Tribù Napoli
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LE VIGNE DI NAPOLI - Il Lacryma Christi del Vesuvio e Pompei
Post n°2170 pubblicato il 02 Settembre 2014 da stanzaNapolieNapoli
A Trecase Cantina del Vesuvio di Maurizio Russo è un punto di riferimento per l'enoturismo regionale Immaginate una vinery della Napa Valley del film Sideways. Solo che a tavola mangiate spaghetti artigianali Setaro conditi con olio extravergine del Vesuvio, agio dell’orto e pomodori di Gioli. Di fronte avete Capri, Sorrento e il mare di Napoli, alle spalle il Vulcano più famoso dell’Occidente e forse del mondo e nel bicchiere invece della trecentomillesima variante di cabernet e merlot caprettone e piedirosso coltivato a tre metri. Praticamente il massimo. Non è un progetto, ma la realtà costata 18 anni di sacrifici a Maurizio Russo che a 30 anni, d’intesa con il padre Giovanni che, pur scettico, gli diede carta bianca, creò un’azienda vitivinicola che oggi è un modello esemplare di modernità e di tradizione. Ce ne fossero una ventina di questo livello, la Campania potrebbe davvero svoltare. Venire qui è una lezione di vita oltre che di piacere: girate in vigna, vedete l’orto, vi sedete godendovi il panorama mangiando il piatto semplice più buono della storia gastronomica dell’umanità e assistete al via vai di pullman, pulmini, auto private di turisti che vengono da ogni parte del mondo. Sono tra i 15mila e i 20mila l’anno e consumano tutto il vino prodotto fino all’ultima goccia, 50mila bottiglie in tutto. |
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