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Un blog creato da noinceneritoredesio il 30/09/2008

Inceneritore Desio

Un'alternativa esiste ed è migliore sotto tutti i punti di vista - Benvenuti nel blog del Comitato per l'alternativa al nuovo inceneritore di Desio

 
 

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RACCOLTE 3403 FIRME!

Abbiamo raccolto le firme per indurre il Presidente della Provincia di Milano a bloccare l'iter di costruzione del nuovo inceneritore e per richiedere un'assemblea pubblica con medici indipendenti ed esperti del settore che non abbiano conflitti di interesse.

LA RACCOLTA FIRME E' CHIUSA, CAUSA PASSAGGIO SOTTO LA NUOVA PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA

 

 

 

Vuoi sapere quanta diossina uscirà giornalmente dal nuovo inceneritore?

Scarica il "Bugiardino degli adoratori del fuoco - Inceneritori&Informazione... come infinocchiare i cittadini"

Scarica il volantino distribuito al consiglio comunale di Desio del 2 marzo 09

Diossina Seveso: nella zona colpita c'è il triplo di diossina nel latte materno

Per approfondire: "sostanze cancerogene emesse e indagini epidemologiche in Italia", "diossina&inceneritori" e "polveri sottili&inceneritori"

 

CRONOSTORIA DEL COMITATO

APRILE 2012

NUOVO INCONTRO PUBBLICO A CESANO MADERNO; REPLICATO IL "FORMAT" DELLL'INCONTRO DI VAREDO DEL NOVEMBRE 2011

 

NOVEMBRE 20011

NUOVO INCONTRO PUBBLICO A VAREDO. LA PRESENTAZIONE UTILIZZATA, IL VIDEO DI EZIO ORZES (1° PARTE E 2° PARTE), IL FILM ZERO WASTE DI VICTOR IBANEZ, LO SPECIALE DE "IL GIORNALE DI DESIO".

MAGGIO 2011

AUDIZIONE DEL COMITATO PRESSO LA COMMISSIONE AMBIENTE DELLA PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA

 

DICEMBRE 2010

INCONTRO A DESIO PER POLITICI LOCALI CON ENZO FAVOINO DELLA SCUOLA AGRARIA DEL PARCO DI MONZA

 

OTTOBRE 2010

DOPO L'ORDINE DEL GIORNO IN CONSIGLIO COMUNALE SULL'INCENERITOREVISITA BIPARTISAN AL CENTRO RICICLO DI VEDELAGO (il video).

 

AGOSTO 2010

GIRIAMO IL VIDEO "INCENERITORE DESIO"

 

LUGLIO 2010

INCONTRO CON L'ASSESSORE PROVINCIALE ALL'AMBIENTE, FABRIZIO SALA

 

DICEMBRE 09

LA NOSTRA BATTAGLIA FINISCE SU UN PERIODICO A TIRATURA NAZIONALE

 

 

NOVEMBRE 09

RICHIESTA DI AUDIZIONE IN PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA

INIZIATIVA "STRISCIONE SUL BALCONE"

 

 

OTTOBRE O9

NUOVO INCONTRO PUBBLICO DEL COMITATO A DESIO: ADESIONE ALLA VERTENZA CIP6, PROIEZIONE DI UN'INTERVISTA ESCLUSIVA AD UN TECNICO INCENERITORISTA (PRIMA E SECONDA PARTE) E DEL FILM "UNA MONTAGNA DI BALLE".

 

 

 

SETTEMBRE 09

SECONDO INTERVENTO DEL DIFENSORE CIVICO PROVINCIALE PER INDURRE LA SOCIETA' BEA A RENDERE PUBBLICO IL PROGETTO DEL NUOVO INCENERITORE

INVIAMO A TUTTI GLI ENTI LOCALI INTERESSATI UNA RICHIESTA FORMALE PER LA COSTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE INDIPENDENTE PER LO STUDIO DELLE ALTERNATIVE ALL'INCENERITORE

 

GIUGNO 09

IL DIFENSORE CIVICO DELLA PROVINCIA DI MILANO INTIMA ALLA SOCIETA' BEA DI "APRIRE I CASSETTI" E RENDERE NOTO IL PROGETTO DEL NUOVO INCENERITORE

 

VAREDO, SPETTACOLO TEATRALE FRANKENTEIN DELLA COMPAGNIA DEGLI STRACCI, A SUPPORTO DEL COMITATO.

 

 

APRILE 09

CONVEGNO A BOVISIO IN COLLABORAZIONE CON L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE

PARTECIPANO: ASSOCIAZIONE DEI MEDICI PER L'AMBIENTE (ISDE), ORDINE DEI MEDICI DI MONZA E BRIANZA, LEGAMBIENTE, WWF, MEDICINA DEMOCRATICA, AMBIENTE BRESCIA (clicca sulle sigle per visionare le presentazioni dei relatori).

Marco Caldiroli

Federico Balestreri

Massimo Cerani

Gianluigi Salvador

Le impressioni della gente

 

 

MARZO 09

CONSIGLIO COMUNALE APERTO SUL NUOVO INCENERITORE 3 MARZO 2009

Ci hanno impedito di filmare la seduta, dove 400 cittadini si presentano per sostenere le ragione del Comitato! Ecco il resoconto dei giornali:

Il Giorno

L'Esagono

Il Cittadino

Il Giornale di Desio

 

FEBBRAIO 09

INCONTRO PUBBLICO CON PAUL CONNET A CESANO MADERNO

RELAZIONE CONNET

Le opinioni della gente:

 

DICEMBRE 08

IL COMITATO IN TV

 

NOVEMBRE 08

 INCONTRO PUBBLICO 26 NOVEMBRE 08

 

 

NOVEMBRE 08

Siamo stati protagonisti dello spettacolo di Beppe Grillo del 10 novembre 2008 a Cantù, dove abbiamo portato a conoscenza del pubblico il caso "Inceneritore Desio"...

Eccoci davanti al palco:

 

Ecco il nostro incontro dietro le quinte con Beppe:

 

 

SETTEMBRE 08

Abbiamo ottenuto un'audizione presso la Commissione Ambiente della Provincia di Milano per spiegare le nostre ragioni.

Con noi il Professor Federico Valerio, Direttore del Dipartimento di Chimica Ambientale dell'Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro, che ha demolito la tesi secondo cui gli inceneritori sono innocui, utili e vantaggiosi.

 

 

Quel "maleducato" di Gigi Ponti

Post n°705 pubblicato il 02 Novembre 2012 da noinceneritoredesio

 

Il sindaco di Cesano Maderno, Gigi Ponti, mi ha dato del maleducato sulle pagine del Giornale di Desio/Seregno di martedì scorso. Si è arrabbiato perché ho ricordato che, per quanto riguarda i rifiuti, nel Partito Democratico, oltre a gente chiusa a riccio su posizioni  retrograde come la sua, c'è  anche gente capace di guardare oltre la punta del proprio naso, di programmare politiche virtuose orientale alla tutela dell'ambiente, della salute e delle tasche dei cittadini, capace quindi di spegnere o opporsi alla costruzione di inceneritori.

Io ho dato un giudizio politico sul suo operato, lui ha dato un giudizio sulla mia persona... e poi il maleducato sarei io.

I primi approcci con il penatiano Gigi Ponti li ho avuti nella primavera del 2008, subito dopo la nasciata del nostro comitato, quando ancora conservavo un minimo di stima e considerazione nei suoi confronti.

Erano i tempi in cui la Provincia di Milano, guidata da Filippo Penati, stava discutendo il nuovo Piano Rifiuti, in cui si prevedeva la costruzione del nuovo inceneritore di Desio (di dimensioni doppie rispetto all'attuale). 

Riuscii a fermarlo nel cortile della Provincia, durante un consiglio dedicato all'approvazione del piano: gli spiegai brevemente che era nato un comitato di cittadini che si opponevano alla costruzione del forno, che avevamo raccolto migliaia di firme, che volevamo semplicemente organizzare un confronto pubblico tra esperti e che contavamo sul suo appoggio. Mi ricordo che fu molto sfuggente e che in merito alle firme raccolte rispose qualcosa tipo “è facile raccogliere le firme, dipende da che cosa si racconta alla gente”... in pratica ci stava dando dei raccontaballe.

