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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi del 14/04/2014

 

Quel furto chiamato debito

Post n°501 pubblicato il 14 Aprile 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Abbiamo assistito, nella televisione di Stato da noi pagata, all’ennesima, ed oramai inaccettabile, “slinguata” del sig. Fazio…prono al Colle ad intervistare il sig. Napolitano.

Tra i vari argomenti il nostro riconfermato Presidente della Repubblica si è soffermato su quel debito pubblico che continua a battere record su record, ultima rilevazione oltre 2107 miliardi di euro, circa 35.000 a testa per ogni italiano.

Il cauto e “sobrio” abitatore del Colle ci ha informato che “dobbiamo diminuire il debito non perché ce lo chiede l’Europa, ma per i nostri figli”…frase già sentita da Renzi e forse concordata.

Già, è il refrain di tutti i boiardi di Stato, ripetuta in tutte quelle occasioni in cui hanno aumentato, senza vergogna, le imposizioni fiscali su ogni cosa, dalla casa, alla sanità, alla scuola, al produrre, al lavorare…allo stesso rimanere in vita. Come se questo debito sia causa di “cattive abitudini” o “furti” di quelle generazioni precedenti, di quelle persone che hanno prima lottato per liberare l’Italia e poi immaginato un paese solidale…non certo clientelare e corrotto.

Le conquiste del popolo sono state quel passo avanti di cui la società italiana aveva grande bisogno, legata com’era ad una concezione medievale dei rapporti tra individui e nei rapporti di lavoro, in quella sottomissione asettica ed acritica a dettami “cattolici” che ne impedivano sviluppo e futuro, in quella “coscienza di classe” che rese possibile ottenere salari dignitosi, una sanità aperta a tutti, una scuola pubblica votata ad una crescita il più completa possibile, accessibile ad ogni ceto ed ad ogni latitudine.

Il debito che si è creato non dipende da una società solidale, né da un welfare che dia a tutti la possibilità di vivere dignitosamente, è causa, senza ombra di dubbio, di una gestione delle esigenze dello Stato schiava degli interessi di una classe politica che creava società pubbliche, posti pubblici, consulenze, lavori senza senso, per il solo obiettivo di avere e mantenere  il proprio “bottino” di voti, sempre pronto a riconfermare poltrone e potere.

Un marcio che lentamente ha invaso ogni parte del nostro paese, che ha creato innumerevoli  “occasioni” di corruzione e collusione, famiglie che occupavano posti pubblici a vita, passandosi la sedia di generazione in generazione, emolumenti pubblici, rimborsi e facili spese permesse a tutti…e che “accontentavano” chi, legato a quei carri, creava il proprio “orticello” di potere per poterne riprodurne forme ed atti…all’infinito…sino all’attuale sfascio dovuto a loro…e solo a loro.

I nostri padri, noi stessi, abbiamo pagato le nostre pensioni sino all’ultima lira o euro che sia, così come la nostra salute e la scuola dei nostri figli…chi ha rubato non è tra chi ha lavorato onestamente, non è tra chi prende una misera pensione, né tra chi precedentemente l’ha presa, chi ha rubato siede al Colle, ora e prima, in parlamento, ora e prima, nelle poltrone degli enti pubblici, delle mille e passa partecipate, nelle Regioni e nelle Province, Comuni, Circoscrizioni…e continua a non pagare…ed a voler scaricare le sue colpe su di noi.

 
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