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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi del 24/11/2015

 

Divisi contro l’ isis

Post n°826 pubblicato il 24 Novembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

I turchi sparano contro i curdi ed i russi, che sparano contro l’isis, che spara contro i francesi, che sparano contro i mussulmani, che prima sparavano contro i russi ed i curdi ed ora sparano solo contro gli israeliani, che sparano contro i palestinesi…gli americani sparano un po’ contro tutti, anche gli ospedali.

Le bombe “intelligenti”, lanciate dai governi deficienti, segnano il cammino di un declino non solo morale, purtroppo soprattutto culturale, di un occidente impegnato solo a far quattrini, sulla pelle di tutti, di chiunque, amico o nemico, cittadino o immigrato.

La regola è una, solo una, i soldi ed il controllo delle aree dove si possono fare i soldi, nulla di complicato ed arzigogolato, nulla da comprendere grazie all’apporto di insigni storici o letterati, anche questi, nella maggioranza dei casi, legati ai soldi.

All‘ isis, che tanto ci odia, forse basterebbe solo starci a guardare ed attendere che ci spariamo l’un l’altro per un pozzo di petrolio in più, per un diamante in più, per un accesso al mar mediterraneo o una base in Turchia.

Da soli, per i soldi, avveleniamo le nostre terre, da soli, sempre e solo per i quattrini, distruggiamo il nostro territorio, da soli, senza che nessuno ce lo chieda, impoveriamo milioni di persone, cancelliamo i diritti democratici, le costituzioni costate migliaia di morti, quelle libertà di cui conserviamo ormai solo vaghi ricordi riportati in wikipedia.

La “cultura” occidentale, quella che dovrebbe essere baluardo contro la barbarie, fa più paura dell’orda vestita di nero, il suo “progresso” poggia sull’esproprio e sulla violenza indiscriminata verso tutti i popoli di ogni religione e di ogni angolo del pianeta.

Quelli vestiti di nero, che si fanno saltare in aria come degli imbecilli pensando che Allah li aspetti con sette vergini e non per sputargli nei resti dei loro corpi, ci colpiscono mentre siamo al bar o al teatro, o in casa o nella redazione del nostro giornale; gli altri, quelli in giacca e cravatta, quelli che siedono difronte a migliaia di “giornalisti” scodinzolanti, pianificano le stragi a tavolino, non si sporcano le mani, giustificano la cancellazione delle nostre vite come necessaria, come sacrificio non per Allah, ma per la “banca”.

I primi non hanno nulla da perdere, i secondi non sanno neanche chi e cosa prendere, chi e cosa combattere e neanche come farlo. Distribuiscono armi a destra ed a manca, partono con gli aerei, si sparano l’un l’altro, colpiscono città ed ospedali, uccidono innocenti e riportano conteggi astrusi su probabili terroristi uccisi, con numeri buttati a casaccio e non si capisce neanche come verificati.

Nella guerra del terrore i primi, quelli vestiti di nero che sfilano davanti alle telecamere non si sa di chi, sembrano aver già vinto, ci hanno chiusi in casa, hanno desertificato intere capitali europee, dato una mazzata ad un settore trainante dell’economia come il turismo; i secondi, certi che le loro giacche e cravatte sono ben al sicuro da ogni attentato, vengono in tv a parlarci di valori e di cultura, di coraggio e resistenza…già resistenza, valori, cultura…di quelle cose che proprio loro hanno cancellato.

 
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Il macigno del Sud

Post n°825 pubblicato il 24 Novembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Dove pensavate che fosse il maggior peso fiscale? Nelle zone più ricche del paese e con una disoccupazione minore ? Ebbene no, vi sbagliate, i governi “democratici” dello stivale ipocrita tartassano il Sud, quello a più alto tasso di disoccupazione, con più poveri, con più famiglie in difficoltà, con una sanità allo sfascio ed un territorio ad elevato rischio idrogeologico.

In poche parole il Sud paga la totale mancanza di investimenti, l’abbandono dello Stato, la fuga dei propri giovani, l’avvelenamento del proprio territorio, la fatiscenza degli edifici scolastici,  una sanità pubblica, costantemente senza fondi ed incapace di coprire il fabbisogno necessario, con un carico fiscale che arriva a pesare, mediamente, 7.600 euro annui a famiglia.

Proprio i nuclei familiari, unica ancora di salvataggio per tanti giovani e tanti anziani in questo lunga ed interminabile crisi, sono quelli più colpiti da politiche di risanamento di un’ economia, massacrata da una corruzione endemica, che salvaguarda privilegi e mantiene ben saldi i pilastri dello sfruttamento, della speculazione e dell’evasione.

Non sono serviti gli allarmi di una desertificazione e di un impoverimento di una grossa fetta del mezzogiorno per far si che vengano modificate le linee programmatiche di una politica serva degli interessi di pochi ed incapace di estirpare quel cancro che nasce dall’intreccio tra gli interessi “mafiosi” ed il potere politico.

Quella classe dirigente, fatta di “capi bastone” connettori di voti, merce di scambio per quei partiti che parlano di onestà e moralità e che poi con questa gente scendono a patti, è il prodotto di un omicidio progettato ed attuato in decenni di malgoverno, in una visione di un Sud nel quale il clientelismo sopprime le capacità ed annulla le volontà, è il macigno che pesa su ogni speranza di rinascita e di un futuro migliore.

E’ dalla rimozione di quel macigno che il Sud deve ricominciare.

 
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