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Il mito Felicorov

Post n°880 pubblicato il 05 Marzo 2016 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Dopo i variegati casi dei “furbetti” del cartellino l’ Italia, della ripresa di Renzi, aveva bisogno di un suo eroe, di un “esempio” di dedizione da dare in pasto ai media per spargere il “verbo” del nuovo corso.

La Russia, post rivoluzionaria, trovò in Stakanov, minatore che buttava il sangue a decine di metri sotto terra, il “simbolo” del suo impegno. Il minatore riuscì a dimostrare che se lui avesse soltanto scavato per il suo tempo di lavoro, ed i detriti fossero stati portati via da un altro, il risultato sarebbe stato molte volte superiore.

In breve la notizia fu ripresa da tutti gli organi di stampa del regime comunista sovietico. Gli stakanovisti, gente che riusciva ad ottimizzare, nel loro tempo di lavoro, i risultati, si moltiplicarono, anche grazie ai riconoscimenti che lo Stato gli conferì.

Nell’Italia del secondo millennio gli eroi non sono quei lavoratori che perdono la propria vita su di un palo della luce o su un cantiere edile o dentro una cisterna, lavorando anche il doppio di quanto gli viene pagato.

Siamo nell’ Italia di Renzi, di quello che racconta che il Pil è cresciuto dello 0,8%...e poi si scopre che era d’accordo con l’Istat per “aggiustarne” i risultati, di quello che narra del successo dell’ Expo, che è in perdita, nei fatti, di oltre 30 milioni di euro…siamo cioè in un fenomeno da baraccone, più che in un paese.

E l’eroe di un baraccone non può che essere un burocrate, uno messo lì proprio dalla politica (scelto dal ministro Franceschini), a “reggere” una reggia, quella di Caserta, che presenta, ancora oggi, tutti i problemi di ieri e che gli straordinari, del Felicorov italico, certamene lautamente pagati, non risolvono.

Stupidi quei sindacati che non hanno sottolineato l’inutilità di questo “gravoso” impegno, fatto dietro una scrivania, dell’eroe renziano, che non riesce, nel tempo stabilito dal suo orario di lavoro, si vede, ad ottemperare a tutti i suoi doveri e che abbisogna, invece, di lauti aumenti di tempo, molto probabilmente non gratuitamente.

Non è cancellando la propria vita privata e rinunciando ai propri affetti che si fa il bene del paese…il lavoro è un impegno che va svolto, e retribuito nella giusta misura, nel tempo prestabilito…chi non è in grado di farlo o è un incapace…o ci marcia.

 
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