Creato da oliviaspaghetti il 20/09/2007
Happy News Here (o quasi..)
 

 

CONTRATTENZIONI NAPOLETANE

Post n°110 pubblicato il 03 Aprile 2012 da oliviaspaghetti
 

 

Mi decido sempre all'ultimo minuto, saranno dieci anni che la prendo ma non c'è nulla da fare, è una di quelle cose 'da donne' stipate nell'angolino più polveroso della mia testa dedicato ai tabù, come  i reggipetti e gli assorbenti: frutto del terrorismo psicologico del ciliegio bello folto di mia mamma.

-Attenta bellina - mi ammoniva sentenziosa - basta poco e sei fregata per tutta la vita- come se  il suo fosse un Karma contagioso o, peggio, una maledizione familiare che si tramanda inevitabilmente di generazione in generazione. La Linda, era rimasta incinta di me a diciotto anni, nemmeno il tempo di mettere il naso fuori di casa e, nonostante lo spassionato 'suggerimento' di mia nonna di lasciar perdere, decise di tenermi, perché per lei avere una figlia così giovane senza nemmeno essere sposata era meno vergognoso che abortire. Per questo è stato quasi naturale, obbligatorio, scontato: a diciotto anni e due minuti mentre con una mano brandivo il bicchiere con lo spumante con l'altra già impugnavo quella ricetta come questa mattina.

Così sono entrata in farmacia e come di consueto, senza dire una parola, ho consegnato il foglio scritto a mano dalla dottoressa di famiglia, che non sento almeno da dieci anni, nelle mani candide della farmacista che, sorridendomi gentile, si è diretta verso un microfono a metà del bancone e per tutti i due piani del negozio si è sentito forte e chiaro: - Securgin, Pasquale! - all'improvviso, come fosse vero, ho visto l'integerrimo supereroe  con mantello rosa e blister d'ordinanza scendere in volo dal piano di sopra  verso di me:

-Sono Securgin, Securgin Pasquale, il supereroe della contraccezione orale! -  (continua..)

pillola
Olivia

 

 
 
 

lettera a V.

Post n°109 pubblicato il 31 Marzo 2012 da oliviaspaghetti
 

Cara V.,

io più che aiutarti posso darti consigli da prendere con la leggerezza con cui si prende un caffè: 

respira, butta via l'orgoglio e tutti i suoi derivati; fatti appunto un caffè, un tè, una cioccolata, insomma ciò che più ami, con estrema calma ma soprattutto senza pensare assolutamente a niente.

Dopo, analizza senza prenderla troppo sul serio la situazione, prendine le distanze come se non fosse la tua e sorridi come so che tu sai fare, ti ho vista. Trova un lavoretto (ristorante,bar,negozio,qualunque..tanto per ovviare al problema economico) fallo con allegria e goditi ogni momento; ascolta solo te, V., sentiti fortunata di essere VIVA.

Ascolta con attenzione, quando sopravviene la realtà, il monologo finale di 'The Big Kahuna' e non ti spaventare se occorranno coraggio, costanza, pazienza, franchezza, perseveranza, ottimismo.

Ti sembrerà difficile perchè all'inizio lo è davvero e, io, indubbiamente, ti sembrerò pazza ma per me è l'unica soluzione efficace foss'anche solo per le 'prove' sulla mia pelle.

Ti dico questo perchè onorata dalla tua richiesta d'aiuto e perchè ho sentito un'anima simile alla mia.

 

un bacio,

 

Olivia

 

tè.

 

 
 
 

nel Clan della libertà (per un attimo)

Post n°108 pubblicato il 28 Marzo 2012 da oliviaspaghetti
 

 

Da sempre ne subisco l'affascinante timore e, mentre  stringo la borsa sottobraccio, inevitabile retaggio di una borghesia che nemmeno m'appartiene, cerco di seguirli discreta per carpirne uno sguardo, una parola, un gesto, ma non c'è nulla da fare: non c'è discrezione che tenga, la mia puzza di 'prigioniera' le raggiunge prima del mio passo silenzioso. M'accontento di osservarle da fuori, come un pescatore davanti a un vetro d'acquario, incastrata su un sedile di un treno in ritardo piuttosto pieno a parte quello scompartimento. 

