Creato da: Nobs il 30/07/2003

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  diario personale

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Messaggio N° 6
 29-11-2003 
 

Post N° 6

Credo sia importante lasciare un segno del nostro passaggio, nel mondo.

Qualcosa che ricordi agli altri che siamo stati qui, che abbiamo costruito qualcosa.

Può essere un pensiero, può essere la pura energia creativa, non necessariamente qualcosa di tangibile.
Non necessariamente qualcosa di grande e visibile a tutti perchè, per poter fare questo purtroppo, è necessario avere molti soldi.

Il denaro è importante, per denaro si lavora, per denaro si uccide, per denaro molti vivono.

Lasciare un segno del nostro passaggio...Le parole ed i fatti.
Le parole aiutano il mondo a ricordarsi di noi ad esempio.
Parlare con le persone ed ascoltarle, soprattutto saperle ascoltare.

La gente non ricorderà se gli hai risolto un problema...Ricorderà ed apprezzerà molto di più, invece, l'impegno e la passione che abbiamo profuso nell'aiutarli a risolvere un problema, anche se oggettivamente non l'abbiamo fatto perchè non potevamo, perchè non ne avevamo i mezzi o le capacità.

Nel cuore delle persone rimane l'intenzione, la vicinanza, la solidarietà, l'aiuto, la comprensione.
Non la soluzione al problema.

Lasciare un segno di noi...Creare, costruire tante cose.
Una canzone, un suono, un figlio, un rapporto, una poesia, il segno inciso su di un albero secolare con un coltellino.

Lasciare un segno perchè...?

Perchè abbiamo paura di non sentirci amati, paura di non essere ricordati, paura di non aver fatto abbastanza, forse eccessivo narcisismo.
sarebbe utile indagare su questo aspetto...Perchè vogliamo lasciare un segno di noi...per sentirci dire...oh, guarda, che grande persona.
Se è solo per bisogno di conferme, siamo già morti e la gente non si ricorderà di noi.

Fare qualcosa per aspettarsi in cambio qualcosa è egoismo allo stato puro, un insulto alla nostra anima ed alla altrui intelligenza.

Lasciare un segno significa, per me, farsi ascoltare, farsi accettare per come si è, non tacere ciò che si prova, non smettere di imparare ed essere certi di aver sempre qualcosa da imparare senza sentirsi umiliati da chi, per tanti motivi, ha intrapreso percorsi diversi dai nostri che li han portati magari molto più in alto di noi. La presunzione uccide...Nessuno mai, può permettersi di fare a meno degli altri.

Lasciare un segno? solo..amare, ed essere amati. Questo non lo scorderà nessuno, Mai.

Laura



 
  Inviato da Nobs @ 23:16 COMMENTI: 0

Messaggio N° 5
 29-11-2003 
 

Post N° 5



Amare incondizionatamente sarebbe possibile se non possedessimo un cervello.
Si menziona sempre il cuore quando si discute di questioni amorose o sentimentali in genere, in realtà il cuore è forse l’organo meno implicato.
Le emozioni vengono recepite, elaborate e filtrate dal cervello. E’ una questione soprattutto chimica.
Amare incondizionatamente è possibile forse quando hai totale fiducia nella persona; è secondo me del tutto o quasi del tutto impossibile amare qualcuno in maniera incondizionata, soprattutto nella fase iniziale di un rapporto.
Le componenti in gioco sono tante, le variabili tantissime. Il bisogno di conferme, le gratificazioni a volte narcisistiche, le proprie insicurezze che hanno profonde radici nel nostro vissuto familiare e/o sentimentale.

Le persone, molte persone, scambiano per amore le infatuazioni che vivono di luce riflessa e che smettono di brillare non appena una delle due parti tende a spegnersi o a raffreddare gli entusiasmi per diversi motivi. Paure, condizionamenti, proiezioni dell’evoluzione del rapporto.
L’amore è quello che vive di luce propria, che viene alimentato da entrambi le parti con i piccoli gesti che diventano grandi, le piccole attenzioni che non siamo abituati a ricevere o a dare.

La gente non ama dare, non ama mettere in gioco sé stessa, è sempre in sospensione, in attesa perenne di quel qualcosa che le scuota dall’atarassìa.
Non ha in sé il puro istinto, la gente non crede ormai più non solo nelle persone ma, soprattutto, nell’essenza dell’amore.
E lo trova, o meglio lo vede (spesso a torto), nell’attrazione fisica, nelle sensazioni amplificate inconsciamente. Ma tutto ciò che è forzato ed artefatto ben presto si ridimensiona.
Le idealizzazioni giocano un ruolo fondamentale in questa illusione umana; si immagina la condizione ideale e si finisce per crederci così tanto da non renderci più nemmeno conto di aver fatto tutto da soli. Si proiettano i propri desideri e bisogni su di un muro bianco e vi si assiste, come ad un film, senza interagire.


