Creato da e.mastrangelo01 il 05/01/2010
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I RAGAZZI DEI "MISTERI" - Gioventù ingegnosa ed operosa a Procida

Post n°3 pubblicato il 08 Giugno 2012 da e.mastrangelo01

I ragazzi dei Misteri

ovvero

Gioventù ingegnosa ed operosa a Procida

 

L’isola di Procida  offre a chi viene dal mare il suo aspetto un po’ selvaggio e primitivo, con le sue stratificazioni  di roccia tufica, con la sua vegetazione fitta e rigogliosa, col suo grappolo di case colorate, con la sua fama un po’ sinistra di ex colonia penale. Lì per lì ti fermi a scrutare il paesaggio: la macchia mediterranea con i suoi colori ed odori, i vicoli stretti e ripidi, gli squarci mozzafiato sul mare, ma man mano che t’inerpichi verso la parte vecchia in alto, è la sua gente che cattura l’attenzione. Semplice ed ospitale, ma anche nobile nel sentire e nella parlata schietta e chiara.

Lassù, verso il vecchio carcere in disarmo e mezzo diroccato, in uno spiazzo che si protende sul mare con un belvedere ringhierato, vedi dei bianchi capannoni di tela cerata. La curiosità spinge a spiare dentro e ti si apre un mondo insperato. All’interno vediamo scene di vita cristiana plasticamente foggiate in grandiosi e statuari gruppi umani, che esprimono nei volti sofferenti un’interiorità intensa, artisticamente impressa nell’elemento materiale, secondo una linea di disegno sicura e certamente non priva di cultura artistica. Ci inoltriamo tra quei capannoni ed in ognuno troviamo  gruppi similmarmorei, con altre scene, sempre su soggetto religioso. Ecco che ci viene incontro un ragazzo ben educato, dai trasparenti occhi azzurri, che risponde alle nostre incalzanti domande e cerca di soddisfare le nostre curiosità: si tratta di quel che resta dei cosiddetti “Carri dei Misteri”. Ogni anno sfilano durante la processione solenne del venerdì santo tra le viottole dell’isola a ricordare la passione di Cristo e sono il risultato di un’azione collettiva di tutti i giovani isolani. Studenti, operai, pescatori, contadini, artigiani, occupati e disoccupati,  si riuniscono in quei capannoni-laboratorio nei quaranta giorni che precedono la settimana di Pasqua e progettano il tutto, disegnano, scolpiscono, plasmano, e creano quelle scene, ogni anno diverse, che sfileranno per le vie dell’isola. Si servono di materiali poveri: il polistirolo, i manichini dismessi dei negozi di abbigliamento, la tela di sacco, il cartone, il legno,  ecc, ma quel che viene fuori sembra fatto di marmo vero. E ci conduce il ragazzo a visitare il Museo dei Misteri, ove si può ammirare il meglio di quelle produzioni e lì si resta incantati di fronte alla genialità delle loro creazioni: una riproduzione fedele del Mosè di Michelangelo, una Pietà, una Crocifissione a traforo ligneo. “Come vi finanziate?” – chiediamo – “Ci autofinanziamo”, risponde pronto.

Ci colpisce questo esempio di gioventù solidale ed operosa, che sacrifica il proprio tempo per un progetto comune, per vivere insieme un’esperienza con l’entusiasmo e l’energia che solo i giovani hanno, ma che spesso, ahimè troppo spesso, altrove vengono sprecate per occupazioni più frivole o più edonistiche in convenzionali luoghi di ritrovo che ti lasciano nel tuo isolamento senza vie di scampo.

E’ da additare ad esempio quest’esperienza e non solo per i “Misteri”, ma per qualche valido progetto comune, che possa aggregare i giovani e coinvolgerli, permettendo loro di parlarsi, di conoscersi e di “fare” insieme. Sarebbe il prologo di un’azione sociale dai possibili sviluppi anche economici. E si potrebbe cominciare da qui a risolvere i tanti problemi delle nostre giovani generazioni

 
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Un invito a riflettere

Post n°2 pubblicato il 10 Gennaio 2010 da e.mastrangelo01
Foto di e.mastrangelo01

Invito tutti gli amici a riflettere sull'allegato articolo di M. Tiriticco e, se ritengono opportuno, ad intervenire con un proprio contributo:

L'arroganza del potere

 

Maurizio Tirittico - 07-01-2010


La nostra Carta costituzionale - del resto una qualsiasi carta fondativa di un Paese e dei principi fondamentali che lo governano - non nasce dal nulla, ma da una lunga storia di lotte, sacrifici e, soprattutto, di ricerca! Ricerca che viene da lontano, da decenni, se non secoli, di lotte degli oppressi contro gli oppressori, una ricerca che si matura nelle concrete vicende degli uomini, che giorno dopo giorno fonda nuovi valori, costruisce o tenta di costruire una visione diversa ed alternativa del vivere insieme. E nei documenti che si sono via via succeduti, almeno dalla Magna Charta libertatum del 1215 alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, è possibile riscontrare questo lento e faticoso cammino.

