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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Settembre 2015

 

Stato esattore fraudolento

Post n°796 pubblicato il 28 Settembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Un annetto fa il signor Renzi annunciava un’ altra delle sue grandi rivoluzioni, quella del “fisco finalmente amico dei cittadini”, come  sottolineava, entusiasta, la sig.ra Boschi.

Il “grande progetto” del premier per caso, e non per elezione, prende i suoi contorni un annetto dopo, il tempo per far dimenticare le fregnacce dette alla gente distratta, con i decreti attuativi che, alla faccia della lotta all’evasione, portano da 50mila a 250mila euro l’ importo che fa scattare le sanzioni e da 50mila a 150mila il tetto per la dichiarazione infedele.

Una mano “amica” a chi evade nel paese che conta, secondo alcune stime, un evasione di circa 180 miliardi annui, il doppio della Gran Bretagna, il triplo della Spagna.

Di contro il “fisco umano” o “amico” o “incapace”, mostra il suo pugno di ferro verso i soliti, i cittadini, quelli che già non arrivano a fine mese travolti da un carico fiscale che non ha pari in Europa (per la sola Imu si è calcolato 5,5 miliardi in meno di gettito di quanto previsto, nel 2015).

Ed allora per recuperare quanto i ricchi rubano si cerca di sottrarre ai poveri, a chi il suo dovere di contribuente lo fa fino in fondo, e per questo viene ulteriormente vessato.

Alla vedova di un operaio morto folgorato sul lavoro, che avrebbe dovuto avere un rimborso, poi mai percepito, di circa 300mila euro dall’azienda ormai in fallimento, l’Agenzia delle Entrate pretende le tasse ! 36mila euro per soldi mai avuti…

La legge, spiega un incaricato, non si preoccupa se tu abbia o meno avuto quanto stabilito da una sentenza, procede a prescindere…cavoli tuoi se i ladri hanno rubato a te e pure allo Stato.

Simile vicenda mi colpisce personalmente. Licenziato nel 2005 prendo il mio TFR che mi viene regolarmente e tempestivamente tassato. Benché il provvedimento aziendale sia ritenuto invalido dalla giustizia italiana, l’azienda ricorre in appello, non mi reintegra e non mi versa alcuno stipendio arretrato né alcun contributo e, per essere sicura che io non ritorni mai al mio posto di lavoro, mi inserisce nelle liste di mobilità senza che nemmeno faccia parte del suo organico.

In questi giorni, circa 10 anni dopo, mi arriva, dall’Agenzia delle Entrate, una nuova richiesta di soldi, sempre per l’identico Tfr, con importo ridotto del 50% rispetto al primo… per sconto frode ?

Scopriamo, assieme ad un cortese impiegato, che l’azienda aveva duplicato la mia liquidazione riportandola anche nei costi di quella nata da uno scorporo che ora è oggetto di procedimento penale per bancarotta fraudolenta e frode fiscale.

In poche parole il mio Tfr risultava emanato, per gli stessi importi e per gli stessi anni, da due azienda che al fisco risultavano diverse, ma che erano una la costola dell’altra. Mentre l’intero consiglio di amministrazione, ora davanti ai giudici,  evadeva il fisco per circa 120milioni di euro, l’agenzia delle entrate si concentrava nel cercare di recuperare da me, senza averne alcun titolo, 500 euro !!!!

Quando Renzi parlava di “fisco amico” forse aveva preso “il fisco per i suoi fiaschi” .

 
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Il buio degli spari sulla città del sole

Post n°795 pubblicato il 26 Settembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Non si riescono a comprendere le parole d’ottimismo, che vengono dalle istituzioni locali napoletane, su quanto sta avvenendo in città.

Siamo circa a un morto al giorno, scontri a fuoco in ogni quartiere, agguati, accoltellamenti, lo stesso sindacato di polizia ha dichiarato, dopo il grave ferimento dell’agente avvenuto nelle scorse ore a Fuorigrotta, che la città è in mano alla camorra, alle bande di teppisti e di malviventi, che 50 uomini in più non bastano…e non possono bastare.

Si sparge ottimismo, un po’ alla Renzi, anche quando la realtà è così crudele da sbatterti in faccia la verità di quel cancro che sta oscurando la città del sole, la sua storia, la sua cultura, le sue speranze, i suoi sorrisi.

Mille le ragioni e forse altrettante le giustificazioni di un degrado che non lascia intonso nessun quartiere, neanche quello citato come il “buono”, quello del Vomero, dove racket e bande di teppisti la fanno da padrone.

