Creato da Nues.s il 11/09/2009

N u a g e s

Vanno, vengono. Sostano lasciandoci il ricordo

 

 

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Post n°744 pubblicato il 25 Ottobre 2014 da Nues.s

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'immagine opulenta di un'Anita che si immerge in una fontana. Oh, dolcivite. Nella notte, i monumenti risorti e splendenti come strani gioielli. Essere quasi un po' fieri di condurre un turista per caso, by night, finendo a tardi sul belvedere d'un Gianicolo. Quella distesa solenne e notturna d'un cuppolone illuminato. Pensare una citta' di cielo azzurro, aria pulita e un ponentino, giunto fresco lì, dal mare. Una campagna attorno. Una classica gita fuori porta magari per un'antica, incredibile via Appia. E sedersi, comodi comodi in una qualunque trattoria, dove, quando la stagione marca un buon tempo, interi tavoli si riempiono all'aperto ricoperti di fave fresche, formaggio e un vino de' Castelli. Campagna pulita, immensa e solcata da lunghi Acquedotti. La campagna amata da Goethe. Castelli vicini e godibili da poter fare lunghe passeggiate nel verde. Nelle pendici del Lago di Nemi, andar per fragole di bosco.

Bella l'immagine, lascia che ci si abbandoni completamente col linguaggio che è uno solo: la Musica dipinge, l'Arte canta.

Gli alti soffitti affrescati, che dalle finestre ti guardi una delle piu' belle facciate del Borromini. Su, dalla terrazza, la vista spazia su di una citta' vista dall'alto. Quel verde d'una villa Borghese. E poi la Trinita', la Madonna in cima ad una colonna che sembra spiccare il volo coi piedi poggiati appena appena, su di una mezzaluna. E quegli ondulati tetti barocchi, una grande torre in mattoni. Le fontane. Le Chiese. Quante ce ne sono. Quelle solenni, quelle di artisti. La facciata di S. Andrea e piu' lontano, sul Campidoglio che sventola un tricolore. E su tutto, tutto questo bendidio, proprio di fronte che sembra quasi toccarlo, ecco il piu' surreale e fantastico campanile barocco d'un Borromini che dalla strada, guarda, neppure si vede. A sera poi, quando il cielo incupisce e gli stormi di rondini vanno a riposare, a volte, improvvisamente appare una luna enorme, enorme .. tutt'attorno v'è un gran silenzio. I rumori della citta' non arrivano piu' fin quassu'. Una citta' così come è. Assordante e caotica dove solo di notte, le pietre parlano tra loro, pietre e storia e pietre e altra storia. Antiche civilta' stratificate e di secoli. Uno scorcio, come ce ne stanno tanti. Elegantemente paludato come una statua allineata e conservata in un Museo del Vaticano. Quello in una toga d'antico romano, ben saldo sulla terra e con un volto espressivo. Quella, ecco, quella è l'immagine stessa d'una dignita' umana. Un Civis Romanus. Tra la meraviglia e il degrado di un oggi visibile a tutti.

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 
 
 
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