Ciò che oggi ci appare lampante e quasi scontato - si vedano la citata Dichiarazione e la nostra Carta costituzionale - è costato invece secoli di lotte e di ricerca. Basti pensare ad esempio che nella Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789, l'articolo 1 recita che "gli uomini nascono e vivono liberi ed eguali nei diritti", ma subito dopo afferma che le distinzioni sociali continuano ad esistere purché siano fondate sull'utilità comune. Ed ancora, nello Statuto albertino del 1848 si legge, all'articolo 1 che "la Religione Cattolica, Apostolica e Romana è la sola Religione dello Stato" e che "gli altri culti ora esistenti sono tollerati conformemente alle leggi". Per non dire che nel nostro Paese il voto alle donne è stato riconosciuto solo il primo febbraio 1945. E che dire poi del fatto che la tortura e la pena di morte erano norma e pratica nello Stato pontificio fino al 1870! Forse non tutti sanno che la pena di morte è stata cancellata dal diritto vaticano solo nel 1969 (sic!). Per quanti decenni è rimasto inascoltato il nostro Beccarla da quello Stato che del perdono cristiano avrebbe dovuto fare la sua divisa e la sua bandiera! Per non farla lunga, il riconoscimento dei diritti dell'uomo si è venuto maturando lentamente e faticosamente nei secoli e non per grazia del principe bensì in forza della disperata lotta degli oppressi.

La prima parte della nostra Costituzione costituisce un esito estremamente importante di questo lungo, faticoso e doloroso cammino. Ed ha costituito l'esito della ricerca dei nostri Padri costituenti che nel carcere, nell'esilio, nella lotta antifascista hanno maturato quei principi che nessuno può oggi mettere in discussione! Ne cito solo alcuni: la democrazia, il lavoro, l'eguaglianza, la libertà, il ripudio della guerra, il diritto d'asilo, il diritto allo studio, le autonomie. Appare pertanto assolutamente inopportuno, fuor di luogo ed altamente offensivo che un ministro della Repubblica in un'intervista alla stampa quotidiana di qualche giorno fa se ne esca con frasi di questo tipo: che tutta la prima parte della nostra Costituzione, quella fondativa dei Principi - sì con la P maiuscola, dico io - è da rifare perché è figlia del dopoguerra; che il fatto che la Repubblica sia fondata sul lavoro non significa nulla; che la giustizia è organizzata in modo preindustriale e agricolo-pastorale! Quando è ormai assodato che l'indipendenza dei tre poteri è una delle conquiste più alte che la rivoluzione borghese ci ha dato! E non vado oltre per non tediare il lettore!
L'intervista è particolarmente grave perché dà il chiaro segno dell'incultura del nostro attuale gruppo dirigente, il quale non solo dimostra di non avere alcuna conoscenza - o di non volerla avere - di come siano venuti maturando nel corso dei secoli i diritti umani che oggi figurano nelle Carte di tutti i Paesi democratici, ma dichiara anche con proterva arroganza che si tratta di chiacchiere vuote che nulla avrebbero a che vedere con la vita reale. Il disegno è evidente ed esplicito: la nostra Carta è un ostacolo per chi nutre, e non da oggi, disegni eversivi! Le uscite di Brunetta non sono chiacchiere da bar, ma costituiscono pericolosi segnali per la stabilità e lo sviluppo della nostra democrazia!
E c'è un nesso tra la politica scolastica dell'attuale governo e la sua politica più in generale. In effetti, il disegno che si profila per chi governa, o dovrebbe, governare il nostro Sistema di istruzione, sempre più orientato a liquidare l'istruzione obbligatoria decennale per permettere solo ai cosiddetti meritevoli di giungere ai titoli qualificanti è coerente con il disegno che altri ministri della Repubblica dichiarano con saccenteria ed impudenza! Esiste un nesso tra un certo governo della scuola ed un certo governo della cosa pubblica in generale. La democrazia del sapere e la democrazia del convivere insieme costano troppo, sono orpelli di cui l'attuale gruppo dirigente deve liberarsi! In altre parole, dai tagli sulla scuola ai tagli della Carta il passo è breve! Per queste ragioni, la lotta per una scuola migliore è anche la lotta per la nostra democrazia!

 

 
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Mi presento

Post n°1 pubblicato il 05 Gennaio 2010 da e.mastrangelo01
 

Eccomi. Sono una Prof. di Liceo in pensione, ma ancora giovane dentro e piena di idee. Ho voglia di confrontarmi su tutto. La Scuola è stata ed è la mia vita, perciò sono particolarmente sensibile a tutti i problemi che la riguardano, ma naturalmente sono parte attiva della società attuale ed ogni altro argomento può trovare spazio qui. Ci incontreremo o ci scontreremo, ma sempre ci affideremo alla forza ed al fascino della parola, unico ed impareggiabile strumento che caratterizza la nostra appartenenza al genere umano.

 
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