Pensieri Girovaghi
quando cerchi un pò di tranquillità“Iniziare una nuova vita non è sempre facile, quando hai un carattere non te lo levi di dosso spostandoti in di città in città… devi lavorare su te stesso, non sulla gente che ti circonda.”
Rifletteva su questo la ragazza riccia. Seduta sul lettone della sua stanza, aspettava il suo nuovo “boy” . Si conoscevano da un mese esatto (erano usciti insieme per la prima volta il 12 settembre, il giorno prima del compleanno di lei) e si vedevano quasi ogni giorno, come se fossero insieme…però non lo erano…era praticamente una storia inutile oppure un inizio di qualcosa, dove nessuno dei due sapeva bene cosa ci fosse, ma cominciava a voler bene all’altra persona?
Melinda era una ragazza normale. A volte si riteneva piena di amici, altre sola come nessuno poteva capire. Non sopportava questi continui sbalzi. Quando era sola, voleva qualcuno che le facesse compagnia, la ascoltasse, discutesse con lei, anche litigasse ogni tanto…ma non appena si ritrovava in un gruppo di persone diventava quasi muta, non riusciva a mantenere il filo del discorso, si comportava da stupida anche se non lo era minimamente.
Ci teneva a piacere alla gente, a conoscere degli amici e farsi un gruppo tutto suo, ma si rendeva conto che più si sforzava a socializzare,e più le persone si allontanavano da lei.
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Quanti giorni passati, su questo letto.
Dopo aver finito di mettere a posto, i cuscini dietro la schiena per stare più comodi, il pc sulle gambe, dei libri sulla sinistra, per studiare nel caso mi venisse l’ispirazione, le mie giraffine qua a fianco, di fronte a me tutte queste foto, poster, ricordi.
Due anni in questa casa. Due anni di tortura o due anni di riflessione? Gli eremiti stanno soli, finché non trovano se stessi.. io ho trovato me stessa?
Stanotte però è diverso, stanotte aspetto qualcuno. Credo che però non arriverà mai, starà sempre là, tra i suoi affari.
Quante volte è capitato di sedermi su questo letto, in questa stessa posizione, su questo piumone, accendere il pc, mettere un po’ di musica e scrivere. Scrivere qualunque cosa, contro qualcuno, contro qualcosa, o addirittura contro di me. Non è una cosa così brutta la solitudine. Quando sei tanto impegnata la desideri, speri che nessuno ti scocci, in quel momento di relax meritato...
Io ora spero di stare da sola stanotte, ma solo perché so che non sarà così. Se venissi accontentata, sarei tutt’altro che felice. Credo comunque che lui non arriverà.
Due anni… due anni… cosa è successo in questo tempo? Sono cresciuta? Ho capito qualcosa in più della vita? Forse, oggi, credo di si. Ma domani sarò in un altro stato, la luna girerà… e non sarà più così. Domani, o forse tra un minuto, penserò di non aver capito niente.
Ma perché sto a stressarmi su cosa ho capito e cosa no? C’è tanta gente che vive e neanche se lo chiede, come sta. Io me lo chiedo, ultimamente anche spesso, mi preoccupo per me. Se non lo facessi io, chi altro lo farebbe? Ogni tanto mi avvicino a me e dico “Ciao signorina, come stai?” …a volte rispondo “Non rompere”, altre invece ci penso un po’ e poi inizio a trovare la risposta… che dopo due minuti inevitabilmente cambia..
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Stiamo insieme da due mesi e qualche settimana.
Ho passato la prima settimana impaurita, la seconda incredula, la terza ero erasmus incazzata, al primo mese ero erasmus innamorata, una settimana dopo ero con te studentessa preoccupata, alla sesta settimana conoscevi già tutte le persone che io conosco, alla settima eri super innamorato, al secondo mese ero super dubbiosa, alla nona settimana eri strano, alla decima mi lasciavi andare sola a casa mia, all’undicesima litigavamo senza capirci.
Molte volte ho paura. Mi sto affezionando a te.
Mi sto affezionando come non vorrei fare: in modo possessivo.
Voglio lasciarti libero, voglio che tu venga da me per il semplice motivo che sei innamorato e non perché ti senti costretto, voglio che mi cerchi perché hai bisogno di me… non per la lingua o per conoscere nuovi posti di questa città, non per spiegarti qualcosa che si usa fare in Italia, non per il sesso, non perché ti senti solo.
Voglio che tu mi desideri, che me lo dica e me lo faccia capire.
Voglio che pensi a me.
Voglio che mi ami.
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Ciao ragazzo,
somigli tanto ad una persona che mi piace.
Peccato che questa persona non sia innamorata di me.
Devo dirti che saresti un buon sostituto,
ma saresti solo un sostituto… non lui,
e non sarebbe una bella cosa.
Beh si, però vi somigliate davvero:
capelli lunghetti,
quasi la stessa età,
fissati sul Che e sui suoi ideali,
pure i Baustelle ascoltate tutti e due,
chissà cos'altro avete in comune…
tutti e due sempre pieni di impegni,
tra lavoro, calcio-calcetto
e cose del genere.
Quasi stento a distinguervi!
Ma una differenza c'è:
la differenza è che io non ho mai sentito il tuo calore,
mai sentito il tuo profumo.
Non ti ho mai coccolato come lui non vuole più,
per non farmi male.
E mai lo farò,
per non far io del male a te.
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Luca anche quella notte arrivò.
Lulù stava disegnando un cipresso, sembrava in fiamme.
Alla destra dell’albero c’era la figura di una ragazza: mani in tasca, capelli ricci… non si notavano i contorni della faccia perché era molto scura. Alla sinistra dell’albero (all’altezza del tronco, sospesa nel vuoto) una linea obliqua. Sulla chioma, a destra, un triangolino. Sembrava un nido di qualche passerotto..
“Cosa ho disegnato?” chiese Lulù.
Per Luca quello era soltanto un albero, ma con un po’ di fantasia disse “Un fiammifero.”
“No, guarda meglio…”
“E’ un albero con una persona a fianco.”
“Certo, quello sì. Ma non vedi nient’altro?”
“No.”
“A cosa serve questa linea obliqua che c’è qua?”
“Non lo so Lù, l’hai disegnato tu…”
“E il triangolino?”
“Daii, non vedo niente.”
“Ok, ti arrendi. E’ la faccia di una persona, che mi guarda. Questo triangolino è il suo occhio. E la linea obliqua è la bocca. Qua a destra c’è il naso. Vedi che mi guarda?”
“Mh, ok…non ci sarei mai arrivato”. Non gli interessava più di tanto.
Per lei, quell’albero rappresentava suo padre. Sperava che la guardasse, che la aiutasse.
Lei… la ragazza del disegno, con la faccia scura per l’imbarazzo di tutto quello che le era capitato in quegli anni e in quell’ultimo tempo, chiedeva un piccolo sguardo, per farla tornare in sé.
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Inviato da: Occhi_color_del_vino
il 02/10/2009 alle 19:32
Inviato da: ladygodiva74
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Inviato da: Occhi_color_del_vino
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Inviato da: girandolone.80
il 29/09/2009 alle 18:30
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il 19/09/2009 alle 12:02