Sono tre donne, quella accanto a me cerca di dormire ma il bambino che ha in braccio la sveglia in continuazione sgambettando e protestando senza piangere, lo mette per terra tenendolo appena per mano; il suo smalto fucsia si è consumato insieme alle unghie, il bambino è scalzo, ha dei boccoli biondi e il viso sporco di tutto, è vivo e non ha tempo per 'fare la nanna': così, mentre quella davanti a me guarda imperterrita fuori dal finestrino mangiando un pezzo di pane, prende una scarpa da uomo dentro alla sporta di plastica celeste piena di vestiti raccolti chissà dove e cerca di mettersela, la donna sorride ma non lo aiuta mentre lo guarda un'altra volta cadere su se stesso senza darsi per vinto.

clan

Quella dall'altra parte del corridoio è più grande, non si afferrano subito le parentele, gli anni che separano le generazioni sono così pochi che tutte si confondono: madri, sorelle, nipoti. Il bambino ora è sulle sue ginocchia mezze ingombre da un altro figlio che nascerà di lì a poco. Ha la faccia magra e gesti colmi di calma, come se il tempo non fosse stato ancora inventato: gli infila la scarpa, la lega stretta e lo rimette sul pavimento del treno in corsa: è felice mentre zoppica buffo, ridono e si guardano, intorno a loro adesso è pieno di gente ma è come se non ci fosse nessuno.

Sono arrivata, faccio per alzarmi quando quella davanti a me smette di guardare dal finestrino, si spolvera con inaspettata minuzia le briciole dal vestito e, finalmente, apre la bocca: 'Signora' mi dice e poi si tocca le labbra con un dito. La guardo, mi sento accettata, per un attimo faccio parte anch'io del Clan, di quella libertà che non si può imitare: ha due lunghe trecce e occhi enormi, neri come i miei ma più profondi, fieri. Io guardo quel piccolo dito e capisco: metto una mano nella borsa sigillata dalla mia misera stretta e cerco il rossetto. Lo prende rapida e lo fa sparire poi, come se non fosse successo nulla, torna a guardare fuori dal finestrino, dondolando i sandali rosa a mezz'aria. 

 

 

Olivia

 
 
 

Eccola!

Post n°107 pubblicato il 21 Marzo 2012 da oliviaspaghetti
 

primavera

 
 
 

se la Pasqua casca bassa..

Post n°106 pubblicato il 19 Marzo 2012 da oliviaspaghetti
 

 

Era un 19 marzo di tanti anni fa, non ricordo quale esattamente ma mi ricordo che era uno di quegli anni in cui la Pasqua casca bassa e più che primavera sembra novembre. Il regalo a i' babbo era passato del tutto inosservato visto che nell'attimo dopo averlo scartato (ostentando sorpresa nonostante fossero i soliti cioccolatini che piacevano tanto alla mamma) si era accorto di aver perso il portafoglio con dentro la caparra per andare al mare e immediatamente, snocciolando un lungo rosario di moccoli, si era precipitato a cercarlo facendo a ritroso il percorso da casa a lavoro.

Saranno state le sei della sera passate quando, mentre mia madre per esorcizzare l'attesa aveva cominciato a friggere frittelle di riso per mezzo paese, suonarono alla porta:  

- O chi l'è?- esclamò sorpresa pulendosi le mani al grembiule legato con un fiocco alla vita dirigendosi verso la porta a vetri; mio padre non poteva essere, avrebbe aperto con le chiavi. Infatti ad  entrare fu il prete armato di aspersorio e seguito da due piccoli chierichetti avidi già pronti con il cestino della questua proteso sotto al naso di mia mamma che, come sempre, fece finta di nulla e gli offrì una frittela ciascuno.

Don Angelo conosceva bene mio padre e non si stupì di non vederlo riunito insieme a noi intorno alla tavola della cucina. Il prete, in mezzo alle nostre risa malcelate, cominciò a  farsi il segno della croce quando dal fondo del corridoio improvvisamente la porta si spalancò e, insieme alla pioggia di quel buio pomeriggio di marzo, entrò, seguito da mio padre, uno stuolo di bestemmie colorite e soddisfatte: aveva ritrovato il portafoglio. Mia mamma, con le gote rosse per la vergogna, gli corse in contro:

- Walter e c'è i' prete!