Di seguito gli inviai alcune mail e soprattuto lo invitai ai primi tre/quattro incontri pubblici che organizzammo, ma dato che non si faceva mai vedere, smettemmo di invitarlo (tempo sprecato).

Poi ci fu il Consiglio Comunale aperto del marzo 2009 a Desio, dove venne a recitare la sua parte, del tutto indifferente alla reazione di 400 cittadini indignati per quanto la Provincia e i Comuni della zona stavano programmando di fare.

Quando poi, poco dopo, presentammo alla Provincia le firme raccolte, il suo amico Penati pensò bene di non accogliere la richiesta di confronto pubblico avanzata da migliaia di cittadini.

In tempi recenti ce lo siamo ritrovato sindaco di Cesano, con tanto di programma elettorale  dove oltre alle solite quattro cose sulla raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti si impegnava a favorire l'adozione di un'impiantistica volta a massimizzare il recupero di materia (sic!!!).

 Il resto è storia recente: la difesa senza se e senza ma del Piano Industriale di Bea, la concessione (bontà sua) di un confronto pubblico tra esperti, organizzato in fretta e furia (senza nemmeno il preavviso necessario per consentire la partecipazione di veri esperti) giusto perché costretto da una parte dell'opposizione, la solita chiamata dei vertici di Bea a difesa del loro piano... per la serie, se vuoi sapere se il vino è buono chiedi all'oste!

Gigi Ponti... un nome, una garanzia!

Gianmarco Corbetta

 

 
 
 

RIFIUTI ZERO IN BRIANZA... SI PUO' FARE!

Post n°706 pubblicato il 23 Novembre 2012 da noinceneritoredesio

Giornata informativa con ospiti di altissimo livello! Assolutamente da non perdere.

Sabato 1 dicembre, ore 9.30 - 18.00, Monza, Circolo Libertà, Viale Libertà 33.

Il Comitato Beni Comuni di Monza e Brianza organizza una giornata di informazione sulla corretta gestione dei rifiuti.


Avremo un tecnico come Enzo Favoino, di fama internazionale e tra maggiori esperti al mondo di progettazione di sistemi di gestione dei rifiuti (http://www.linkedin.com/pub/enzo-favoino/7/215/428).

Due amministratori pubblici che dimostrano che fare a meno di discariche e inceneritori "si può".

Alessio Ciacci è l'assessore all'ambiente del primo comune d'Italia ad aver aderito alla strategia rifiuti zero entro il 2020.

Mirko Tutino è l'assessore all'ambiente della prima provincia d'Italia ad aver chiuso un inceneritore per dare vita ad un "fabbrica dei materiali".

Senza dimenticare il dottor Federico Balestreri, membro del Comitato Scientifico dall'Associazione Internazionale dei Medici per l'Ambiente, che parlerà con grande competenza della relazione tra le emissioni degli inceneritori e l'incidenza di vari tipi di malattie.


Aiutaci a diffondere la locandina dell'evento

Ingresso libero. Possibilità di pranzare con ottimi cibi locali a 12 euro (bevande escluse), prenotazione anticipata all'indirizzo mail: corfox1@gmail.com

 
 
 

Fabrizio Sala

Post n°709 pubblicato il 30 Novembre 2012 da noinceneritoredesio

Anche se con molto ritardo, ci tenevo a dire una cosa in merito al video girato da Alessandro Crisafulli di fronte al forno inceneritore, con protagonista l'assessore provinciale all'ambiente Fabrizio Sala, in occasione dell'approvazione del nuovo piano Bea.

L'assessore sostiene di non aver mai rifiutato il confronto con i comitati e i cittadini brianzoli e di aver sempre incontrato tutti coloro che gli hanno chiesto un appuntamento.

Beh…a voler essere buoni, diciamo che è una mezza verità! Noi del Comitato per l'alternativa all'inceneritore siamo stati effettivamente accolti dall'assessore nell'estate del 2010. In quell'occasione io, Corrado Fossati e Paolo Di Carlo (che oltre ad essere consigliere comunale è anche un membro storico del nostro comitato) abbiamo spiegato brevemente le nostre ragioni ma sopratutto abbiamo evidenziato la necessità di un confronto approfondito sia con l'assessore che con i tecnici della Provincia.

Difatti il tema dell'alternativa all'incenerimento è molto complesso e non può essere trattato in poche battute. Abbiamo quindi chiesto un incontro di approfondimento ed eravamo disponibili a portare in provincia i tecnici che ci sostengono da anni nella nostra battaglia, di modo che si potesse spiegare con la giusta cognizione di causa le nostre ragioni all'assessore Sala e ai tecnici della Provincia.

Un secondo incontro, a distanza di poche settimane, effettivamente c'è stato. Ho incontrato l'ingegner Marco Lacalamita, tecnico della Provincia esperto di rifiuti… ma è stato un incontro del tutto interlocutorio, della durata di pochissimi minuti, in cui ho semplicemente ribadito la nostra richiesta di un incontro approfondimento tecnico con l'assessore.

Bene, sono passati ormai due anni e noi stiamo ancora aspettando che ci chiamino per questo benedetto incontro!

Ma non è finita qui. Quando sono stati emessi i documenti preliminari alla redazione del nuovo piano rifiuti, la Provincia ha dovuto stilare l'elenco dei "soggetti interessati invitati alla fase della consultazione preliminare"… hanno considerato (giustamente) soggetti interessati Legambiente, il WWF, Italia Nostra, il Comitato A. Cederna per il Parco di Monza, Associazione Parchi del Vimercatese, Fiume Vivo… ma si sono "dimenticati" del nostro comitato, che forse in qualità di “soggetto interessato” qualche attenzione poteva meritarla!

Quindi in conclusione, è vero che Sala è stato disponibile ad incontrarci, ma quando si è trattato di approfondire seriamente l'argomento la disponibilità dell'assessore e dei tecnici della Provincia si è sciolta come neve al sole!

Ora l'assessore avrebbe l'occasione di comprendere le nostre ragioni, ascoltando la voce di esperti di altissimo livello e di amministratori pubblici illuminati (come il suo omologo Mirko Tutino, assessore all'ambiente della provincia di Reggio Emilia) che saranno presenti ad un incontro organizzato a Monza questo sabato dal Comitato Beni Comuni di Monza e Brianza.


L'assessore Sala è stato invitato... si presenterà??? si accettano scommesse!

Gianmarco Corbetta

 
 
 

Giornata memorabile

Post n°710 pubblicato il 03 Dicembre 2012 da noinceneritoredesio

Giornata memorabile quella di ieri a Monza su Rifiuti Zero organizzata dal Comitato Beni Comuni Monza Brianza. Credo di non esagerare se dico che abbiamo assistito ad un evento più unico che raro: Enzo Favoino, Mirko Tutino e Alessio Ciacci in un colpo solo... vi assicuro che in giro non si trova di meglio, non solo in Italia, per competenza, esperienza, credibilità e passione.

Gli adoratori del fuoco e chi ancora pensava che bruciare i rifiuti fosse un male necessario, sono serviti!

