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SEMIOTICA DELL’AMORE

Post n°15 pubblicato il 23 Maggio 2009 da virgola_baby


 


Eppur io so e tutt’oggi cosa vuol dire amare

e non contesto i gesti di chi non vede il mare,

accecato da anni vuoti, in cui s’è trascinato,

riempiendo il tempo e i giorni

senza vivere un istante.

 

E anni e anni e anni

 

A raccontarsi frottole e a sporcare le parole

con cui i grandi scrivevano poesie.

E mi chiedo se non fosse

appannaggio di quel tempo

vedere  l’infinito che giace nell’umano.

 

Nelle loro voci v'erano balconi e promesse,

oceani neri che non s'ha paura ad attraversare.

Eccolo l’Amore che vuole

chi ancora, seduto, ama ascoltare il mare

 

cantare, cantare

 

come la prima e l’ultima volta

senza temere quel dolore sempre uguale:

la delusione cocente di chi vale poco o niente.

 

Dovrebbe esistere, lì da qualche parte,

un guerriero, d’argento vestito come la notte,

che sulla terra protegga la parola di cui, ahimè,

gli uomini più amano vantarsi e sperperare.

 È un sacrilegio: state vendendo la Madonna

per 10 fiorini al mercato della carne.


E quanti di voi l’hanno venduta

guardandola negli occhi,

quanti, di fronte all’altrui amor,

si sono cavati dalla bocca

una parola come un cioccolatino:

“Io t’amo”

 

In cambio di cosa?

Di cosce, forse, o pelle fresca,

della dolce sensazione

che si prova al solo pronunciarla.

Quanto spesso per la strada

ho portato, senza accorgermene,

il mio corpo come sul banco di un mercato.

Il  mio cuore in pegno di che cosa è stato ceduto?

 

E mi chiedo per cosa mai cantavano i poeti,

per cosa dipingevano gli artisti i colli lunghi,

per cosa i musicisti scrivevano canzoni

 se nemmeno un gesto s’è disposti a fare,

se è così facile per voi lasciarlo andare,

se tutto questo amore sventolato

vale meno di un pugno di gente morta 

che imbratta le strade.

 

E cerco tra gli zombi chi sia vivo ancora,

chi abbia negli occhi la luce del mattino,

chi canti e scriva lungo il nervo del destino.

 A tutti gli altri una cosa sola chiedo:

abbiate pietà,

tacete le parole che non conoscete,

lasciatele a chi appartengono, lasciatele a chi vive.

 
 
 
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Data di creazione: 09/05/2008
 

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