- E chi gli ha aperto??

 

Olivia

 

 

frittelle

 

 
 
 
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Nina Simone

Say, love me or leave me and let me be lonely
You won't believe me but I love you only
I'd rather be lonely than happy with somebody else

You might find the night-time the right time for kissing
Night-time is my time for just reminiscing
Regretting instead of forgetting with somebody else

Love me or leave me

 

John Coltrane

Raindrops on roses and
Whiskers on kittens
Bright copper kettles and
Warm woolen mittens
Brown paper packages
Tied up with strings
These are a few of
My favorite things...

..When the dog bites
When the bee stings
When I'm feeling sad
I simply remember
My favorite things
And then I don't feel so bad

My Favorite Things

("American Splendor" soundtrack)

 

A MALI ESTREMI...

versione integrale

Eccola, ne arriva un'altra. Come ogni anno del resto!

Nuova, splendida, con la copertina brillante ancora senza la classica piegatura nell’angolo. Mi sembra ieri quando anch’io per la prima volta fui appoggiata qui, su questo comodino colorato. Credevo si trattasse di pochi minuti, il tempo di togliersi il cappotto e prendere una penna ed invece sono sempre qui. All’inizio non ci badavo, credevo si trattasse solo di un momento, che non ci fosse nulla da scrivere, del resto era ancora il tre gennaio; poi allungo un lembo della copertina e cosa vedo? Fogli, ritagli, pagine confuse, post-it pieni zeppi di appunti. Mi sono sentita inutile e umiliata: “Io qui candida, pronta a custodire i suoi impegni, i suoi pensieri e le sue idee e lei che fa? Si affida a sconosciuti pezzi di carta qualunque?” Ho cercato in tutti i modi di farmi notare, una sera sono riuscita a cadere per terra mentre lei accendendo l’abat-jour mi ha sfiorato con il  gomito:nulla, mi ha raccolto, aperto, ci ha pensato un po’ su e poi mi ha rimesso dov’ero. Eppure un modo per farle capire la mia utilità doveva esserci. Così, un giorno, dopo lunghe ore a studiare la tattica migliore, sono riuscita, con la complicità della brezza mattutina,  a mettermi sotto ad un post-it  nuovo nuovo con appuntate sopra le date di una mostra e qualche numero di telefono. Il post.-it è rimasto incollato sulla mia copertina lucida prima che se ne accorgesse così quando lei lo vide avverò il mio intento disperato e incollò tutti i suoi appunti sparsi sulle mie pagine bianche.

Gennaio e Febbraio si riempirono di orari, impegni e buoni propositi rimasti tali, Marzo e Aprile si coprirono di inviti, biglietti del cinema e numeri di telefono, Maggio e Giugno furono tempestati di pagine a quadretti con liste della spesa e fra una pagina e l’altra trovarono posto anche i depliant per le imminenti vacanze, Luglio e Agosto solo pensieri, progetti e idee, Settembre, Ottobre e Novembre orari, appuntamenti e riunioni, Dicembre pieno di bigliettini e memorandum per non dimenticarsi i regali più cari .Adesso è gennaio e   sono fiera di essere l’agenda dell’anno scorso.

 

 

 

 

L.Bencivenni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Perfezione Femminile

... la vita, Londra, questo momento di giugno.

Laura riporta il figlio nel salotto, lo rimette davanti alla sua torre di blocchi di legno colorato. Una volta che lui è sistemato, ritorna in cucina e , senza alcuna esitazione, prende la torta e la fa scivolare dal piatto bianco latte nel cestino della spazzatura. Atterra con un suono sorprendentemente solido; una rosa gialla si è spalmata contro il lato curvo del cestino. Si sente immediatamente sollevata, come se delle stringhe d'acciaio intorno al suo petto fossero state allentate. Può ricominciare, adesso. Secondo l'orologio a muro sono appena le dieci e trenta. Ha tutto il tempo per fare un'altra torta. Questa volta impedirà alle briciole di finire nella glassa. Questa volta traccerà le lettere con uno stuzzicadenti, così saranno centrate, e lascerà le rose come ultima cosa.