Gianmarco Corbetta

 

 
 
 

Comunicato Stampa

Post n°711 pubblicato il 07 Dicembre 2012 da noinceneritoredesio

Che gli amministratori traggano insegnamento dagli errori del passato per non commetterli in futuro!
In merito agli ultimi sviluppi della tormentata vicenda del forno 

inceneritore di Desio (convocazione urgente dell’Assemblea dei Soci per rispondere alle richieste di Unieco di procedere con la costruzione*), riteniamo assolutamente irrealistica l’ipotesi di ritorno al progetto di realizzazione del nuovo impianto, non fosse altro per il fatto che già oggi in Lombardia c’è una sovracapacità di incenerimento che ha portato all’abbandono del progetto di costruzione di un nuovo inceneritore in Provincia di Milano (quello famigerato che doveva sorgere nel Parco Sud). Un nuovo inceneritore a Desio da 170 mila tonnellate non avrebbe di che bruciare e non starebbe in piedi sul piano economico/finanziario.
Se ci saranno delle penali da pagare, sarebbe bello che le pagassero tutti quei sindaci che negli anni scorsi hanno creduto, senza un minimo di spirito critico, a chi gli propinava la favoletta del nuovo inceneritore. E sarebbe anche l’ora di mandare a casa, una buona volta, il presidente di Bea, imbullonato alla sua poltrona da quindici anni, il primo tra i ferventi sostenitori della favoletta, ancora fino a pochi mesi fa.
La speranza è che i nostri amministratori traggano lezione dagli errori del passato: invece di dismettere un impianto vecchio e inutile, stanno assecondando la volontà di Bea di rinnovarlo per partecipare alla folle corsa all’accaparramento dei rifiuti in giro per la Lombardia. Stanno passando dalla padella del nuovo inceneritore alla brace del revamping del vecchio impianto... e come sempre a pagarne le conseguenze saranno i cittadini.
Gianmarco Corbetta

 
 
 

Coincidenze?

Post n°712 pubblicato il 09 Dicembre 2012 da noinceneritoredesio

Nell'edizione del Cittadino di Monza e Brianza di questa settimana, ci sono ben quattro notizie, sulle pagine di quattro Comuni diversi, contro l'inceneritore di Desio. Sulle pagine di Desio ci siamo noi del Comitato NoInc che spariamo a zero sui sindaci che hanno creduto alla favoletta del nuovo inceneritore; su quelle di Cesano Maderno c'è l'Associazione Sacra Famiglia che chiede una commissione

 di studio sull'inquinamento da inceneritore; su quelle di Bovisio Masciago l'Associazione Cives chiede la riconversione dell'impianto; sulle pagine di Limbiate il Comitato Più Limbiate Meno Cemento parla di Rifiuti Zero al posto dell'inceneritore. Che soddisfazione! Quando quattro anni fa abbiamo cominciato a parlare del problema ci prendevano per matti, ci insultavano per strada, ai banchetti... quando andava bene ci ignoravano... sembra passato un secolo!! Abbiamo fatto davvero un ottimo lavoro... il vento è cambiato!
Gianmarco Corbetta

 
 
 

Archiviamo un anno pieno di soddisfazioni!

Post n°713 pubblicato il 07 Gennaio 2013 da noinceneritoredesio

Come ormai da tradizione, approfitto dell’inizio del nuovo anno per fare il punto della nostra battaglia. A differenza degli anni scorsi, il 2012 è stato un anno davvero importante e ricco di grandi soddisfazioni!

Dopo un lungo silenzio da parte delle istituzioni, a luglio è stata diffusa la notizia dell’abbandono definitivo del progetto di costruzione del nuovo forno inceneritore da 160/170 mila tonnellate annue. E’ stata per noi una vittoria clamorosa che ci ha ripagato di anni di impegno e di perseveranza! E’ stata inoltre la riprova che ci avevamo visto giusto, fin dal lontano 2008, quando avevamo cominciato a sostenere che dei danni – economici e sanitari - provocati dal nuovo inceneritore se ne poteva fare a meno e che il futuro della gestione dei rifiuti andava costruito con modalità ben diverse dall’incenerimento!

Purtroppo non c’è stato nemmeno il tempo di festeggiare che i signori di Bea Brianza Ambiente Energia (la società pubblica che gestisce il vecchio forno e che si proponeva di costruire quello nuovo) hanno avanzato un piano industriale che prevede la completa ristrutturazione del vecchio impianto (con relativo aumento della capacità di incenerimento dalle attuali 60.000 a 90.000 tonnellate) e l’ingresso di un socio privato nella gestione dell'impianto stesso per i prossimi 20 anni.

Questo piano è stato sciaguratamente approvato dai Comuni soci di Bea, con la positiva eccezione del Comune di Desio che (è notizia di questi giorni) farà ricorso al TAR contro questo piano industriale.

Quindi, tirando le somme di questo 2012, il bilancio è sicuramente positivo: la terrificante prospettiva di un nuovo inceneritore da 170.000 tonnellate, che fino a qualche tempo fa sembra certa, è stata definitivamente abbandonata. E questo è un punto fermo da cui non si torna indietro. Ora si tratta di continuare la nostra battaglia fino a quando non verrà abbandonata anche l’idea di ammodernare e tenere in funzionamento per altri 20 anni il vecchio impianto.

Insieme agli amici del Comitato Beni Comune Monza Brianza, continueremo con la nostra opera di sensibilizzazione e informazione alla cittadinanza, come abbiamo fatto in questi 5 anni di attività (anche nel 2012 abbiamo dato vita ad incontri pubblici a Cesano Maderno, Monza, Sesto San Giovanni e Cusano Milanino).

Grazie a tutti voi per il sostegno che ci avete dato in tutti questi anni e tanti auguri di buon 2013!


Gianmarco Corbetta

 
 
 

Neve bianca sporca

Post n°714 pubblicato il 15 Gennaio 2013 da noinceneritoredesio

Ieri ha nevicato e tutto il paesaggio è diventato bianco. Bianco: pulito.

Come ogni anno metto un contenitore sterile fuori dalla finestra e raccolgo la neve. La neve, scendendo, porta con sé tutto ciò che trova sul suo cammino. Da un po’ di anni trova polvere.

Così, ogni volta che nevica analizzo queste polveri che aumentano ad ogni analisi. Quando la neve si scioglie, polveri scure nel fondo del recipiente sono visibili ad occhio nudo da tutti.

La prima neve verso gennaio e febbraio è quella più ricca, la più sporca.

Ogni anno, studiando la chimica e la struttura di queste polveri, ho delle sorprese. Scopro delle composizioni mai viste prima. E’ un mondo sconosciuto, paradossalmente, perversamente affascinante, espressione soprattutto della nostra industrializzazione. Infatti, là fuori, in atmosfera, si trovano tutte le polveri prodotte dai nostri fumi, da ciò che noi bruciamo. E si trovano i residui della benzina e del gasolio delle nostre automobili, e le polveri dei camini delle nostre case riscaldate, e quelle emesse dagli inceneritori, e quelle dei fumi industriali…Poi, ovviamente, ci sono anche gli scarichi degli aerei commerciali e militari. Non metto in conto le polveri, veramente sporadiche, di agricoltori che sparano ioduro di argento contro le nubi per evitare la grandine, ma ci sono pure quelle.

Le sorprese vengono dalle nuove tecnologie messe in opera. Ad esempio i filtri antiparticolato (FAP o simili) inseriti nelle auto rilasciano e aggiungono in atmosfera ossido di cerio e ferrocene che fino a qualche anno fa erano inquinanti sconosciuti.

A Taranto, dove c’è l’Ilva, è difficile che nevichi, ma sono sicura che da quelle parti la neve sarebbe bella pesante, gravida di acciaio.

La neve porta al suolo la polvere in sospensione e così l’aria per un momento si libera del suo particolato, ma questo particolato, ovviamente, invade il terreno, sporcandolo e inquinando le nostre colture di prodotti agricoli che poi noi mangiamo. Poi entra nelle falde acquifere.

Oggi il Commissario Europeo Potocnik ha messo in evidenza come l’inquinamento ambientale non sia diminuito per niente, anzi è aumentato in barba alle direttive europee che davano come limite i 40 microgrammi per metro cubo. Ogni anno i giorni di sforamento dai valori consentiti non dalla scienza ma dalla legge aumentano e vanno ben oltre i 35 giorni concessi. Per diversi motivi la Pianura Padana è in testa alle classifiche.

Anche in altre parti del mondo l’inquinamento è salito alle stelle. In Cina siamo ormai a livello arancione (al rosso si può morire): per le PM 2,5 si è registrato un valore di 500 microgrammi per metro cubo di polveri sottili, ed in alcune zone si sono toccati i 700 -993 microgrammi. Non meglio sta l’India.

