Creato da e.mastrangelo01 il 05/01/2010
Riflessioni su problematiche generali
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I ragazzi dei Misteri
ovvero
Gioventù ingegnosa ed operosa a Procida
L’isola di Procida offre a chi viene dal mare il suo aspetto un po’ selvaggio e primitivo, con le sue stratificazioni di roccia tufica, con la sua vegetazione fitta e rigogliosa, col suo grappolo di case colorate, con la sua fama un po’ sinistra di ex colonia penale. Lì per lì ti fermi a scrutare il paesaggio: la macchia mediterranea con i suoi colori ed odori, i vicoli stretti e ripidi, gli squarci mozzafiato sul mare, ma man mano che t’inerpichi verso la parte vecchia in alto, è la sua gente che cattura l’attenzione. Semplice ed ospitale, ma anche nobile nel sentire e nella parlata schietta e chiara.
Lassù, verso il vecchio carcere in disarmo e mezzo diroccato, in uno spiazzo che si protende sul mare con un belvedere ringhierato, vedi dei bianchi capannoni di tela cerata. La curiosità spinge a spiare dentro e ti si apre un mondo insperato. All’interno vediamo scene di vita cristiana plasticamente foggiate in grandiosi e statuari gruppi umani, che esprimono nei volti sofferenti un’interiorità intensa, artisticamente impressa nell’elemento materiale, secondo una linea di disegno sicura e certamente non priva di cultura artistica. Ci inoltriamo tra quei capannoni ed in ognuno troviamo gruppi similmarmorei, con altre scene, sempre su soggetto religioso. Ecco che ci viene incontro un ragazzo ben educato, dai trasparenti occhi azzurri, che risponde alle nostre incalzanti domande e cerca di soddisfare le nostre curiosità: si tratta di quel che resta dei cosiddetti “Carri dei Misteri”. Ogni anno sfilano durante la processione solenne del venerdì santo tra le viottole dell’isola a ricordare la passione di Cristo e sono il risultato di un’azione collettiva di tutti i giovani isolani. Studenti, operai, pescatori, contadini, artigiani, occupati e disoccupati, si riuniscono in quei capannoni-laboratorio nei quaranta giorni che precedono la settimana di Pasqua e progettano il tutto, disegnano, scolpiscono, plasmano, e creano quelle scene, ogni anno diverse, che sfileranno per le vie dell’isola. Si servono di materiali poveri: il polistirolo, i manichini dismessi dei negozi di abbigliamento, la tela di sacco, il cartone, il legno, ecc, ma quel che viene fuori sembra fatto di marmo vero. E ci conduce il ragazzo a visitare il Museo dei Misteri, ove si può ammirare il meglio di quelle produzioni e lì si resta incantati di fronte alla genialità delle loro creazioni: una riproduzione fedele del Mosè di Michelangelo, una Pietà, una Crocifissione a traforo ligneo. “Come vi finanziate?” – chiediamo – “Ci autofinanziamo”, risponde pronto.
Ci colpisce questo esempio di gioventù solidale ed operosa, che sacrifica il proprio tempo per un progetto comune, per vivere insieme un’esperienza con l’entusiasmo e l’energia che solo i giovani hanno, ma che spesso, ahimè troppo spesso, altrove vengono sprecate per occupazioni più frivole o più edonistiche in convenzionali luoghi di ritrovo che ti lasciano nel tuo isolamento senza vie di scampo.
E’ da additare ad esempio quest’esperienza e non solo per i “Misteri”, ma per qualche valido progetto comune, che possa aggregare i giovani e coinvolgerli, permettendo loro di parlarsi, di conoscersi e di “fare” insieme. Sarebbe il prologo di un’azione sociale dai possibili sviluppi anche economici. E si potrebbe cominciare da qui a risolvere i tanti problemi delle nostre giovani generazioni
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Invito tutti gli amici a riflettere sull'allegato articolo di M. Tiriticco e, se ritengono opportuno, ad intervenire con un proprio contributo:
L'arroganza del potere |
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Maurizio Tirittico - 07-01-2010 |
Ciò che oggi ci appare lampante e quasi scontato - si vedano la citata Dichiarazione e la nostra Carta costituzionale - è costato invece secoli di lotte e di ricerca. Basti pensare ad esempio che nella Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789, l'articolo 1 recita che "gli uomini nascono e vivono liberi ed eguali nei diritti", ma subito dopo afferma che le distinzioni sociali continuano ad esistere purché siano fondate sull'utilità comune. Ed ancora, nello Statuto albertino del 1848 si legge, all'articolo 1 che "la Religione Cattolica, Apostolica e Romana è la sola Religione dello Stato" e che "gli altri culti ora esistenti sono tollerati conformemente alle leggi". Per non dire che nel nostro Paese il voto alle donne è stato riconosciuto solo il primo febbraio 1945. E che dire poi del fatto che la tortura e la pena di morte erano norma e pratica nello Stato pontificio fino al 1870! Forse non tutti sanno che la pena di morte è stata cancellata dal diritto vaticano solo nel 1969 (sic!). Per quanti decenni è rimasto inascoltato il nostro Beccarla da quello Stato che del perdono cristiano avrebbe dovuto fare la sua divisa e la sua bandiera! Per non farla lunga, il riconoscimento dei diritti dell'uomo si è venuto maturando lentamente e faticosamente nei secoli e non per grazia del principe bensì in forza della disperata lotta degli oppressi. La prima parte della nostra Costituzione costituisce un esito estremamente importante di questo lungo, faticoso e doloroso cammino. Ed ha costituito l'esito della ricerca dei nostri Padri costituenti che nel carcere, nell'esilio, nella lotta antifascista hanno maturato quei principi che nessuno può oggi mettere in discussione! Ne cito solo alcuni: la democrazia, il lavoro, l'eguaglianza, la libertà, il ripudio della guerra, il diritto d'asilo, il diritto allo studio, le autonomie. Appare pertanto assolutamente inopportuno, fuor di luogo ed altamente offensivo che un ministro della Repubblica in un'intervista alla stampa quotidiana di qualche giorno fa se ne esca con frasi di questo tipo: che tutta la prima parte della nostra Costituzione, quella fondativa dei Principi - sì con la P maiuscola, dico io - è da rifare perché è figlia del dopoguerra; che il fatto che la Repubblica sia fondata sul lavoro non significa nulla; che la giustizia è organizzata in modo preindustriale e agricolo-pastorale! Quando è ormai assodato che l'indipendenza dei tre poteri è una delle conquiste più alte che la rivoluzione borghese ci ha dato! E non vado oltre per non tediare il lettore!
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Eccomi. Sono una Prof. di Liceo in pensione, ma ancora giovane dentro e piena di idee. Ho voglia di confrontarmi su tutto. La Scuola è stata ed è la mia vita, perciò sono particolarmente sensibile a tutti i problemi che la riguardano, ma naturalmente sono parte attiva della società attuale ed ogni altro argomento può trovare spazio qui. Ci incontreremo o ci scontreremo, ma sempre ci affideremo alla forza ed al fascino della parola, unico ed impareggiabile strumento che caratterizza la nostra appartenenza al genere umano.
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Inviato da: Mario939
il 31/12/2010 alle 08:52
Inviato da: e.mastrangelo01
il 14/10/2010 alle 09:03
Inviato da: am.erre
il 13/10/2010 alle 19:10
Inviato da: e.mastrangelo01
il 31/08/2010 alle 08:43
Inviato da: cozza_italia
il 30/08/2010 alle 17:35