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il nodo non cede per niente

 
 

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IL COMPUNTO G

Post n°16 pubblicato il 18 Maggio 2008 da eccitandomi

Il Signor G mastica con le labbra ermeticamente chiuse, come se temesse che il pollo che sta mangiando possa prendere il volo. Quando beve lo fa a piccoli sorsi e subito dopo si pulisce la bocca col tovagliolo, per paura che qualche goccia gli sia sfuggita sul mento.

Il Signor G non gradisce i cibi troppo dolci, alterano il suo smalto dentario. Se qualcuno gli offre un gelato accetta per cortesia, ma finge di dimenticarselo tra le dita mentre sta parlando in modo da perderne per strada almeno la metà.

Il Signor G non ha mai letto un libro, l’unica volta che ci ha provato è stato vinto dal sonno alla decima pagina. Del Teatro, conosce solo la farsa, che mette personalmente in atto almeno cinque volte al giorno per mantenersi in allenamento. Ascolta solo musica a basso volume perché non sopporta i rumori eccessivi e quando caca si tappa il naso per non avere coscienza di se stesso.

Il Signor G beve il caffè esclusivamente a casa propria perché non si fida dell’igiene del bar. Se proprio vi è costretto gira la tazzina di 90 gradi appoggiando le labbra all’esatto opposto del manico, poichè dopo attenti calcoli vi ha individuato il punto a più bassa concentrazione batterica.

Quando ha il raffreddore esegue lo stesso rito anche nel suo salotto in modo da scongiurare il pericolo di contagiarsi da solo.

Il Signor G non sopporta le dita nei capelli. Odia il vento perché scompone la sua immagine e non va al mare perché sudore e sabbia sono un binomio che non gli si addice. Qualche volta osa avventurarsi per negozi, ma mai nelle ore di punta né in periodi festivi, a meno che non abbia terminato la sua marca preferita di birra.

Il Signor G quando fa l’amore lo fa in rigoroso silenzio. Non emette nessun sospiro per non dare l’impressione che gli piaccia e al momento dell’orgasmo socchiude solo leggermente gli occhi, spalancandoli immediatamente dopo alla ricerca di qualcosa per asciugarsi.

Il Signor G passa più tempo a pulirsi che a sporcarsi, consuma un intero rotolo di carta per essere sicuro di eliminare ogni traccia e non farebbe mai sesso due volte di seguito senza prima essersi lavato perché non si giova dei suoi stessi umori.

Il Signor G una volta ha pianto, perchè preparando il fegato alla veneziana non ha messo la mollica di pane sulla punta del coltello.

Il Signor G  ti passa accanto senza vederti perché ha gli occhi cuciti col filo spinato. Quando gli chiedi di più mantiene le labbra ermeticamente chiuse come se temesse che il no che sta masticando possa prendere il volo. Poi sputa a circa 3 cm dalle tue scarpe e subito dopo si pulisce la bocca , per paura che qualche goccia gli sia sfuggita sul mento.

 
 
 

STASERA TUTTI AL CIRCO

Post n°15 pubblicato il 05 Maggio 2008 da eccitandomi

E’ sorprendente come certe persone abbiano la capacità di fare giochi di prestigio.

Non ho ancora capito se si tratta di abili trasformisti o di eccellenti illusionisti, ma il risultato per me, spettatrice inconsapevole, è comunque quello di pagare caro il biglietto.

Signore e Signori ecco a voi il nuovo fantasmagorico numero di Mister X o anche Y o Z… perché c’è spazio per tutte le lettere dell’alfabeto sulla pista dell’ignobile circo, quasi nessuna esclusa.

 

Credevo:

·        di saper rintracciare i cavi d’acciaio nel siparietto dell’Uomo Volante

·        di riuscire a ridere alle patetiche battute del Pagliaccio

·        di avere l’occhio più veloce della mano di Silvan

·        di schivare i colpi del Lanciatore di Coltelli

·        di avere più abiti del nuovo Arturo Brachetti

 

Invece:

·        mi sono strangolata con i cavi d’acciaio

·        il Pagliaccio di turno ha riso di me

·        la mano di Silvan mi ha dato uno schiaffo

·        il Lanciatore di Coltelli ha affinato la mira

·        sono rimasta nuda davanti a un gioco di specchi

 

Ah che illusione insopportabile, la prospettiva da questa platea! Lasciatemi avvicinare alla pista, fatemi largo! Non mi impedite il passo verso la scala, alzate il naso verso l’alto e seguitemi. Lasciate che anch’io stasera vi stupisca con il numero che so fare meglio: quello della donna che da un milione di anni saltava senza rete ad ogni spettacolo…

 

 

 
 
 

QUANDO GIRANO LE PALE

Post n°14 pubblicato il 05 Maggio 2008 da eccitandomi
 

"La mia vocazione più vera
fu d'arrivare a essere un mulino:
studiai cantando nell'acqua
la ragione della trasparenza
e appresi dal grano abbondante
l'identità che si ripete.
 
