Post n°878 pubblicato il 31 Marzo 2015 da Narcysse
Ronzano laboriose le api fra balzi improvvisi di cavalletta e più sotto s'arrovella la coccinella d'apparire men rossa d'un papavero con le sue macchie nere, qua e là
Riapparecchia la primavera il cielo alle rondini Rinfresca l'aria mattutina l'assopito fuoco; e lo rinnova
Ma pare il pensiero occuparsi già d'autunno quando non vuol cedere alla vita quando rifugge l'ammaestrare del vero
Di questo unico vero che penetra come il sole il pomeriggio di maggio d'aprile si scopre appena e a giugno s'infuoca
Riesce però lo scarabeo a trascinar la palla fin sulla cima mentre soffia lo spirito contadinello per farne una rinuncia al certo per vederlo rotolare attorno ai suoi pensieri
Pur d'arrestare almeno un poco il dolore di scoprirsi fatto né poco né tanto né più né meno
Soltanto
"Primavera" Di Perturbabile
sono la coccinella, la cavalletta, son l'una e l'altra assenza sono l'ape dalle cestelle gonfie di pollini preziosi penetro l'azzardo scivolando dai telai del già vissuto dallo scorcio del pudico mai scorso
sono una foglia gialla sotto gli alberi già spogli son frutteto sui pascoli di giunchi appena sorti sono io, la zavorra degli uccelli migratori sono la rotta che progettano anzitempo le radici di questo sogno e vivo e d'altro ancora sono lo sciamano che invoca una magia mi risveglio dentro un sogno mai iniziato e inizio a immaginare il mio passato...
tanto più questa freschezza inumidisce il cielo tanto brucia una certezza tra l'ardore e il gelo
Eh si..Mi pare la rappresentazione della giovinezza ;-) "Levigata come una pesca" è sensuale come il rossore delle gote di una ragazza la prima volta di un bacio. L'estasi...Parola che si addice alla primavera. E tu non dimentichi vero?
Eh.....no che non dimentico.E credo che nemmeno tu possa.Ritorna come un fiume carsico e riemerge cosi' spesso nei tuoi scritti.Primavera ed esperienze di giovanile sensualita'.Come dimenticare la tenerezza carnale che sconvolge ogni molecola dello spirito e del corpo (sorrido...meravigliosa è l'adolescenza.....)
Bisognerebbe imparare dalle stagioni, dalle singole giornate. Utilizzare la giornata di sole, qui e adesso. Non perdere tempo a pensare che pioverà.. La stessa.
La primavera e l'estate, le mie stagioni, sono questo.
La rinascita.. Nelle lunghe fredde giornate
D'inverno sembra impossibile che un giorno sarà caldo.. Eppure si...dovremmo proprio osservare la natura per capire la vita
E' la chiave del mio scritto. Nella natura semplice, nel suo svilupparsi fluido è la chiave della vita, della sua scoperta, della sua pace. Un intuizione la tua...Oppure ti ho investita inconsapevolmente con il mio messaggio. Curarsi del fluire delle cose, osservarlo....e non già disperdersi nel dubitare del suo evolversi, della sua capacità di trovare la quiete. Osservare, silenti...è grande partecipazione...Come questa chitarra carezzevole, vento sui fili sottili d'erba nelle prime dune sulla spiaggia. Poi c'è l'ego...e allora è una corsa lontano dalla realtà e tutto spaventa, tutto ciò che è lontano dal fluire naturale e lento della primavera. La paura di scoprire noi stessi..
