Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Mostre gioiose

Post n°3139 pubblicato il 19 Aprile 2024 da fedechiara
 

18 aprile 2015

E' gioioso l'approccio iniziale che si ha con quel Grande Vecchio che è Martial Raysse. Grande Vecchio perché ancora bambino dentro e capace di magie e laboriose fantasie che sintetizzano artisticamente il mondo intero e ne correggono i molti aspetti grotteschi e mortiferi e lo trasfigurano e rivitalizzano.
Un artista, Raysse, che non conoscevo affatto, nel vasto panorama dell'Arte contemporanea, e già il fatto che abbia scelto di vivere in Dordogna, come si legge nella sua biografia, aggiunge gioia a gioia. Perché ti fa venire in mente il gran naso dello spadaccino innamorato di Bergerac - quello de: '...e giusto al fin della licenza io tocco.' - e il fluire di quel fiume dolce che dà il nome alla regione, sulle cui sponde affacciano e si specchiano i meravigliosi villaggi della 'douce France' dei nostri sogni di una vita altra e diversa, delle molte che abbiamo immaginato e ci sono sfuggite tra le dita.
E già all'ingresso, nella corte interna del palazzo che ospita la sua mostra (M.a.r.t.i.a.l R.a.y.s.s.e - Palazzo Grassi – Venezia), ti aggiri tra le teche di un immaginario museo della Conoscenza e della Fantasia dove le statuette di antichi satiri e deità si confondono con i funghetti colorati e le capre e i contadini-ushabti che menano una strana carriola, e con gli altri sogni infantili buffi e grotteschi e le fiabe trasposte in sculture arcane di un Bimbo Meraviglioso capace di proporsi quale Fautore del Mondo Nuovo che tutti abbiamo inseguito da bambini, ma è durato poco, ahinoi e solo ne serbiamo brandelli e sfilacci nella memoria.
E ti colpisce quella statuetta di un tale che cerca di uscire dalla sua scatola angusta aperta a fatica - e dentro si mostra la luce di un inferno da cui cerca di scappare, ma fuori è tutto un fiorire di luce e galli-eroi ritti nelle loro piume che tirano con l'arco e bambini divini che eruttano fontane luminose.
E se un corpo nudo giace sulla pira della sua vita sofferta - che sembra un eroe troiano a cui è stata negata la meta di una Nuova Città da fondare - nella stessa teca gli fanno consolatoria compagnia i funghetti colorati della rigenerazione e trasformazione della materia e un satiro cornuto che porta sulle spalle una divinità gioiosa e un'altra bianca divinità della pace, più in là, con in testa la piccola colomba simbolica del Volo a cui tutti aspiriamo - o Resurrezione, che verrà qualche millennio più avanti.
E sembrano davvero le teche di un museo dell'archeologia minoica, ma rivitalizzato dal Buffo della fantasia infantile che non trascura la meticolosità nella riproduzione delle sculture e statuette e oggettini correlati - e Raysse è autorevole, autorevolissimo nel coinvolgerci in quel suo mondo di fiaba e cento fiabe della Storia e delle odissee e delle eneidi e le dice vere, più vere del vero, e se il mondo fuori dal palazzo è altra cosa e più avvilente e piatto, beh è un nostro problema, di noi che artisti non siamo e la Fantasia che abbiamo avuto in dono è raggrinzita in un angolo delle nostre menti e spaventata e raggrumata – come quel grumo arboreo che si mangia il corpo di una figuretta di donna e viene in mente Dafne e Apollo e il Laurus Nobilis dalle foglie intensamente profumate....

 
 
 

Chiavi di volta, guaine contenitive e armate invincibili.

Post n°3138 pubblicato il 19 Aprile 2024 da fedechiara
 

Chiavi di volta, guaine contenitive e armate invincibili.

