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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Novembre 2015

 

Alleati e finanziatori del dittatore

Post n°829 pubblicato il 29 Novembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Così l’Europa, e la “democratica” America, si presentano a quello scontro che loro stessi definiscono “culturale”, della “democrazia” contro il terrore e l’oscurantismo.

3 miliardi di euro alla Turchia del dittatore Erdogan, donati per “gestire”  a parole il flusso dei migranti e nei fatti potenziare le armi e la credibilità dell’assassino turco contro i suoi oppositori interni ed esterni.

Nulla di nuovo, potremmo dire, così come furono appoggiate tutte le dittature sudamericane, con il loro peso di omicidi e morti, ora nello stesso modo si procede dando credito a chi arresta i dissidenti, chiude i giornali di opposizione, ne condanna i direttori ed i giornalisti, spara e mette bombe contro chi protesta e rappresenta quella minoranza curda, prima ed unica vittima dei bombardamenti farsa del regime turco.

Nessun dubbio sfiora i cosiddetti “grandi della terra”, neanche su quel flusso di petrolio che vede il figlio di Erdogan avere rapporti più che amichevoli con il nemico odierno, l’Isis che ci raccontano di voler combattere.

Nei fatti le uniche misure serie prese sinora, in Francia, come presto altrove, sono quelle della limitazione delle libertà individuali e collettive, della cancellazione al diritto di manifestare, della stretta sul diritto alla critica, su un ulteriore taglio di quella parte dell’economia che dovrebbe essere indirizzata alla risoluzione dell’emergenza povertà e clima, ora deviata verso nuovi missioni di guerra, nuovi bombardamenti, nuove stragi.

L’appoggio ed il sostegno al dittatore turco non spinge i “colti” commentatori occidentali a paragonare quanto accade con la tragedia del nazismo, lo spettro di Hitler viene evocato solo a seconda degli interessi diretti dei vari paesi occidentali sulle risorse da rubare…serve a massacrare l’ Iraq o la Libia, ma assume il volto dell’ ipocrisia quando chi commette delitti contro l’umanità è funzionale a quegli interessi che ci dicono essere anche nostri, ma che nei fatti riempiono le tasche degli stessi da sempre, a scapito dell’intero globo e della sua sopravvivenza.

Combattono il terrore appoggiando il terrore e chi lo finanzia in quel gioco al massacro dove le uniche vittime, da sempre, sono i popoli innocenti che non prendono coscienza di quanto sta accadendo.

 
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Senza orario nel nome del progresso…e di Poletti

Post n°828 pubblicato il 28 Novembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

C’è un lavoro in Italia che non è direttamente collegato all’obsoleto strumento dell’orario e che, in effetti, non stabilisce la sua retribuzione neanche sui risultati ottenuti.

E’ quello dei politici come Poletti, che possono anche mancare alle poche sedute parlamentari il 90% delle volte e sparare imbecillità a raffica dagli schermi televisivi, per vedersi arrivare ugualmente, ogni mese, quell’ indennità, tra le più alte del globo, che sa molto di più di indegnità.

Neanche gli scarsi, se non negativi risultati, che questa gente ha prodotto per il paese, ledono minimamente il totale degli emolumenti e delle prebende di cui vengono, immeritatamente, in possesso, così come appare del tutto ininfluente la preparazione degli stessi ad affrontare i temi sociali, economici e politici dei quali, inopinatamente, si occupano.

Non è un caso che abbiamo una diplomata al liceo classico ministro della sanità, e la sanità pubblica è al tracollo, così come al lavoro troviamo una persona, il signor Poletti, che nella sua vita non ha mai lavorato, saltando dal Partito comunista direttamente nelle sfere dirigenziali di quelle cooperative rosse di cui “tanto bene” si parla e si sa nel nostro paese.

Quest’ultimo, di cui ricordiamo la foto che lo immortala ad una tavolata con i “vertici” di mafia capitale, benché si sia fermato al diploma di Istituto superiore, è perito agrario, sente il bisogno impellente di suggerire ai giovani di laurearsi in fretta ed in qualsiasi modo, pur di finire gli studi ed affrontare poi l’inferno dei vari voucher, contratti precari o a finto e ricattabile tempo indeterminato, stipendi da fame e turni massacranti di cui la nostra Confindustria sembra aver bisogno e di cui il nostro “eroe” si ritiene l’alfiere.

