MySo-Called(un)Life

Trama: La liceale Max e i suoi amici si ritrovano all’interno di un film horror degli anni Ottanta di cui è protagonista la madre della ragazza, una celebre scream queen. Intrappolata all’interno della pellicola, Max ritrova la madre, che invece è morta nella realtà, e insieme agli amici deve riuscire a tornare al presente, evitando di finire uccisa da un pericoloso serial killer.

"The Final Girls" è una commedia horror di Todd Strauss-Schulson ("Harold & Kumar, un Natale da ricordare"), con Taissa Farmiga ("Bling Ring", "6 Years"), Malin Akerman ("Watchmen", "Stolen") e Nina Dobrev ("Noi siamo infinito", "The Vampire Diaries"), uscito nel 2015. Si tratta di un meta-slasher, un film che si diverte a fare la parodia dei canoni degli slasher e trasformandosi in un film dentro un film, in cui i protagonisti del film si ritrovano direttamente catapultati all'interno di uno slasher anni '80 che sanno ormai a memoria e che ricorda moltissimo "Venerdì 13". La pellicola trasuda passione e amore per gli slasher anni '80 al punto da omaggiarne diversi, sia per quanto riguarda la struttura principale, con tutti i suoi cliché, sia per quanto riguarda i dettagli (dalle inquadrature al resto). I protagonisti del passato sono le classiche macchiete del filone (il macho, la verginella, la ninfomane, il nerd, la 'final girl', ovvero quella che resiste fino alla fine e, in genere, riesce a uccidere il cattivo) e la mano viene volutamente calcata sia sulla loro caratterizzazione sia su alcune regole fisse, tipo "chi fa sesso (o si spoglia), muore". Tutta questa esagerazione risulta divertentissima, per chi conosce il genere e sa prenderlo alla leggera, ma non deve far pensare ad un film stupido o superficiale, perché non è così. Dietro questa facciata di leggerezza, c'è anche un lato sentimentale davvero potente, che riguarda il rapporto madre-figlia tra Max e Amanda/Nancy, scritto e interpretato benissimo, come mai in un film horror o comico. E, davvero, tutto l'amore e la passione per un genere ormai abusato ma rispolverato nel migliore dei modi non possono che essere premiati, specie quando poi sono coadiuvati da una regia per nulla piatta e ricca di idee interessanti (seppur non innovative), come il loop dell'incipit del film, che si ripete ogni 72', ovvero la durata della pellicola "Bloodbath Camp", i flashback in b/n, ecc... In definitiva, si tratta di un film interessante, che va visto senza remore e che dovrebbe servire da esempio per tanti registi che pensano che per fare un film horror bastano due spicci e qualche morto. 7.5/10

Trama: Nicolas e Worick sono dei tuttofare specializzati in lavori che la gente normale non farebbe mai: eliminare lo spacciatore di turno, contrabbandare strane medicine e mille altre attività illecite. Sono amici da anni e a legarli c’è un misterioso e violento passato! Preparatevi a un’orgia di violenza, combattimenti, sparatorie, mafie organizzate e molto altro ancora...