L’amore è quel qualcosa di speciale che ti spinge verso qualcuno, che ti fa sentire il bisogno o il desiderio di condividere i pensieri, i gesti, anche se il più delle volte non essendo abituati a dare, si finisce per non vivere spontaneamente le proprie pulsioni. Si vorrebbe ma non si fa.

Ci si abitua alla normalità, al silenzio, all’apatia e quando qualcuno ci dimostra che si può essere diversi, la conseguenza è il turbamento, la confusione, lo stupore. E’ come se ci si trovasse di fronte ad un essere alieno; spesso queste persone vengono ingiustamente tacciate di eccessivo fatalismo o peggio, di non vivere con i piedi per terra.
Nulla di più sbagliato, la sensibilità non esclude la razionalità, le parti che compongono l’essenza intera di una persona non si elidono a vicenda.

Si può essere emotivi, ipersensibili, romantici dolci e passionali senza per questo essere irrazionali, illogici ed incoerenti o fatalisti all’eccesso.

La cosa più importante è la consapevolezza, la capacità di analizzarsi e di riconoscere i propri pregi, difetti, limiti in maniera obiettiva e la capacità di discernimento.



 
  Inviato da Nobs @ 23:14 COMMENTI: 0

Messaggio N° 3
 31-07-2003 
 

Post N° 3

Non si può cercare un negozio di antiquariato
in via del corso
Ogni acquisto ha il suo luogo giusto
e non tutte le strade sono un percorso

Raro è trovare una cosa speciale
nelle vetrine di una strada centrale
Per ogni cosa c'è un posto
ma quello della meraviglia
è solo un po' più nascosto
Il tesoro è alla fine dell'arcobaleno
che trovarlo vicino nel proprio letto
piace molto di meno

Non si può cercare un negozio di antiquariato
in via del corso
Ogni acquisto ha il suo luogo giusto
e non tutte le strade sono un percorso

Come cercare l'ombra in un deserto
o stupirsi che è difficile incontrarsi in mare aperto
Prima di partire si dovrebbe essere sicuri
di che cosa si vorrà cercare dei bisogni veri
Allora io propongo per non fare confusione
a chi ha meno di cinquant'anni
di spegnere adesso la televisione

Non si può entrare in un negozio
e poi lamentarsi che tutto abbia un prezzo
se la vita è un'asta sempre aperta
anche i pensieri saranno in offerta

Ma le più lunghe passeggiate
le più bianche nevicate e le parole che ti scrivo
non so dove l'ho comprate
di sicuro le ho cercate senza nessuna fretta
perché l'argento sai si beve
ma l'oro si aspetta

Nicolo' Fabi



 
  Inviato da Nobs @ 15:17 COMMENTI: 2

Messaggio N° 2
 31-07-2003 
 

Post N° 2

E’ difficile operare scelte importanti, è difficile recidere rami che, anche se quasi secchi, ci appartengono da tanto tempo.

E’ difficile perché a quei rami ci siamo aggrappati anche quando sapevamo che potevano spezzarsi in un attimo, a volte perché possedavamo solo quelli, a volte perché ci sono egoisticamente serviti da appiglio quando i sensi di colpa ci attanagliavano.

A volte ci aggrappiamo a quei rami perché la paura stessa che possano spezzarsi, ci regala una iniezione di adrenalina artificiale.

Significa che spesso e volentieri siamo noi stessi a creare situazioni difficili o a non distaccarci volutamente da qualcosa che non funziona solo perché, complicarci l’esistenza, ci fa sentire vivi.
Palliativi e placebo…

Si mente a noi stessi tante e tante volte, ed il più delle volte non ce ne rendiamo conto.

La felicità fa paura, viene considerata, dai più, una noiosa via di mezzo. E allora perché tutti ambiscono o meglio, dicono di ambire alla serenità, all’amore vero quando poi, nel momento stesso in cui queste cose si presentano sotto i loro occhi, le fuggono come si fuggirebbe dalla peste?

Per il motivo di prima… Perché crearsi artificialmente la sensazione di poter “morire” da un momento all’altro, fa sentire in qualche modo vivi.

Nel modo più sbagliato, alla fine.

L’adrenalina, l’emozione pura, è quella che nasce dal sentimento che ci unisce a qualcuno che ci fa stare bene, è quella che ci viene regalata da chi si prende cura di noi e del nostro corpo parlandoci e facendoci l’amore. Da chi ama la nostra mente ed il nostro corpo e non solo alcuni aspetti di ciò che siamo.

Quando ci aggrappiamo a rami secchi o quando non li annaffiamo appositamente per farli quasi morire è solo perché cerchiamo conferme. Narcisistiche autogratificazioni e conferme perché siamo insicuri.

Se io non darò ciò che mi viene chiesto, dall’altra parte avrò una risposta maggiore nel (vano) tentativo che mi venga dato ciò che desidero.

Peccato che ciò che si desideri non lo si sappia mai; la persona stessa che chiede, il più delle volte non sa nemmeno cosa vuole e perché.

