Creato da riskio.zero il 09/11/2010

NOI PER VOI

MUOVERSI NELLA NOTTE E' FACILE PER CHI E' STATO SCELTO, ADDESTRATO E ABITUATO A DARE LA PROPRIA VITA PER SALVARE QUELLA DEGLI ALTRI, I N.O.C.S SONO "ANGELI" O "FANTASMI" CHE TI CAMMINANO ACCANTO E TI PROTEGGONO SENZA FARE RUMORE. LA TUA VITA E' NELLE LORO MANI. CHIEDIAMO SOLO RISPETTO IN CAMBIO DI RISCHIO ZERO.

 

 

questo è cio' che facciamo nel silenzio

Post n°6 pubblicato il 23 Novembre 2010 da riskio.zero
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guarda e lascia il commento che pensi realmente

Post n°5 pubblicato il 11 Novembre 2010 da riskio.zero
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QUANTI SE LO SONO RICORDATO ?

Post n°4 pubblicato il 11 Novembre 2010 da riskio.zero

Ho conosciuto i Nocs e mi sono riconciliato con l'umanità». Non c'è sicuramente miglior dedica agli uomini del Nucleo operativo centrale di sicurezza della Polizia di Stato. Le parole sono state pronunciate da Dante Belardinelli, l'imprenditore fiorentino liberato dopo oltre due mesi di prigionia dai poliziotti «invisibili».

Belardinelli è solo uno dei tanti che devono la libertà e la vita a questi ragazzoni, silenziosi e severi quando sono in azione, scanzonati e gioviali quando sono liberi dal servizio. Vite clandestine di agenti che scelgono la specialità più difficile, rischiosa e soprattutto che li costringe a mettere da parte il loro privato. Uomini con famiglia a mezzo servizio. «Moglie e figli sono arruolati come noi», scherza uno di loro a spiegare come prima viene il Nucleo poi tutto il resto. Senza retorica e con qualche amarezza perchè i tanti sacrifici e la loro alta professionalità invidiata e stimata dai corpi speciali di tante altre nazioni in testa gli Yamam israeliani, non riceve il dovuto riconoscimento economico al pari dei corpi speciali delle altre forze dell'ordine.

Un cruccio e un impegno che il capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli ha preso sulle sue spalle come un problema di primaria importanza. Ma oggi non c'è posto per l'amarezza, il Nocs festeggia i suoi trent'anni. Sei lustri durante i quali, in silenzio e spesso senza apparire, come il loro motto: «silenziosi come la notte», hanno catturato 237 criminali, di cui 39 sequestratori liberando numerosi ostaggi. Glorioso il palmares del Nocs: una medaglia d'oro alla memoria di Samuele Donatoni, ucciso durante un'operazione anti sequestro; 26 medaglie d'argento, 12 da parte del congresso degli Stati Uniti per la liberazione del generale Dozier, 5 medaglie di bronzo. E ancora 53 promozioni per meriti speciali.


Il Nocs prende vita dopo un tirocinio burocratico nella primavera del 1978. L'Italia è nel pieno degli Anni di piombo, il terrorismo di matrice palestinese ha messo a segno gravi attentati sul nostro territorio e così nasce l'esigenza di dotarsi di un reparto di alta specializzazione al pari delle teste di cuoio delle altre polizie europee. Il Nucleo diventò subito un gruppo d'élite. Addestramento duro ma soprattutto uno spirito di corpo che cementa il reparto e lo fa muovere come un uomo solo. Non passa molto tempo quando il Nocs esce allo scoperto e coglie il suo primo successo.

È l'inverno del 1981 e le Brigate Rosse dopo il sequestro Moro mettono a segno un altro colpo grosso: rapiscono a Verona il generale americano James Lee Dozier. L'allora capo dell'anti terrorismo Umberto Improta attiva subito il Nucleo ma la soluzione è lontana. In quei giorni Improta e i poliziotti del Nocs fanno irruzione in decine di case. Non mancano episodi quasi tragicomici come quella volta che seminano il panico in un residence pieno di prostitute e trasformato in un bordello.


Poi grazie alla cattura di un fiancheggiatore le indagini prendono il giusto verso. L'uomo indica la prigione di Dozier: via Pindemonte 2 al secondo piano a Padova. Maurizio Genolini, indimenticato e indimenticabile primo comandante del Nocs si prepara al blitz. Alle undici del mattino gli uomini in blu, ma alcuni sono in borghese sfondano la porta dell'appartamento. Il brigatista Antonio Savasta è in mutande e finisce faccia sul pavimento «Continuava a gridare "Vi dico tutto.

Non fatemi male"», ricorda uno del Nocs. In fondo all'appartamento Emilia Libera e Cesare Di Leonardo si arrendono senza opporre resistenza. La liberazione vera e propria del generale però si fa complicata. Un brigatista puntava la pistola alla testa del prigioniero. Un attimo e i due poliziotti del Nocs lo disarmano e liberano Dozier. Ma questi non è convinto che siano poliziotti così scalcia e tenta di liberarsi. I liberatori presero di peso il generale e ancora scalzo lo portarono in questura.