"Gangsta." è un anime di Shukō Murase ("Witch Hunter Robin"), prodotto dallo studio Manglobe ("Samurai Champloo", "Ergo Proxy", "Michiko e Hatchin"), uscito nel 2015. La serie, composta da 12 episodi, è tratta dall'omonimo manga seinen di Kohske. Una delle serie di punta della stagione estiva, si tratta di un anime maturo, che ricorda sotto certi aspetti serie come "Michiko e Hatchin" e tratta di argomenti quali la criminalità, corruzione, prostituzione, droga, tutti temi molto maturi e difficili. Lo fa imbastendo una sceneggiatura interessante, ambientata nella città di Ergastulum, governata da quattro famiglie principali, che si occupano dei vari settori della criminalità. Una città in cui si aggirano numerosi Twilight, esseri umani dotati di abilità fuori dal comune, grazie all'utilizzo di pericolosi farmaci, che li rendono, però, dipendenti e hanno varie controindicazioni, tra cui quello di accorciare fortemente la vita di chi ne fa uso. I due protagonisti principali sono una coppia di mercenari tuttofari, che accettano lavori sporchi tanto dalle famiglie malavitose, tanto dalla polizia, riuscendo sempre nei loro incarichi. Ai due, si unisce Alex, ex-prostituta di bell'aspetto che i due salvano da un malvagio magnaccia. Saranno proprio i tre personaggi, caratterizzati in modo eccezionale, il principale punto forte della serie. Tre anti-eroi ~ due mercenari (uno sordo e violento, l'altro senza un'occhio e gigolò come secondo lavoro) e una ex prostituta ~ con i loro pregi e i loro difetti, a cui si uniranno man mano molti altri personaggi, ahimé delineati molto più frettolosamente, specie nella seconda parte della serie, che scorre via veloce e confusionaria, rovinando tutto ciò che era riuscito bene fino a quel momento. Purtroppo questo calo, visibile anche nel comparto tecnico, inizialmente ottimo, tanto per chara design quanto per animazioni, ma poi molto altalenante, è dovuto alla crisi di Manglobe, finita in bancarotta, evento che potrebbe anche rendere vana la speranza di una seconda stagione. Ottimo, invece, il sonoro, grazie ad un doppiaggio di primordine e ad una delle opening più interessante degli ultimi anni. Peccato, quindi, che gli ultimi episodi non siano all'altezza delle aspettative create dalla prima parte della serie, perché la storia era parecchio interessante e i protagonisti sono molto carismatici. Speriamo nel miracolo di una seconda stagione prodotta da chissà chi. 7/10

Trama: Evan Webber, un architetto felicemente sposato, sembra avere tutto ciò che un uomo può mai desiderare: una moglie amorevole e di successo, due splendidi figli e una casa lussuosa. Durante un fine settimana da solo, Evan vede la sua tranquilla esistenza interrotta dall’arrivo di due giovani ragazze bagnate dalla pioggia, che gli chiedono di entrare...

"Knock Knock" è un film thriller/horror di Eli Roth ("Hostel", "The Green Inferno"), con Keanu Reeves, Lorenza Izzo ("Aftershock", "The Green Inferno") e Ana de Armas ("El Callejòn"), uscito nel 2015. Dopo "The Green Inferno", Eli Roth sforna un altro remake, prendendo in causa stavolta "Death Game" ('77) di Peter S. Traynor. Chi ha imparato a conoscere Roth, sa che il regista di origine ebraica è un giocattolone e il suo scopo primario è quello di intrattenere lo spettatore, senza perdersi in scenografie mirabolanti o dinamismi registici di primordine. Le sue pellicole sono semplici e dirette. Dopo tanti torture-porn e altri filoni in cui il gore faceva da padrone, stavolta si diletta in un thriller psicologico alla "Funny Games", in cui però si diverte a ribaltare i ruoli. Le vere carnefici saranno due giovani ragazzine smaliziate, mentre la vittima un bellimbusto 40enne. La sceneggiatura, principale punto debole della pellicola, è riassumibile in due righe: un uomo sposato apre la porta di casa e si trova davanti due belle ragazzine bagnate dalla pioggia, le fa entrare, subisce il loro fascino, finendo per farci del sesso, ma anche le loro sadiche angherie". Punto. Per tutto il film Evan sarà una vittima alla mercé delle due svitate di turno, che sono tanto sexy quanto malate e, fino alla fine, non viene svelato il motivo della loro cattiveria. Si sa che l'hanno già fatto molte altre volte, ma perché? Godono semplicemente nel vedere disintegrata la moralità di uomini sposati, che cadono come pere cotte davanti alle loro tettine dure come il marmo? Boh! I protagonisti (e quindi gli attori) in scena sono giusto loro tre, più una manciata di brevi comparsate (la moglie e i figli nei primi minuti, la massaggiatrice di Evan che bussa alla porta e l'amico della moglie che viene per ritirare una sua opera e viene massacrato dalle due troie). Keanu Reeves risulta spaesato e poco credibile (ok, ha una spalla k.o. e non se lo aspettava, ma vuoi non riuscire a stendere due ragazzette che peseranno 90 kg in due?), mentre le due ragazze riescono bene nei loro ruoli, soprattutto la bionda Bel (è più forte di me, ma non riesco ad apprezzare appieno la Izzo, ma dal momento che si inciucia con Roth, temo dovrò sopportarla ancora, nei suoi prossimi lavori). Il ritmo resta alto per tutta la durata, non lasciando mai spazio alla noia, il che è un bene. Purtroppo, però, non c'è nulla di più. Si tratta di un filmetto che riesce a intrattenere senza infamia e senza lode, con un ritmo serrato e due 'villains' che verrà voglia di trucidare, ma anche una sceneggiatura poco incisiva e una forte piattezza tecnica. 6.5/10