Il ramo secco ci serve per galleggiare nelle acque del nostro caos. Il ramo secco non pesa, è leggero da portare, non richiede linfa che possa nutrirlo, si aspetta solo di cadere dall’albero senza rumore. E prima o poi lo farà per lasciare spazio a nuova vita, ad un nuovo germoglio che possa diventare un ramo forte, robusto, che altro non potrà fare che sperare di trovare una mano buona che lo annaffi come non ha fatto con il ramo del quale ha preso il posto.

La gente non vuole davvero essere felice forse perché si sentirebbe morta. Ma, dal momento che arriva a questo, è già morta dentro e cerca la felicità nelle effimere cose di tutti i giorni, in genere le più materiali.





L’ adrenalina non basta mai, è una droga che dà dipendenza e nessuna cosa, nessuna emozione alla fine, la soddisferà più.

Basterebbe partire o ripartire dalla situazione ottimale. Trovare la persona con la quale stai bene mentalmente e fisicamente e, da lì, trarre tutta l’energia e la linfa necessarie per vivere ed emozionarsi.

La gente è incostante, insicura, indecisa. Chiede senza chiedere, prende senza sapere cosa prendere e, nel dubbio, prende tutto salvo poi accorgersi che ancora non gli basta.

La gente ha paura, cerca risposte che ha già ma che non vuole darsi perché non le vuole sentire. La verità di queste risposte è scomoda.

Meglio vivere continuando a porsi domande che hanno mille risposte e che non ne hanno nemmeno una.

La gente non vuole vivere davvero, vuole solo galleggiare e crearsi mondi paralleli e paradisi artificiali. La gente vive di proiezioni, di ciò che potrebbe essere o di ciò che vorrebbe che fosse; è più facile e meno impegnativo vivere un amore immaginato, introiettato, sognato.

E’ un modo come un altro per non crescere.
La gente è immatura, non desidera crescere e non comprende che, restare bambini si deve e si può anche senza ricorrere ai piccoli espedienti di auto illusione nei quali si rifugia quando non sa cosa fare e quando non ha il coraggio di decidere di cambiare la propria vita.

La gente pensa che tanto, meglio continuare a sognare perché la realtà sarà sempre una replica di situazioni precedenti. Certamente sarà così se non comprenderà che siamo qui solo di passaggio e che converrebbe davvero decidere di vivere una volta sola, per tutte, come davvero si desidera e con chi davvero ci dà ciò di cui abbiamo bisogno.

Ma la gente è anche superficiale e si limita a galleggiare, non scende in profondità perché non sa nuotare, perché non vuole imparare a nuotare e perché ha un ancestrale timore dei fondali che non conosce.

Io vivo ad Atlantide e, dopo aver preso una boccata d’aria in superficie, ho deciso di restare nel mio fondale.

Preferisco vedere ogni cosa piuttosto che solo una parte delle cose. Il mare è scuro e profondo e dalla superficie non è possibile vederne tutte le meraviglie che nasconde.

Ma, da laggiù, io contrariamente a loro, posso vedere anche la luce del sole. E tornare su, se ne ho voglia.
Perché non ho avuto paura di tuffarmi. Perché ho imparato a nuotare senza affogare.



 
  Inviato da Nobs @ 14:46 COMMENTI: 0

Messaggio N° 1
 31-07-2003 
 

Post N° 1

Le persone coltivano interessi di ogni tipo, a certi livelli, solo per due ragioni.

Quando sono spinti da una reale, sana passione o interesse per una determinata materia
Oppure
Quando devono fuggire da qualcosa che li opprime.

Raramente entrambi gli aspetti viaggiano parallelamente.

Quindi c’è chi si dedica alla lettura ossessiva per immedesimarsi in qualcuno che non sia sé stesso o per vivere una storia diversa dalla sua (che ovviamente è triste oppure totalmente inesistente)

E c’è chi suona il suo strumento abbracciandolo come si abbraccerebbe una donna, o un uomo, amandolo più di ogni altra cosa al mondo…forse proprio perché non si ha null’altro al mondo…
Corde sfiorate come si sfiorerebbero i capelli di una persona o il seno di una donna e tasti di un pianoforte delicatamente spinti e toccati come si farebbe con la pelle di un uomo.
Infondere il proprio calore ad un oggetto apparentemente inanimato e passivo che reagisce al nostro tocco che è diverso, a seconda dell’umore del momento. A volte dolce e struggente, a volte furiosamente appassionato…

O c’è chi si dedica freneticamente allo sport creandosi limiti fisici da superare o creando forti competizioni, quasi agonistiche, perché è più facile sfidare sé stessi su di una pista che davanti allo specchio….
Perché è più facile lottare e confrontarsi in branco, in team, piuttosto che sfidarsi e confrontarsi in due nella lunga marcia verso la cognizione del sentimento amoroso che fa sicuramente più paura di una passeggiata in un sentiero di montagna….



 
  Inviato da Nobs @ 14:44 COMMENTI: 0

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