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Pistorius il Dio Alato che ha ucciso la Dea della Bellezza...

Post n°43 pubblicato il 09 Marzo 2013 da oroscopodiprincess
 

Un bambino nasce nel lontano, neanche troppo lontano, 1986 a Pretoria, un 22 novembre non ancora Sagittario, ma neanche totalmente Scorpione, un animo in definitiva squarciato in due, tra una volontà introspettiva e una molto più solare, tra un carattere chiuso e uno aperto, tra la voglia di vendetta propria dello Scorpione e la voglia di vittoria propria del Sagittario. Un animo si squarciato in due, e a completare tutto questo una malattia che divideva in due parti anche il suo corpo, la parte dalla vita in su', quella di un uomo bellissimo, sanissimo, perfetto e dalla vita in giù un uomo che aveva perso le sue gambe, la possibilità di essere un uomo "normale", come gli altri. 
La sua grande volontà di vittoria o forse di vendetta verso una vita che lo aveva reso così "dimezzato", come il Visconte di Italo Calvino, lo ha portato a voler essere come tutti gli uomini, a lottare per essere come gli altri, per non essere considerato un diverso, perché lui un diverso non voleva essere considerato, ma soprattutto non voleva sentirsi. La sua grande forza di volontà lo aveva portato a vincere sulla sua vita, ad essere un esempio per chi era come lui, ma anche per chi invece, avendo tutte le possibilità del caso, si crogiolava in una vita mediocre, e in problemi che non esistevano. Mi sono emozionata con lui, mi sono emozionata a vederlo vincere sul campo e nella vita, parteggiavo con lui quando sapevo che voleva correre con tutti i normodotati, ho festeggiato dentro di me, quando ho saputo che ce l'aveva fatta. L'ho difeso. In realtà l'ho sempre considerato un grande esempio, un grande uomo, e una grande persona. Non solo io, ma tutte le persone che come me lo amavano mentre correva come se avesse ai piedi non due protesi, ma le ali degli dei. Poco importava se non fosse come tutti gli altri, per me lo era. 
Le ferite dell'anima però non sono facili di superare, la gente dice che il tempo affievolisce tutto, che il tempo risana le ferite, il tempo invece può essere a volte un amico, ma a volte può farti solo ricordare più a lungo la tua condizione. Eh si, il tempo e la solitudine. Quando rimani solo con te stesso, la mente comincia a ripensare, ripensa a quello che non si ha, ripensa a quello che si è, la mente ripensa e ripensa e non smette di fermarsi. Quando si vive con le luci della ribalta sul viso, la voce della nostra interiorità si calma, o forse non la sentiamo noi, perchè c'è qualcosa che parla più forte e urla, come urlava la sua voglia di vendetta verso la vita, poi però qualcosa si inceppa, le luci si spengono e ognuno rimane solo con se stesso. 
Lui non riusciva a sopportare il suo passato, il suo presente, il suo futuro, lui non si accettava e beveva, beveva perchè così i sensi si affievolivano, perchè così non doveva ascoltare più quella voce interiore che continuava a dilaniarlo. 
E aveva paura forse delle donne, non poteva vincere la concorrenza con gli altri uomini, perchè era così fragile, lui non si sentiva un uomo "normale" anche se aveva lottato per esserlo, ma non si sentiva tale, si sentiva molto meno di tutti coloro che aveva intorno a sè, non pensava di poter competere e per questo faceva come gli uomini  "Peggiori", non quelli normali, si trasformava da vittima del suo destino a carnefice del destino di chi era accanto a lui, prima con solo violenze verbali, poi con minacce, fino a da arrivare all'atto estremo, non riuscire a comprendere che una donna può amare per mille motivi, anche se non si ha tutto ciò che si dovrebbe avere, forse Reeva si era innamorata anche delle sue fragilità, non solo dell'uomo spettacolare che ha fatto innamorare tutti noi.
Pistorius evidentemente era tanto fragile da una parte e tanto desideroso di vendetta dall'altra e la conclusione di queste difficili emozioni da tenere insieme è stata la peggiore. Ha ucciso Reeva. L'ha uccisa, massacrandola, sparandole anche in volto, in modo da sfregiarla per sempre. L'ha uccisa selvaggiamente, come un bastardo non farebbe neanche con un animale, lui l'ha uccisa con la stessa ferocia, e determinazione con cui l'abbiamo conosciuto nei campi di atletica. L'ha uccisa, per errore, dice,  poi si è presentato in tribunale, vestito di tutto punto, senza segni di tramortimento, se uccidono l'amore della tua vita per sbaglio, sei fuori di te, lui no. Il Vero Amore muore almeno in parte, quando perde la sua anima gemella, perchè è come se una parte di lui fosse stata strappata via, quella parte che ha insieme a lui attraversato le sfide dei secoli e dei millenni, distanze immense spazio temporali, soltanto per amarsi ancora, ancora una volta, perchè vivere la vita senza il loro amore, sarebbe solo come respirare, ma sentirsi assolutamente vuoti dentro. Lui, invece, si è presentato in tribunale sereno, ha fatto due lacrime, calcolate, ben disposte e giuste, nella quantità e al momento opportuno, e poi non ha avuto un momento di cedimento. 
La giustizia avrebbe condannato all'ergastolo chiunque si fosse comportato in tale modo, chiunque uccide deve pagare, chiunque, ma non chi ha i soldi per pagare la sua libertà.
Così l'uomo che ha fatto innamorare il mondo per la sua caparbietà, con la stessa caparbietà e la stessa durezza nel giorno di San Valentino, il giorno degli innamorati, ha ucciso la sua donna, poi con la stessa caparbietà, con la stessa finzione, è stato scarcerato, e può riprendere la sua vita, serenamente, come se nulla fosse. Ha ripreso in serenità i suoi allenamenti, ha potuto evitarsi l'obbligo giornaliero di firma, perchè non c'è pericolo di fuga, così dicono, ma quanto vale allora la vita di una donna? Vale a seconda della celebrità del suo assassino? L'ex campione dei nostri cuori si è difeso dicendo che pensava fosse un ladro, peccato però che quel "ladro" era prima sdraiato nel suo letto. Le ipotesi riguardo al gesto si susseguono, alcuni parlano addirittura di una gravidanza non accettata della modella, forse la nuova responsabilità, forse la sua accecante insicurezza, lo ha reso assolutamente violento, magari pensava che non fosse suo il figlio. A tal proposito sono giunte diverse smentite, solo Reeva poteva conoscere la verità.

E così il grande Pistorius non ha tradito soltanto lui stesso, non ha tradito solo la donna che lo amava e lo amava per davvero, ma ha tradito anche tutti noi che credevamo in lui, perchè per noi non era il nostro "uomo normale", era il nostro "eroe" e non ti aspetteresti mai che un eroe possa diventare un feroce killer. E della povera Reeva non rimane altro che la cenere del suo corpo. Ha pagato un prezzo troppo caro per aver voluto guardare oltre l'apparenza di Oscar, se forse fosse stata meno sensibile, non avrebbe mai legato la sua vita con quella di un attore carnefice.

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