"il dolore di scoprirsi fatto
né poco né tanto
né più né meno
Soltanto
In poleposition sul suo divano verso il traguardo del "pensiero"...Si figuri che io sono allergico alle graminacee e in questi giorni sono obbligato alla quasi clausura. Ma dalla finestra immagino infiniti viaggi. Rivedo tutta la serie a puntate di avventure che un ragazzino girava per le campagne col solo "obbiettivo" di crescere...
sono la coccinella, la cavalletta, son l'una e l'altra assenza
sono l'ape dalle cestelle gonfie di pollini preziosi
penetro l'azzardo scivolando dai telai del già vissuto
dallo scorcio del pudico mai scorso
sono una foglia gialla sotto gli alberi già spogli
son frutteto sui pascoli di giunchi appena sorti
sono io, la zavorra degli uccelli migratori
sono la rotta che progettano anzitempo le radici
di questo sogno e vivo e d'altro ancora
sono lo sciamano che invoca una magia
mi risveglio dentro un sogno mai iniziato
e inizio a immaginare il mio passato...
tanto più questa freschezza inumidisce il cielo
tanto brucia una certezza tra l'ardore e il gelo
ciao
:)
Proprio un sacco di cose sei!? ;-)
Mi piace tanto la chiusa..:
"tanto più questa freschezza inumidisce il cielo
tanto brucia una certezza tra l'ardore e il gelo"
Elementi naturali, stagioni e forse una lacrima di commozione nel ricordo, nel pensiero di vivere ancora quei cambiamenti, quell'ape dai cestelli gonfi, quel frutteto sui pascoli di giunchi appena sorti...Sciamano del passato e del futuro e di tutta una magia che chiamiamo vita. Thanks Pert.
Anche, certo...Anche...Ma adesso mi godo le graminacee ;-)) Poi io mi ricordo delle sue uscite tra gli orti, delle esplorazioni in plein air su spiagge temporalesche...Insomma, ogni tanto abbandona il suo divano!!
Il divano è solo un'innocente provocazione...proprio non potrei fare a meno della natura, ora poi che è un tripudio di colori e odori sarebbe un delitto non fruirne appieno...evito solo di aggirarmi all'aperto nelle ore in cui vi sono troppi bipedi in circolazione...scampato il pericolo, ciò che resta è meraviglia.
Dico sempre...La maggior risorsa che abbiamo è fuori di noi, nell'altro! Ma evidentemente lei ora, ha bisogno del suo divano "innocente", di restare fra sé e sé. Dubito sia tagliata per restarvi.
Nella natura semplice, nel suo svilupparsi fluido è la chiave della vita, della sua scoperta, della sua pace. Un intuizione la tua...Oppure ti ho investita inconsapevolmente con il mio messaggio. Curarsi del fluire delle cose, osservarlo....e non già disperdersi nel dubitare del suo evolversi, della sua capacità di trovare la quiete. Osservare, silenti...è grande partecipazione...Come questa chitarra carezzevole, vento sui fili sottili d'erba nelle prime dune sulla spiaggia. Poi c'è l'ego...e allora è una corsa lontano dalla realtà e tutto spaventa, tutto ciò che è lontano dal fluire naturale e lento della primavera. La paura di scoprire noi stessi.. "il dolore di scoprirsi fatto
né poco né tanto
né più né meno
Soltanto
sono l'ape dalle cestelle gonfie di pollini preziosi
penetro l'azzardo scivolando dai telai del già vissuto
dallo scorcio del pudico mai scorso
sono una foglia gialla sotto gli alberi già spogli
son frutteto sui pascoli di giunchi appena sorti
sono io, la zavorra degli uccelli migratori
sono la rotta che progettano anzitempo le radici
di questo sogno e vivo e d'altro ancora
sono lo sciamano che invoca una magia
mi risveglio dentro un sogno mai iniziato
e inizio a immaginare il mio passato...
tanto più questa freschezza inumidisce il cielo
tanto brucia una certezza tra l'ardore e il gelo
ciao
:)
Mi piace tanto la chiusa..:
"tanto più questa freschezza inumidisce il cielo
tanto brucia una certezza tra l'ardore e il gelo"
Elementi naturali, stagioni e forse una lacrima di commozione nel ricordo, nel pensiero di vivere ancora quei cambiamenti, quell'ape dai cestelli gonfi, quel frutteto sui pascoli di giunchi appena sorti...Sciamano del passato e del futuro e di tutta una magia che chiamiamo vita. Thanks Pert.
veramente volevo scrivere: 'che belle tette !'... ma so che non sarei stato compreso in una sintesi così complessa :))))