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Ecco cosa succede ad uscire dai sentieri sicuri, nei boschi canadesi.

Post n°4324 pubblicato il 18 Agosto 2015 da Musashi_87
 

Trama: Alex è un escursionista esperto mentre per la sua ragazza Jenn, avvocato aziendale, è la prima volta. Dopo molti dubbi, lei accetta di accompagnarlo nelle profondità di una foresta, meta ambita per le escursioni, dove lui vuole mostrarle uno splendido lago. Dopo alcuni giorni di campeggio, però, i due capiranno di non essere soli...

"Backcountry" è un film thriller/horror scritto e diretto da Adam MacDonald, con Missy Peregrym ("Heroes", "Smalville", "Rookie Blue"), Jeff Roop ("Vampire High", "11 Cameras") e Eric Balfour ("Skyline", "Non aprite quella porta", "24"), uscito nel 2014. MacDonald è al suo esordio dietro la cinepresa, dopo una ventina d'anni da attore (prevalentemente in serie tv, come "Being Erika" e "Rookie Blue"), e ci propone un horror semplice e pulito, in cui la vera protagonista è la wilderness, la natura incontaminata delle foreste canadesi. Una coppia di ragazzi si reca in campeggio in un bosco, scegliendo sentieri poco frequentati, e, dopo un primo incontro con un estraneo, che si dice essere una guida e che metterà un po' di pepe dal punto di vista ansiogeno, se la dovrà vedere con la Natura, tra lo smarrimento e un orso che dà loro la caccia. MacDonald lavora con pochissimi, semplici ingredienti: la bellezza del verde suolo canadese, innanzitutto, che nella prima metà della pellicola ci viene mostrata quasi all'esagerazione, diventando vera incontrastata protagonista; un cast ridotto all'osso, composto da tre soli attori, di cui due reggono da soli l'interezza della vicenda; un orso, mostrato in un minutaggio molto basso, che però riesce a suscitare la giusta ansia e si comporta in maniera piuttosto verosimile, spinto dall'istinto e dalla fame e non da chissà quali forze demoniache o vendicative. Il risultato, quindi, è un film ben girato e ben riuscito, che sicuramente si lascia guardare con piacere e saprà regalare qualche brivido ai meno avvezzi al genere. Pecca, purtroppo, sul versante dell'originalità, non offrendo assolutamente nullo di nuovo ad un genere che avrebbe bisogno di una bufera, più che di una semplice ventata d'aria fresca. L'ambientazione naturalistica mi ha ricordato molto il poco conosciuto "A lonely place to die", anche se il primo film che torna alla memoria è sicuramente "L'urlo dell'odio" ('97), in cui Alec Baldwin e Anthony Hopkins erano braccati da un orso in una foresta molto simile. 6.75/10

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