Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi di Maggio 2018

L'altro ieri accadeva

Post n°507 pubblicato il 31 Maggio 2018 da fedechiara

Grazia del ciel, come soavemente...

E' come la 'sindrome della pagina bianca' che affligge gli scrittori. Per giorni e giorni è il vuoto che la fa da padrone nella tua mente e niente di notevole, di memorabile vi si affaccia - come se il mondo si fosse appiattito e la gente improvvisamente tutta rinsavita o rintanata causa pioggia e che non da adito ai commenti indignati, ai dibattiti, alle polemiche.
Perché, lo sapete, noi esseri umani vogliamo continuamente stupire ed essere stupiti – e i giornali vivono sullo scandalo permanente e fa notizia 'il padrone che morde il cane' e non viceversa e, parafrasando il Metastasio: 'E' lo stupire il fin delle gazzette'.

Ma, da giorni, niente più ci stupisce. berlusconi è silente in attesa di arringa difensiva dei suoi 'cavalli di caligola' Longo e Ghedini e parlano in sua vece i suoi bravi, la santanchè e gasparri, ma è come quella storia in cui si racconta che: 'Bussarono alla porta, andai ad aprire e vidi il Niente.'

E neppure il Grillo ci stupisce più. Che fosse Parlante, lo sapevamo e, parla che ti riparla, qualche Grossa Sciocchezza la macini, è inevitabile. 
Dovremmo tutti tornare al silenzio di un cielo fitto di stelle o di un paesaggio di straordinaria bellezza e nutrirci di quel silenzio e tenerlo dentro a lungo – e imparare a fissarci negli occhi e cogliervi delle emozioni silenziose - ci farebbe un gran bene, credo.

Perciò non vi tedierò oltre e propongo alla vostra riflessione solo un paio di distici old style che potrebbero sostituire nei vostri cuori e le menti tutto l'avvilente bailamme di una politica che rottameremmo per intero, se fosse per noi, e trasferirci a volo d'uccello, che so, tra i fiordi della Norvegia o a Giava, a imparare il teatro delle ombre e rappresentarlo, poi, qui da noi, per la gioia dei bimbi – colla parte del cattivo affidata, ca va sans dire, a berlusconi-lex luthor e il redemptor a Letta, gravato della croce di governare le larghe discordie.

Grazia del ciel, come soavemente
ti miri ne la terra abbeverata,
anima fatta bella dal suo pianto!
O in mille e mille specchi sorridente
grazia, che da nuvola sei nata
come la voluttà nasce dal pianto,
musica nel mio canto
ora t'effondi, che non è fugace,
per me trasfigurata in alta pace
a chi l'ascolti.

Nascente Luna, in cielo esigua come
il sopracciglio de la giovinetta
e la midolla de la nova canna,
sì che il più lieve ramo ti nasconde
e l'occhio mio, se ti smarrisce, a pena
ti ritrova, pel sogno che l'appanna,
Luna, il rio che s'avvalla
senza parola erboso anche ti vide;
e per ogni filo d'erba ti sorride,
solo a te sola.

Tanto avevo in animo di dirvi oggi. Godetevi il grigio del cielo e sperate nel sole. 
Verrà, lo so per certo. C'è sempre un po' di sole nascosto nell'aria che intiepidisce. 
E fu subito estate.

 
 
 

Le linee di Nazca e altre storie

Post n°506 pubblicato il 31 Maggio 2018 da fedechiara
 

Ieri accadeva

Andare per mostre (2)

...ed è come un excursus storico di grande respiro e 'preso alla lontana'. Come se, per dare un senso alle architetture post moderne dovessimo sempre rapportarci alle origini. Da dove veniamo per capire dove andiamo, - se davvero andiamo da qualche parte e un qualche 'progresso' connota il nostro andare a tentoni nella Storia. 
E c'è chi ci rappresenta l'informe concretezza del caos come una nuvola rappresa che l'uomo domina da par suo ed esplora le sue caverne e interne concrezioni e gruviera speleologici e chi ci ricorda l'opera e l'ingegno di ricercatrice di Maria Reiche – la cui suggestiva foto di schiena in piedi su una scala di alluminio e di fronte l'arido deserto delle 'linee di Nazca' campeggia nel manifesto della Mostra. 
Foto emblematica che ci dice che ogni opera geniale e meritevole di attenzione nasce dalle piccole cose: la sua scala di alluminio di ricercatrice così come i paletti e le corde degli architetti della civiltà Nazca che servirono a disegnare quelle enormi figure che dovevano essere viste dal Cielo, secondo alcuni ricercatori, e segna(la)re una comune 'via delle stelle' (da dove veniamo e dove andiamo), ma, secondo altri, servivano piuttosto a un progetto di irrigazione, - buffa ipotesi per un deserto così arido e privo di vento che ci ha conservato i meravigliosi disegni aero-terrestri per secoli.

