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Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 27 Maggio 2008 da NAPOLICHAMPIONS
 

Gli anni '30
Antonio VojakAlla vigilia del primo campionato di Serie A a girone unico il Napoli si rinforzò ingaggiando Vojak e il già citato "mister" William Garbutt chiudendo il torneo al quinto posto.
Nella stagione successiva il Napoli giocò un ottimo girone d'andata che concluse al secondo posto dietro la Juve poi nel girone di ritorno, anche a causa della chiamata alle armi di Sallustro, venne meno e concluse il campionato al sesto posto.
[13] Il campionato 1932/33, invece, passerà alla storia come il primo in cui gli azzurri sfiorano lo scudetto. Formidabile fu la coppia d'attacco: Sallustro segnò diciannove reti e Vojak ventidue; Il Napoli arrivò terzo a pari merito col Bologna e nel campionato succesivo fu ancora terzo qualificandosi per la Coppa Europa, la massima competizione europea di quei tempi. Al primo turno il Napoli incontrò l'Admira Wien: A Vienna finì 0-0 a Napoli 2-2, con reti di Sallustro e Vojak. Alla "bella" vinsero gli austriaci 5-0. In campionato la squadra deluse e arrivò soltanto settima.[14]

Nel 1936 la società fu rilevata da Achille Lauro che, per risanare il bilancio, svendette subito tutti i giocatori più importanti. Sallustro da un paio di campionati segna sempre meno reti, e molti trovano la causa della sua improvvisa scarsa vena realizzativa, nella sua frequentazione con Lucy D'Albert, famosa soubrette dell'epoca, che poi diventerà sua moglie. Al termine del campionato 1936/37 il Napoli cede Sallustro alla Salernitana.
In vista della stagione 1938/39 Lauro acquistò l'attaccante Italo Romagnoli, il mediano Piccinni e la mezz'ala Gramaglia. L'allenatore Payer fu sostituito da Iodice che condusse gli azzurri al quinto posto in classifica. Nella stagione successiva la squadra partenopea allenata da Adolfo Baloncieri giocò un pessimo campionato e la retrocessione in B fu evitata solo grazie a un miglior quoziente reti rispetto al Liguria. Lauro al termine della stagione si dimise e Gaetano Del Pezzo diventò presidente della Società. Nella stagione 1940/41 il Napoli si classificò settimo a parimerito col Torino. Senza più campioni il Napoli retrocesse in Serie B al termine del campionato 1941/42.

Nella stagione 1942/43 il Napoli arrivò terzo in serie B ma questo non bastò per tornare in Serie A.


Il dopoguerra: gli anni '40
A causa delle difficoltà incontrate durante lo svolgersi degli eventi bellici la società fu costretta a cessare le attività nel 1943. L'anno successivo allo scioglimento, nel 1944, nacquero due distinte società: la Società Sportiva Napoli, promossa dal giornalista Arturo Collana, e la Società Polisportiva Napoli, fondata dal dott. Gigino Scuotto, dalla cui fusione nel gennaio 1945 si costituì l'Associazione Polisportiva Napoli, con presidente Pasquale Russo. La società riprese finalmente la denominazione di A.C. Napoli nel 1947.

Nel 1945 con la fine della seconda guerra mondiale riprese il campionato di Serie A che venne suddiviso in due gironi: al primo parteciparono le squadre di Serie A del Nord e nel secondo le squadre di Serie A e B del centro/sud. Il Napoli, nonostante fosse una squadra di Serie B riuscì a vincere il proprio girone a pari merito col Bari qualificandosi per il girone finale a otto squadre in cui arrivò quinto alle spalle di Torino, Juventus, Milan e Inter.

In quel Napoli militava l'attaccante albanese Riza Lushta che ebbe un periodo di appannamento durante il quale si diffuse in città il detto: "Quanno segna Lushta se ne care 'o stadio" (Quando segnerà Lushta cadrà lo stadio). Si narra che quando Lushta interruppe il suo digiuno una parte di tribuna ebbe un cedimento, per fortuna senza gravi conseguenze.

