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Messaggi del 09/11/2017

Anniversari

Post n°422 pubblicato il 09 Novembre 2017 da fedechiara
 

09 novembre 2015

Viviamo in tempi grami e in un mondo rotto che scaglia le sue schegge impazzite per ogni dove e oggi la ricorrenza del ‘muro di Berlino’ diventa sineddoche di ogni frontiera e barriera che si interpone tra gli esodi biblici dei ‘popoli del mare’ (e di terra) e il futuro di un’Europa e di un mondo che non riusciamo più ad immaginare – di certo non quello prefigurato da l’Inno alla Gioia di Beethoven -, ma che ricomincia, invece, dalle guerre perdute (Irak, Siria), il lavoro che non c’è e i rivolgimenti epocali che hanno il loro centro nel maledetto islam che deflagra nelle sue mille contraddizioni e opposizioni con la post modernità dell’Occidente evoluto, com’è deflagrato il Comunismo che aveva perso la sua arrogante sfida al Capitalismo.
E cadde il ‘muro’ maledetto infine – e, di lì a poco, l’intero impero sovietico franò e si dissolse e, stupiti, conoscemmo i nomi dei cento paesi che aveva incorporato e nascosto nella sua fredda cortina di ferro: la Georgia, l’Ossezia, l’Ucraina, la Moldavia, l’Abkazia e tutti gli altri.

E il quadro che abbiamo davanti del Capitalismo trionfante sul Comunismo è di rovine e macerie sociali com’è ogni quadro post bellico: salari al palo, precariato diffuso, consumi al minimo e, per sovrappiù, l’immissione incontrollata dei nuovi schiavi africani, siriani, iracheni e afghani che, nel mercato del lavoro sottopagato, si sostituiranno ai cinesi dei capannoni nascosti di Prato dove si lavora in nero per dodici/quattordici ore di fila.

Si stava meglio quando si stava peggio? La domanda sorge spontanea e il mondo dei vasi comunicanti e degli inevitabili travasi al ribasso e cessione di ricchezza dai paesi più ricchi che ancora siamo ai nuovi straccioni arrembanti non è certo il migliore dei mondi possibili o quello delle ‘magnifiche sorti e progressive’ – e speriamo che questo suo rinculare sia quello dell’atleta che dal rinculo trae spinta per il suo salto in avanti, ma temo che sia, invece, l’incerto passo del gambero in fondo al mare caotico che lo ospita: un passo avanti e due indietro.

Arridatece i muri e la loro primaria funzione di contenimento e meritorio argine al troppo del mondo rotto e al disordine epocale che ne è conseguito.

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