Lo Stato, ma sarebbe meglio dire il senso di legalità ed onestà, non c’è, non esiste, non si respira, non si pratica e non si vive. Anche i soloni della Napoli “intellettuale”, che si ergono sul “rucchiello” (in napoletano significa un supporto inesistente) a pontificare sui modi di uscire da questa notte senza fine, da questo buio che spegne le luci di ogni rinascita, ripercorrono discorsi e ragionamenti già fatti, detti e ridetti, senza spingersi oltre quel confine che, forse, toccherebbe troppi interessi, troppe collusioni.

Eppure è la stessa terra Campana che denuncia, tracimando la spazzatura degli accordi politico-mafiosi, da dove comincia quel “puzzo” che avvelena la città e l’intera Regione.

Lo dice un proverbio napoletano, il pesce puzza dalla testa, ed è dalla testa degli apparati partitici, non filtri che impediscono al peggio di gestire il potere, ma vere e proprie cinghie di  collegamento tra il “buono”  ed il “cattivo”, tra ciò che dovrebbe essere Stato e l’antistato, in una commistione di interessi e di scambio di favori, che si da voce e forza al fango, alla melma, a quel buio che riempie di spari e morti le strade e le lacrime di un popolo che non ci crede, forse, neanche più.

L’hanno dimostrato con le primarie del PD, dove la truffa era la regola, poi con la presenza, nelle liste d’appoggio dei partiti più grandi, degli eterni mammasantissima, di quella marmaglia alla quale dovrebbe essere impedito anche solo di presentarsi, per evitare che quel potere si trasformi in ricatto nei confronti di una città in cui la fame e la disoccupazione la fanno da padrona e dove lo Stato è presente solo con le tasse.

A chi denuncia, a chi si batte, si presenta  il conto, come a Vincenzo Russo, attivista del Movimento 5 stelle, in lotta da anni per scoperchiare l’avvelenamento del rione Pianura, al quale hanno bruciato il camper, senza che nessuno delle istituzioni abbia mostrato il minimo di solidarietà, o come è accaduto a quei pochi rappresentanti delle forze dell’ordine, che hanno avuto il coraggio di denunciare gli sversamenti di rifiuti nocivi, lasciati da soli, rimossi dagli incarichi, dimenticati.

Napoli non ha nel suo Dna la camorra, è lo Stato che con la camorra ha fatto e fa accordi, sono gli industriali, dell’ intero stivale, che hanno fatto affari con chi di professione uccide, è la giustizia che non riesce mai a fare il suo corso e libera, per cavilli, killer spietati, capi clan accreditati.

Non si può chiedere, a chi vive in quartieri dove la sanità pubblica è un miraggio, la scuola è fatiscente, il lavoro è a nero e sottopagato, di ergersi a paladino di una giustizia che offende l’intera città, ogni sua strada, ogni suo cittadino onesto.

Quel buio, riempito dagli spari, impedirà ogni futuro sino a che, chi insozza la nostra Regione, continuerà a farlo dall’alto delle sue sedie istituzionali, sino a quando sarà permesso, a camorristi e loro amici, di entrare nelle stanze pubbliche, di donare i pochi posti di lavoro ai loro bacini di voti, di ricattare e avvelenare, sino a che lo Stato rimarrà interessato testimone di un omicidio pensato e voluto e del quale è correo.

 
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Questione immorale

Post n°794 pubblicato il 24 Settembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Ci ho capito un po’ di più su quanto accade discutendo con chi conosco e voglio bene.

Mi chiedevo, in questi giorni, come mai riforme incostituzionali, come il job acts, quella della scuola e quella della sanità, quest’ultima in divenire, non abbiano prodotto alcuna seria reazione nel paese, tranne che nei diretti interessati…a cominciare dai sindacati.

Mi sono sentito dire ciò che io stesso da tempo pensavo sommessamente, senza volerlo neanche accettare, ma che si leggeva, si vedeva, si respirava, si viveva nel nostro pessimo agglomerato nazionale.

