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Sviluppo o inviluppo….. by Pataluc

Post n°15 pubblicato il 01 Ottobre 2010 da gmetti

Sono appena tornato da una cena simpatica a casa di amici. Una casa piena di calore, quello umano, vero. 2 bambine bellissime, strillanti e vivaci che mi vedevano per la prima volta, ma mi aspettavano con grande attesa, neanche fossi un pakemon. Bella serata. Torno a casa. Apro il pc e mi guardo qualche bella notiziola. Ormai non guardo più la televisione da mesi. Non ho interesse. Preferisco il web. Comunicare con il web. E dopo poco leggo un  strepitoso in prima pagina di Michele Serra che mi rinfranca come un bel chinotto fresco come direbbero gli Skiantos. Entro in Repubblica e la risata si fa sempre più amara. Il nano vince anche al Senato. Li i numeri erano i sicuri Finiani o meno, ma non posso non tirare quasi un bestemmione (figurato) in diretta. Anch’io avevo sperato, come molti altri, che il dissenso interno creasse in qualche modo una sorta di disastro che potesse ribaltare le sorti di un Paese ormai sull’orlo del precipizio e di un governo di regime dove ormai ogni cosa è indirizzata all’interesse privato più becero, senza alcuna visione dell’interesse pubblico. E’ il paese delle puttane. Non solo perché se ne fa un vasto uso delle loro prestazioni, anche quando per dare tono si chiamano escort, ma proprio perché sta andando a puttane. Non c’è nulla di cui essere orgogliosi. Ogni cosa rasenta il paradosso. Un capo di governo che spiega i suoi successi nella lotta alla mafia e intanto forse cerca di incontrare in aula gli sguardi di Dell’Utri e Cuffaro. Un uomo che ha “distratto” con compagnie offshore quasi 900 milioni di euro dal fisco, ma poi dice tramite Lupi ieri da Vespa che il governo ha lanciato la “più grande lotta all’evasione fiscale” non ricordandosi che, al limite, è andata semplicemente a patta con i rientri dello scudo fiscale (brava la Bindi a ricordarglielo). Una situazione dove il paradosso è la regola. Un governo patafisico per dirla secondo il ns Blog. Un’eccezione politica che diventa la regola del malaffare. Dove il senso dell’ “utilità pubblica”, il governare con senso di equità, definendo criteri meritocratici, ha lasciato il posto alla visione a breve termine, come se lo Stato fosse un’impresa su cui massimizzare il cashflow. Peccato, che un Paese si misuri sul futuro che riesce a costruire per le giovani generazioni, e io non posso fare a meno di pensare che quelle due bambine che oggi ho abbracciato, non avranno le stesse condizioni di futuro dei propri genitori (della mia generazione) già comunque ampiamente vessati dal timore del perdere un posto di lavoro, perché è pure passato il messaggio che “la mobilità è un’espressione del dinamismo di un Paese”. Ma quelle bimbe, e tra queste la mia nipotina, non potranno neppure accedere a una scuola degna di chiamarsi scuola, formativa, che riesce a mettere in rilievo i talenti, li forma, li sostiene e li trattiene. No, perché la Gelmini, altro essere con una visione da criceto, non ha compreso che uccidere l’ambizione degli insegnanti, quelli che credono fermamente che il loro lavoro sia “una missione”e che sono quotidianamente e moralmente massacrati da questo killeraggio continuo di taglio ai costi. E a favore di cosa? Dell’alta velocità al sud! E questa sembra una barzelletta che neanche Vauro sarebbe riuscito a tirare fuori dalla sua penna cinica. Già. La Salerno Reggio Calabria è un buco. Pensiamo di mandarci i treni, per poi farli passare su un ponte che “è necessario” (forse solo per l’impregilo che si è intascata pure una penale perché il progetto definitivo era inattuabile….) che al suo sbocco non porterà a nessuna infrastruttura perché la Sicilia non ce l’ha.

