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« Dovere di uccidereNatale in casa Marchionne »

Non è mai troppo tardi per alzarsi a difendere la propria vita

Post n°641 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Mentre il picchiatello fiorentino saltella da questa a quella tv a parlare di svolta e di un’Italia incapace di farsi i selfie, nel paese reale accade che chi è stato ucciso dalle inadempienze e dalle collusioni dello Stato, e dai profitti degli “eroi” renziani, imprenditori senza scrupoli e senza coscienza, passi per pazzo…o forse per uno che adottava “uno stile di vita sbagliato”.

Dopo la sentenza scandalo Eternit sembra che i giudici facciano a gara a chi riesce ad ingiuriare meglio la giustizia e la verità, un vero e proprio appiattimento, dell’ordine esecutivo, agli interessi della classe dirigente, un disvelamento definitivo del vero ruolo della magistratura, sempre, nei periodi in cui il regime alza la “cresta”, obbediente e prona, braccio armato del potere.

Marlane/Marzotto, stabilimento di Praia a Mare, Calabria,  107 operai morti, molti altri ammalati di tumore, per la corte non è certa nessuna connessione tra le malattie contratte e l’aver respirato sostanze cancerogene per anni, il conte Marzotto ed i suoi “soci” tutti assolti; Bussi, Abruzzo, acque avvelenate dagli sversamenti della Montedison, 40 milioni la multa dell’Unione Europea per il disastro ambientale, tutti assolti perché il fatto non sussiste per la magistratura italiana…il reato di disastro ambientale è cancellato dall’avvenuta prescrizione.

Terra dei fuochi:  l’avvelenamento, il biocidio, continua indisturbato, nulla si è fatto in questi anni. Gli annunci sono rimasti annunci, si è cercato, da parte dello Stato, solo di far pappare qualche loro amico per una bonifica della quale non si conosce neanche l’entità. Carminati, impigliato nell’inchiesta mafia capitale, era uno dei destinatari delle commesse statali.

Siamo ad un bivio, un punto di non ritorno, o si sceglie la strada della rassegnazione, e quindi dell’accettazione, da parte dei cittadini, che la loro vita sia un fattore dipendente dal profitto degli “eroi” renziani e dal silenzio/assenso di uno Stato incapace non solo di controllare, ma anche di sanzionare chi uccide, o ci si incammina, tutti assieme, verso quel percorso di rispetto dei diritti fondamentali, dei quali la vita è quello più inviolabile.

Non si può difendere se stessi, né i propri figli né il futuro di questo paese, seduti dietro ad un computer, o con la bocca spalancata davanti alle bugie indegne di questo premier voluto dal peggior presidente della repubblica che l’Italia abbia mai avuto, né è logico sperare che quei mali, che ora colpiscono i nostri amici napoletani od abruzzesi, mai tocchino noi.

Quanto avveniva era già noto da tempo. Le morti degli operai della Marlane/Marzotto furono denunciate, da Mara Malavenda, dirigente dello Slai cobas, all’allora governo Prodi, nel lontano aprile 1998; dell’avvelenamento della Campania il signor Napolitano era a conoscenza dal 1997; dal 2007 si sapeva dell’avvelenamento delle acque di Bussi.

Ebbene lo Stato non solo non ha fatto nulla per impedire che la gente morisse, ma il suo organo esecutivo ha anche sancito che quegli assassinii erano leciti, normali…

Non è mai troppo tardi per rivendicare il diritto alla vita, alla salute; non è mai troppo tardi per alzarci tutti assieme, finalmente, da quelle poltrone dell’indifferenza che uccidono noi stessi e i nostri figli; non è mai troppo tardi per dimostrare che non siamo solo capaci di “incazzarci” su facebook o per un sorpasso azzardato, per una parola fuori luogo od uno sguardo che non ci piace.

Accettare che la nostra vita sia ostaggio degli interessi di chi ci ruba anche il pane è la negazione, la cancellazione, dei sacrifici e delle lotte dei nostri padri, di quella libertà conquistata con il sangue.

Non è troppo tardi se ancora siamo capaci di vedere, negli occhi di chi soffre per queste ingiustizie, il senso della nostra presenza.

 
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