Parto dall‘ ignobile presa in giro del job acts, legge che cambia il nome alla precarietà in “stabilità”, che cancella quelle tutele dovute a chi lavora e riduce al minimo, se non allo zero, il ruolo dei sindacati. Renzi è partito proprio da qui, da quanto hanno fatto, e non hanno fatto, per i lavoratori, in questi ultimi 40 anni, i sindacati nazionali, quelli, cioè, tanto per dire, che si aumentano gli stipendi prima di andare in pensione, che vendono le vertenze dei lavoratori per fare entrare, in aziende collegate, i loro parenti e protetti, quelli che gestiscono, assieme a Confindustria, caf e i fondi pensione, sottratti dal trattamento di fine rapporto lavorativo. Tutti noi avremmo voluto che il potere di questi sindacati fosse ridotto a zero e che la voce di chi lavora ritrovasse la sua autonoma strada e forza…Renzi invece ha optato per la cancellazione di ogni diritto e di ogni contrattazione, di ogni accordo e di ogni libertà.

Che la scuola fosse a pezzi lo si sapeva da prima di Berlusconi, che lo Stato non avesse fatto mai nulla, se non tagli su tagli, era altrettanto palese. Tutti volevamo una svolta che intervenisse da subito sullo stato degli edifici per passare ad una reale graduatoria ed a veritieri concorsi che premiassero i meritevoli e non, come dovunque, i soliti raccomandati incapaci. Renzi ha preferito non solo colpire nel mucchio, senza intervenire nelle vere crepe del sistema, anzi dando a chi ha gestito male, in questi anni, le strutture pubbliche scolastiche, creando veri e propri “gerarchi”  in grado di “assumere” chi si vuole, senza alcuna verifica, se non successiva, ma continua a non fornire i mezzi economici necessari a risolvere il problema degli insegnanti di sostegno per i ragazzi disabili (molti rimasti a casa per mancanza di personale), della fatiscenza delle strutture, dell’ inadeguatezza delle istituzioni e dei ministri preposti ad occuparsene.

La sanità, fiore all’occhiello di un paese che nella Costituzione stabiliva il diritto alla salute come universale, è stata letteralmente mangiata dai vari “dirigenti”, piazzati dai politici di turno, che ne hanno fatto scempio sia sotto il profilo economico che sotto quello della professionalità degli addetti, in cambio di pacchetti di voti. Far tornare questo servizio ai livelli di quel tempo nel quale si ricostruiva il paese nell’ interesse di tutti prevede, inevitabilmente, a meno che non ci si voglia prendere in giro, un controllo serrato sulle assunzioni e sui concorsi, tutti, come ben sappiamo, truccati ed in grado di promuovere, sempre e comunque, gente correlata ai mammasantissima della sanità italica e/o ai politici di turno nazionali e/o regionali. Renzi invece colpisce quei controlli e quelle analisi che i “poveri” di turno non potranno pagarsi e non potranno permettersi…proprio oggi, 24 settembre, in Campania, è stato rifiutato il ricovero ad una signora…morta, successivamente, in ambulanza.

Renzi cambia solo le regole dell’ immoralità diffusa, ma ne rimane ben salde le radici difendendole da qualsiasi attacco democratico. E’ la regola di quell’ immoralità, che basandosi su chi l’ha degnamente preceduta, sfrutta se stessa ed il suo indegno esempio, per rafforzarsi…un po’ come la mafia ha fatto dopo aver ucciso Falcone e Borsellino.

 
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Gli esami non cominciano mai

Post n°793 pubblicato il 23 Settembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Dovremmo tutti fare un inchino al nostro presidente del consiglio, mai votato da nessuno di noi, per l’attacco a 360 gradi che sta facendo a tutti i nostri diritti costituzionali.

Un inchino d’ obbligo, susseguente al silenzio di fronte alla cancellazione della scuola, a partire dai diritti dei bambini disabili, dell’ informazione, con la delega al governo di decidere quale intercettazione debba o meno essere pubblicata, per finire alla sanità, dove gli esami saranno prescritti solo se “utili”…non si capisce cosa stabilisca l’utilità o il contrario, ed in base a quali logiche.

Siamo il paese che spende di più in esami, non ritengo che ciò accada perché la gente non abbia cosa fare.

Non mi è mai capitato di ascoltare qualcuno che preferisca la Tac, con la sua interminabile fila, che comincia dalla prenotazione e finisce il giorno dell’esame, ad una pizza o anche ad una semplice passeggiata da soli o con amici.

Non mi risulta che l’italiano medio, specie quello meno abbiente, sia divertito dalle lunghe attese ospedaliere ed attenda, con particolare godimento personale, l’esame che gli notifica quello che già sa, la sua totale salubrità.

