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« Specchietti e perline. I...Prima e dopo i 'gialloverdi' »

Sogni e incubi

Post n°999 pubblicato il 10 Ottobre 2019 da fedechiara
 

 

Sogni e incubi di una notte di metà dicembre

Sbaglierò, ma ho l'impressione che l'effetto 'brexit' sia tutt'altro che concluso in Occidente. 
Le elezioni americane in primis e poi, da noi, la batosta referendaria che si annuncia e che porterà gli sconquassi annunciati - e, forse, speriamo, il ritiro dalla scena politica e la meritatissima gogna del nefasto imbonitore fiorentino - potrebbero dimostrare che c'è un elettorato che, a maggioranza dei votanti, non digerisce l'andazzo delle cose del mondo quale ci hanno consegnato gli s-governanti europei e americani dell'ultimo decennio a guida sinistra e sedicente democratica.

E, se io fossi al posto di Trump, nel corso dei dibattiti televisivi e nei comizi continuerei a battere il ferro caldo, caldissimo, dell'esplodere del terrorismo globale a guida islamista-radicale e la cattiva politica di una immigrazione fuori controllo e foriera di altri e maggiori conflitti futuri sul suolo europeo e americano, ma sopratutto sull'abbaglio dei vertici dell'Amministrazione Obama e di quella che l'ha preceduta di credere che suscitare il vespaio della campagna di 'democratizzazione' dei paesi arabi della cintura mediterranea (Siria e Libia in aperta guerra civile e l'Egitto pacificato a fatica dall'attuale dittatore) fosse la panacea di tutti i mali e l'avvio di un'era nuova di convivenza pacifica globale - e stiamo assistendo, invece, allo scatenamento di tutti i venti tempestosi di guerre e terrorismi assassini e migrazioni barbariche a milioni che stanno cambiando il volto del nostro vivere civile e ci costringono a vite blindate e nell'attesa angosciosa di cosa potrebbe capitare ad ognuno di noi mentre facciamo la spesa in un supermercato o ascoltiamo un concerto o passeggiamo tranquilli in un giorno di festa lungo la promenade des anglais a Nizza.

E non c'è da sorprendersi se la reazione al caos massimo del mondo quale si è scatenato dalla guerra in Iraq in poi e seguìto dal procurato omicidio di Gheddafi in Libia - che ha aperto la bocca dell'inferno delle migrazioni, a centinaia di migliaia, di africani e consentito all'orrendo mercato di morte degli 'scafisti' assassini -, non c'è da sorprendersi, dicevo, se le reazioni 'di pancia' dell'elettorato europeo castigano la Merkel oggi e ieri il Cameron della 'brexit' e domani, chissà, speriamo, l'arrogante e inconcludente imbonitore fiorentino che oggi dovrà vedersela con Bersani e la sua opposizione interna.

E non escudo che perfino i sondaggi americani che danno la vergognosa Clinton (quella delle trentamila mail della sua disastrosa segreteria di stato occultate e cancellate, chiedetevi il perché) in schiacciante superiorità nei sondaggi venga fortemente ridimensionata nelle urne di novembre - e si ripeta quello che è avvenuto in Gran Bretagna: la rivolta di un elettorato che ha disdegnato e disprezzato i pareri e gli allarmi dei giornalisti soloni e proni ai voleri dei presenti s-governanti del caos del mondo. 
Chi vivrà vedrà. Ci si risente a metà dicembre per fare il punto della situazione.

Sangue e sudore

Il premio Nobel regalato alla 'primavera araba' della Tunisia è il disperato esorcismo mediante il quale si prova, si tenta, si azzarda a porre su un piedistallo la fragilissima democrazia tunisina e a salvarla e dirla esemplare malgrado e contro ogni evidenza di irriducibilità delle folle e dei popoli 'arabi' a quel sistema di governo. Democrazia e verbo islamico sono termini antinomici e jihad, invece, e fa tenerezza che il comitato per il Nobel si sia preso la briga di provare a mettere il sale sulla coda a quell'araba fenice ('che vi sia ciascun lo dice dove sia nessun lo sa').

E' noto, infatti, che la Tunisia è il paese che ha mandato a combattere in Siria tra le fila dell'Isis il maggior numero di 'foreign fighters' e il numero di quegli esaltati 'martiri' di una riscossa delle folle arabe contro il 'grande Satana' dell'Occidente è destinato a salire per la recrudescenza della guerra delle ultime settimane e il 'grande finale' che si prospetta per via dell'intervento russo-iraniano e la controffensiva dell'esercito di Assad. Chi vivrà vedrà.

E che nelle terre dell'Arabia Infelix non vi sia pace possibile e mediazioni e accordi e convivenze pacifiche con gli occidentali e il loro baluardo in terre arabe Israele lo dice l'ennesima 'intifada' - parola che nessuno vuole pronunciare, ma il cui 'incipit' è nelle narrazioni giornalistiche e dei telegiornali di tutto il mondo. E il maledetto 'la' al concerto stonato di quest'ennesimo massacro annunciato lo ha dato – come sempre – l'azione di un pazzo scatenato, un palestinese, verosimilmente ispirato e istruito dai vertici di Hamas, che ha pugnalato e ucciso due israeliani inermi e scatenato gli spaventosi spiriti di morte che sempre si accompagnano e inscenano la loro danza macabra al seguito di un tale evento. E gli assassinii si moltiplicano/cheranno, com'è nella storia di quel conflitto irrisolto e irrisolvibile, e solo un 'bagno di sangue' e un'altra guerra aperta e centinaia o migliaia di morti condurranno a una fragile tregua e provvisoria pacificazione. 
E mai, come in Medio Oriente e in Palestina, ha trovato cogente applicazione quel luttuoso detto che, qui da noi, si pronuncia in chiusura dei matrimoni: '...finchè morte non vi separi'. 
'Sangue e sudore vi saran compagni.', disse il Creatore cacciandoci dal Paradiso Terrestre e avviandoci verso Babele. 
Amen e così sia.

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