Nella stagione successiva il campionato di Serie A tornò al girone unico, il Napoli venne ripescato insieme al Bari in serie A in quanto le due formazioni, nonostante fossero squadre di Serie B, erano riuscite a qualificarsi al girone finale. Il Napoli tornò così nella massima serie ma al termine del campionato 1947/48 retrocesse ancora in Serie B per un illecito sportivo. Ci vorranno due anni per risalire la china.


Gli anni '50

In A con Monzeglio, Jeppson e Pesaola [modifica]
Hasse JeppsonNella stagione 1949/50 gli azzurri allenati da Eraldo Monzeglio vinsero il campionato di Serie B venendo promossi in A. Il Napoli in vista della stagione 1950/51 si rinforzò prelevando dalla Roma Amedeo Amadei che militò in maglia azzurra per sei stagioni segnando in tutto quarantasette reti. Nelle due successive stagioni il Napoli arrivò per due volte sesto in classifica. Lauro in vista della stagione 1952/53 acquistò dall'Atalanta il centroavanti svedese Hasse Jeppson.

Jeppson si era messo in mostra ai mondiali del 1950 svolti in Brasile, pareva dovesse finire all'Inter, ma per l'allora stratosferica cifra di centocinque milioni di lire fu ingaggiato dal Napoli col quale disputò quattro campionati; I tifosi coniarono per lui il soprannome di "'o Banco 'e Napule".

Bruno PesaolaUn altro indimenticabile campione di quei tempi fu il "petisso" Pesaola che anche come allenatore, in tempi successivi, ha lasciato una traccia indelebile nella storia della società.

Jeppson divenne velocemente il goleador simbolo della squadra partenopea, e in tre anni il Napoli otterrà un quarto (1952/53), un quinto (1953/54) e un terzo posto (1954/55).


'O Lione
"'o Lione" Luis VinicioNel 1955 arrivò dal Brasile, via Lazio, Luis Vinicio ('o Lione) che affiancando Jeppson in attacco diede vita alla coppia "H-V" che fu schierata per la prima volta in campo nella partita contro la Pro Patria vinta per 8-1 dagli azzurri con tripletta di Vinicio e doppietta di Jeppson.[15] Purtroppo questo eccelso binomio non diede al Napoli i frutti sperati, anche perché poche furono le occasioni nelle quali i due campioni vennero schierati insieme in formazione.[16] Il Napoli in quella stagione deluse arrivando solo quattordicesimo in classifica.

La stagione 1956/57 vede la fine definitiva del tandem Jeppson-Vinicio. Il primo viene infatti ceduto al Torino. In campionato i miglioramenti rispetto alla stagione precedente fruttano solo un undicesimo posto. Tra le poche "imprese" del Napoli di quegli anni ci sono le due vittorie contro la Juventus nella stagione 1957/58: all' andata a Torino finì 3-1 per il Napoli grazie alle parate fenomenali di Bugatti, sceso in campo con trentotto gradi di febbre.[17] Charles dopo la partita disse "Ci fosse stato un altro portiere al posto di Bugatti, fra i pali della porta del Napoli, avremmo vinto 7-3".[18] Al ritorno, comunque, il Napoli vinse 4-3. In quella stagione gli azzurri arrivarono quarti in campionato dietro a Juventus, Fiorentina e Padova.


Il San Paolo non ferma la crisi
Per la stagione 1958/59 fu ingaggiato per far coppia con Vinicio il brasiliano Del Vecchio.[19] Neanche questa coppia, come quella Jeppson-Vinicio, funzionò. Del Vecchio marcò tredici gol, Vinicio sette: il Napoli arrivò al nono posto.

Nella stagione successiva il Napoli lascia l'ormai angusto stadio del Vomero e inaugura il nuovo stadio S. Paolo di Fuorigrotta davanti a ottantamila tifosi. È il 6 dicembre del 1959, la partita oppone gli azzurri alla Juventus e finisce con un incredibile vittoria del Napoli per 2 a 1.

Questo è però l’unico avvenimento di notevole importanza in quell’anno, poiché il resto della stagione della compagine partenopea fu poco più che anonimo e il risultato finale fu solo un quattordicesimo posto. A giugno lasciano la squadra Vinicio e Pesaola, la crisi non sembra fermarsi.

 
 
 
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