Il Commissario Europeo ha individuato alcune delle cause nel non ottemperamento alle direttive anti-smog per tenere sotto controllo l’inquinamento: l’inadeguato coordinamento delle politiche fra livelli nazionali, regionali e locali; la persistenza dell’inquinamento transfrontaliero; la mancata riduzione delle emissioni del traffico; il mancato coinvolgimento di tutti i settori nel taglio degli inquinanti; la poca sinergia con le politiche contro i cambiamenti climatici.

Insomma, il proliferare di attività combustive sta mettendo a dura prova la salute della gente.

Credo che si dovrebbero rivedere le nostre priorità: vogliamo vivere o morire? Morire male, intendo.

Intanto anche la neve non è più quella di una volta. Siamo riusciti a sporcare pure lei.

Antonietta Gatti

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/15/inquinamento-ben-tornata-bianca-neve-sporca/469936/

 
 
 

Raccolta firme noinc a Limbiate

Post n°715 pubblicato il 27 Gennaio 2013 da noinceneritoredesio

I nostri amici del Comitato Più Limbiate Meno Cemento stanno raccogliendo le firme contro il Piano Industriale di Bea.

Bravissimi!

 
 
 

7 febbraio: Consiglio Comunale speciale su Inceneritore Desio

Post n°716 pubblicato il 02 Febbraio 2013 da noinceneritoredesio

Segnalo che giovedì 7 febbraio alle 21 a Desio ci sarà un interessante consiglio comunale speciale dedicato allo scellerato Piano Industriale di Bea, con un faccia a faccia tra il presidente di Bea Alcide Copreni e Enzo Favoino della Scuola Agraria di Monza, esperto di fama internazionale su tutto ciò che riguarda la corretta gestione dei rifiuti. Non saranno possibili interventi del pubblico. Enzo Favoino è uno dei tanti esperti che ci ha dato una mano, durante questi anni, nel comprendere a fondo la questione incenerimento/raccolta differeziata/sistemi alternativi di trattamento a freddo. E' una persona che gode della nostra totale fiducia. Sarà importante presenziare al consiglio comunale per sottolineare ancora una volta che i cittadini della Brianza non ci stanno a sorbirsi altri 20 anni di inceneritore!

Gianmarco Corbetta

 

 
 
 

Comunque vada, abbiamo vinto.

Post n°717 pubblicato il 09 Febbraio 2013 da noinceneritoredesio

Comunque vada, abbiamo vinto.

Non ci sono altre parole per definire la serata di giovedì in consiglio comunale. All'ordine del giorno la presentazione del piano industriale di BEA (che prevede il revamping dell'inceneritore) e le possibili alternative.

Ecco: già l'idea di valutare le alternative, con un confronto dialettico, è una novità assoluta e per certi versi incredibile nella storia della politica desiana. Per non parlare della presenza di un tecnico indipendente, il dott. Enzo Favoino, ricercatore presso la Scuola Agraria del Parco di Monza e consulente nel campo della gestione rifiuti per numerosi enti pubblici, in Italia e all'estero. A ciò si aggiunga l'atteggiamento critico e razionale di quasi tutto il consiglio comunale nel valutare il piano industriale proposto da BEA.

Forse ad un osservatore arrivato da Marte la serata di ieri sarebbe apparsa un evento normale per un'istituzione democratica. Ma a noi, che marziani non siamo e che ci ricordiamo molto bene i consigli comunali del 2008 e 2009, sembra una rivoluzione. E come potremmo aver dimenticato i lunghissimi monologhi del presidente di Bea, Alcide Copreni? Nessun dibattito, nessun contraddittorio, all'epoca sembrava di assistere ad un rito: il sacerdote celebrava il culto del fuoco e tutti (o quasi) restavano come ipnotizzati in adorazione della verità. I pochi che osavano porre dubbi e domande passavano per bastian contrari o sprovveduti; sostenere la strategia "rifiuti zero" equivaleva a essere bollati come pazzi visionari o fanatici estremisti.

Sembra passato un secolo: il fumo si è diradato davanti agli occhi di chi ragiona basandosi sui fatti e non sulle chiacchiere. Perfino la Lega, che nelle precedenti coalizioni di maggioranza non ha mai messo in dubbio il vecchio progetto di raddoppio dell'inceneritore, oggi (in minoranza, oltre che in campagna elettorale) parla di Rifiuti Zero e chiede la revoca del piano industriale e la testa del Presidente!

E' davvero un altro mondo. Per anni abbiamo sbattuto contro i muri di gomma della politica, per anni abbiamo ripetuto incessantemente le stesse cose, cercando in tutti i modi di sensibilizzare cittadini e istituzioni: il fatto che ieri quelle stesse argomentazioni siano state condivise da quasi tutte le forze politiche e dai vari gruppi organizzati di cittadini presenti in Consiglio ci ha dato la misura dell'enorme vittoria che abbiamo ottenuto. A Desio, nel 2008, uno sparuto gruppo di cittadini, soli contro tutti, si era messo in testa di fare una rivoluzione culturale. E ci è riuscito.

 
 
 

Cambio di portavoce al Comitato

Post n°718 pubblicato il 13 Febbraio 2013 da noinceneritoredesio

 

Cari simpatizzanti del Comitato,

vi scrivo per l’ultima volta per informarvi che d’ora in avanti il portavoce del Comitato non sarò più io, ma un altro attivista, Corrado Fossati.

Dopo 5 anni era giunto il momento di un avvicendamento nel ruolo di portavoce; ho colto l’avvicinarsi delle prossime elezioni regionali (dove mi presenterò candidato per il Movimento 5 Stelle per la circoscrizione Monza Brianza) per concretizzare questo “passaggio di consegne”.

Corrado Fossati è un’attivista storico del nostro Comitato e nel corso degli anni si è speso moltissimo per la nostra causa. Sarà lui d’ora in avanti a mandarvi le comunicazioni, ad aggiornare il blog e a parlare con i giornalisti.

Grazie a tutti e arrivederci!

Gianmarco Corbetta

 

 
 
 

Limbiate - No al raddoppio dell’inceneritore: riportiamo il progetto in Consiglio.

Post n°719 pubblicato il 04 Marzo 2013 da noinceneritoredesio

«RIPORTIAMO in Consiglio comunale il piano industriale di Bea e il futuro del forno inceneritore di Desio». Lo chiede il Comitato più Limbiate meno cemento, forte del successo riscontrato nell’ultima assembea pubblica in cui ha fatto venire qualche dubbio anche al sindaco Raffaele De Luca, che pure lo scorso mese di ottobre ha votato a favore del piano di Bea per la riqualificazione dell’impianto di smaltimento di Desio. Una lettera inviata allo stesso sindaco e al presidente del Consiglio comunale, Carlo Schieppati, chiede che venga aperto un confronto sulla tematica dei rifiuti attraverso un Consiglio comunale aperto.

«RITENIAMO importante che l’invito a partecipare - scrive Mauro Varisco, portavoce del comitato ambientalista limbiatese - sia esteso a tutti i sindaci interessati e a tecnici in modo che si possano mettere a confronto diversi orientamenti in merito a una questione così importante, visto che si stanno prendendo decisioni di rilevante portata, quale il piano industriale di Bea che sta suscitando numerose polemiche e non poche perplessità sulla convenienza e sugli effetti ambientali».
L’opposizione netta al piano di Bea da parte del comitato limbiatese è nota e può contare sull’adesione di altri comitati dell’area interessata (Cesano Maderno, Bovisio), oltre che della città di Desio, la cui Amministrazione comunale ha votato contro il piano. Da non sottovalutare poi, in chiave post elettorale, l’ingresso in Consiglio regionale della nutrita schiera di rappresentanti del Movimento 5 stelle, da sempre contrari agli inceneritori, ed in particolare di Gianmarco Corbetta, di Bovisio Masciago, portavoce del Comitato per l’alternativa all’inceneritore di Desio, in prima linea della battaglia contro questo progetto. Insomma, secondo i comitati civici, «l’aria sta cambiando e la consapevolezza della gente su questi temi sta aumentando», come spiegano in diversi interventi. Di qui la richiesta di ulteriori occasioni di confronto. Lo stesso Comitato limbiatese si rende disponibile ad affiancare l’Amministrazione comunale nella parte organizzativa del Consiglio comunale aperto che potrebbe presto trovare l’appoggio di alcuni consiglieri comunali diventando a quel punto non più un’opzione ma un obbligo. Già in passato Mauro Varisco, a proposito dell’approvazione del piano di Bea aveva sottolineato: «Prima del voto in assemblea è mancato un dibattito sull’alternativa».
L’auspicio è che il dibattito si possa aprire ora, anche con il rischio che potrebbe essere troppo tardi. 

