Creato da: casilli2010 il 04/11/2010
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« assurdoSanto Stefano, percepiva... »

BISOGNERA'DARGLI FIDUCIA???

La frase è secca: «Se il 27 maggio i soldi non arrivano vuol dire che Matteo Renzi è un buffone». A dirlo è lo stesso premier a Porta a Porta sull'impegno a dare mille euro in più l'anno a 10 milioni di persone. Ma non è l'unica frase "da titolo" snocciolata dall'ex sindaco che assicura che le coperture ci sono e confida di puntare a fare diventare legge l'Italicum entro il 25 maggio e promette: «Niente patrimoniale». Poi aggiunge che il governo durerà fino al 2018: «Sono convinto che questa classe politica in Parlamento ha l'ultima chance per dimostrare che può fare le cose».

Equità. «Questa prima manovra è una restituzione di equità e giustizia sociale. Oggi abbiamo una situazione di incertezza, quasi di tristezza e desolazione nel ceto medio» al quale «se dai quel piccolo margine - che non è risolutivo - gli dai 80 euro in più, ogni tanto respira».

Niente contratto Siglare un impegno sul pagamento dei debiti della P.A.? «I contratti qui portano sfortuna». «Ma i governi durano cinque anni», prova a obiettare Bruno Vespa. «Lasci stare - replica Renzi - Se rispondo che il problema è come si dura, poi Crozza ci fa un film sopra». Subito dopo Renzi scommette con Vespa di riuscire a pagare i debiti della P.A. entro il 21 settembre: «Se lo facciamo, lei poi va in pellegrinaggio a piedi da Firenze a Monte Senario».

«Delrio mi ha frenato». «Tutte le cose che volevo annunciare in più ieri» in conferenza stampa, «Delrio non me le ha fatte dire. Mi ha zittito. I veri fuochi d'artificio Delrio me li ha fermati». Così Matteo Renzi a Porta a Porta. «A Palazzo Chigi ormai sono agli arresti domiciliari», scherza. E racconta di aver tentato di uscire senza la scorta: «Ci sto provando ma non gliela faccio. Una mattina sono uscito ma erano subito dietro di me».

Irap. Il governo interverrà anche sull'Irap per le aziende. Ma «all'azienda non risolvi il problema solo con il carico fiscale, perché il carico è talmente alto» che servirebbe «uno choc», servirebbe «dimezzare» quel carico. Ma a produrre uno choc del genere «non ce la facciamo».

Ascolto tutti ma decido io. «Il presidente del Consiglio deve ascoltare Confindustria e sindacati? Sì. Ma i soggetti che stanno intorno ai famosi e favolosi tavoli di palazzo Chigi, non possono pensare che le cose le decidano loro. Le cose le decidiamo noi. Ci pagano per questo. Poi se sbaglio, pago io», spiega il premier. «Il tavolo non lo faccio, mandami un'e-mail», aggiunge. «I tavoli li fanno i mobilieri, noi risolviamo i problemi».

Pa, dirigenti a tempo determinato. «I dirigenti pubblici per definizione non possono essere a tempo indeterminato. Chi ha vinto un concorso e ha diritti acquisiti, bene. Ma per il futuro sarebbe bene che il dipendente pubblico rimanesse a tempo indeterminato e facesse il dirigente a tempo determinato, per poi tornare a fare il dipendente a tempo indeterminato», continua poi il capo del governo.


La legge elettorale. «Se riusciamo entro il 25 maggio, come vogliamo, a fare la prima lettura della riforma del Senato e chiudere la legge elettorale, dimostriamo che riusciamo a cambiare la politica», dice.

Le europee. «Credo che alle europee sia difficile andare a scardinare i voti degli altri, la partita vera è alle politiche ed è lì che provo a conquistare l'elettore del centrodestra», ha detto quindi Renzi, spiegando che le caratteristiche del voto europeo non consentono di allargare il bacino dell'elettorato.

Berlusconi. «Basta leggere le paginate che scrive Brunetta che dice 'Renzi non è Mandrake'. Lo so anche io, per il resto non sono, come dice qualcuno, il figlio adottivo di Berlusconi. Ognuno ha il babbo che ha...», si sofferma quindi sulle critiche del capogruppo Fi Renato Brunetta. «Dice che sono peggio di Tremonti, nella scala di insulti 'tremontianò venga subito dopo 'stalinistà...», scherza Renzi.

Grillo. Con il suo atteggiamento alle consultazioni Beppe Grillo «ha dimostrato ancora più ai suoi parlamentari, che non a caso si stanno sgretolando sempre più, che Grillo non vuole il bene degli italiani, non vuole cambiare l'Italia», dice poi del leader M5s. «Grillo ha tradito la speranza di tanti che gli hanno dato il voto per dire: cambia. Perchè non lo sta facendo», aggiunge, che interpella anche il pubblico in platea. «Per sconfiggere Grillo bisogna mostrare che le cose lui non le fa, noi sì».

 
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