L’ex comunista, come tanti assieme a lui e prima di lui, è attratto dalle sirene della distruzione di ogni diritto e di ogni tutela per i lavoratori, prova ne è l’aumento delle morti sul lavoro in anni in cui la disoccupazione ha raggiunto punte da record, una “deregolamentazione” che riporta le lancette dell’orologio al tempo dello sfruttamento indiscriminato, quello sfruttamento che forse, da giovane comunista, criticava, e nel quale invece oggi, da ministro pasciuto e ben pagato, vede il “progresso”.

Egli immagina, seduto nella sua poltrona, fabbriche ed uffici dove la “forza lavoro”, cioè l’uomo, viene acceso o spento a seconda dei desideri e dei profitti del padrone, e che il salario sia legato, a doppio filo, alla soddisfazione di obiettivi non si sa come misurabili, da chi lo si intuisce.

Dalle lacrime e dalle offese della Fornero e di Padoan siamo passati alle farneticazioni di Poletti, il tutto accompagnato dal silenzio assordante di quei sindacati ormai dediti solo alle dichiarazioni televisive e dalla rassegnazione di un paese che sembra aver ormai accettato di essere governato in questo modo e da questa gente.

Direbbe Flaiano la situazione è grave, ma di serio non ha proprio nulla.

 
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Se sei nero negli USA

Post n°827 pubblicato il 25 Novembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Se sei nero negli USA e sei presidente ti danno un bel premio nobel per la pace, anche se bombardi dovunque e vendi armi ai terroristi ed ai loro nemici, se invece quel colore affresca il viso di un clochard o di un giovane disperato e spaventato, ti riempiono di proiettili e ti lasciano stecchito al suolo.

E’ la democrazia made in Usa, amici miei, quella che viene esportata in tutto il mondo e di cui i nativi, post olocausto degli indiani, ne vanno fieri.

Camminava per strada armato di un coltello, alla vista della macchina della polizia si allontanava, veniva immediatamente messo sotto il tiro della pistola di uno degli agenti che sparava uno, due…sedici colpi. Il video è stato pubblicato dopo la sentenza che costringeva il dipartimento a farlo, l’agente ora, sembra, rischi l’ergastolo.

https://www.youtube.com/watch?v=Ow27I3yTFKc

Ma parliamo solo di una delle tante vittime di una vera e propria escalation di violenza nei confronti degli afro-americani, una serie di delitti, veri e propri omicidi, che sembrano rientrare nei compiti di una polizia alla quale viene concessa carta bianca, solo e soltanto contro i neri.

L’ Obama delle guerre e dei bombardamenti sugli ospedali, in spregio al suo colore, non prende alcuna posizione seria, si limita a parlare di “reazione eccessiva”, anche quando quei proiettili colpiscono minorenni, disabili, inermi, poveri, clochard, automobilisti, innocenti, nella maggioranza disarmati o comunque non pericolosi, e nulla fa contro questa indegna deriva razzista che attraversa quel paese che vomita guerre e terrore in ogni parte del globo.

Il presidente nero, che ancora non ha cancellato la vergogna umanitaria di Guantanamo, dove ancora vengono tenuti in condizioni inumane centinaia di prigionieri, preferisce la ribalta televisiva dove può parlare di quei valori che lui calpesta ogni giorno e annunciare bombardamenti contro quei paesi che non gli concedono, gratuitamente, petrolio e basi militari.

Se sei nero, in America, e sei presidente vai in tv a sparare cazzate e a straparlare di una democrazia che manco conosci, se hai lo stesso colore e sei povero…sei sfortunato, fratello, ti sparano...è la loro democrazia !

https://www.youtube.com/watch?v=SwnovP0GUJ0

https://www.youtube.com/watch?v=gCQKaUpT3DQ

https://www.youtube.com/watch?v=f3jkRySwOKA

 

 
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Divisi contro l’ isis

Post n°826 pubblicato il 24 Novembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

I turchi sparano contro i curdi ed i russi, che sparano contro l’isis, che spara contro i francesi, che sparano contro i mussulmani, che prima sparavano contro i russi ed i curdi ed ora sparano solo contro gli israeliani, che sparano contro i palestinesi…gli americani sparano un po’ contro tutti, anche gli ospedali.

Le bombe “intelligenti”, lanciate dai governi deficienti, segnano il cammino di un declino non solo morale, purtroppo soprattutto culturale, di un occidente impegnato solo a far quattrini, sulla pelle di tutti, di chiunque, amico o nemico, cittadino o immigrato.

La regola è una, solo una, i soldi ed il controllo delle aree dove si possono fare i soldi, nulla di complicato ed arzigogolato, nulla da comprendere grazie all’apporto di insigni storici o letterati, anche questi, nella maggioranza dei casi, legati ai soldi.

