Il Pasquino

Renzi è lontano mille miglia dalla parte onesta e seria del paese, lo dimostrano le piazze di ieri e di oggi, sempre più piene, sempre più determinate a difendere quei diritti sacrosanti cancellati nel nome di una crescita che non c’è, e che non si prospetta neanche per un prossimo futuro.

Il fallimento totale di un premier non eletto da nessuno, che ha come unica legittimazione le primarie del PD, anche quelle chiaramente inficiate da un voto pilotato, come oggi svela Repubblica, si legge non solo nella disoccupazione galoppante e in un debito pubblico in salita vertiginosa, ma nelle dichiarazioni dell’ amico, corrotto anch’esso, Junker.

Le bugie hanno le gambe corte, lo sanno anche i bambini, sembra che questo, invece, sfugga al signor Renzi, ormai completamente immerso nella parte di grande statista, una parte che recita male e interpreta peggio.

Centinaia di migliaia le persone scese in piazza in tutt’Italia, solo a Napoli le presenze riempivano interamente una delle arterie più lunghe della città, i numeri sono impressionanti e sono un sonoro schiaffo a chi, sinora, ha preferito andare per la sua strada senza minimamente affrontare sul serio i reali problemi del paese e del mezzogiorno.

L’arroganza di questo premier si scontra contro i reali bisogni del paese, lo stesso Napolitano, ieri difensore dei corrotti e dei mafiosi, oggi chiede un dialogo tra i sindacati ed il governo, nella speranza che i vertici sindacali, già usi a queste tattiche, svendano e sviliscano l’enorme partecipazione e la forza che la gente ha dimostrato in questi giorni.

Ma la mobilitazione, che nasce da problemi reali e materiali, non può essere fermata da giochetti di apparato, la fame di lavoro e di diritti non si sazia con la sola seduta al tavolo dei sindacati, ma con una vera e seria riforma della politica, dei partiti, della loro corruzione, di quel magna magna che impera in ogni regione d’Italia.

L’aumento esponenziale del debito pubblico è figlio diretto dei furti che la nazione subisce ad opera di apparati sempre più corrotti e collusi, di veri e propri centri di potere malavitosi che gestiscono il denaro pubblico solo ed esclusivamente per i loro interessi privati.

Pensare che chi ha vinto le primarie, in modo così poco trasparente, eletto da cricche e corrotti, possa essere la strada maestra per una rivoluzione morale del paese è come credere al milione di posti del signor Berlusconi…o alle mille promesse sinora fatte sulla bonifica della terra dei fuochi e neanche iniziate.

Una ruspa, come dice Orfini, dovrebbe, dalle fondamenta, distruggere quel castello di bugie e di corruzione su cui vivono e vegetano i partiti, a cominciare dal PD e dal Pdl.

Sino a quando una operazione di tal sorta non sia neanche cominciata, sino a quando leader dei partiti diverranno persone use agli accordi più infamanti, alle tecniche di acquisto voti più indegne, le parole avranno lo stesso peso di quel fango che insozza l’intero stivale.

Facciano pulizia al loro interno, spariscano i dirigenti collusi e corrotti, si dia finalmente il via ad una legge seria sulla corruzione, sul falso in bilancio, sull’impossibilità, ai delinquenti, di sedere nelle istituzioni e di avere appalti pubblici, si metta mano a stipendi indegni di un paese democratico, al nepotismo, a tutti quei privilegi di cui gode, ancora appieno, la casta ed i suoi tentacoli e solo allora si abbia la decenza di parlare di svolta, di crescita, morale e materiale, del paese…le chiacchiere e gli annunci, contornati da ulteriori attacchi ai diritti dei più deboli, sono solo l’espressione peggiore di una classe dirigente incapace ed indegna, che la gente fa bene a voler cacciare via a pedate !