Giunsi cosi a esser quel che sono:
 
il cuore più ripartito."
P. Neruda

 
 
 

Post N° 13

Post n°13 pubblicato il 30 Aprile 2008 da eccitandomi
 
Tag: ONY YOU





CENERE

 Ti avevo chiesto, un giorno, 

di ridurmi in cenere.

Ma è bastato un soffio

tra le tue labbra di esperto fuochista

per riaccendere il destino delle mie braci…

 
 
 

PER CHI SUONA LA CAMPANA

Post n°12 pubblicato il 28 Aprile 2008 da eccitandomi
 

Mi chiedi che cos’ho.

Svegliarsi di soprassalto Sentirla tossire in bagno Ascoltare il rumore di acqua che scende Aspettare i passi Non sentirli Silenzio Tendere l’orecchio Silenzio Colpi di tosse Affanno Alzarsi Trovarla piegata in due sul water Aiutarla a sollevarsi Sentirla ansimare come un cane col carbonchio Osservare i lividi sulle gambe legnose di cadavere accatastato in un campo di concentramento Accompagnarla a letto Due passi Affanno Sosta Tre passi Tosse Sosta Chiederle se vuole un’altra coperta perché ha le mani gelate Sentirla dire che ha tanto freddo Sentirla dire che non respira Farle un po’ di compagnia mentre si attacca all’ossigeno Tornare a letto Constatare che sono le 3 di notte Cercare di riaddormentarsi Tosse insistente nell’altra stanza Rigirarsi tra le coperte Rantolii al di là della parete Rigirarsi tra le coperte Ancora tosse Sapere che non puoi fare niente Sentire l’ansia alla bocca dello stomaco Tosse Piangere in silenzio Tosse Constatare che sono le 4 di notte Tosse Constatare che sono le 5 di notte Tosse Mettersi i tappi per le orecchie Posizionarne uno in modo da sentire i rumori in caso d’emergenza Riaddormentarsi verso le 6 Svegliarsi alle 8 Alzarsi Andare a vedere come sta Aiutarla a scendere le scale chiedendosi se stasera sarà in grado di risalirle Non prepararle niente per colazione perché ora ha il fiato corto e non può mangiare Osservarla sedersi sul divano Osservarla mentre si attacca all’ossigeno Minimizzare per non farle capire la gravità della situazione Dare la colpa al tempo Passare la mattina in cucina Tosse nell’altra stanza Affacciarsi ogni 10 minuti per vedere come va Tosse nell’altra stanza Confabulare con mia madre per decidere se chiamare il dottore Chiamarlo Stirare i vestiti da portare via con il magone e l’orecchio teso Affanno nell’altra stanza Prepararle una pappetta per pranzo perché non si affatichi troppo a masticare Andare in ufficio Lei è a casa che non respira Fare la segretaria perfetta Lei è a casa che non respira Applicarsi in burocratiche cazzate come fossero la cosa più importante del mondo Lei è a casa che non respira Tornare dall’ufficio e trovarla ancora attaccata all’ossigeno Scoprire che le è venuta la febbre Chiedersi quale sia il meccanismo per cui il tumore l’ha provocata Chiedere cosa ha detto il dottore Preoccuparsi per il peggioramento veloce Preparare la valigia controvoglia Pensare che solo 3 mesi fa c’era una bara in salotto Chiedersi se la prossima ci sarà tra un mese o tra una settimana Chiamarti Cercare di parlare del più e del meno Sforzarmi di pensare che c’è un ponte di 3 giorni Perfezionare gli ultimi dettagli della partenza al telefono con te Sentirti chiedere meravigliato come mai ti sembro un po’ giù Meravigliarmi per la domanda Raccontarti quello che ormai dovresti sapere a memoria Sentirti dire che è il ciclo della vita Sentirti dire che in fondo ha la sua età Capire che sei un’emerita testa di cazzo e chiedermi se vale proprio la pena di passare i prossimi 3 giorni con te.

Questo, ho.

 

Nessun uomo è un'isola, completo in sé stesso;

ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto.

Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l'Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio,

come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa.

La morte di qualsiasi uomo mi diminuisce, perché io sono parte dell'umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: essa suona anche per te.

(John Donne)

 
 
 
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Un blog di: eccitandomi
Data di creazione: 18/11/2007
 

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Embè!
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TOC !!!!
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il 26/09/2008 alle 14:00
 
Io andrei oltre, e lascerei il signorG alle sù paranoie!...
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EMBE'! SI RINNOVA QUI? SI LEVANO DU' RAGNATELE?...
Inviato da: verdepalude
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almeno... io ti capisco, ti capisco in pieno ecci... e tu...
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