M.Cunningham - Le Ore  

 

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La fille sur le pont

di Patrice Leconte

E se le chiedesse di scappare con lui, così, senza preavviso?

Crede che saremmo felici?

Chi?

Bhè, lui e io?

Ora le racconto una storia. Tanto tempo fa abitavo in una strada dalla parte dei numeri pari, al 22 e guardavo dalla finestra i numeri dispari, le case di fronte, perchè credevo che la gente che ci viveva fosse più felice, che le stanze fossero più luminose, che le serate fossero più allegre. Ma le camere erano buie, le stanze più piccole e numeri dispari guardavano quelli di fronte. Perchè pensiamo sempre che la fortuna sia ciò che non si ha. Bene, l'aspetto alla stazione, se non la vedo capirò che ci è andata.

Andata dove?

A vedere se di fronte è meglio.

Serge Frydman

 

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Robert Nelson Jacobs

Tuttavia il vento irrequieto del Nord non era ancora soddisfatto.
Il vento parlò a Vianne di paesi ancora da visitare, di amici bisognosi ancora da scoprire, di battaglie ancora da combattere... da qualcun'altro, la prossima volta.

E fu così che il vento del Nord si stancò e andò per la sua strada.

"Chocolat" di Lasse Hallström

 

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SE

 

Se riesci a non perdere la testa quando tutti intorno a te la perdono e ti mettono sotto accusa;

Se riesci ad aver fiducia in te stesso, quando tutti dubitano di te,ma a tenere nel giusto conto il loro dubitare;

Se riesci ad aspettare, senza stancarti di aspettare o, essendo calunniato, a non rispondere con calunnie o, essendo odiato, a non abbandonarti all’odio pur non mostrandoti nè troppo buono nè parlando troppo da saggio;

Se riesci a sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni;

Se riesci a pensare senza fare dei pensieri il tuo fine;

Se riesci incontrando il Successo e la Sconfitta a trattare questi due impostori allo stesso modo;

Se riesci a sopportare di sentire le verità che tu hai dette distorte da furfanti che ne fanno trappole per sciocchi o vedere le cose per le quali tu hai dato la vita distrutte e umilmente ricostruirle con i tuoi strumenti ormai logori;

Se riesci a fare un sol fagotto delle tue vittorie e rischiarle in un sol colpo a testa e croce e perdere e ricominciare daccapo senza dire mai una parola su quello che hai perduto;

Se riesci a costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più ed a resistere quando ormai in te non c’è più niente tranne la tua volontà che ripete: resisti;

Se riesci a parlare con la canaglia senza perdere la tua onestà o a passeggiare con il re senza perdere il senso comune;

Se tanto amici che nemici non possono ferirti;

Se tutti gli uomini per te contano, ma nessuno troppo;

Se riesci a colmare l’inesorabile minuto con un momento fatto di sessanta secondi;

 

Tu hai la terra e tutto ciò che è in essa e quel che più conta.

SARAI UN UOMO, figlio mio!

Rudyard Kipling

 

Mia nonna amava il caffe’..

TORREFAZIONE ILIA

il primo caffé..

Mia nonna era famosa nell’ isolato per il suo caffè: il vicinato escogitava i pretesti più  assurdi per ottenere l’ invito a prenderne  una tazzina. Mia nonna ne curava personalmente l’acquisto presso un “droghiere” di fiducia, lo macinava con cura per poi dosarlo senza parsimonia nella caffettiera. Raggiunta l’eta, divenni anch’io fruitore di cotanto nettare; misteriosamente però la mia tazzina, preparata da mia nonna  furtivamente in cucina, profumava in maniera particolare, piu’ delle altre, e il gusto del liquido era piu’ intenso, piu’ cremoso, insomma era decisamente migliore di tutte le altre. Dopo aver usufruito per diversi anni del privilegio, tacendo meschinamente, qualcuno si accorse del fatto: quel qualcuno adesso è mia moglie. Col candore beffardo degli anziani, mia nonna ammise che la mia tazzina conteneva il primo caffe’ uscito dalla Moka e cioe’ il migliore, il più profumato ed intenso: agli altri veniva servito il rimanente.

http://www.iliacaffe.com/

 


 
 
 

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