Ho un suggerimento da darvi – che potrebbe aiutarvi a decifrare il mondo in cui viviamo e ad assumere i 'giusti' comportamenti conseguenti. Consideratelo un 'chiave di volta' dei tempi grami che ci sono dati in sorte in questo scorcio di millennio entrante, l'asse portante di tutte ed ogni considerazione su quanto avviene e perché e ne avrete la consolazione filosofica (De consolatione philosophiae di S. Boezio) necessaria a tollerare le cronache di imbecillità diffusa che leggiamo ogni giorno sui giornali e vengono recitate in tivù.
Ecco l'ho detto. L'asse portante e chiave di volta di cui parlo è il pensiero che viviamo, obtorto collo, in un mondo di imbecillità diffusa e che permea come una elastica guaina contenitiva ogni cosa che ci viene proposta come meditazione sul senso delle cose.
Prendete la guerra a cui assistiamo – che ci cresce tra le mani a botte di incursioni notturne 'telegrafate' (ci dicono serissimi i telegiornalisti) perché non facciano troppi danni e il nemico che si vuole abbattere e ferire e/o annichilire (l'Ebreo stanziale colonizzante) sia avvertito e prenda le sue sacrosante contromisure.
Milioni di euro di armamenti sofisticatissimi e potenzialmente iper esplosivi vengono sprecati da decrepiti guerrieri teocratici tuttora in servizio effettivo per 'dimostrare' che ne hanno in serbo di maggiori e capaci di metter fine, finalmente, all'odiata presenza dell'invasore in terra di Palestina.
Imbecillità? Giudicate voi.
La contro risposta bellica dell'odiato nemico non è meno ardua da decifrare e definire. Aerei e missili di altissima tecnologia volano di notte e mirano una base militare iraniana ma, ci dicono i guerrieri teocratici iper vetusti, 'non hanno fatto alcun danno'.
Che spreco di costosissimi armamenti e, di più, di senso delle cose.
Un po' come se in una rissa feroce ci producessimo in sapienti gesti mimici alla Bruce Lee, con salti spettacolari e sciabolate delle braccia laterali avendo cura di arrivare a non più di due centimetri dal capo e dalla gola del nostro co protagonista belligerante per fargli sapere di cosa siamo capaci se solo lo vogliamo. Lo vogliono?
O è il copione di un film strano, un b-movie da proiettare ai posteri divertiti sui divani a dimostrazione di quale miracolosa guaina di imbecillità diffusa indossiamo noi presenti e vivi in questo millennio di buffi triboli ed affanni? O, in alternativa, una propedeutica bellica dei nostri Stranamore occidentali per abituarci agli scoppi maggiori che verranno? Tipo: 'Come imparai ad amare la Bomba e a tirare la vita con i denti all'interno dei rifugi anti atomici.'
E, passando dal Medio Oriente in fiamme cinematografiche all'Ucraina delle nostre nostre neuro infiammazioni europee filo Nato come giudicare la proposta di un tale che afferma sereno che la trattativa di pace che verrà (verra?) non dovrà vedere seduto al tavolo nessun rappresentante della Russia? La pace, di questi tempi, non si fa più con il nemico belligerante, la combiniamo furbescamente tra di noi opposti e neanche glielo telegrafiamo, non gli mandiamo corrieri o colombi viaggiatori ai cattivoni russi.
Sarà una pace virtuale, concordata fra di noi vincitori altrettanto virtuali – e se udrete ancora gli scoppi dei missili ipersonici russi trasvolanti sopra Kiev e vi racconteranno dei soldati ucraini morti nelle trincee di una guerra che continua non fateci caso, non prestategli fede: è una insensatezza programmata, un 'baco' della intelligenza artificiale.
Non c'è nessuna guerra in corso perché noi filo Nato abbiamo dichiarato unilateralmente la pace e i Russi sono diventati, perciò, gli abitanti di un altro pianeta dove non si indossa la mitica guaina di noi occidentali cazzuti e tanto tanto furbi da dichiarare, a futura memoria, che la nostra guerra per procura è solo l'applicazione di una 'cintura difensiva' di paesi democraticissimi e invincibili, olè!
Bibliografia: 'Storia della Invencible Armada Nato' – tuttora in fase di scrittura
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I Bastioni del Tempo.

