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Vero o Falso

Post n°26 pubblicato il 27 Dicembre 2011 da maurisk72
 
Foto di maurisk72

N.B. Testo tratto interamente da una mail inviatami giorni fà da un utente sconosciuto
        Postato senza che vi abbia apportato nessuna modifica.
        Leggete e traetevi le vostre opinioni a tal proposito.
DI GIANANDREA GAIANI
 
Dal dopoguerra non era mai successo che il nostro Paese si trovasse guidato da un “governo d’occupazione” che rispondesse direttamente alle “potenze occupanti” come accade oggi con il cosiddetto governo tecnico imposto dai franco-tedeschi e messo insieme dal Quirinale consultandosi anche con la Casa Bianca che ha suggerito i ministri di Esteri e Difesa. Due figure di sicura fede atlantista come l’ambasciatore a Washington Giulio Terzi e il chairman del Comitato Militare della Nato, l’ammiraglio Giampaolo Di Paola.

Uomini idonei a garantire che l’Italia resterà un fedele alleato dell’America e manterrà i suoi impegni militari in Afghanistan. Nella sua prima audizione in Parlamento, Di Paola ha infatti confermato questo impegno mentre il titolare della Farnesina (ormai un mito per la stampa italiana perché usa Twitter) ha esordito sulla crisi iraniana dichiarando che "l'Italia sostiene con piena convinzione il piano di sanzioni economiche nei confronti dell'Iran annunciato dall'Amministrazione statunitense". Più appiattiti di così! Dopo l’attacco all’ambasciata britannica a Teheran, Terzi ha ritirato il nostro ambasciatore nonostante sul piano commerciale l’Italia abbia molti interessi in Iran. Nel timore di apparire poco filo-americano si è poi recato in Turchia a perorare la causa dell’ingresso di Ankara nella Ue, come chiedono da tempo gli Usa. Posizioni che ci auguriamo siano state negoziate in cambio di robuste contropartite ma che temiamo costituiscono un pedaggio obbligato e gratuito nei confronti delle potenze occupanti.
 
A Washington saranno certo soddisfatti ma per ora Terzi assomiglia più a un sottosegretario di Hillary Clinton che a un ministro italiano. Del resto Obama non ne poteva più di Silvio Berlusconi che aveva avuto (forse l’unica iniziativa degna di nota del suo governo) l’ardire di sviluppare una politica energetica e strategica con la Russia di Putin e la Libia di Gheddafi che ci garantiva ampia autonomia, forse troppa per i nostri “tutori”.
 
Sia chiaro, la classe politica è indifendibile e la sua colpa più grave non è solo di aver consentito questa nuova forma d’invasione straniera ma di esserne in qualche modo complice. Le opposizioni e parte della stessa ex maggioranza non hanno fatto altro che ripetere che l’Europa e “i mercati” volevano le dimissioni di Silvio Berlusconi. Tutti in ginocchio davanti a loro, divinità supreme ma sobrie. Nella migliore tradizione italiana, “Franza o Spagna purché se magna”.
 
I partiti lasciano che il governo proceda con la sua azione, perché il governo riempie di nuove tasse la loro mangiatoia, e perché pensano di evitare di assumersi direttamente la cruenta responsabilità delle misure impopolari contando così di salvare il rapporto con l’elettorato. Forse non riflettono che perderanno credibilità e avranno la colpa di avergli consentito di rovinare e assoggettare gli Italiani.

Ve lo ricordate il sobrio professor Monti magnificare all’Infedele di Gad Lerner il successo dell’euro che aveva costretto la Grecia ad assimilare “la cultura della stabilità”? Chi ci impone regole, governi e programmi economici non sembra brillare per competenza e autorevolezza. La costruzione dell’Europa del resto non ha mai avuto molto a che fare con il consenso popolare. Quando in Grecia il premier Papandreu ha “osato” proporre un referendum per chiedere ai cittadini se volevano i sacrifici per restare nell’euro è stato “fucilato” da Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, quest’ultimo lo ha anche insultato in uno dei suoi ormai consueti “fuori onda programmati”. Pochi giorni dopo il premier greco è stato costretto a dimettersi dalla defezione (casuale?) di quattro deputati del suo partito e a guidare il nuovo governo (ovviamente tecnico) è stato chiamato un banchiere, Lucas Demetrios Papademos, ex numero due della Bce. Dovrà gestire un programma di austerity nel quale i saldi di Stato consentiranno ottimi affari per la grande finanza, i grandi investitori, gli speculatori e i grandi gruppi internazionali, soprattutto quelli franco-tedeschi perché le banche di Parigi e Berlino detengono buona parte del debito greco.

