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« Esercizi di stileAltri esercizi di stile »

Esercizi di stile... e altro!

Post n°4 pubblicato il 21 Maggio 2012 da monigraf
 

Di seguito alcuni esercizi  di Ivan Genesio

  1. Le dieci parole random:

accusato, poeta, ciclo, fondersi, mescolato, cavo, sostituzione, intento, difendere, bambino

 

C’era un  bambino, un poeta da difendere. In un passato ancora recente fu troppo spesso accusato di non servire a nulla: la società non vedeva l’ora di vederlo crescere con l’intento di mandarlo a lavorare, di farlo procreare, di fargli cercare moglie o marito, e così alla poesia poco alla volta veniva mescolato il sapore cavo dell’abbattimento e della disforia. Nell’era dell’Acquario questo lungo ciclo è terminato, sta avvenendo una sostituzione: da essere inutile a poeta che può curare per via della sua purezza. La sua poesia potrà aiutare il fondersi delle razze.

2012: quel bambino ora è qui.

 

 

Focalizzazione:

  1. C’è una rissa ed io sono quello che scappa:

L’altra sera c’è stata una rissa.

Si era verificata una situazione in cui regnavano incomprensione e caos.

Sono subito fuggito via, lontano da quella manifestazione di insana follia.

Ora mi rendo conto che, dandomela a gambe, provavo disagio, forse avrei dovuto alzare la voce o comunque comportarmi diversamente. Non ho trovato la forza per agire, il sangue mi si è gelato nelle vene e l’unica cosa che sono riuscito a fare è mettermi a correre. Ho avuto paura: mi intimorisce l’irrazionalità combinata alla violenza.

Oggi, a qualche giorno di distanza dall’accaduto, non sapendo come sia andata a finire, spero che qualcuno abbia imparato qualcosa da quell’esperienza.

Già…e io che cosa ho imparato?

Se mai mi troverò in una situazione simile, so che quella potrà essere una prova per me e che con volontà potrei vincere la paura, con la prudenza potrei mettermi da parte e chiamare i soccorsi, ed infine, anziché fuggire, al sicuro, potrei mettermi a pregare.

 

 

  1. Descrivo un fatto come se lo scrivesse un autore:

Fatto: un uomo in una giornata molto fredda va a vedere una camera da prendere in affitto. Arriva in scooter. Una signora, la padrona lo accoglie e lo guida nella casa. La camera è in condizioni pessime. La cucina altrettanto. L’uomo se ne va sapendo che non andrà mai ad abitare lì.

 

 

WU Cheng:

Faceva freddo come mai da molte lune. Lo testimoniano i versi:

 

“ Giù per la temperatura

le menti si riposano.

i richiami si fanno fragili

le voci cadono a terra

anch’esse immobili ,

di ghiaccio.

Se attraversi il freddo

puoi trovare pace?

Di qua! Non fuggire all’inverno

e  fallo alleato!”

 

Lui, un poco sperduto, si rifugiò dal gelo, mollando il suo scooter. Arrivò puntuale in quella dimora.  Suonò e disse:

- Sono qui per la camera in affitto.

<> pensò.

- Per di qua signore, venga

In un sol sguardo la casa gli apparve a dir poco tetra:

 

“Fango in ingresso

Indumenti sporchi in entrata

Brutture in bella vista.

Dalla cucina una nube porpora:

cibo per mostriciattoli

che accoglienti non sono.

Dove vorrò andare?

Lontano di qui, ma dove?

Al freddo! Fuori, via di qui!”

 

- Non si spaventi per il disordine, tutto sarà sistemato entro domani.

- Va bene, grazie. Credo di aver visto tutto.

 

L’uomo salutò e si rifugiò al freddo. Ancora non era tempo: la camera non era lei e… se poi volete sentire il seguito, non vi resta che immaginarlo: la storia finisce qui.

 

 

Baricco:

Freddo, freddo, un grande freddo. Un fuoco di ghiaccio divora tutto ciò che incontra, il vento può tagliare le mani. Stop.

Due ruote di fermano di fronte ad una casa che oggi, più che mai, appare un castello di ghiaccio. L’uomo, sceso dallo scooter, togliendosi un guanto, porta la sua mano curva verso il campanello. Sembra cercare l’impossibile, ma deve solo premere.

Driin. Si rimette il guanto.

- Sono qui per vedere la camera.

La porta si apre, innanzi a lui una signora in tuta si affaccia e fa cenno di entrare. Il freddo dentro la casa appare ancora più presente, e ti scruta e ti interroga come un ispettore d’esame poco indulgente.

“Ma dove sono finito?” pensa l’uomo, mentre i suoi pensieri iniziano ad oscillare su e giù raggiungendo prima della sua vista ogni anfratto della casa. Raggiungono la cucina… un perfetto connubio di orrore e odore. Inutile dire quanto sia sgradevole. Poi… la camera: una lezione di caos.

- Domani sarà tutto a posto, non si preoccupi per il disordine

La signora non prova vergogna per ciò che offre in affitto. Quel buio gelido non sembra impensierirla.

- Per ora va bene, grazie.

L’uomo saluta, esce, ha bisogno di respirare.

È la vita. Incontri precisi che non lasciano traccia, vite parallele che per un attimo si dimenticano la loro direzione e si incontrano. E fuori fa freddo.

 

 

 

Hemingway:

E’ il grande freddo, quello del nord della Siberia, l’impero del gelo. Sapete, anche a Firenze può arrivare. E fu proprio in quelle condizioni che un uomo in cerca di stanza da affittare si portava avanti con la sua motocicletta. In quei giorni, bisognerebbe stare a casa al caldo, seduti dinnanzi al camino, con, perché no, una bella e calda bottiglia da compagnia. Ma quando le esigenze primarie chiamano, e la casa è quello che è per noi una base, un fondamento del vivere, allora anche le regole possono essere stravolte.

Ecco che suona il campanello:

- Sono venuto a vedere la camera – disse l’uomo saltellando per non gelare

- Venga, mi segua. – rispose la proprietaria con tono molto distaccato… chissà quanti ne aveva visti prima di allora, persone sole, in cerca di giaciglio.

Salirono insieme nell’abitacolo. Davvero un gran puzzo usciva da quella cucina immonda. Resti di cibarie, bottiglie di birra, gin, odori che entravano diretti nelle radici dell’uomo poco avvezzo all’alcool.

- Vorrei vedere la camera - disse

Nella camera ogni sorta di roba sembrava essere stata collocata ovunque. Strabordava, addirittura pezzi di vestito uscivano di lì per arrivare fino al corridoio. Chi era passato di li? Una bestia inferocita che con il muso aveva preso a sberle tutto ciò che incontrava?

Certo una buona luce entrava dalla finestra, ma…

- Non si spaventi per il disordine. Domani verrà rimosso tutto.

- Sì, certo, immagino.

Silenzio. A volte le parole hanno meno peso del vuoto. L’uomo si ritirò, da quando era entrato aveva capito che non era cosa per lui.

- Per me va bene, signora. Grazie.

Il cancello si chiuse alle sue spalle. Egli non si voltò indietro ed un pensiero lo attraversò come un fulmine: “se mai rivedrò quella signora, sarà al mercato qui vicino, non certo in quella casa.”

Il motorino partì dopo aver preso diversi calci di avvio. Poi l’uomo e la motocicletta  andarono incontro al freddo .

 

 

 
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