Invece di curare le menti dei giovani, sostenerle, noi facciamo queste cagate. Cagate imperiali. Siamo indietro sull’ingegneria delle infrastrutture anni luce, ma ci vogliamo fare belli al mondo intero, quando l’ultimo grattacielo costruito a Milano prima di quello della regione Lombardia appena aperto era il Pirelli di Gio Ponti!!! Siamo seduti su rovine romane e parliamo di modernità e difendiamo quei ruderi (perchè “sono testimoni delle nostre radici” che francamente non so cosa ce ne possiamo fare se poi non conosciamo la storia, quella più recente e più utile per noi, per la nostra vita, quella della seconda guerra, del mediooriente che ci farebbe capire fenomeni sociopolitici che forse ci aprirebbero gli occhi) quando stanno pure sottoterra e nessuno le può vedere. Sviluppo questo manca nel pensiero, perché non c’è migliore governo dell’incertezza che il non fare niente. E’ un principio manageriale. Ed è così vero e coerente che il Ministero dello Sviluppo Economico è lasciato ad interim al capo del Governo da ben 150gg!!! D’altronde siamo Italiani, estrosi, capaci di confondere la competenza con la “buona volontà” .Il Governo elargisce i propri Satrapati, i propri Reggenti, ma non come noi Patafisici che lo facciamo con l’ironia e consapevolezza di saper plocamare una cosa inutile. No loro ci credono! Fanno pure i Ministri senza Portafoglio…vanno a Puttane ma senza soldi, tanto qualcuno alla fine pagherà il conto della prestazione, se non dell’appartamento (anche se hanno problemi poi con i rogiti e magari scopriamo che dietro ci sarà pure una parte della mazzetta di Gaucci che gli è stata contestata oggi…sarebbe troppo divertente! Ma essendo paradossale, può essre vero, come vero può essere che il Papa domani facesse la dichiarazione che intende dare da solo il bianco alla sua cameretta)

 

Si mi verrebbe davvero voglia di mettermi in politica, perché sono francamente incazzato di vedere gente che parla di tutto un po, con un livello di “tuttologia” francamente imbarazzante. Tutti che parlano di welfare, ma sbagliano i forecast del Pil, della ripresa dell’economia, dove tutti, ma proprio tutti, aspettano che succeda “qualcosa”.

L’unica cosa che sappiamo fare è andare a “puttane”, non c’è cliente e fornitore, siamo tutti ugualmente meretrici dove il fine diventa l’inizio come una grande giduglia, e i ruoli si invertono (e forse, no anche, no).

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franci62dgl
franci62dgl il 03/10/10 alle 23:58 via WEB
gran bello sfogo, caro Pataluc, sincero e pulito, senza retorica. è vero... i nostri bambini non avranno ciò he abbiamo avuto noi, i nostri bravi e severi maestri, le nostre mamme, abili risparmiatrici e dolci educatrici, questo è doloroso. eppure mi domando come è possibile che nella nostra generazione, così bene educata e istruita ci sia tanta gente che non capisce che ci stanno fregando? mi guardo intorno e le persone di allora sono le stesse, i miei compagni hanno le stesse idee di libertà, di rispetto reciproco, di solidarietà che avevamo allora, nelle riunioni di partito tanti anni fa, e le pesone mi coetanee, che incontro ora la pensano tanto come me. e dunque.. dov'è la falla? forse è questo che dovremmo cercare, capire dove e quando abbiamo cominciato a "imbarcare acqua"
 
 
gmetti
gmetti il 04/10/10 alle 00:13 via WEB
Cara Francesca, la questione è davvero complicata, ma secondo me nasce solo da una cosa: siamo privilegiati. Quando si ha il privilegio, che è una condizione anche di storia non solo uno stato di fatto, difficilmente lo si vuole mettere in discussione. Vale di più il principio di fermare il gioco, non fare la mossa successiva. Ci si chiude a riccio. Così da un lato nn si rischia e dall'altro non si cede alla critica. Vogliamo vivere nella certezza di "do the right thing", ma in realtà il nostro immobilismo è esattamente l'atto più reazionario che si può fare. Mettersi in discussione, chiedere scusa è molto più rivoluzionario. Essere contraddittori, entrare in conflitto, pensare che le proprie posizioni possano cambiare, che esista una nuova prospettiva implica molto spesso dolore. Lo è anche nella vita di tutti i gg. Riconosciamo i valori dei ns genitori, abbiamo una cultura media anche abbastanza alta, ma la verità è che non siamo in grado di fare gruppo, di far lievitare i sogni a qualcosa di più alto e pragmatico. Ci abbandoniamo molto spesso al sogno, al "se" e ci accontentiamo del cosa si potrebbe fare non di quello che abbiamo fatto. Boh. Conosco brava gente in giro. Molta ha semplicemente paura di esprimersi. Preferisce condividere che esporsi, per mediare il rischio. Posizione che io non sopporto. Non fa parte di me. Sono incazzato dentro per come questo Paese sta andando a puttane. Oggi ho visto Presa Diretta su Rai£ e sono stato male. Ho provato male fisico a vedere certe cose. Mi sono sentito un privilegiato di merda. Ma almeno ho la capacità di ammetterlo. Sono molto attento a governare il mio status, raggiunto con molto sacrificio, ma trovo che ormai la disparità sia troppo grande, e la rachele, la nina, la emma, il tommaso, il piccolo e ultimoa rrivato jack avranno un futuro brutalmente incerto. A chi chiederemo il conto di tutto ciò?
 
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