Post n°3137 pubblicato il 16 Aprile 2024 da fedechiara
 

Oltre i Bastioni del Tempo. 16 aprile 2023

E' vero che 'ho visto cose che voi umani...' No, non 'navi da combattimento in fiamme al largo dei Bastioni di Orione', bensì il cigolare da film dell'orrore delle piccole ruote di un carrello improvvisato, una semplice tavola su ruote che avanzava verso di me alle quattro del mattino di una notte afosissima fuori dell'aeroporto di New Delhi e, sopra, quel che restava del corpo di un uomo magrissimo – l'immagine di un 'fachiro' quale ci rappresentiamo noi qui in Occidente.
E quell'uomo dimezzato, un Visconte dell'immensa miseria dell'India, aveva mozzate entrambe le gambe all'altezza delle natiche e si spingeva in avanti, vestito del solo suo 'dhoti', incredulo (tanto quanto lo ero io) di quella arcana, solitaria presenza in abito turistico che gli consentiva di tendere la mano pietosa e di ottenere una banconota da un dollaro – per lui il dono di una impensata ricchezza di quel suo giorno nuovo e meraviglioso che si aprì di lì a poco con un'alba di straordinario fulgore.
E ho conosciuto, in un paesuolo nascosto del nostro Friuli - fitto di foreste e di frazioni di case abbandonate alla loro struggente solitudine dai bis nipoti degli antichi costruttori – un tale Romeo, parrucchiere in quel di Padova, che aveva lasciato grasso e pingue la casa e la moglie (anni più tardi si ricongiunsero per l'incombere della sua malattia) per andare a vivere di poco e di nulla a mezzo servizio in una cooperativa agricola di mezza montagna e ivi si era rigenerato e dimagrito e i muscoli avevano ripreso a guizzare sotto la pelle e i capelli gli erano diventati lunghi e disordinati (lui, un parrucchiere!) come quelli del nostro Corona televisivo.
E quando vi rimisi piedi ormai vecchio, in quel paradiso terrestre della mia prima maturità dove mia figlia di anni quattro sguazzava in una larga pozza del torrente insieme alle altre bambine del luogo, mi condussero alla sua tomba e mi raccontarono di un suo tristissimo declino alcolico e della malattia che ne consegue e della moglie che lo raggiunse e lo consolò e morì qualche mese dopo di lui - e giacciono accanto in quel cimitero di Spoon river che visitavo con sguardo desolato, riconoscendo le lapidi di altra gente conosciuta e degli abitanti del luogo miei coetanei e la Parca mi teneva la mano e mi sorrideva, sempiterna giovinetta, come per un transito annunciato negli anni in questa mia 'recherche' che lentamente incede come un autunno fatale 'e lentamente ci dice addio'.
Lacrime che si confondono con la pioggia del Tempo sui vetri opachi della memoria.

 
 
 

Resurrezioni ed esplosioni.