Il terrorismo sfuma la sua stagione di sangue e il Nocs scende sempre più spesso in campo nella lotta ai sequestri persona e alla criminalità organizzata. Pronti a muoversi in due ore, tutti operativi in 24 ore, gli uomini in blu diventano uno strumento determinante in molte operazioni di polizia. I Nocs tornano alla ribalta nell'agosto del 1987 quando Mario Tuti si mette a capo di una rivolta nel carcere di Porta Azzurro.

I Nocs, appostati sul tetto del carcere, per giorni sorveglieranno le mosse dei rivoltosi, pronti a fare irruzione. Era consuetudine incontrarli, con le loro tute blu e il mefisto (il passamontagna ndr) al bar del porto dove soprattutto all'alba facevano il pieno con bombe alla crema appena sfornate. Un cedimento alla gola prima di tornare a sdraiarsi sulle scomode tegole del tetto del penitenziario. Il loro intervento fu solo di copertura. Mario Tuti si arrese e loro recuperarono gli ostaggi.


Quelli erano anni di sequestri di persona: un crimine che non risparmiava neppure i bambini. Al Nocs devono la loro libertà Augusto De Megni, rapito in Umbria e liberato a Volterra e il piccolo Farouk Kassam sequestrato in Sardegna. L'operazione più spettacolare fu però la liberazione di Dante Belardinelli sulle montagne della Maremma in una zona impervia dove una squadra del Nocs si calò dall'elicottero. Un'altra squadra con i funzionari della squadra mobile di Roma, tra loro Nicola Cavaliere e Rodolfo Ronconi, si avvicinò da terra.

L'imprenditore fiorentino fu talmente grato ai suoi liberatori che li ringraziò definendoli «Uomini d'acciaio». Durante le fasi del sequestro i Nocs furono protagonisti di un violento conflitto a fuoco sulla bretella austostradale Fiano-San Cesareo. Il sovrintendente Augusto Silvestro rimase gravemente ferito. Per mesi tra la vita e la morte. Fu operato più volte all'estero sempre seguito dai suoi colleghi e oggi, quel giovane ormai uomo è tornato come istruttore al Nucleo. Con l'orgoglio e la passione di sempre.


Ancora blitz per liberare ostaggi e catturare latitanti. E non mancano crisi internazionali. Un notte dell'agosto 1992 scatta l'allarme per un dirottamento aereo. Un Boeing della Ethiopian Airlines atterra a Ciampino. Sono le due di notte del 30 agosto. Trascorre mezz'ora ed arriva il capo della Polizia dell'epoca, Vincenzo Parisi. A ruota ecco i fuoristrada con i vetri oscurati del Nocs. Inguainati nelle tute blu scendono le teste di cuoio. Come sempre il comandante è con loro. In prima linea con i suoi ragazzi.

Fu un'azione esemplare, senza sparare un colpo. I quattro dirottatori appena li videro apparire come dal nulla dentro il velivolo lasciarono in terra pistole e bombe a mano.
Il mondo sembrò crollare addosso al Nucleo la sera del 17 ottobre 1997. Durante il sequestro Soffiantini i magistrati bresciani ordinarono alla polizia di organizzare un blitz per catturare i sequestratori. E così entrò in azione il Nocs, L'ispettore Samuele Donatoni si sostituì all'emissario della famiglia ma il blitz venne scoperto dai sequestratori che iniziarono a sparare contro gli agenti. A Riofreddo, a 40 km da Roma, nel conflitto a fuoco, Donatoni venne colpito ed ucciso.

Due giorni dopo quattro membri della banda vennero catturati dal Nocs sull'autostrada Roma-L'Aquila. Fu un operazione drammatica. Il nucleo intercettò l'auto dei banditi e la bloccò in un tunnel dell'autostrada usando bombe flash e rispondendo la fuoco dei criminali. Un inferno di luce e spari. Da lì a qualche giorno, grazie a questi arresti, Soffiantini tornò libero. Ultima in ordine di tempo la cattura di Osman Hussain, il terrorista islamico che faceva parte delal cellula che colpì Londra nel luglio 2005. «Sfondammo la porta con il cuore in gola - racconta il comandante Paolo Groppuzzo - c'era il rischio che poteva farsi esplodere invece lo trovammo genuflesso che pregava».


Oltre diecimila missioni all'attivo, tutte al limite. Ma il Nocs si occupa ormai da tempo anche della protezione di personalità istituzionali ad alto rischio. Senza la loro tuta blu, a fatica, tengono i loro muscoli superallenati dentro le giacche sartoriali. Auricolare e Beretta, vegliano sui capi di Stato esteri in visita in Italia e ne seguono anche le loro stravaganze. Ed eccoli seguire e fare da ciceroni a Moshe Katsav, l'ex presidente d'Israele, che a notte fonda decise di lasciare il Quirinale per vedere in tutta tranquillità Fontana di Trevi. E il Nocs che ha garantito lo shopping blindato di Laura Bush in centro o le gite in barca con l'israeliano Peres sul lago di Como. Sempre in silenzio. Come la notte.

