Il Pasquino

Circa 5mila persone sfilano per le strade di Bagnoli, area di Napoli martoriata da speculazioni ed avvelenamento di acque ed aria, terra e persone, per ribadire il loro no al folle progetto del governo Renzi, chiamato "sblocca Italia", che consegna, nelle mani dei privati e delle lobbies (i mercanti di oggi), l'intera area flegrea ed autorizza trivellazioni nei mari italiani per consentire lauti guadagni ai petrolieri ed ulteriori danni all'ambiente ed alle libertà dei cittadini.

Ancora una fiducia su un decreto che regala ai partecipanti alle sue kermesse ed ai suoi pranzi da mille euro, quel che resta di un paese distrutto da speculazioni selvagge e da quella classe dirigente di cui Renzi si fa garante e portavoce.

Da Napoli, ancora una volta, arriva la risposta della gente onesta, degli studenti, dei pensionati, degli anziani, dei disoccupati, che riempiono le strade che portano a Bagnoli, simbolo di quel degrado  che ha avvelenato l’intero stivale.

Davanti alla incenerita Città della Scienza, scelta dai manifestanti come simbolo della protesta, le porte sbarrate, che impediscono una pacifica assemblea, sono la miccia che scatena gli scontri. La repressione violenta delle forze dell’ordine va ancora in scena…lanci di lacrimogeni e cariche cercano di cancellare i motivi e la determinazione della manifestazione, la città si riempie di camionette con la conseguente caccia al manifestante.

Ma il 7 novembre, dalle strade partenopee,  arriva un ceffone forte a quelle mani protese, ancora una volta, sulle nostre terre, sulle nostre libertà, sulla nostra democrazia…la gente partecipa sempre di più, ha capito il gioco di chi ha usurpato la poltrona di premier, con il beneplacito di Napolitano…e non saranno di certo i manganelli a fermare quel cammino, unico percorso di democrazia.