01/03/13, Gabriele Bassani, "Il Giorno"                             

 
 
 

Anche il Comune di Aprilia aderisce alla Strategia Rifiuti Zero.

Post n°720 pubblicato il 04 Marzo 2013 da noinceneritoredesio

120 Comuni d'Italia per un totale di più di 3 milioni di persone, quasi il 6% della popolazione italiana, grazie soprattutto ai loro amministratori virtuosi hanno aderito, al 25 febbraio 2013, alla Strategia Rifiuti Zero.

Strategia Rifiuti Zero significa rinunciare a discariche (viste nel loro modo classico di utilizzo) ed inceneritori.

In Lombardia, solo due sono i Comuni che hanno aderito a tale strategia. Forse perchè la Lombardia con i suoi 13 inceneritori per RSU è la regione più inceneritorista d'Italia?

 

Il Comune di Aprilia aderisce alla Strategia Rifiuti Zero.

“Ieri sera in Consiglio comunale si è scritta una bella pagina per la nostra città” con queste parole l’Asessore all’Ambiente Alessandra Lombardi ha commentato la delibera licenziata ieri all’unanimità per l’aderisione al percorso “Rifiuti Zero” una realtà importante ormai in oltre 120 comuni italiani che coinvolge più di 3 milioni di persone in Italia, ma anche nel resto del mondo conta l’adesione di città, nazioni e continenti importanti come San Francisco, Berkley, Australia, Nuova Zelanda, India e tante altre realtà piccole e grandi.

L’obiettivo Rifiuti Zero sembra utopico, ma i numeri nelle località che stanno seguendo questo percorso virtuoso dimostrano che invece si può raggiungere attraverso una serie di impegni: porta a porta su tutto il territorio, tariffazione che premi chi produce meno rifiuti e li differenzia meglio, incentivi alle buone pratiche, supporto all’economia verde, azioni politiche volte a favorire gli impianti di trattamento a freddo dei rifiuti contro la logica degli inceneritori e delle discariche che tanto danno creano alla salute e al territorio, azioni verso i produttori affinchè rivedano prodotti e imballaggi. Il Comune di Aprilia sta iniziando a raccogliere i primi risultati delle politiche di riduzione dei rifiuti intraprese negli ultimi 3 anni: il compostaggio domestico, gli incentivi per i pannolini lavabili e per i rivenditori di prodotti alla spina, i distributori di acqua potabile in 11 scuole del territorio, i mercati a Km zero, il porta a porta in due quartieri della città, tutto ciò ha portato le percentuali di raccolta differenziata da meno del 5% al 15%, sono cioè triplicate con un altro importante dato, una diminuzione nell’ultimo anno di 800 tonnellate di rifiuti nonostante l’aumento della popolazione. La strategia rifiuti zero è un impegno per l’amministrazione, ma anche per i cittadini, che vengono definiti “alleati”: è necessario rivedere comportamenti ormai non più sostenibili di acquisto, consumo e produzione di rifiuti per passare dai 550 chili di rifiuti prodotti procapite l’anno a un obiettivo il più vicino possibile allo zero, solo così si potrà scongiurare l’avvento di nuove discariche e nuovi inceneritori. I quartieri dove è stato avviato il porta a porta hanno dimostrato che anche nella nostra città l’80 % dei rifiuti si può riciclare con un pò di buona volontà e allora da questa delibera riparte l’avvio del porta a porta in zone sempre più grandi del territorio, da stasera i primi incontri con i prossimi 4 quartieri interessati dall’estensione del servizio: Bellavista Campoleone, Poggio-Valli, Casalazzara nord, per un totale di oltre 10.000 abitanti. L’Amministrazione che si è impegnata a dare una spinta all’economia verde lo fa da subito con un atto concreto: i contenitori per il porta a porta sono realizzati con plastica seconda vita e tutto il materiale informativo è stampato su carta riciclata.

Fonte: ciaccimagazine.org, 25/02/13

 
 
 

Il pannolino diventa tegola: in Scozia un progetto di riciclo ecosostenibile.

Post n°721 pubblicato il 14 Marzo 2013 da noinceneritoredesio

 

Da sempre esiste il lecito dubbio su come differenziare il pannolino usa e getta: è indifferenziato o è umido? E non è cosa da poco se pensiamo che ogni bimbo in media ne consuma cinque al giorno per i primi tre anni di vita, per un totale di circa 5.500 pezzi che arrivano in discarica e si degradano in un tempo che va dai 200 ai 500 anni. In Scozia attraverso un progetto pilota si tenta la via del riciclo ecosostenibile anche per il pannolino che può diventare un oggetto completamente diverso, come una tegola.
Attivato dall’associazione Zero Waste Scotland, l’iniziativa scozzese coinvolge quattro contee per un totale di 36.000 famiglie, che dovranno gettare i pannolini sporchi dei loro bambini in appositi contenitori o recarsi ai centri di raccolta della loro zona.
Da qui il materiale passa a un impianto specializzato nel riciclo dove, innanzitutto, è disinfettato e sterilizzato e in seguito riciclato e portato a nuova vita per essere trasformato in oggetti comuni come tegole per l’edilizia, sedie e panchine da giardino, recinzioni, dissuasori, mobili per esterni, tubi di cartone.
Un progetto simile era già stato lanciato con successo, sempre in Gran Bretagna, nell’area di Birmingham. In collaborazione con una società canadese, nel 2011 fu inaugurato il primoimpianto di riciclaggio di pannolini usati, raccogliendoli presso asili e ospedali.
Anche in Francia la società Suez Environment, da anni impegnata in questo tipo di ricerca, si è imposta un triplice obiettivo: riciclare la plastica dei pannolini per trasformarli in nuovi oggetti, produrre nuova energia dal rifiuto organico e concime dal residuo della parte organica.
Certamente, la soluzione migliore resta la riduzione dei consumi e cioè il ricorso ai pannolini lavabili, da noi ancora poco diffusi. Sicuramente meno pratici rispetto ai monouso, che in Italia costituiscono circa il 20% dei rifiuti in discarica, ma molto più economici ed ecosostenibili.
In ogni caso, questo progetto costituisce uno spunto di riflessione sulla possibilità di riciclo di numerosissimi altri prodotti usa e getta. In un mondo consumistico come il nostro, dove ogni giorno produciamo tonnellate di rifiuti provocando un fortissimo impatto ambientale, giungere a riutilizzare ogni oggetto che oggi gettiamo via non appare più come un’utopia.

 

Fonte: ArchitetturaEcosostenibile, 14/03/13.

 

 
 
 

Chi sbaglia deve pagare!

Post n°723 pubblicato il 18 Marzo 2013 da noinceneritoredesio

Anche se l'articolo è di qualche mese fa, sarebbe bene ricordare anche alle nostre amministrazioni brianzole che, per una questione di etica, chi sbaglia deve pagare!


Rifiuti, i sindaci pagano i danni. Raccolta differenziata misera, la Corte dei Conti chiede risarcimenti milionari.

Sindaci, assessori e funzionari della Liguria che non hanno fatto nulla per alzare la misera percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti, rischiano di tasca loro. La procura della Corte dei Conti, infatti, ha appena mandato a giudizio l’attuale e l’ex sindaco di Recco e i loro rispettivi assessori, per non aver rispettato le percentuali minime di differenziata imposte dalla legge. Savona si ferma ad un inquietante 21,9% e l'ing. Pesce ha appena dichiarato che i paesi limitrofi sono attorno al 15%.