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Trama: Agent 47 è un assassino geneticamente modificato per essere una perfetta macchina letale. Il suo ultimo obiettivo è una Multi Corporation che punta a scoprire i segreti del suo passato per creare un esercito di assassini invincibili. Insieme ad una ragazza che sembra nascondere il segreto per sconfiggere i loro nemici, 47 dovrà affrontare altri pericolosi assassini.

"Hitman: Agent 47" è un film action di Aleksander Bach, con Rupert Friend ("Homeland"), Zachary Quinto ("Heroes", "American Horror Story") e Hannah Ware ("Oldboy", "Shame"), uscito nel 2015. Il film è chiaramente basato sull'omonima serie di videogiochi sviluppati dalla danese IO Interactive (poi inglobata da Eidos Interactive, a sua volta passata sotto Square Enix). Il ruolo di Agent 47 doveva inizialmente andare a Paul Walker, ma è passato a R. Friend, in seguito alla morte dell'attore. Il film è uscito nelle sale americane il 21 agosto 2015 e ha ricevuto critiche molto negative, ricevendo un punteggio su IMDB pari a 5.9 (rispetto ai 6.3 del primo film, "Hitman - L'assassino", uscito nel 2007). Il film si lascia guardare senza annoiare e sicuramente farà piacere agli amanti dei film d'azione, grazie ad alcune scene piuttosto movimentate, tra inseguimenti, sparatorie e scazzottate, ma i fan della saga videoludica resteranno delusi a causa di una trama abbastanza generica e di una scarsa somiglianza di Friend con il "vero" Agent 47 (l'attore è un po' magrolino, rispetto alla controparte videoludica e ci assomiglia meno, rispetto al Timothy Olyphant del primo film). D'altronde, come ho letto in un commento, "non basta rasare un attore qualsiasi, per fare di lui Agent 47". Per il resto, niente di particolare, ma 96' che scorrono via lisci, senza infamia e senza lode. 6/10

Trama: Justine studia presso un college d'élite di New York. Un giorno conosce Alejandro, un attivista per i diritti civili. Affascinata dai suoi discorsi, decide di partire con lui per incatenarsi a degli alberi che stanno per essere abbattuti. Di ritorno dal Perù, il loro aereo precipita nel bel mezzo della foresta amazzonica. Raggiunti da una tribù vengono a sorpresa fatti prigionieri...