All‘ isis, che tanto ci odia, forse basterebbe solo starci a guardare ed attendere che ci spariamo l’un l’altro per un pozzo di petrolio in più, per un diamante in più, per un accesso al mar mediterraneo o una base in Turchia.

Da soli, per i soldi, avveleniamo le nostre terre, da soli, sempre e solo per i quattrini, distruggiamo il nostro territorio, da soli, senza che nessuno ce lo chieda, impoveriamo milioni di persone, cancelliamo i diritti democratici, le costituzioni costate migliaia di morti, quelle libertà di cui conserviamo ormai solo vaghi ricordi riportati in wikipedia.

La “cultura” occidentale, quella che dovrebbe essere baluardo contro la barbarie, fa più paura dell’orda vestita di nero, il suo “progresso” poggia sull’esproprio e sulla violenza indiscriminata verso tutti i popoli di ogni religione e di ogni angolo del pianeta.

Quelli vestiti di nero, che si fanno saltare in aria come degli imbecilli pensando che Allah li aspetti con sette vergini e non per sputargli nei resti dei loro corpi, ci colpiscono mentre siamo al bar o al teatro, o in casa o nella redazione del nostro giornale; gli altri, quelli in giacca e cravatta, quelli che siedono difronte a migliaia di “giornalisti” scodinzolanti, pianificano le stragi a tavolino, non si sporcano le mani, giustificano la cancellazione delle nostre vite come necessaria, come sacrificio non per Allah, ma per la “banca”.

I primi non hanno nulla da perdere, i secondi non sanno neanche chi e cosa prendere, chi e cosa combattere e neanche come farlo. Distribuiscono armi a destra ed a manca, partono con gli aerei, si sparano l’un l’altro, colpiscono città ed ospedali, uccidono innocenti e riportano conteggi astrusi su probabili terroristi uccisi, con numeri buttati a casaccio e non si capisce neanche come verificati.

Nella guerra del terrore i primi, quelli vestiti di nero che sfilano davanti alle telecamere non si sa di chi, sembrano aver già vinto, ci hanno chiusi in casa, hanno desertificato intere capitali europee, dato una mazzata ad un settore trainante dell’economia come il turismo; i secondi, certi che le loro giacche e cravatte sono ben al sicuro da ogni attentato, vengono in tv a parlarci di valori e di cultura, di coraggio e resistenza…già resistenza, valori, cultura…di quelle cose che proprio loro hanno cancellato.

 
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Il macigno del Sud

Post n°825 pubblicato il 24 Novembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Dove pensavate che fosse il maggior peso fiscale? Nelle zone più ricche del paese e con una disoccupazione minore ? Ebbene no, vi sbagliate, i governi “democratici” dello stivale ipocrita tartassano il Sud, quello a più alto tasso di disoccupazione, con più poveri, con più famiglie in difficoltà, con una sanità allo sfascio ed un territorio ad elevato rischio idrogeologico.

In poche parole il Sud paga la totale mancanza di investimenti, l’abbandono dello Stato, la fuga dei propri giovani, l’avvelenamento del proprio territorio, la fatiscenza degli edifici scolastici,  una sanità pubblica, costantemente senza fondi ed incapace di coprire il fabbisogno necessario, con un carico fiscale che arriva a pesare, mediamente, 7.600 euro annui a famiglia.

Proprio i nuclei familiari, unica ancora di salvataggio per tanti giovani e tanti anziani in questo lunga ed interminabile crisi, sono quelli più colpiti da politiche di risanamento di un’ economia, massacrata da una corruzione endemica, che salvaguarda privilegi e mantiene ben saldi i pilastri dello sfruttamento, della speculazione e dell’evasione.

Non sono serviti gli allarmi di una desertificazione e di un impoverimento di una grossa fetta del mezzogiorno per far si che vengano modificate le linee programmatiche di una politica serva degli interessi di pochi ed incapace di estirpare quel cancro che nasce dall’intreccio tra gli interessi “mafiosi” ed il potere politico.

Quella classe dirigente, fatta di “capi bastone” connettori di voti, merce di scambio per quei partiti che parlano di onestà e moralità e che poi con questa gente scendono a patti, è il prodotto di un omicidio progettato ed attuato in decenni di malgoverno, in una visione di un Sud nel quale il clientelismo sopprime le capacità ed annulla le volontà, è il macigno che pesa su ogni speranza di rinascita e di un futuro migliore.

E’ dalla rimozione di quel macigno che il Sud deve ricominciare.

 
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