Contestato il danno economico derivante da tributi e sanzioni per l’eccessivo conferimento in discarica, ma anche, ed è la prima volta in Italia, il danno ambientale.

E ora nel mirino ci sono Genova e altri venti comuni. La Guardia di Finanza ha già acquisito documenti, contratti e statistiche da Sarzana a Ventimiglia.La raccolta differenziata non decolla la Corte dei Conti processa i sindaciRecco primo caso, chiesto un milione di multa per gli amministratori della città.

L’ATTUALE sindaco di Recco e il suo predecessore, i rispettivi assessori all’ambiente e il dirigente comunale responsabile del settore sono stati citati a giudizio dalla procura della Corte dei Conti per aver causato un danno erariale derivante dal mancato rispetto delle percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti. I cinque, in caso di condanna, dovranno risarcire un milione e 200 mila euro.

Se per il danno economico originato dai maggiori tributi e dalle sanzioni per i quantitativi extra conferiti in discarica, si tratta del terzo processo del genere in Italia, per la prima volta nel nostro paese è stato, invece, contestato ai cinque “invitati” (l’invito a dedurre è l’equivalente dell’avviso di garanzia penale) il danno ambientale, pari a circa 80 mila euro. Il procuratore regionale Ermete Bogetti lo collega all’aumento illegittimo di rifiuti portati in discarica,che contribuiscono ad aumentare il «deterioramneto della risorsa naturale terreno, mediante l’introduzione di sostanze e organismi nocivi per l’ambiente e nell’immissione in atmosfera di gas nocivi».Ma, aldilà di questi aspetti, l’inchiesta della Corte affidata ai finanzieri della Sezione

Accertamenti Danni Erariali del Nucleo di Polizia Tributaria di Genova, rappresenta un vero e proprio terremoto per quasi tutti i comuni liguri visto che — e lo raccontiamo in queste stesse pagine — la nostra regione è all’ultimo posto tra quelle del centro nord per la raccolta differenziata e al sud è superata anche dalla Campania.Per quanto riguarda Recco verranno processati Gianluca Buccilli, sindaco dal 1999 al 2009, l’attuale primo cittadino Dario Capurro, l’ex assessore Stefano Bersanetti e il suo successore Franco Senarega, oltre al funzionario Franco Canovi. Gli anni presi in esame vanno dal 2006 al 2010quando era in vigore una convenzione siglata nel 2003 tra il Comune di Recco e quello di Genova che affidava il servizio di raccolta e conferimento all’Amiu. Nel 2010, Recco ha assegnato ad un’altra società il servizio dopo lo svolgimento di una gara d’appalto.La citazione della Corte contesta le bassissime percentuali didifferenziata. Se le leggi in materia stabilivano che per il 2006 e il 2010 i livelli minimi dovevano essere del 35% e del 60%, le statistiche di Recco fanno segnare rispettivamente dei miseri 11,89% e 22,83%.

La colpa di amministratori efunzionari, secondo la procura è di aver «omesso di assumere qualsivoglia iniziativa atta a ricondurre la gestione dei rifiuti nell’ambito della legge.. promuovere azioni nei confronti di Amiu che in violazione del contratto... non ha rispettato i limiti minimi di legge di raccolta differenziata».

I cinque sono difesi dall’avvocato Alessandro Ghibellini. L’ex gloria della pallanuoto locale è da tempo un consulente del Comune di Recco e di recente si è pure occupato di igiene urbana, ma in questo caso si smarca dal suo precedente ruolo, con un ardito dribbling al conflitto d’interessi, difendendo amministratori che sono accusati di aver procurato un danno proprio al Comune.

Nelle memorie difensive vengono citati vari aspetti, tra cui: la regolarità dell’appalto, la circostanza che la maggior parte dei comuni liguri siano fuorilegge, errata programmazione di Regione e Provincia, l’assenza di danno ambientale visto che la discaricaè autorizzata, il costo maggiore della raccolta differenziata rispetto a quella indifferenziata.

Obiezioni alle quali replica la procura punto per punto. Ad esempio con i dati del Rapporto Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Ministero per l’Ambiente) che «mostra inequivocabilmente come all’aumentare della percentuale di raccolta differenziata decresce il costo annuo complessivo della gestione dei rifiuti».

L’avvocato Ghibellini arriva anche a contestare lo scarso effetto deterrente della cosiddetta ecotassa (ossia l’addizionale del 20% per i rifiuti finiti in discarica «ove non siano conseguiti gli obiettivi minimi di raccolta differenziata previsti dalla legge»), perché troppo lieve. «E’ come sostenere — replica il procuratore Bogetti — che se il ladro ruba è perché la pena per il furto è troppo bassa e dunque non sussiste la responsabilità del ladro».

E adesso si aprono nuovi fronti anche Genova finisce nel mirinoLiguria in clamoroso ritardo, solo al Sud si fa peggioE ADESSO tocca a Genova e ad un’altra ventina di località liguri tra le quali i capoluoghi di provincia. In questi ultimi mesi, i finanzieri della Sezione Danni Erariali hanno raccolto in molti uffici, da Sarzana a Ventimiglia, la documentazione relativa ai dati della raccolta differenziata e, dopo aver mandato a giudizio amministratori e funzionari per il primo caso, quello di Recco, sono stati aperti altri fascicoli.

Sui nomi dei comuni “indagati” non trapela alcunché, ma l’accesso dei finanzieri a Tursi non lascia dubbi sul fatto che quella di Genova sia una delle amministrazioni nel mirino. Naturalmente, la Procura della Corte dei Conti se è vero che parte da un dato oggettivo come il mancato adeguamento ai livelli stabiliti dalla legge lo è altrettanto che analizza anche un elemento soggettivo quale può essere il comportamento di sindaci, assessori e funzionari. Ossia se si sono dati da fare per migliorare la situazione, se hanno contestato eventuali violazionicontrattuali con le aziende cui era stato affidato il servizio con precisi accordi e obiettivi.Detto ciò, il quadro ligure sulla differenziata è quanto mai sconfortante.

La nostra è una regione cheper quanto riguarda i rifiuti sembra appartenere al profondo Sud, e purtroppo non è in questo caso una nota positiva.Se nel 2010 la percentuale di raccolta differenziata in Italia fa registrare una media nazionaledel 35,3% (dati ministeriali del-l’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), al Nord la percentuale sale al 49,1%. Ma se il Veneto è la regione più virtuosa con il 58,7%, la Liguria è la cenerentola conappena il 25,6%. Addirittura sotto la media del Centro Italia (27,1%) e poco sopra la media del Sud (21,2%), ma decisamente staccata dalla Campania che fa registrare un 32,7%.Per quanto riguarda i dati cittàper città, si passa all’Osservatorio Regionale sui Rifiuti gestito da Arpal.

Genova, nel 2011, si assesta ad un dignitoso, ma nulla più, 31%, che comunque è sempre appena la metà di quanto previsto dagli obiettivi minimifissati dal combinato di articoli del Codice dell’Ambiente del 2006 e della legge finanziaria del 2007.Certo i genovesi possono consolarsi se guardano le altre province: Savona si ferma ad un inquietante 21,9%; Imperia fa un po’ meglio con 24,5% mentre La Spezia va decisamente meglio con il 35,9%.Nella sua citazione agli amministratori di Recco, il procuratore Ermete Bogetti sottolinea come «la circostanza che tanti non rispettino la legge non costituisce scriminante per il singolo che non la rispetta».E poi cita il Rapporto Ispra attraverso il quale «si evince che regioni italiane paragonabili per condizioni di territorio e distribuzione della popolazione hanno ampiamente conseguito e superato in tutti gli anni gli obiettivi minimi di legge, dimostrando la effettiva realizzabilità del risultato voluto dal legislatore nazionale e comunitario».

Insomma, l’esperienza degli altri dimostra che se proprio non è possibile raggiungere nei tempi le tabelle ministeriali perlomeno, con un po’ di impegno, si può tentare di sfilarsi la maglianera di ultimi del gruppo.