Al contrario so, personalmente, di persone alle quali non sono stati prescritti esami necessari, che se fatti in tempo gli avrebbero salvato la vita…perché, quello che non capisce la signora Lorenzin, diplomata al liceo classico e totalmente ignorante in campo sanitario, in Italia è accaduto che al posto di primari di degna stima e di notevole cultura nel campo, sono arrivati i raccomandati della politica, dei mammasantissima della sanità, gente incompetente ed incapace, anche difronte ad analisi evidentissime, di capire come affrontare il problema del malato e spesso artefici di veri e propri omicidi.

L’aumento esponenziale del ricorso alle analisi di laboratorio deriva dall’incompetenza diffusa, figlia del metodo raccomandazione, che ha sostituito quello del merito, che si aggiunge ad un avvelenamento del territorio e delle malattie, da questo derivanti, permesso sempre e solo dalla nostra cara politica, e dalla sua collusione con le organizzazioni mafiose, e così voluto ed attuato.

Ma il signor Renzi, che ha reso il lavoro una jungla di abusi e di soprusi, la scuola un percorso ad ostacoli per i poveri ed un’autostrada per chi versa nelle casse del suo partito 5 milioni di euro, con la cancellazione del diritto costituzionale alla salute, disegna uno Stato che permette ai “ricchi” di continuare a rubare e ad uccidere, ad inquinare e corrompere, perché l’individuo, non eletto da nessuno, ritiene il “vincere” l’unica opzione politica perseguibile, anche contro ogni libertà, ogni logica, ogni dignità, ogni valore, ogni accordo, anche con il peggio del paese, ogni significato di democrazia…

Quegli esami negati a chi non potrà permettersene privati, prima o poi toccheranno anche a lui, ed al complesso di servi sciocchi che lo sta accompagnando. Non ci saranno sconti per chi ha ingiuriato la storia democratica della nostra repubblica.

 
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Se la cantano e se la suonano da soli

Post n°792 pubblicato il 21 Settembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
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L’astensione vince ormai in tutta Europa, dimostrazione del baratro che ormai si è creato tra una politica, schiava degli interessi dei potentati economici e finanziari e quelli della gente comune, di chi lavora, chi guadagna la propria vita con il lavoro ed il sacrificio.

Ma dai pulpiti di questi politicanti senza dignità si alzano le braccia al cielo in segno di vittoria per la poltrona ed il potere mantenuto; poltrona e potere che li porteranno, a breve, a colpire con durezza i più deboli, a togliere diritti e garanzie costituzionali, a negare, nei fatti, non solo le ormai non più credibili promesse, ma il ruolo stesso che dovrebbe ricoprire un capo di Stato, un politico, un democratico.

Esulta Tsipras, come ha esultato Renzi, e mentre lo fa già si appresta a svendere il patrimonio greco ai suoi burattinai, a ridurre i diritti dei pensionati e delle classi più deboli ai minimi termini, senza batter ciglio, ma rivendicando di voler “cambiare l’Europa”, da sinistra ed in peggio.

Una sinistra che si è appropriata, ormai a pieno titolo, del ruolo di cavallo di Troia del capitalismo occidentale, prona alle scelte dei “padroni”, serva degli interessi dei più forti, fustigatrice, in prima persona, dei diritti dei lavoratori, degli anziani, dei disabili, dei nostri figli, schiava di quella corruzione che inonda le casse di questi partiti (5 milioni di euro al PD italico) del prezzo della svendita di valori e di libertà, di dignità e futuro, di ambiente e salute, di cultura ed istruzione.

Non rappresentano più nessuno, l'astensione ormai raggiunge, dovunque, il 50%, ma dal basso podio del loro esiguo consenso, sfruttano regole indecenti per mettere mano a quanto conquistato dai proletari di tutto il mondo in anni di lotte e di morti.

Primi nemici dei popoli, di quella parte della gente rimasta onesta ed ormai distante miliardi di anni luce da uno spettacolo che non fa neanche più audience, che indigna ogni volta che lo si vede, rappresentazione, com’è, dello svilimento, della povertà intellettuale e della negazione dell’onestà.

Se la cantano e se la suonano da soli, accompagnati dai megafoni dei media asserviti e di quella parte, sempre più consistente, dell’ intellettualità nullafacente, come loro serva di chi paga e non più, ormai da tempo, baluardo di verità ed informazione.

I sorrisi di questa gente tramuterà i nostri in lacrime…non è tardi ancora per capirlo, come non è tardi ancora per cominciare a chiedersi, almeno, cosa fare.

 
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