Creato da natadinuovo il 08/03/2006

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« LE PERVERSIONI SESSUALI...ADDIO NONNA... »

L'EUTANASIA

Post n°106 pubblicato il 27 Novembre 2007 da natadinuovo

CIAO A TUTTI

L'EUTANASIA E' UN TEMA SUL QUALE ULTIMAMENTE SPESSO MI SONO DOVUTA IMBATTERE. NON HO ANCORA UN' IDEA CHIARA A RIGUARDO. OGGI PER CASO HO TROVATO, SUL BLOG DI UN RAGAZZO, QUANTO SEGUE:

“EXIT ITALIA
Associazione Italiana per il diritto ad una Morte Dignitosa”
Mi chiedo, come si fa a chiamare morte dignitosa il suicidio? La vera morte dignitosa é combattere fino in fondo, fino all’ultimo respiro, non arrendersi davanti alle malattie. Suicidarsi significa essere deboli, incapaci di affrontare la vita nelle prove più difficili, suicidarsi significa non amarsi, non amare la vita, quel bellissimo dono che ci é stato donato e proprio perché ci é stato donato dobbiamo amarlo fino in fondo, ringraziare ogni giorno.
Suicidarsi, dire basta non é una morte dignitosa, semmai é mancanza di DIGNITÀ!Voglio portare la testimonianza di una persona che conosco personalmente. Questa persona é anziana, ha 86 anni, é malata di cancro al pancreas con metastasi in tutto il corpo. È in fase terminale, é consapevole che la fiamma della sua vita fra poco si spegnerà, ma lui continua a lottare ogni giorno, perché ogni giorno anche se vissuto nella sofferenza é una gioia, ogni giorno é un dono. Questa persona ha fede e seppur nella malattia, si reputa un uomo fortunatissimo, perché ha la possibilità di prepararsi nel migliore dei modi all’incontro per eccellenza, l’incontro dell’eternità.

CERTAMENTE QUESTA TESTIMONIANZA E' MOLTO BELLA, COMPRESO QUESTO "INNO ALLA VITA" ANCHE IO TEMPO FA SONO RIMASTA MOLTO IMPRESSIONATA DA UN RAGAZZO DI 17 ANNI CHE, SENZA BRACCIA E SENZA GAMBE, RINGRAZIAVA IL SIGNORE PER QUANTO SI SENTIVA FORTUNATO. QUESTE PERSONE SONO RAGGI DI LUCE. MA DA UN LATO NON RIESCO, NON RIESCO A CONDANNARE CHI NON E' ABBASTANZA FORTE DA REAGIRE COSI'. COME PUO' UNA PERSONA SANA COME ME GIUDICARE LO SCONFORTO DI QUALCUNO CHE, COME WELBY, E' RIMASTO COMPLETAMENTE PARALITICO? COME SI FA A NON DARGLI COMPRENSIONE? PERO' E' ANCHE VERO CHE INDURRE LA MORTE A QUALCUNO CHE LA RICHIEDE LA SENTO PUR SEMPRE COME UNA COSA NEGATIVA. E' CONTRONATURA. CI SI METTEREBBE DAVANTI A DIO.

E VOI CHE NE PENSATE?

PER FAVORE RISPETTATE LE IDEE DI TUTTI.

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Commenti al Post:
ilpungolo07
ilpungolo07 il 27/11/07 alle 18:59 via WEB
nata io rispetto le opinioni di tutti, ma non vorrei che x essere tolleranti vs. i pensieri degli altri si calpestino i principi di Dio. tutti dobbiamo essere sensibili alle sofferenze, ma questo non ci autorizza a sostituirci al Creatore della vita. Egli solo può darla ed Egli solo la deve togliere, a prescindere dalle circostanze. Un saluto fraterno.
 
Vincy58
Vincy58 il 27/11/07 alle 19:19 via WEB
Per quanto mi riguarda senza pensarci un istante dico subito che sono contrario all'eutanasia. Accettarla o praticarla significa sostituirsi al Signore negli affari tra il malato e Dio stesso. Se Dio ci ha dato la vita, Lui ha lo stesso diritto di togliercela. Siamo alle solite, l'uomo vuole sempre mettersi al posto di Dio decidendo il da farsi sulle questioni delicati come la vita e la morte. E' sempre l'uomo che si erge a giudice al posto di Dio.
 
