi svegliai con il gusto del dolore nel mio animo: tu non c'eri, non ci sei e non ci sarai. Soltanto il mio sogno ti porta un pò più vicino a me. Per farmi innamorare di te, ogni notte.

 
 
 

Trattato di pace...

Post n°16 pubblicato il 15 Febbraio 2014 da nitzu_florian
Foto di nitzu_florian

 Ho sempre preferito una depressione gioiosa e amichevole ad'una depressione triste. La depresione gioiosa è quella con la quale si può negoziare, insieme a quale si può arrivare a piccoli compromesi.

Mi prendo cura della mia depressione. La saluto al mattino, le chiedo come si sente e cosa posso fare per lei. Prendiamo un buon caffè insieme in quelle tazze rosse e poi lei comincia a fare delle domande. "Perché non c'è il sole?" A causa di pioggia e perchè ci troviamo a Mantova (famoso bucco del cullo lombardo). "Perché non facciamo una passeggiata?" Perché sono le 6 del mattino. "Perché raramente troviamo un clima che ci produce piacere?" Perchè siamo alla caccia del inventario. "Perché non possiamo assaporare?" Perchè siamo sempre di corsa. "Perché facciamo domande?" Per inventare modi di evitare le risposte senza sbriciolarsi.

Una depressione trattata con il caffè diventa un essere così vicino che si può capire. E lei ha del suo, di tutto. Di buono e cattivo. E parliamo. Voglio conoscerla meglio, voglio capirla. Perché mi accompagna attraverso il mondo? La sento un pò imbarazzata, forse non sa esattamente come spiegare tutto ciò. Mi piacerebbe aiutarla, ma non so come. Devo forzarla? Devo lasciarla in pace per potersi rilassare?

Non voglio farla arrabbiare, perchè stranamente, è il mio migliore amico, un alleato. Una prova insopprimibile che sento e mi sento più forte. Un'invito ad inventare la vita. A guarire tutte le malatie e tutti i dolori che possono essere trattati con dei medicinali miracolosi: persone, libri, viaggi e musica.

Accendo una sigaretta, prendo un'altro sorso del nostro buon caffè e le dico: "Trovo che ci sono due cose in questa vita: Scenari che riempiamo di persone e persone che riempiamo di scenari."

La depressione mi guarda sconvolta, sbalordita. Quasi impaziente, come se mi vedesse per la prima volta, cercava di trasformarsi in qualcos'altro. Adesso siamo uniti in cerca di nomi.

 
 
 

Festival della Letteratura, Mantova

Post n°15 pubblicato il 06 Settembre 2013 da nitzu_florian
Foto di nitzu_florian

www.festivaletteratura.it

 
 
 

Nudo e affamato

Post n°13 pubblicato il 08 Maggio 2013 da nitzu_florian
Foto di nitzu_florian

Da quando l'embriogenesi mi ha buttato nel mondo, nudo e affamato, ho passato tutta la mia vita vestendomi e mangiando, regolando sempre le dimensioni, le quantità, la qualità, paragonando diversi risultati. Più tardi, ho imparato ad ampliare e diversificare le mie regolazioni perché l'ho ​​vista arrivare, e lei mi ha reso nudo e affamato di nuovo, predisposto a soffrire e perdere me stesso. Poi ho imparato a urlare e ho urlato veramente forte di volta in volta, temendo che i suoi appetiti infiniti che hanno distrutto tanti altri, poteva rovinare anche me.

Lei stessa deve aver vissuto e gustato un sacco di cose, perché poi, senza una spiegazione apparentemente logica, ha scelto di cambiare il suo appetito per un menu più secco, più asciutto. Ma ho semplicemente dimenticato che anche lei avrebbe avuto bisogno delle  proprie regolazioni.

Troppo stanco per dormire, mi alzai, mi vestii e mangiò qualcosa rapidamente, privando il mio stato iniziale della sua brillantezza. Per le strade, ho avuto la fortuna di incontrare pedoni con occhi sporgenti, guardandomi da dentro i loro corpi deformi. Coloro che mostravano un'anima buona, mi facevano capire che la felicità è qualcosa che passa, che i buoni muoiono giovani e che il male non è eterno. Tornato a casa, Lei mi guardava sorridendo in un quadro appeso alla parete.

Infine, ho capito. La giustizia si trasforma e fusiona in forme. Improvvisamente mi sono reso conto che posso dare la colpa ad un destino in cui non ci credo...che posso fare tutte le cose cattive che voglio, senza timore di apocalisse e inferno, che il peccato non c'è da qualche parte dentro di me, perché io stesso sono il peccato. E che consolazione perfetta è diventata questa  copertura, ricordandomi che il peccato, originale o no, è stato descritto nella Genesi, molto prima che io fossi stato gettato nel mondo, nudo e affamato.

 
 
 
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