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Per le antiche scale

Le scale, si sa, sono fondamentali nelle nostre e altrui vite. Trascurando la 'scala al Fattore' del nostro Sommo – uno dei più alti esempi di un uso strumentale del corpo e della figura della Donna – e il suo tardo e doloroso 'scendere e salir per l'altrui scale' che sapevan di sale, le scale sono la fatica improba che devono affrontare gli anziani che non hanno provveduto per tempo a trasferirsi al piano terra, ma anche le ardite infissioni sulla roccia di alcune vie ferrate che ci portano brevemente in cima alla montagna ( con lo spaventoso vuoto alle nostre spalle) - e da lì osserviamo il mondo sottostante improvvisamente chetato e non più conflittuale nelle limpide giornate dell'estate di alta quota. Ubi maior minor cessat.

E Maria Reiche, grande studiosa delle 'linee di Nazca' (Perù), - che interpretava quali antiche raffigurazioni ispirate alle costellazioni celesti – saliva su una leggera scala mobile di metallo per riuscire a meglio vedere i particolari delle linee tracciate da popoli misteriosi rimuovendo le pietre superficiali di quel deserto privo di vento e di piogge che ce le ha conservate.

E costruttore di meravigliose ed elegantissime scale in pietra era l'architetto Carlo Scarpa, pura intelligenza nostrana, che le progettava e faceva costruire prive di ringhiera e quel suo vezzo e segno distintivo architettonico gli costò la vita, - il giorno che scivolò sul gradino di un anonima scala di un albergo e non si afferrò alla ringhiera forse per deformazione professionale e batté la testa e ci privò del suo immenso genio.

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Quei burocrati 'europei' sordi e grigi.

Post n°505 pubblicato il 30 Maggio 2018 da fedechiara
 

 

Basta uscire e camminare per la città per rendersi conto che tutto il panico idiota che ci rifilano a pieni video i tiggi di regime – rainews24 in testa – è smaccata propaganda pro poteri forti e pro 'mercati': che dovrebbero insegnarci come e per chi votare, secondo il verbo pro pd di s-governo appena scorso di un tale Oettinger, tedesco, - un signor nessuno che dà fiato alla bocca come quei giornalisti post renziani incistati in rai che seminano quotidianamente l'idea del caos quale mina per affossare la Lega e il M5S al prossimo giro elettorale.

Basta uscire e camminare per la città, dicevo, e noterete, come io noto, che i ristoranti e i bar sono pieni e la gente va al lavoro normalmente – e, per quanto attiene la produzione di beni e servizi, i dati sono gli stessi di prima del 4 di marzo – e la sola cosa che è cambiata è il sentire politico degli italiani che vogliono un diverso governo della cosa pubblica e dell'ordine pubblico.

L'economia reale funziona perfettamente, dunque, e il solo impazzimento è quello della cosiddetta politica dei burocrati pro U.E. - e i 'trattati' intangibili come il Vangelo - che paventano sfracelli e rischi per il quieto tran tran delle comode cadreghe su cui sono stati seduti fino a ieri.

E la rivoluzione elettorale italiana è davvero un rischio e una giusta punizione solo per l'inedia e lo s-governo passato di costoro – e potrebbe costituire, invece, un pungolo e uno stimolo a ripensare le vecchie e stantie regole di convivenza assassine delle economie più fragili dell'eurozona, ma quei burocrati sordi e grigi, Oettinger in testa, preferiscono tentare il colpaccio e il fendente contro il popolo sovrano, e l'accorto pilotaggio al ribasso dello spread e delle borse – i famigerati 'mercati' - è per costoro viatico e idromele che garantisce obbedienze di regime e la punizione di quegli scervellati italiani che si sono permessi di dare un segnale forte di cambiamento.

L'augurio è che quell'idromele vi vada a stranguglione e le vostre cadreghe 'europee' sussultino fino a farvi sbalzare il culo a terra, malnati.

Assicurare il debito dell’eurozona dentro un Fondo: la proposta di un gruppo di economisti al governo che verrà
CORRIERE.IT
https://www.corriere.it/cronache/18_maggio_29/fiducia-tecnica-giorgetti-guida-centrodestra-o-ritorno-all-asse-lega-5-stelle-tre-esecutivi-possibili-scongiurare-timori-risparmi-b876b280-6387-11e8-9464-44779318d83c.shtml

 
 
 

Una faccia, una razza

Post n°504 pubblicato il 29 Maggio 2018 da fedechiara
 

Una faccia, una razza.