 
SUPERLIGHT0
SUPERLIGHT0 il 28/11/07 alle 09:18 via WEB
La prima volta che sono totalmente d'accordo con Vincy58
 
   
Vincy58
Vincy58 il 29/11/07 alle 00:19 via WEB
Super... non mi conosci ancora, sapessi quante cose ho imparato stando ai piedi del Signore, insegnamenti che si ricevono solo per rivelazione da parte Sua. Comunque mi fa piacere che sei d'accordo, grazie.
 
     
SUPERLIGHT0
SUPERLIGHT0 il 29/11/07 alle 08:48 via WEB
"rivelazione", su questo termine si potrebbero scrivere libri, eppure l'uomo non conosce Dio perchè non accoglie la Sua rivelazione. Sta a te farti conoscere.
 
     
Vincy58
Vincy58 il 29/11/07 alle 17:54 via WEB
Dipende dall'uomo. Io invece la rivelazione l'accolgo. Io non ho problemi a farmi conoscere, ci sono i miei scritti passati e recenti, leggili nel forum e blog.
 
kiara540
kiara540 il 27/11/07 alle 22:58 via WEB
ciao ,mi presento grazie di essere passata nel mio blog ,,,anch'io sono contraria autanasia,,,,Finche c'è vita c'è speranza----buona notte kiara
 
 
natadinuovo
natadinuovo il 13/12/07 alle 10:28 via WEB
grazie a te per aver commentata
 
ociatt0
ociatt0 il 28/11/07 alle 19:32 via WEB
il valore della vita non è legato all'utilità che essa possiede agli occhi della società. procurare la morte "PER COMPASSIONE", troppo spesso, maschera motivi egoistici. argomento troppo profondo ci sarebbe da dire veramente tanto. un abbraccio fraterno
 
 
natadinuovo
natadinuovo il 13/12/07 alle 10:30 via WEB
ciao ociatto. ovviamente escludo i casi di quel tipo a prescindere. qui si parla di cose fatte in buona fede...
 
stella112
stella112 il 28/11/07 alle 22:33 via WEB
Personalmente penso che la vita sia un dono prezioso per la quale bisogna lottare ogni istante, ma c'è un ma. Ho visto persone morire dopo atroci sofferenze che non smettevano nemmeno per un secondo, dolori che nemmeno con la morfina introdotta attraverso un catetere direttamente nella spina dorsale 24 ore su 24 serviva ad alleviare le sofferenze. Questa persona pregava perchè la sua vita finisse al più presto perchè non ce la faceva più, sperava che la morte arrivasse il prima possibile. Io non mi sento di giudicare queste persone perchè dicono basta pensando che la loro non é una morte dignitosa, semmai é mancanza di DIGNITÀ. Certe situazione bisogna provarle, viverle per capirle. Se una persona chiede si essere aiutata a morire per ottimi motivi, penso che sia una scelta che debba poter fare.
 
 
natadinuovo
natadinuovo il 13/12/07 alle 10:26 via WEB
Certamente non bisogna mai giudicare nessuno. Ma non vedo la dignità come la vedi tu. Dal mio punto di vista essa dipende solo da sè stessi. Cioè dal modo in cui si prendono le cose della vita. Una malattia non ti toglie necessariamente la dignità. Dipende da come la ricevi e da come reagisci. Una persona che non si lascia sommergere dalla disperazione, quello si che è un esempio di dignità. L'affrontare la vita a testa alta, continuando a sorriderle anche quando lei sembra averti voltato le spalle. Per me questa è dignità. E' una cosa che, se vuoi, nemmeno la malattia e la morte possono portartela via. Ma non tutti sono abbastanza forti. Dall'altra parte, ci sono persone che pur nella fortuna della salute, pur avendo una famiglia sana, regalano la propria dignità al primo che passa.
 
