Creato da Noneraunsogno il 21/05/2009
il mondo che vorrei

Ultime visite al Blog

Noneraunsognoocchineriocchinericassetta2hesse_fGinevra_2021asia1958ales_mots_de_sabledivinacreatura59helen40ASIA1929annabalzanosolo_nei_tuoi_occhistellagatmpt2003
 

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 12
 

Ultimi commenti

Libero finalmente anche di ricordare. Disordinatamente.
Inviato da: hesse_f
il 18/02/2021 alle 10:33
 
Tanti cari auguri &#129346; di buon compleanno...
Inviato da: ASIA1929
il 22/02/2019 alle 22:49
 
ciao, buon compleanno....:)
Inviato da: mpt2003
il 22/02/2017 alle 14:57
 
rido, naturalmente...
Inviato da: hesse_f
il 29/12/2016 alle 21:50
 
ho scritto per 15 minuti e il tuo blog forse affamato da...
Inviato da: hesse_f
il 29/12/2016 alle 21:50
 
 

Chi puņ scrivere sul blog

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« ... e mi manchi.Incaute Provvidenze »

Che cazzo ci ridi, Jason?!

Post n°187 pubblicato il 04 Novembre 2014 da Noneraunsogno

Fanno silenzio le parole negli aeroporti. Si mettono in fila, una dietro l'altra, aspettando che il volo compaia sugli occhi di una ragazza imprigionata in una divisa  verde per poi seguirla, fedeli come  seguaci, lungo i  percorsi obbligatori che li conducono agli ultimi controlli e alle anonime sale di attesa degli imbarchi.

Jason sta contando quelle parole, una dopo l'altra, e di ognuna si diverte a riprodurne il suono. Avvolto nella sua corpulenta innocenza  non fa sconti  a nessuno, nemmeno alle mie mani che  lo implorano di andare via.

D'altra parte gli è stato detto di non perdermi mai di vista, di accertarsi che le mie parole salissero a bordo, una dopo l'altra, incatenate ai miei piedi, perchè non mi venisse in mente di fare marcia indietro o di avere ripensamenti.

Per tre lunghi mesi, Jason  è stato il mio angelo custode, seduto al mio fianco nei turni senza tempo passati nei piccoli villaggi a tradurre le parole sfiatate dalle ombre vive, nonostante tutto.

 

H. ed io non ce l'avremmo fatta senza il suo sorriso.

Ma adesso lei non c'è; non è donna certo da piegarsi ad un addio, lei che non ha mai amato le folle, lei che non si è ma costituita all'ordine assoluto della  Medicina di Stato

Soggiocato dalla sua natura, ho bevuto alla fonte del contagio della vera conoscenza e mi sono sentito meglio, ho ritrovato la vita che avevo perso.

Non sono più lo stesso da quando ho messo piede in questo immenso deserto.

Jason, invece, lo avverte, mi legge dentro, ha lo sguardo di chi ha imparato a dire addio sorridendo.

Sto qui, appoggiato al muro e sto attendendo che arrivi un soffio di vento.   Ho un biglietto fra le mani, una tracolla piena di lacrime che brillano come perle, tutto quello che resta del viaggio, la polvere, il cigolio del cancello di ferro che nessuno ha mai chiuso, come se quel rumore, impreciso e persistente, appartenesse da sempre alla natura o alla gente del luogo.

E poi, mi porto addosso, gli occhi di una folla di domande, fatte di lunghi  silenzi bianchi, neri, azzurri e gialli.

Perchè niente può incantare come un silenzio che si colora a secondo del rumore del cuore.

Mi guardo attorno confuso mentre la folla di parole mi spinge oltre le transenne, mi conduce al lusso di uno sguardo europeo che mi scruta in lungo e in largo esortandomi a fare presto.

Mi guardo attorno e comincio anche io a contare le parole che raccolgo spingendo.

"Quante sono Jason?" chiedo richiamandolo con la mano.

" Tante, Mr. John, così tante che non capisco come facciano a comprendersi fra di loro"

"E' l'Europa, non farci caso!".

Lui ride, confuso e felice di avere portato a termine la sua missione.

Lui ride, da un tempo infinito, ride nonostante gli anni, il peso e gli affanni.

Ride di qualunque cosa che non sia sopravvivenza, ride degli aerei che vanno e vengono, ride delle carte di imbarco, ride dei miei grazie, ride ad ogni parola che oltrepassa il cancello,  ride dei saluti, dei permessi di soggiorno, ride ad ogni posto di controllo, ride ad ogni villaggio, trascinandosi dietro una processione di bambini affamati di Jason.

Lui ride, e forse è un modo anche il suo di sopravvivere, di scacciare fantasmi dalla sua mente. Ride, come se non avesse conosciuto mai il pianto.

Io soggiogato dal suo rispetto per la vita degli altri  me lo sono sempre chiesto e non ho mai avuto il coraggio di domandarglielo a bruciapelo.

Cosi  lo scrivo adesso, in questo post viaggio, in questa solitaria visita ad un altro tipo di villaggio:" Ma che cazzo ci ridi, Jason?!"

 

   by SimWarrior

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963