Fonte: Repubblica, 15/11/12.

 
 
 

Rifiuti Zero va al Parlamento Europeo a Bruxelles.

Post n°724 pubblicato il 18 Marzo 2013 da noinceneritoredesio

Era giunto il momento di portare le idee Rifiuti Zero nelle istituzioni europee. La conferenza è stata organizzata con l’aiuto del gruppo dei Verdi al Parlamento europeo, con il sostegno degli altri gruppi parlamentari e della Commissione europea sull’Ambiente. La conferenza dimostrerà ai responsabili politici che la strategia Rifiuti Zero è già una realtà in continua evoluzione.

L’evento vedrà la partecipazione attiva del Parlamento europeo e del Commissario per l’ambiente, Janez Potocnik, di molti membri competenti del Parlamento europeo, ma anche dell’attore e produttore Jeremy Irons e della regista del film « Trashed » Candida Brady.

Le buone pratiche che saranno presentate includono il caso del primo comune europeo a dichiarare Rifiuti Zero, Capannori, e l’esperienza della provincia di Gipuzkoa nei Paesi Baschi spagnoli. Inoltre saranno presentate le esperienze locali, come lo Zero Waste office a Bruxelles, il negozio Rifiuti Zero di Effecorta in Italia , la moda Rifiuti Zero di Reet Aus in Estonia , l’esperienza della famiglia Rifiuti Zero nel Regno Unito e il divertente parco di riuso e riutilizzo di Kretslopp in Svezia. La fondazione Craddle to Craddle presenterà il suo lavoro di progettazione di prodotti migliori e materiali che possono essere biodegradabili o riciclati all’infinito.

Non c’è tempo da perdere

- I suoli europei soffrono dell’aumento di erosione quando i rifiuti organici sono ancora in discarica o inceneriti,

- 90 milioni di tonnellate di cibo viene sprecato ogni anno in Europa, quando 80 milioni di cittadini europei vivono sotto la soglia di povertà,

- La disoccupazione in Europa continua a crescere quando 400.000 posti di lavoro potrebbero essere creati solo con l’attuazione della normativa sui rifiuti,

- L’Europa è sempre più dipendente con l’esportazione delle materie prime dall’estero, se la maggior parte dei rifiuti elettrici ed elettronici non viene riciclata,

- Il 60% dei rifiuti dell’UE è in discarica o incenerito…

La tabella di marcia europea per l’efficienza delle risorse conduce l’Europa sulla strada verso Rifiuti Zero e mira ad eliminare progressivamente le discariche e l’incenerimento dei rifiuti non riciclabili entro il 2020.

Eppure, ancora oggi sul mercato esistono incentivi per lo smaltimento in discarica, il recupero e l’esportazione dei rifiuti prima del riciclo e della prevenzione; gli investimenti vanno alle infrastrutture di smaltimento di grandi dimensioni quando i livelli superiori della gerarchia, come la prevenzione e il riutilizzo sono sottofinanziati.

COME fare per spianare la strada verso Rifiuti Zero

Mantenere un basso tenore di carbonio, l’uso efficiente delle risorse nel rispetto della biodiversità e l’aumento della coesione sociale sono oggi le principali sfide dell’Unione europea. La strategia Rifiuti Zero è una parte essenziale di questa sfida perché è in grado di fornire nuovi posti di lavoro, portare sostanze nutritive ai terreni, aiutare a chiudere il ciclo dei materiali e ridurre la dipendenza europea dalle importazioni, ridurre l’impatto ambientale associato allo smaltimento dei rifiuti, promuovere l’innovazione nel design industriale e infine, ma non meno importante, coinvolgere i cittadini nella progettazione di un’Europa migliore.

Da un lato Rifiuti Zero richiede la responsabilità della comunità per ridurre, separare, raccogliere e riciclare i rifiuti, dall’altro richiede anche la responsabilità industriale nel progettare e produrre migliori prodotti, più durevoli, riciclabili e ad alta efficienza energetica. Le politiche dell’ Unione europea sono fondamentali nell’influenzare entrambi gli aspetti e questa è la ragione per cui questa conferenza è stata organizzata.

L’obiettivo della conferenza Rifiuti Zero: Oltre il Riciclo: le migliori pratiche in materia di risorse e gestione dei rifiuti è quello di portare di fronte ai decisori esempi pratici di come sia possibile passare in soli pochi anni dallo spreco ad un uso efficiente delle risorse.

E’ dimostrato che, se c’è la volontà politica è possibile raggiungere livelli elevati di riciclo e ridurre la produzione di rifiuti.

Se non sei per Rifiuti Zero… per che quantità di rifiuti sei?

Joan Marc Simon, Zero Waste Europe, 26/02/13.

 
 
 

Capannori capitale del caffè sostenibile.

Post n°725 pubblicato il 18 Marzo 2013 da noinceneritoredesio

Dal 22 al 30 marzo uno showroom sulle alternative alle capsule ‘usa e getta’.

Come sarà il gusto di un caffè sostenibile?. Lo puoi scoprire a Capannori in occasione del primo Showroom europeo ‘Separare il caffè dal suo contenitore si può: sempre!” interamente dedicato alle soluzioni per rendere riciclabili le capsule di caffè ‘usa e getta’ che, secondo un caso studio del centro di ricerca rifiuti zero del Comune di Capannori, in Italia costituiscono una parte considerevole dell’indifferenziato se si pensa che se ne consumano 1 miliardo l’anno (il 10% di quante ne vengono consumate nel mondo).

Dal 22 al 30 marzo Capannori diventerà capitale del caffè sostenibile grazie ad una mostra con degustazione allestita nella sede comunale di Piazza Aldo Moro utilizzando vari tipi di macchine da caffè, dalla classica macchina per espresso da bar ad cloni delle macchinette del caffè domestiche, che verranno tutte utilizzate con capsule di nuova generazione. Tra queste la più rivoluzionaria è ‘Tablì ‘una compressa di caffè monoporzione di macinato di caffè compattato e autosostenuto con un procedimento del tutto naturale, inventata e brevettata dall’ingegner Gianpaolo Belloli, ideatore anche di soluzioni tecniche per la separazione pre o post utilizzo del caffè dal contenuto. Tablì una vota usata può essere gettata nel rifiuto organico permettendo di fare così la raccolta differenziata in casa. Tra le soluzioni alternative alle capsule non riciclabili c’è anche la capsula ‘pelabile’ (come il coperchio di un barattolo di yogurt) di Coop Italia, di cui, almeno per ora, si può riciclare solo la polvere di caffè e non la capsula e la linguetta di alluminio.

L’iniziativa promossa dal Centro Rifiuti Zero del Comune, coordinato da Rossano Ercolini, associazione ‘Ambiente e Futuro per Rifiuti Zero, società Kompresso srl, Caffèmotive srl, Eti srl, Ims spa e in collaborazione con Goglio spa è il risultato di un percorso iniziato con la realizzazione del ‘caso studio’ che ha portato a contattare e collaborare con realtà e centri di ricerca che si occupano di rendere differenziabili le capsule del caffè usa e getta ormai entrate prepotentemente a far parte delle abitudini quotidiane degli Italiani.

“Capannori si conferma sempre più come il Comune delle buone pratiche – sostiene il sindaco, Giorgio Del Ghingaro – e centro di ricerca attiva a livello nazionale nell’individuare soluzioni alternative e sostenibili a tutela dell’ambiente e della qualità della vita dei cittadini. Grazie anche all’attività del centro di ricerca rifiuti zero per primi stiamo lavorando con risultati soddisfacenti e in collaborazione con importanti esperti e marchi nazionali per eliminare dai rifiuti le capsule del caffè che costituiscono una percentuale piuttosto alta della parte indifferenziata. Un altro passo significativo avanti verso il traguardo ‘Rifiuti entro il 2020”.