SUPERLIGHT0
SUPERLIGHT0 il 30/11/07 alle 08:21 via WEB
ELISA NATADINUOVO, VINCY58 TI HA RISPOSTO NEL MIO BLOG, HA FINALMENTE DIMOSTRATO DISPONIBILITA' AL DIALOGO CON NOI CATTOLICI, PRENDI ESEMPIO DALLA SUA MITEZZA, CIAO
 
SUPERLIGHT0
SUPERLIGHT0 il 30/11/07 alle 16:30 via WEB
TI HO RISPOSTO DA ME
 
luloca
luloca il 03/12/07 alle 15:52 via WEB
Non so tu che esperienza hai della vita, ma io ne ho almeno due molto dolorose. Penso che la vita non è sempre degna di essere vissuta, soprattutto perchè oggi spesso si va molto oltre a quella che è la realtà naturale. A causa dell'accanimento terapeudico si è capaci di prolungare l'agonia per un tempo interminabile. Alla vita ad ogni costo penso sia preferibile la dignità della morte. Ad ogni modo, penso che bisognerebbe poter decidere autonomamente di fronte alla propria vita. Se uno è religioso, può trovare un significato alla vana sofferenza, lo spero per lui. Ma se uno non è religioso, dovrebbe poter decidere secondo le proprie convinzioni. Condannare ad una vana ed inconcludente sofferenza un "non credente", in nome di qualcosa in cui non crede, mi sembra un'azione cinica e crudele.
 
 
natadinuovo
natadinuovo il 03/12/07 alle 16:32 via WEB
Sono d'accordo con te, anche se la dignità di una persona non credo dipenda necessariamente dal livello di indipendenza che possiede. Questo è un argomento delicato, mi trovo tanto da una parte quanto dall'altra. E' sbagliato togliere la vita ma può essere sbagliato anche mantenerla con un macchinario artificiale. Bisogna capire quanto c'entra Dio in una vita che ha bisogno di una macchina per essere mantenuta. E' vero che senza Dio la persona non vivrebbe nemmeno con la macchina. Ma è anche vero che Dio non dovrebbe aver bisogno di una macchina se volesse mantenere in vita una persona. Ultimamente ho anche letto di casi di risveglio da un coma durato 20 anni. Non so proprio da che parte stare. E in ogni caso anche ipotizzare una legge a riguardo dev'essere molto difficile. Ci sono un sacco di fattori da valutare, oltre ad eventuali "controindicazioni"...
 
   
luloca
luloca il 03/12/07 alle 16:51 via WEB
penso sarebbe meglio mettere tutto nelle libertà individuali. Io non accetterei mai di vivere ad ogni costo. Non so se ricordi del caso Welby: lui desiderava solo riappropriari della sua realtà naturale, che non era quella di essere attaccato ad un polmone artificiale. La morte è un fenomeno naturale. Fin quando le cure servono a guarire sono d'accordo, ma se le cure si limitano solo a ritardare la morte, no. Questa eventualità mi sembra in antitesi al senso della vita, che alla fine trova un suo significato anche nella morte. A volte la sofferenza delle persone è così grande, che condannare questa gente a vivere contro la loro volontà assume una crudeltà inaudita.
 
ilpungolo07
ilpungolo07 il 03/12/07 alle 23:49 via WEB
Nata nemmeno il tempo di fare spazio che ho trovato ancora pieno!
 
diogene51
diogene51 il 10/12/07 alle 19:29 via WEB
Ciao, Rinata, i temi morali mi affascinano, come vedi... io concordo con Luloca: ci deve essere il rispetto della libertà altrui come valore fondamentale, quando si tratta di sé stessi. Inoltre noi abbiamo sotto gli occhi i casi eclatanti, che vengono alla ribalta dei media, come quello di Welby, mentre nella realtà la cosiddetta eutanasia (che eutanasia non è) viene tranquillamente praticata nelle case, dove, come è noto, i pazienti terminali vengono assistiti. Se il paziente dice di non volere più medicine, vien lasciato morire; se non vuol mangiare ( o non può per la nausea), non mangia e muore d'inedia. Spesso nella fase terminale vengono dati solo antidolorifici, anticonvulsivanti per certi tumori, ecc. Non antitumorali che richiedono in genere il ricovero in ospedale. Invece quando si parla di queste cose si vien fuori con discorsi assurdi, quasi che la scelta tra vita e morte sia un interruttore da premere o meno. Io ho l’impressione che chi con tanto vigore sostiene il valore della vita nella malattia mortale tenda a identificarsi solo esteriormente con il malato senza identificarsi anche con la malattia …si pensa mai alla sofferenza che deriva dal fatto di sentirsi condannato senza alcuna speranza?
 
