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« Classici pret à porterMemorie »

L'Ecclesiaste riletto da un artista

Post n°524 pubblicato il 20 Giugno 2018 da fedechiara
 

 

 

L'Ecclesiaste riletto da un artista

Sembra che monsieur Pinault abbia esaurito i fuochi d'artificio delle sue grandi mostre-monstres, qui a Venezia – buona ultima quella di Damien Hirst e delle sue fantasie sottomarine. E se, a palazzo Grassi, troviamo una esposizione che più classica non si può - con i grandi quadri del tedesco Oehlen che rimandano ai mostri sacri del secolo scorso, astrattisti e impressionisti ben mescolati e perfettamente digeriti – a Punta della dogana, invece, è il silenzio degli archivi rivisitati che induce a riflessioni cupe e 'tempus fugit' e 'come eravamo'. 
E non è un bel vedere, a ben vedere, perché gli artisti tendono a complicarsi/ci la vita e a complicare le cose più semplici e a mostrarci più spesso i loro rovelli mentali, invece degli incanti, e le segrete/incomprensibili cose del corso dei loro pensieri – ma per fortuna ci lasciano liberi di interagire ed elucubrare da par nostro evitando di dare titolo alle loro immagini.

Perché le fotografie e i video che scandiscono il silenzio delle sale vuote e che costituiscono l'ossatura della mostra, anche quando sono apparentemente giocosi/gioiosi ci mostrano in filigrana il retrostante rigor mortis del tempo che va per la sua strada e ci consegna quella diversa immagine di noi che osserviamo nelle vecchie foto dei nostri archivi personali – e ci chiediamo, le rare volte che apriamo gli armadi e  le sfogliamo, chi veramente siamo stati e 'que reste-t-il de nos amours' e delle nostre vite appassite e i corpi anchilosati e appesantiti.

E, forse, l'opera più significativa ed emblematica è quella di un corpo di cera senza testa seduto ad una scrivania e la testa se l'è mangiata una fiammella che fiammeggia ostinata dentro – e chi visiterà la mostra fra qualche mese lo vedrà dimezzato e la cera liquefatta che si aggruma ai suoi piedi.

L'Ecclesiaste riletto ed effigiato da un artista.

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