Creato da Nues.s il 11/09/2009

N u a g e s

Vanno, vengono. Sostano lasciandoci il ricordo

 

 

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Post n°823 pubblicato il 21 Aprile 2015 da Nues.s

 

 

 

 

 

 

 

 

Capì dalle esperienze piu' brutte come trattare i migliori insegnamenti. E non mischio' l'olio con l'acqua. Mai.mai.mai. Le piaceva però sporcarsi le mani, sporcarsi come in cucina e adorava i sapori forti, come dalle persone forti, la loro segreta gentilezza. Amava quel loro 'niente' come fosse dinamite. Di una bellezza levigata a qualcosa di piu' complesso. Come spiegarti l'odio insegnandoti l'amore. E aspettava, abitava e aspettava le parole di un senso, quando le linee sfocavano in un qualcosa che era stato. Appartenersi? .. Un viaggio imperfetto o se vuoi, perfetto di un intuito brado e di infinite tenerezze. Selvagge e con mille voglie di sospiri e respiri. Colpiti, inermi, scolpiti d'ignoto e incomprensibile gesto. Fu là, là che nascose per bene la sua voglia di scappare. Ridicola vittoria sentirsi una miriade di cose. Bluffare i giorni e non imparare a barare. Buffa Gipsy. Presumevi di peccare e peccavi nel pensarlo. Un desiderio. Scomparire d'improvviso, esprimerlo e non avverarsi. Esprimersi di niente e nella forza in quel che usava come una coperta per coprirsi i fianchi e il pozzo che aveva dentro. Ah, ti dissero: chi ha cuore, lo ha sempre. Anche in chi ha ti ha tirato schizzi d'odio agli occhi. Quanti cumuli, cumuli di vorrei e sentirseli addosso e aspettare, implorare d'esser solo voluti. La terra che t'accoglie è umida, Gipsy. Ha corso il tempo, il vento ha sferzato le sue zolle come percependo il suo contrario. Non le basto' vivere, avrebbe voluto capire cosa stava succedendo, in fondo lo sapeva che si era tutti il risultato di concidenze. E chi l'apprezzava per quel poco che era, aveva il merito di non far parte del resto dei dilemmi. Odiava le fughe silenti. Preferiva gli addii urlati. Ma capì anche che erano soltanto paure fatte apposta per stringere piu' forte chi si amava. Far ghirigori di pensieri da non poter piu' dire. L'ennesima volta di una vita. E poter cancellare parole e parole non scordandone il senso. Non piegarsi piu' e ridere lo stesso. No, anzi sorridere. Degli inciampi, della malinconia dei condizionali. Dell'istinto. E una lente che deforma. Lei ne fu capace. Come animi, come vetri che si incrinano e passarci attraverso. Qualcosa succede. Qualcosa, succede sempre.


Gli disse: non avere paura di cogliermi, abbracciarmi quando apri gli occhi e cerchi le tue cose, le tue abitudini, le tue birre ghiacce per poi chiederti solo dove io sia. No, non glielo disse mai. Scoprì d'essersi addomentata e di aver solo sognato a giocare a nascondino. Come lasciarsi credere che le cose accadano per caso. O si cancellino con la stessa naturalezza in cui ti fingi forte. Cio' che custodisci nel profondo, resta tuo. Come gli errori, come un disperdersi e sfinire le giornate. E domandarsi. E sempre una risposta migliore nel perdersi. Anche quando ti disorienti e ti orienti e ti arrendi ed aspettar che passi. Magari passa. O ti conquista. A questa, non ti ci abitui. Agli occhi capaci di leggere dentro tutta quella vita ancora da scrivere.

Sii felice, Gipsy.

In tutte le parole che io non ho.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 
 
 
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