 
natadinuovo
natadinuovo il 13/12/07 alle 10:16 via WEB
Carino “Rinata”…sai diogene io continuo ad essere insicura su questo argomento. In effetti da un lato, come dite tu e luloca, ci dev’essere il SACROSANTO (aggiungerei) rispetto della libertà altrui. Soprattutto quando si tratta di una persona che, evidentemente, se arriva a desiderare la morte, significa che le sue sofferenze sono insopportabili. Dall’altro, però, non posso non pensare anche a come potrebbe sentirsi un medico che viene incaricato del compito di staccare le eventuali macchine che lo tengono in vita, o di somministrare al paziente un’iniezione letale. Perché dici che è un discorso assurdo? C’è poi da aggiungere che una persona che arriva a desiderare la morte, in certi casi, può essere anche comprensibile, umanamente, ma per una persona che ama la vita e l’umanità, è difficile dire ad un’altra “Vuoi morire? Beh ti capisco, aspetta che ti chiamo il medico così ti aiuta” Cioè, un conto è se la volontà di morire nasce da un dolore fisico insopportabile. Così forse lo accetto di più. Ma il desiderio di morire può nascere anche da una sensazione di sconfitta, di inutilità, da un vuoto, da una mancanza di senso. In tal caso è molto diverso. Perché questi sono solo modi negativi di vedere un qualcosa che negativo non è. A queste persone potrebbe bastare magari un po di compagnia, un po di amore, ma soprattutto tanto incoraggiamento e tanta positività. Non dimenticherò mai un ragazzo di 17 anni che, senza gambe e senza braccia, ringraziava Dio e diceva di essere fortunato, perché aveva tante persone intorno che lo aiutavano e gli volevano bene. Mi ha toccata moltissimo. Non lo dimenticherò mai.
 
   
diogene51
diogene51 il 13/12/07 alle 14:29 via WEB
Quanto meno appoggio il diritto di chi chiede che siano staccate le macchine; il che vale anche per chi ha lasciato un'indicazione di farlo e si trova in coma irreversibile da un certo tempo; si può discutere sul diritto di una terza persona che interpreta i desideri della persona in coma, come per esempio il genitore della persona; penso che il tutto vada regolarizzato con una legge. Quanto al medico che stacca la spina, beh, se nel diritto è entrata la norma che gli impone di farlo, lo farebbe, salvo obiezione di coscienza (anch'essa da regolamentare in qualche modo, perché può nascondere anche desideri meno nobili). Sul discorso dell'eutanasia attiva (iniezione letale in certi casi) ammetto che ci possono essere più perplessità. Forse se il paziente lo vuole dovrebbe essere messo in condizione, in modo che sia lui a sancire l'atto finale, ma è caritatevole lasciarlo solo in tale atto?
 
     
natadinuovo
natadinuovo il 13/12/07 alle 20:07 via WEB
No, non si deve ascoltare la volontà di terzi. ma secondo me staccare una macchina o fare una siringa è la stessa cosa.
 
roby2012
roby2012 il 28/01/08 alle 22:49 via WEB
Tutti danno un'interpretazione secondo il metro di come la pensiamo noi. Ma noi sappiamo veramente come la pensa Dio? Siamo consci di affermare di sapere come Dio vede l'eutanasia o l'aborto? Quindi, in un certo senso, ci ergiamo a giudici in nome di Dio. Lasciate che siano altri a voler interpretare e anteporsi ai Voleri di Dio. Aprite il cuore. Aprite il cuore davanti a chi soffre pene fisiche insopportabili: non è questione di dignità, ma di cuore. Chi ha staccato l'interruttore della macchina e ha così scelto di sospendere una vita così traumatica, non lo ha fatto per interesse ma per amore. E Dio è Amore. Così chi ha scelto di abortire a seguito di una violenza sessuale subita è da condannare? Forse ci mettiamo ben poco nei panni di chi soffre dolori inimmaginabili o subisce violenze che segnano tutta la loro vita. Volete mettervi nei panni di Dio e ragionare... ma accorgetevi una buona volta che il vostro ragionamento è soltanto umano. Dio è imprescindibile davanti a qualsiasi cosa. Aprite il cuore all'Amore di Dio che tutto vede, tutto sa, tutto perdona.
 
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