"The Green Inferno" è un film horror di Eli Roth ("Cabin Fever", "Hostel" I e II), con Lorenza Izzo ("Aftershock", "The Stranger", "Knock knock"), Ariel Levy ("Mala Conducta", "La Sexóloga"), Kirby Bliss Blanton ("Project X") e Aaron Burns ("The Stranger", "Knock knock"), uscito nel 2015. Il film è chiaramente ispirato al filone dei cannibal movie italiani anni '70/'80 ("Cannibal Holocaust" e "Cannibal Ferox" in primis) di cui Roth è grande estimatore. Se n'è parlato tanto di questo film, sin dal 2013, anno in cui il film era già pronto, ma è stato rinviato più e più volte per vari problemi di marketing, fino ad uscire quest'autunno (in anteprima in Italia) con un limitante V.M.18 per "eccessiva crudeltà di alcune immagini e presenza di contenuti troppo esplicitamente violenti". Finalmente l'ho visto e devo dire che sono rimasto estremamente deluso. Roth è un caciarone, si sa, e gli piace prendersi poco sul serio. Cosa che non è per nulla negativa, ma che -imho- poco si addice al genere dei cannibal movie (si veda la scena della diarrea fulminante). Genere che dovrebbe essere caratterizzata da stupri, crudeltà verso animali e altri umani e quant'altro, cosa che viene mostrata solo in parte (l'unica vera scena estrema è la prima uccisione, quella ai danni del ciccione di turno, fatto letteralmente a pezzi mentre è ancora in vita). Di nudi quasi nemmeno l'ombra (a parte il pisello del ragazzo che fa pipì nella foresta e forse un paio di tette indigene di sfuggitissima). Per il resto, le reazioni esagerate degli spettatori sono sicuramente solo un ulteriore trovata pubblicitaria, perché ho visto la versione con audio 'da cinema' e si sentivano solo risate, anche nelle scene più violente. Perché sì, a livello di intrattenimento sicuramente ci siamo. Il film scorre via liscio e non annoia. Ma non fa mai paura e di gore se ne trova a livelli MOLTO più alti in molti altri film, per cui davvero massima delusione. Se poi aggiungiamo una sceneggiatura davvero scialba e una recitazione mediocre (Roth deve avere un debole per la Rizzo -se la scopa?- visto che continua a darle ruoli importanti nei suoi film, pur non essendo lei un'attrice particolarmente dotata), il risultato è sicuramente sotto le aspettative. Un film che si lascia guardare, sicuramente, ma che avrebbe potuto essere MOLTO di più. 5/10

Trama: Lo studente Basara Tōjō si vede arrivare due bellissime nuove sorelle acquisite, Mio e Maria. Ciò che non sa è che la vera identità di Mio è quella di nuova Regina dei Demoni, mentre Maria è una succube, incaricata di proteggerla. Così Basara dovrà difendere le due sorellastre tanto dai Demoni, quanto dagli Eroi, che vedono in loro una minaccia.

"Shinmai maō no Testament" (a.k.a. "Sister Devil") è un anime di Hisashi Saitō, prodotto dallo studio Production IMS e trasmesso nel 2015. Basata sull'omonima serie di light novel scritta da Tetsuto Uesu ed illustrata da Nekosuke Ōkuma (da cui è tratto anche un manga, pubblicato anche in Italia), è composto da 12 episodi (1a stagione) e rientra appieno nel filone action/ecchi, ricordando MOLTO da vicino "Highschool DxD"). Che dire? La solita minestra riscaldata: un anime che sicuramente farà felici i fan più sfegatati del genere, ma che non può far altro che deludere tutti gli altri, a causa di una qualità tecnica tutt'altro che di prim'ordine e di una banalità di fondo a dir poco allarmante. Tanto la trama, quanto la caratterizzazione dei personaggi non hanno nulla di minimamente originale e faticano non poco a far presa sullo spettatore. Troveremo, infatti, il solito eroe figo, fortissimo e senza paura, circondato da ragazze stupende, prosperose, spesso nude e tutte stranamente innamorate di lui. Che novità, vero?!? Anche la sceneggiatura è riassumibile in un fogliettino di carta igienica: Mio è la figlia del defunto Signore dei Demoni e Basara, suo fratello acquisito, dovrà difenderla -insieme alla succube Maria- dai demoni che vogliono impadronirsi del suo potere, ma anche dagli Eroi (categoria di cui fa parte anche Basara stesso), che vogliono eliminarla in quanto possibile minaccia all'umanità. Il tutto, ovviamente, inframmezzato da infiniti siparietti erotici che tendono a prendere presto il sopravvento. Fine. A livello tecnico, ci troviamo davanti ad un chara design pulito e colorato ma già visto, gravato da continui cali di qualità, sia per quanto riguarda i personaggi, sia per quanto riguarda gli sfondi, per non parlare di animazioni ed effetti speciali. Il tutto, però, sembra risollevarsi durante le scene erotiche, chissà perché. Scene erotiche che, come già detto, abbondano a dismisura, al punto da inserire la serie nel filone soft-hentai. Al punto che viene da chiedersi perché non creare direttamente una serie hentai, con scene di sesso esplicito. Lì, almeno, la scarsa qualità della sceneggiatura è nella norma e nessuno se ne sarebbe lamentato. In definitiva, si tratta di una serie action-ecchi che delude sotto quasi tutti gli aspetti, pur non risultando proprio inguardabile, ma che sicuramente sarà apprezzata per le numerose scene hot, da guardare assolutamente in versione uncensored, però. 5/10