 
 
 

MISSIONI: QUELLO CHE NON TUTTI SANNO

Post n°3 pubblicato il 09 Novembre 2010 da riskio.zero
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Durante i loro 23 anni d'esistenza i NOCS hanno intrapreso più di 4850 missioni. Ciò rappresenta approssimativamente 210 missioni l’anno o a 4 missioni la settimana.


Queste missioni hanno avuto come conseguenza la cattura di circa 230 criminali pericolosi e della liberazione approssimativamente di 320 ostaggi. Da notare che un grande numero di queste missioni è stato effettuato senza perdita ed in alcuni casi senza sparare nessun colpo.
I NOCS hanno effettuato un certo numero di operazioni delicate in Italia. Queste includono:

  • Il 29 luglio 1989, la liberazione dell'industriale Belardinelli, rapito da 4 uomini
  • Il 22 gennaio 1991 la liberazione di Augusto de Megni
  • Hanno aiutato il gruppo operativo di Palermo nella cattura, il 30 gennaio 2001, del capo mafia Benedetto Spera (del clan di Provengano), latitante per nove anni e responsabile del decesso del giudice Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e di altri molti altri omicidi.
  • La missione più famosa condotta dai NOCS, che li ha fatti conoscere a livello internazionale, era la liberazione il 28 gennaio 1982 del generale di brigata James Lee Dozier dell'esercito degli USA, sequestrato da un gruppo di terroristi delle brigate rosse. L'operazione era notevole e non è stato sparato un solo colpo. Il generale Dozier che era comandante della NATO nell'Europa meridionale, è stato in ostaggio 42 giorni. Dopo che i diversi servizi segreti e le agenzie investigative hanno finalmente individuato esattamente il posto dove il generale era detenuto, in un appartamento situato sopra un supermercato a Padova, gli uomini del NOCS hanno condotto l’attacco in borghese. Non c’è stata nemmeno una vittima durante quest'attacco.

 
 
 

CHI SIAMO

Post n°1 pubblicato il 09 Novembre 2010 da riskio.zero
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Il Nocs è un gruppo speciale della Polizia di Stato addestrato per portare a termine operazioni ad alto rischio, come la liberazione di ostaggi, le irruzioni in ogni ambiente per la cattura di criminali e terroristi, la protezione di alte personalità istituzionali italiane in particolari situazioni di pericolo e la tutela di personalità straniere in visita in Italia.
Gli operatori del reparto speciale, dunque, intervengono soltanto come unità di assalto, al termine dell'attività definita in gergo "info-operativa" svolta da altri uffici della Polizia.

Dotato di equipaggiamento speciale, il Nocs è articolato in team di pronto impiego in grado di intervenire, con il supporto di mezzi terrestri, aerei e navali, su tutto il territorio nazionale nell'arco delle 24 ore.

Le selezioni

Gli operatori della Polizia di Stato che vogliono entrare a far parte del Reparto speciale devono avare oltre al coraggio, la prontezza, il sangue freddo e una straordinaria preparazione atletica. Queste le doti indispensabili.

Pronti ad affrontare tempestivamente ogni situazione di emergenza, "i Nocs" devono dimostrare di possedere innanzitutto eccezionali requisiti dal punto di vista fisico. Prima di diventare "combat ready", infatti, i candidati devono superare numerose prove tecniche. Qualche esempio? 5000 metri in 20 minuti e 100 metri in 14 secondi; 100 metri a nuoto; salto in alto di almeno 135 cm e salto in lungo di almeno 4 metri e mezzo; salita alla fune con la sola forza delle braccia naturalmente una prova di tiro con la pistola a 15 e 25 metri.

Soltanto così è possibile resistere al duro addestramento giornaliero, impegnativo e diversificato, che consente di migliorare costantemente le tecniche di intervento.

Gli operatori dei Nocs fanno della flessibilità la loro prima arma per superare le situazioni estreme. Abili tiratori scelti, conoscono perfettamente tutti i tipi di armi e di esplosivi; sono in grado di arrampicarsi sia sulla roccia che con le corde e sono pronti a lanciarsi in volo con il paracadute. Oltre ad essere esperti subacquei, vengono anche addestrati alla guida di diversi tipi di veicoli.

Irruzioni nella notte

E' la notte la migliore amica dei poliziotti del Nocs. Fedeli al loro motto "Silenziosi come la notte", i "commandos" si avvicinano all'obiettivo al segnale di assalto "go, go go".
Le squadre operative, dopo una lunga e paziente pianificazione della missione, possono entrare in azione con una fulminea discesa dal mezzo per l'assalto d'urgenza o tramite un avvicinamento silenzioso. Molto poco in questo tipo di operazioni può essere lasciato al caso. Senza dubbio esistono procedure operative standard per lo svolgimento delle attività, ma in genere vengono eseguite in caso di emergenza, quando non si ha il tempo per organizzare un piano di intervento complessivo. Altrimenti si elaborano ogni volta tutti i dettagli dell'intervento, perché nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata la metodologia operativa di ogni missione non può essere replicata una seconda volta.

 
 
 

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