Post n°3136 pubblicato il 16 Aprile 2024 da fedechiara
 

Resurrezioni ed esplosioni. - 16 aprile 2017

Marx è morto, Cristo e morto e neanch'io mi sento troppo bene, scherzava W.Allen in un suo noto film. Qualcuno suggerisce che il Cristo, però, è risorto – e tutto sta nel crederci, perché le levitazioni e le assunzioni in Cielo di chicchessia hanno molto di leggendario e la scienza fatica a fornire loro dei supporti che non siano quelli dei rumorosissimi razzi terrestri per vincere la gravità - e, di là della stratosfera, pare non vi sia traccia dei mitici Troni e le Dominazioni e delle altre truppe angeliche salmodianti effigiate nei meravigliosi quadri del Lorenzetti e del Beato Angelico.
E, invece, qui dabbasso, forse a Pasquetta, pare voleranno i razzi e i missili a lunga e corta gittata con relative esplosioni – e sarà interessante notare se colpiranno chirurgicamente tutti i siti nucleari e le basi militari della Corea del nord e se l'attacco sarà così convincente ed esaustivo da non consentire al regime del piccolo budda coreano dalla capigliatura ridicola alcuna risposta militare di qualche peso - e se, cessato il bombardamento, le sue forze armate si leccheranno le gravissime ferite e rifletteranno sul fatto che non bastano le parate (le faceva anche Ceausecu) bensì, in una guerra, contano le tecnologie militari più avanzate e le giuste alleanze.
E anche la Cina sembra aver preso le distanze dal regime del bamboccio coreano e speriamo, perciò, che la guerra annunciata sia limitata al territorio della Nord Corea e cada rovinosamente quel regime sopravvissuto alla Guerra Fredda tra capitalismo e comunismo e che altro di nuovo emerga in quelle lontane contrade che ci racconti di un mondo che sa rinnovarsi, in un qualche suo modo caotico e irto di contraddizioni epocali.
E, in ogni caso, in verità in verità vi dico, il mondo non è mai come lo si sogna e i disegni occulti del caos sempre ci sorprendono e ci amareggiano per le forme nuove che assumono e il destino nostro di esseri umani in costante ricerca di una vera 'umanità' è e resta 'esplosivo' – nel senso delle guerre e delle armi nuove e letali che sforniamo e commerciamo a tonnellate; e nessun pacifismo saprà imporre il suo sogno per i prossimi anni e lustri.
Per i secoli futuri si vedrà. Amen e armiamoci di sante speranze, la giornata presente di pretese resurrezioni lo impone.
ILSECOLOXIX.IT
La crisi internazionale - La Corea del Nord mostra i super missili: “Siamo pronti a guerra nucleare”

 
 
 

Funghi ed omini verdi.

Post n°3135 pubblicato il 15 Aprile 2024 da fedechiara
 

Funghi ed omini verdi nel futuro della Terra. 14 aprile 2022

Giunti al punto di svolta di un ventennio infame gioverà ricordarlo e raccontarlo ai nipoti come la tragica conferma che 'il peggio non è mai morto', non muore mai, maledizione – e il cupio disolvi del biennio pandemico, finito nella pozza venefica della guerra di Ucraina e, forse, guerra mondiale alla terza (ed ultima) potenza, ce lo dimostra.
Non riesco a pensare ad un evento maggiormente nefasto che possa regalarci, da qui in avanti, la famigerata 'legge di Murphy' – non all'esplosione annunciata del 'super vulcano' dei Campi Flegrei, mitica porta dell'Inferno, non all'asteroide fatale che metta fine alla supremazia evolutiva dei dinosauri che abbiamo dimostrato di essere e sostituire: 'Troppa corazza poco cervello.'
E quel poco difficilmente rintracciabile nelle decisioni dei maggiorenti della organizzazione militare Nato e dei leaders dei paesi ad essa aderenti di osteggiare la Russia con sempre più stringenti minacce e 'cinture difensive' (sic) nei paesi della fascia della ex Urss.
E ogni giorno ha la sua pena, e l'adesione a tamburo battente della Svezia e della Finlandia alla Nato saranno il 'casus belli' dei pulsanti rossi nucleari che verranno premuti in perfetta sincronia di massacro di qua e di là dell'Atlantico.
'Ma noi non ci saremo.', cantavano i Nomadi, o ci saremo solo alla prima salva dei missili transcontinentali sparati dai sommergibili nucleari e dalle navi in rotta nel Mediterraneo poi una 'luce accecante' (raccontano i sopravvissuti di Hiroshima) e un calore da forno crematorio ci brucerà gli occhi e i cervelli e 'cenere alla cenere' come ci ricordano i preti sugli altari.
Alleluia, brava gente. Il futuro (non) è nostro. Appuntamento a qualche millennio virtuale in avanti per vedere quale altra specie vivente ci ha sostituito sulla crosta del pianeta.
I funghi, forse, pimpantissimi e radiottivi.
O gli omini verdi marziani.
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