E bene fanno quelli dell'Anpi, - partigiani del ricordo e tuttora resistenti di ogni cosa nuova diversa dalle narrazioni tragiche della Resistenza - fanno bene a coccolare e a scendere in piazza tetragoni a difesa del loro sodale ad honorem: il partigiano Sergio – eminente figura di resistente al nuovo che avanza e che oggi si ritrova con la faccia stanca della Merkel sovrapposta alla sua in un fotomontaggio che li dice, impietosamente, 'una faccia, una razza' politica ed economica.

E quella che veniva detta retoricamente 'l'istituzione di garanzia' della Repubblica,nel vetusto linguaggio del peggiore giornalismo italico, si ritrova oggi nella polvere del suo altare in macerie - e Sergio è più partigiano che pria e fiero portabandiera di una sinistra allo sbando che sposa tutte le cause perse: dai migranti a grappoli e fiumi che arrembano sulle nostre coste (e nessuno sbarco in Spagna o a Malta o in Francia, chissà perché) all'Europa dei cinici mercati e del rigore cieco e sordo ad ogni ragionevole variabile - e che va in pezzi ad ogni nuovo distacco ed 'exit' e fiera opposizione alle sue dissennate politiche: dal gruppo di Visegrad, passando per Austria e Gran Bretagna e oggi l'Italia in fiamme e sotto attacco (guidato?) dello spread.

E ne vedremo e ascolteremo delle belle nelle piazze contrapposte e, tutto sommato, la richiesta di impeachement, se accolta, ci aiuterebbe a capire se è vero – come dice Di Maio – che il partigiano Sergio ha rifiutato anche altri due nomi, oltre a quello di Savona, così dimostrandosi fiero avversario della novità politica del governo giallo-verde per dichiarata appartenenza ai poteri forti dell'Europa e ai servi sciocchi del pd che lo votarono in parlamento quale ultima trincea di difesa da cui ancora si spara a palle incatenate contro il popolo sovrano che li ha bocciati nelle urne.

Al prossimo appuntamento post elettorale, presidente. E chissà che altri nomi di ministri vorrà bocciare, in Ottobre, ce lo faccia sapere, così ci prepariamo.

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Di ville e pavoni e vecchi inni. Aux armes, citoyens!

Post n°503 pubblicato il 28 Maggio 2018 da fedechiara
 

 

Perfino i pavoni che abitano il parco della villa storica che ho qui nei pressi stamattina gridano al golpe istituzionale e volano nervosi e incazzati, dandosi il cambio sulla sommità dei timpani e delle statue e dei camini – che, al confronto con gli odierni accadimenti tragici della nostra democrazia zoppa e finto-costituzionale, anche la calata dei francesi di Napoleone che qui si acquartierarono, mettendo fine alla vita stenta della Serenissima Repubblica, sembra accadimento di minor peso e data di inizio della modernità e delle mitiche costituzioni repubblicane da Lui imposte sulla punta delle baionette.

E, se proprio vogliamo trovarci una nota di leggerezza in tanto dramma e ira delle schiere contrapposte e rullar di tamburi e peana di guerra elettorale prossima ventura, io la trovo nella battuta infelicissima e ridicola del giornalista che cura la rassegna-stampa di rai news 24 del mattino – un soldato giapponese post renziano tuttora in tuta mimetica ed elmetto e fucile in pugno nella giungla indonesiana dell'informazione partigiana che ci affligge – che chiosava di malavoglia l'articolo di Travaglio sulla crisi dicendolo 'partigiano' e 'fazioso' – come se il cerchio magico dei giornaloni di regime e dei loro direttori radical chic che si stringono a coorte intorno al partigiano Sergio chiuso nel bunker del Quirinale fossero, invece, un esempio fulgido di libera stampa oggettiva e per nulla faziosa (sic). 
Il bue che da del cornuto all'asino.

Così, cari lettori, vanno le cose in questo nostro lembo di Europa stanca e provatissima, dopo decenni di guida politica sinistra, che hanno ridotto l'inno alla gioia di Schiller/Beethoven a uno straziante canto di speranza di futura rinascita, - ma intanto curiamoci la Merkel e Macron e Mattarella maestri di cappella stonati e generali perdenti di una idea di Europa manifestamente a pezzi e che si affida al cinismo dei 'mercati' per affossare le libere scelte della volontà popolare.

Aux armes, citoyens! Le urne future saranno la nostra tomba o l'inizio di un'era e nuova idea di democrazia reale e popolo sovrano.

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