Nonostante l’Italia rappresenti l’ottava potenza economica mondiale non è stata trattata meglio. Anche Berlusconi ha avuto i suoi “traditori” e i suoi” avvertimenti”. Come l’attacco borsistico a Mediaset (meno 12 per cento in un sol giorno) che ha “consigliato” il premier di ritirare l’idea di posticipare le dimissioni e appoggiare la candidatura di Monti. Appena nominato il sobrio premier Mario Monti è andato in ginocchio dal presidente della commissione europea Josè Manuel Barroso a farsi indicare le priorità della sua agenda, poi dal presidente del consiglio europeo Herman van Rompuy, da Angela Merkel e Nicolas Sarkozy a promettere che “farà i compiti a casa” e a “impressionare” la cancelliera tedesca per le misure che adotterà delle quali non aveva però ancora informato né il Parlamento né l’opinione pubblica. Ora però che la nuova manovra da 25 miliardi di euro sta prendendo corpo siamo impressionati anche noi ma non certo in positivo. Di fatto solo tasse per tutti, una stangata più che una manovra che sembra voler affossare ogni possibilità di sviluppo rendendoci ancora più sudditi e meno cittadini.
 
Infatti queste misure rivoluzionarie hanno soddisfatto la Merkel e Sarkozy che hanno espresso a Monti “fiducia e sostegno”, forse perché il professore ha accettato di trasformare l’Italia in un bel discount grazie all’impegno ad abrogare la “golden share”, il meccanismo che ha finora permesso allo Stato di conservare il controllo di aziende strategiche nei settori energetici di energia, comunicazioni e difesa: Eni, Snam rete gas, Enel, Telecom e Finmeccanica. Una questione di libertà di mercato sottolineano alla Ue e alla Bce, dove nessuno sembra aver fretta di demolire meccanismi simili presenti in Germania, Francia e altri Paesi. Ma è possibile che con l’euro che rischia di andare a fondo l’asse franco-tedesco che domina Ue e Bce non abbiano di meglio a cui pensare che alla “golden share” italiana?


Perché è evidente che nell’attuale situazione, con Finmeccanica che dopo il recente (casuale?) mega crollo borsistico ha una capitalizzazione di appena due miliardi ( solo i suoi beni immobili valgono il doppio), abrogare entro un mese la “golden share” significa consentire ai colossi anglo-americani e franco-tedeschi della Difesa (Thales e EADS in testa) di inglobare il gruppo italiano o le sue aziende più competitive.
Certo il sobrio Mario Monti ha detto subito, nel discorso di presentazione del suo governo in Parlamento, che si offende a sentire parlare di “poteri forti”, di governo dei banchieri che ha usurpato il potere al popolo. Peccato che mentre la stampa italiana si è sdraiata adorante ai suoi sobri piedi a Parigi il quotidiano “Le Monde” abbia ricordato in un articolo del 14 novembre dal titolo eloquente ”Goldman Sachs, le trait d'union entre Mario Draghi, Mario Monti et Lucas Papadémos” che gli uomini al governo senza il consenso elettorale in Italia, Grecia e alla Banca centrale europea sono consulenti della grande banca statunitense la cui formidabile influenza in Europa sembra essere sfuggita a molti.
 
Monti del resto ha ragione quando afferma che di poteri forti purtroppo non ne esistono in Italia. Infatti il nostro Paese è oggi in mano a poteri forti stranieri e non certo amichevoli.
Probabilmente molto presto i professori ci diranno sobriamente che le nostre aziende e banche vanno vendute agli stranieri, sacrificate sull’altare della riduzione del deficit e nel nome di un liberismo che è ufficialmente un dogma per tutti ma che i forti non applicano in casa loro e i deboli subiscono.
 
Tra le altre cose: Ieri è trapelata una notizia che non può più lasciare incertezze. La notizia è questa: la Swift, che è l’agenzia belga che gestisce i codici elettronici per le transazioni finanziarie (si legga codice Swift, Iban ecc.) è stata contattata da due banche di “stazza globale” che le chiedevano di fornirgli i vecchi codici per i sistemi di gestione delle vecchie valute europee. Cioè: diteci i codici per tornare a scambiare Drakme e Lire nei pagamenti.
Non so se si è capito. Sanno che saltiamo in aria, si stanno preparando alla nostra uscita dall’Euro, all’esplosione dell’Eurozona, adesso, oggi. Sto parlando di quelli che le cose le sanno davvero, non i politici che voi ascoltate, ma le mega banche. E non solo.

Nei giorni scorsi SPREAD alle stelle. Come sempre durante le poche feste, i pochi momenti in cui si potrebbe tirare un sospiro di sollievo, questi nazisti svergognati tecnocrati servi dei nazi-SIO-massoni, ci danno la botta finale, ma da me prendono poco, i porci. Buon natale gente saggia, qualunque cosa ma fate qualcosa, questi non aspettano ancora molto. AUGURI a tutti !
AGLI AUGURI MI UNISCO ANCH'IO E SPERO TRASCORRIATE QUESTI ULTIMI GIORNI DELL'ANNO QUANTOMENO IN SERENITA' ! ! !

 
 
 
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