Trama: Una giovane donna, incatenata in un seminterrato da un maniaco sessuale, tenta di scappare. Tuttavia, quando avrà la possibilità di ottenere la libertà, scoprirà una dura verità che la spingerà a capovolgere i piani del suo rapitore: non era l'unica ragazza rapita, ma ce ne sono delle altre, che lei, insieme al rapitore, cercherà di salvare dalla prigionia...

"Reversal - La fuga è solo l'inizio" è un film thriller/horror di José Manuel Cravioto, con Tina Ivlev, uscito nel 2015. Secondo lungometraggio per il regista messicano, dopo "El Màs Buscado" ('14), si tratta di un b-movie sulla vendetta, in cui i ruoli di vittima e carnefice si ribaltano continuamente. Particolare sin dall'inizio, con la sua scelta di mostrarci una storia già in atto, una ragazza già rapita da chissà quanto, che riesce a fuggire ma, come dice il titolo, la fuga sarà solo l'inizio. L'origine, però, non sarà l'unica omissione di una sceneggiatura che lascia fin troppo all'immaginazione dello spettatore, riempiendolo di interrogativi che, ahimé, non trovano alcuna risposta durante i 93' di durata. Minuti che, per carità, scorrono via veloci e non annoiano, regalando qualche brivido e parecchia violenza. Un applauso va sicuramente alla giovane Tina Ivlev, attrice russa classe '89 con parecchie comparsate in numerose serie tv, ma al suo primo ruolo da protagonista, che si dimostra capace di sostenere il ritmo per tutta la pellicola. Abbastanza buona anche la regia, che alterna sapientemente i numerosi flashback alla storia in corso. Ma, come già detto, il vero problema è una sceneggiatura che, ok, risulta anche originale non rivelando tutto subito come fanno molti altri film, però deluderà gran parte del pubblico, che resterà con le sue domande irrisolte. 6.5/10

Trama: Mavis e Jonny, sposati da un anno, hanno un figlio, Dennis, che ancora non ha mostrato alcun segno di essere un vampiro, come vorrebbe invece il nonno Dracula. Sentendosi trascurato, Jonny le propone un viaggio nella sua California, lasciando Dennis alle "amorevoli" cure del nonno, che -insieme agli amici mostri- farà di tutto per fargli uscire i dentini, prima dell'arrivo del bisnonno Vlad.

"Hotel Transylvania 2" è un film d'animazione di Dženndi Tartakovskij, prodotto dalla Sony Pictures Animation per la Columbia Pictures, e uscito nel 2015. Il primo film, sempre del regista di origini russe, qui al suo secondo lungometraggio, è stato un vero successo, grazie ad un riuscitissimo mix di personaggi carismatici ed umorismo mai banale. Le aspettative per il seguito, quindi, non potevano che essere altissime e mia morosa m'ha fatto una capa tanta per andare al cinema quasi al day one. Purtroppo, però, non era facile bissare il successo del primo film e, infatti, questo seguito non è proprio il massimo. Il tema principale è quello -ormai abusato- della diversità e della sua accettazione nella società in cui viviamo, con Dracula continuamente ossessionato dall'identità (vampiro o umano?) del suo nipotino Dennis (da lui soprannominato Denisovic). Il ritmo resta quello, piuttosto movimentato, a cui ci aveva abituati il primo, ricco di gag e situazioni assurde. Il problema, però, è che spesso quelle gag non sono poi così originali e gran parte dei dialoghi sono di una piattezza e una superficialità sbalorditiva (l'apice si tocca quando Drac chiama "Bluetooth" e si vede arrivare un dente blu). Anche tecnicamente siamo di fronte ad un bel film, ma che non regge certo il confronto con le tecniche più innovative di film quali "Big Hero 6", "Frozen" o "Inside Out". In definitiva, si tratta di un bel film d'animazione, che riuscirà a strappare qualche sorriso, ma mi sento di consigliare prevalentemente ad un pubblico MOLTO giovane (o di poche pretese). Chi cerca un capolavoro, di certo verrà deluso. 6+/10

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Trama: Los Angeles, California. La serie segue le vicende di una famiglia problematica composta da Travis, professore d'inglese divorziato, la sua compagna Madison Clark, consulente scolastica, sua figlia Alicia e il figlio tossicodipendente Nick, l'ex moglie Liza Ortiz e il figlio Christopher Manawa, durante un'epidemia zombie appena esplosa.

