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Un blog creato da nick60libri il 18/05/2008

Nicola D'Agostino

a che servono le parole ?

 
 

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« IL DA-DA-DAANCORA LE "MALEDETTE COSE" »

PER SORRIDERE UN PO'

Post n°14 pubblicato il 05 Agosto 2008 da nick60libri
 

 

Fratelli carissimi. Mio padre, ovviamente, aveva il mio stesso cognome (D'Agostino) ed insegnava matematica e fisica. Sull'elenco telefonico, quindi, appariva: Prof. D'Agostino.

A Bari, coincidenza, esercitava la propria attività di cardiologo il Prof. D'Agostino, molto rinomato. Capitò, un giorno di Maggio di molti anni fa, che a casa mia giungesse la telefonata della Sig.ra.....(non mi ricordo più) e che rispondesse mio padre, il quale aveva un alunno nella sua classe che portava proprio il cognome della Signora. Questo il tenore della telefonata, più o meno.

  • Buonasera, sono la Sig.ra...........

  • Ah, Buonasera, Signora, e io proprio con lei volevo parlare...

  • Si? Allora ci sono novità per mio figlio?

  • E chiamiamole novità!

  • In che senso, professore?

  • Nel senso che stiamo andando di male in peggio!

  • Ma Professore, lei l'ultima volta mi ha detto che c'erano ottime speranze...

  • Signora, io quella volta le ho solo detto che se fossimo riusciti a vedere una qualche ripresa da parte di suo figlio gli avrei dato volentieri una mano. Ma ormai, adesso....

  • Professore, lei mi sta facendo sentire male!

  • E che esagerazione!

    La telefonata andrò avanti ancora per un pezzo, tra i pianti e singhiozzi della povera donna, fino a quando lei, con la voce strozzata, domandò:

  • Professore, allora me lo dica sino in fondo: mio figlio ce la farà o no? 

  • Cosa vuole che le dica, Signora, per Giugno certamente no; per Settembre, forse si....

    Solo a quel punto la Signora e mio padre si resero conto ell'equivoco e, dopo i primi momenti di incredulità, esplosero in una risata la cui eco ancora odo ogni volta che rimetto piede in casa di mia madre.

    Fratelli, dalla vita si traggono spunti di amarezza e di gioia che nessun romanziere sarebbe in grado di inventare (a parte me, naturalmente). Buone ferie a tutti. N.D.

 
 
 
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L'INCIPIT DI BACIAMI ANCORA

 

Nonostante la minaccia di un imminente temporale, alle sette del mattino i primi ambulanti, mestamente, collocavano le loro mercanzie lungo il Viale dei Fori Imperiali. Era Novembre e faceva freddo. Athor era giunto da poco a Roma a bordo del suo vecchio ma ben tenuto furgone westfalia rosso, allestito come un mini camper. Lo parcheggiò alla meno peggio nei pressi della Domus Aurea. Tentò di avviare la piccola stufa a gas, sfregandosi le mani, ma l'aggeggio stentò a partire. Provò ancora mentre intonava:

 

Nei cieli bigi vedo fumar dai mille comignoli

Parigi, e penso a quel poltrone di un vecchio

caminetto ingannatore,

che vive in ozio come un gran signore.

 

Proveniva da Sorrento. Le prime ore della notte le aveva trascorse guidando. In autostrada si era fermato un paio di volte presso gli autogrill a bere caffè per restare sveglio. Per esibirsi preferiva giungere sul posto con molto anticipo, così da avere il tempo per il disbrigo delle formalità e riposarsi prima di lavorare. Gli piaceva viaggiare di notte. A notte fonda, quando accedeva nei punti di ristoro delle stazioni di servizio più piccole, un po' stordito dalla musica e dalle vibrazioni della vettura, viveva come in un sogno l'atmosfera piatta che aleggiava nei bar quasi deserti dove i clienti consumavano piano, in silenzio, le loro bevande. Si sentiva come un personaggio del quadro di Edward Hopper più noto: Nighthawaks.

Restò nel camper circa una mezz'ora. Poi scese e raggiunse il Viale. - Qui potrebbe andare bene. - si disse strisciando il piede sulle basole per liberare la zona che aveva scelto dalle cicche.

La presenza del Colosseo garantiva un via vai sufficiente di turisti e la muraglia ad una trentina di metri dinanzi a sé avrebbe consentito un effetto acustico accettabile. Lo spazio era ampio abbastanza per farvi sostare chiunque avesse voluto farlo. Quel posto era proprio l'ideale per ciò che doveva fare Athor.

 

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