“Le soluzioni alternative alla capsule usa e getta si prospettano molto interessanti – afferma Rossano Ercolini -, perché costituiscono un’alternativa ecologica rispetto alle capsule attualmente in commercio che sono realizzate in plastica rigida o morbida o con carta filtro, tutte comunque non riciclabili, perché da conferire nel rifiuto indifferenziato. Il nostro obiettivo è quello di sottrarre dallo smaltimento le capsule del caffè ‘usa e getta’ puntando a garantirne la riciclabilità e a recuperare i fondi del caffè. Per questo proporremo ad Ascit di fare un raccolta del caffè da bar e ristoranti in modo da disporre di caffè tal quale che può essere utilizzato per vari impieghi, tra cui la coltivazione dei funghi e come compost di alta qualità”.

Lo showroom sarà inaugurato venerdì 22 marzo alle ore 10 nella sede comunale di piazza Aldo Moro con la partecipazione del sindaco, Giorgio Del Ghingaro, del coordinatore del centro di ricerca rifiuti zero, Rossano Ercolini, dell’assessore all’ambiente, Alessio Ciacci e dell’ingegner Gianpaolo Belloli, inventore e titolare del brevetto Tablì. Alle ore 11 è in programma una degustazione di caffè ottenuto con diverse tipologie di macchine. Nel pomeriggio con inizio alle ore 17 nell’auditorium dell’azienda Usl 2 si svolgerà una tavola rotonda intitolata “Elementi ed esempi di responsabilità estesa dei produttori dell’industria del caffè’ alla quale interverranno Gianpaolo Belloli inventore di Tablì, l’assessore Alessio Ciacci, il responsabile di Innovazione e Sostenibilità di Coop Italia, Claudio Mazzini e David Brussa Quality Supervisor di ‘Illy caffè’ e presidente del consiglio di disciplina E.s.e. Durante l’incontro sarà possibile degustare oltre al caffè Tablì anche il caffè Coop.

L’iniziativa dedicata al caffè sostenibile proseguirà sabato 23 marzo, sempre all’auditorium, con uno workshop intitolato ‘Dal caso studio alle soluzioni’ coordinato da Rossano Ercolini e introdotto da Camilla Piccinini designer del centro ricerca rifiuti zero. Interverranno Gianpaolo Belloli, Pietro Angelini del gruppo promotore della rete negozi Effecorta e dell’associazione Pensiero Laterale, Antonio Di Giovanni, agronomo e Victor Ibanez, filmaker.

Fonte: ciaccimagazine.org, 12/03/13.

 
 
 

Potocnik: Ue pronta a cofinanziare impianti riciclo rifiuti in Italia.

Post n°726 pubblicato il 18 Marzo 2013 da noinceneritoredesio

Il commissario Ue all’Ambiente, Janez Potocnik, sulla gestione dei rifiuti in Italia: “Non ci saranno più soldi per le discariche, ma saremo più che felici di cofinanziare strutture per il riciclo, che aiuteranno ad andare nella direzione che stiamo promuovendo oggi”.

“Saremo più che felici di cofinanziare impianti per il riciclo” in Italia. Questo il messaggio lanciato oggi a Bruxelles dal commissario Ue all’Ambiente, Janez Potocnik, in occasione della pubblicazione del Libro verde per promuovere il recupero, il riuso e il riciclo dei rifiuti plastici in Europa.
Potocnik, che ieri è stato informato brevemente dal ministro italiano dell’Ambiente, Corrado Clini, “sugli ultimi sviluppi anche connessi alla gestione dei rifiuti a Roma”, ha sottolineato come anche nel Sud Italia ci siano esperienze locali di successo nel campo del riciclo dei rifiuti.
“E’ veramente una questione di organizzazione e volontà – ha spiegato Potocnik – e si lega anche ai finanziamenti: per questo faccio appello ad un chiaro uso dei fondi strutturali e di coesione, specialmente perché in futuro questi fondi saranno concessi in linea con la gerarchia dei rifiuti”. “Non ci saranno più soldi – ha concluso il commissario Ue all’ambiente – per le discariche, ma saremo più che felici di cofinanziare strutture per il riciclo, che aiuteranno ad andare nella direzione che stiamo promuovendo oggi”.

Fonte: ciaccimagazine.org, 12/03/13.

 
 
 

Rapporto Ong bacchetta Ue su riciclaggio rifiuti.

Post n°727 pubblicato il 18 Marzo 2013 da noinceneritoredesio

Troppe risorse in fumo. Maglia nera a Italia su RAEE.

BRUXELLES – Troppe risorse preziose come cotone, litio e alluminio, contenute in materiali regolarmente importati dall’Ue e ampiamente riciclabili dai rifiuti, ancora finiscono in fumo negli inceneritori o interrati nelle discariche. A fare il punto è l’ultimo rapporto di Friends of Earth Europe, secondo cui l’Unione europea ancora incenerisce o interra il 60% dei suoi rifiuti urbani perdendo definitivamente materiali preziosi. L’Italia, in particolare, è il fanalino di coda della Ue per la raccolta e il riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici: 4 Kg a testa recuperati all’anno contro i 18,3 Kg immessi nel Paese. Se l’Europa vuole diventare veramente ‘a rifiuti zero’, accanto a target più elevati di riciclo Bruxelles deve definire anche target per il riuso e la prevenzione della produzione di rifiuti. Ecco alcuni dati del rapporto:

- ALLUMINIO. Con il declino della produzione e nonostante elevati livelli di riciclo, ogni anno l’Ue importa quasi 15 milioni di tonnellate di bauxite. L’impiego di alluminio continua a crescere: dal 1980 al 2008 il consumo industriale è passato da 14 kg a 22 kg pro capite. In Paesi come Francia e Regno Unito il consumo di metalli è sceso, mentre in Italia e Spagna è salito. In Europa il tasso di raccolta di tutte le confezioni in alluminio è intorno al 50%, in linea con le regole comunitarie, ma non è abbastanza. La lattina per le bevande è il contenitore più riciclato: in Belgio, Finlandia, Germania, Svizzera e Norvegia arrivano a riciclarne il 90%.

- BATTERIE AL LITIO. Il litio (Li) è il materiale più leggero sul Pianeta ed è particolarmente efficiente nel convertire energia chimica in energia elettrica, con il maggiore potenziale per lo stoccaggio dei sistemi energetici del futuro. La sua domanda è in continuo rialzo, specie per quanto riguarda la produzione di batterie ricaricabili, impiegate in cellulari, sistemi di stoccaggio e veicoli elettrici (ibridi). La grande maggioranza del litio consumato in Europa però viene incenerita a causa dei tassi molto bassi di raccolta e di una legislazione sui rifiuti carente. Secondo le stime, le batterie agli ioni di litio raccolte nell’Ue sono circa il 5% di quelle immesse sul mercato. L’Ue ha regole che riguardano la raccolta, il riciclo e il trattamento delle batterie, che dovranno arrivare ad almeno il 25% entro la fine di settembre 2012 e al 45% entro settembre 2016. Ma legislazione europea non si occupa nello specifico di batterie al litio.

- COTONE. Solo per quanto riguarda i vestiti ogni anno in Ue finiscono nella spazzatura 5,8 milioni di vestiti, dei quali solo un quarto viene riciclato da imprese o va in beneficenza. Il resto si getta in discarica o nell’inceneritore, senza possibilità di riciclare e riusare cotone e tessuti vari in essi contenuti. In un Paese come la Gran Bretagna, per esempio, la stima è che il 31% dei vestiti finisca nella spazzatura, cioé circa 350mila tonnellate di abiti usati, per un valore di circa 180 milioni di euro, ogni anno. In media almeno la metà dei vestiti gettati via può essere riusato, mentre il 20-25% può essere impiegato per il lavaggio dei vestiti e un 20-30% come materia prima secondario da altre industrie. Il riuso dell’abbigliamento è più amico dell’ambiente del riciclo: per ogni tonnellata di cotone delle t-shirt reimpiegato, si risparmiano 12 tonnellate di CO2 equivalente. Senza contare le risorse per produrre una maglietta: la stima è che una t-shirt impieghi 2.700 litri di acqua, più i pesticidi per la coltura del cotone.

Fonte: ANSA, 03/03/13.

 
 
 
 

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