"Fear the Walking Dead" è una serie tv horror/drammatica creata da Robert Kirkman e Dave Erickson per la AMC. Si tratta di uno spin-off e di un prequel della serie televisiva "The Walking Dead", basata sul fumetto omonimo di Robert Kirkman, Tony Moore e Charlie Adlard. "Terribile, semplicemente orribile [...] brutta come il peggior episodio di The Walking Dead. Questo non va bene. Sono stato spiazzato dalla generosità con cui è stato accolta [...] Ho pensato che fosse quasi inguardabile", così dice Daniel Fienberg di HitFix, nonostante molti altri siano stati più positivi a riguardo. E devo dire che mi trova abbastanza d'accordo. La prima stagione della serie (a cui ne seguirà un'altra da 15 episodi nel 2016) è composta da 6 episodi, di una lentezza inimmaginabile e solo nell'ultimo le cose iniziano a smuoversi. I personaggi sono tanti, tra cui la tipica famiglia americana (divorziata, multi-etnica, un figlio con problemi di droga, ecc...) con cui magari è facile immedesimarsi, ma nessuno di questi è abbastanza carismatico e si finisce per desiderare presto che muoiano tutti. Regia piattissima e sceneggiatura, per ora, ancora molto tirchia di novità, atta giusto a presentarci i protagonisti e l'inizio dell'epidemia (che nella serie madre era già in atto). Nel cast, alcuni volti noti dei telefilm, tra cui Kim Dickens ("Deadwood", "House of Cards"), Cliff Curtis ("Trauma", "Missing", "Gang Related") e Alycia Jasmin Debnam-Carey ("The 100"). Se questo sarà il tenore della serie, c'è da dire che non se ne sentiva assolutamente bisogno, ma speriamo la seconda stagione risollevi un po' la qualità. 5/10

Nota: Il primo episodio della serie è stato visto da 10.1 milioni di spettatori, diventando la premiere più vista di sempre della televisione via cavo.

Trama: Quasi un anno dopo che suo figlio è scomparso durante una parata di Halloween a New York, Mike Cole è inspiegabilmente perseguitato da terrificanti visioni del piccolo e comincia a percepirne la presenza in modi spaventosi. Spinto ad agire, Mike si riunisce con l’ex moglie Kristen e insieme scoprono una serie di terrificanti indizi sulla scomparsa...

"Pay the Ghost" è un film horror/thriller di Uli Edel ("Body of Evidence - Il corpo del reato", "Tyson", "Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino"), con Nicolas Cage, Sarah Wayne Callies ("Prison Break", "The Walking Dead", "Into the Storm"), uscito nel 2015. "Pay the Ghost" è tratto da un racconto breve di tale Tim Lebbon, scrittore horror inglese, e si classifica come il tipico b-movie thriller paranormale. Non vi è nulla che innalzi le aspettative (se non il nome di Cage che, però, si sa essere ormai caduto nel baratro dei film dtv, per pagarsi le bollette), quindi non posso dire di essere rimasto fortemente deluso. E' proprio quel genere di film che si guarda quando non si ha nulla di meglio da fare, fuori piove e si ha voglia soltanto di passare un'oretta e mezza davanti alla tv. La sceneggiatura è poca cosa (un figlio sparito, un padre in colpa che si strugge nella sua ricerca, uno spirito assetato di vendetta), la recitazione è passabile, gli effetti mediocri, ma ciò che davvero delude è un finale frettoloso e completamente dimenticabile. Non fosse per quello, il film si porterebbe anche a casa la pagnotta. 5/10